di Giovanni Ugas
Nel
rispondere a coloro che sono intervenuti per commentare la mia nota
sugli scavi di Sirilò di Orgosolo, debbo precisare che, nel portare
la mia attenzione sulla questione, mi sono limitato a rimarcare il
fatto che, stando alle fonti storiche, le aree montane interne della
Sardegna restarono indipendenti sino al II secolo d.C., e non ho
affatto toccato il tema ben più ampio e complesso della costante
resistenziale.
Inoltre,
non posso fare a meno di premettere, a scanso di equivoci, che né la
mia persona né le mie ricerche sono condizionate da preconcetti di
alcun genere, poiché non ho mai cercato di sedermi su uno scanno per
guardare gli altri dall’alto verso il basso, ma neanche penso di
tenere il capo chino; per dirla in breve la diplomazia non è il mio
forte e sono per l’uguaglianza dei diritti e dei doveri e non per
le gerarchie umane che portano alla fame, non solo culturale, e alla
schiavitù di tanti esseri umani. Per di più preferisco ricercare e
imparare più che insegnare, anche se talora è doveroso farlo e lo
impongono le necessità della vita e il caso come affermava Jacques
Monod. Ovviamente nel mio lavoro posso sbagliare, come del resto può
errare chi ha voluto leggere la mia nota, ma non accetto giudizi
pretestuosi da parte di nessuno. [sighi a lèghere]
Io, in questa sede, mi limito a rilevare che Ugas non fa alcun riferimento alla questione scottante della latinizzazione totale della Sardegna--anche se indirettamente lo fa "non escludendo" contatti tra Sardi indipendenti e Sardi "dipendenti" dai Romani. E che dalla sua precisazione è sparito il "dato" del genocidio (tra morti e asserviti) dei Sardi ribelli.
RispondiEliminaNe prendo atto.
Caro Giovanni, ottimo quasi su tutto, salvo su un punto quando scrivi: "Dunque nessuna contraddizione tra le analisi di Caterina Lilliu e le affermazioni di Giovanni Lilliu. Non tutti gli Iliesi delle piane si rifugiarono sui monti: una parte rimase, come è naturale che avvenisse, nei loro abitati originari. "
RispondiEliminaCaro Giovanni Ugas, Giovanni Lilliu non scrisse che ne rimasero una parte!!
Lilliu nella sua teoria della costante resistenziale ( 1971) scrisse: «Sulla fine del VI secolo a.C., dopo lunghe lotte, Cartagine cacciò i Sardi indigeni sui monti del Centro isolano, nelle Barbagie come ebbero poi a chiamarle i Romani in senso antagonista e deteriore, e ve li rinchiuse come in una “riserva indiana”. Quella grande ritirata di intere popolazioni già libere e produttive culturalmente (ad esse si deve la grande civiltà dei nuraghi), che spaccò la Sardegna in due – quella dei maquis “resistenti” e quella “coloniale” – ha rappresentato e rappresenta il nodo storico dell’isola; e qui sono le autentiche origini della costante resistenziale sarda.
[…] a quel nocciolo storico si possa far risalire la sostanza della formazione del tessuto culturale, del contesto socio-economico, della struttura spirituale e dell’ordinamento giuridico dell’attuale mondo sardo delle zone interne, detto altrimenti “barbaricino: un mondo come tutti sanno - e meglio ancora dopo le indagini del compianto Pigliaru -, antico, chiuso ma reattivo, carcerato ma resistente.
L’accerchiamento culturale suscitò negli antenati “barbaricini” la psicologia della frontiera, la carica “eroica” del “balente”, lo spirito del ribelle allo statuale che non è il suo, d’altra parte, il barbaricino si lega con un rigore etico da anabattista, con la chiusura completa ad ogni acculturazione, diventando una specie di chiesa segregata, una repubblica di “santi nuragici."
Ora quanto trovato dalle ricerche archeologiche di questi ultimi quaranta anni nei campidani (palesi tracce culturali degli indigeni) smentiscono la cacciata dei nuragici di cui parla Giovanni Lilliu.
Ma a voi, discepoli , non vi piace contraddire il maestro e seppur lo confutate avete il sacro timore di mettere in luce l'erroneità delle sue interpretazioni.
Sigor Ugas,
RispondiEliminaho scorso velocemente il Suo nuovo contributo (a proposito, perché non è intervenuto, come i comuni mortali, ad ogni step della discussione?), ma sono riuscito a comprenderne l'intrinseco contenuto: bla, bla, bla!
Bene, signor Ugas. Ma, a quando un Suo serio contributo?
Grazie, mikkelj.
Salve Ugas,
RispondiEliminaSon quello di Sirulugum, anzi quello di Sirilugum,perché siffattamente stava scritto nel primo intervento Suo. Io ho ricercato l'errore Suo, un cincinino di modestia Le avrebbe fatto dire che era Lei a essersi sbagliato. Ma trascuriamo. Tornerò invece altrove sulla suggestione che ci siano state diverse etnie, quindi diversi linguaggi in epoca nuragica. Forse prima sì, e dopo al tempo dei Romani, c'eran certo diverse tribù, organizzate politicamente, ma linguisticamente,non ce n' era, né prima né dopo ALCUNA,e dico ALCUNA, che avesse a che fare coi psichedelici Paleobaschi. Ugas si documenta, ma purtroppo non a dovere, su tutto quel che si pubblica nell'orbe terracqueo. Beninteso, può anche aver letto altro e non condividere una cicca.
Tzoroddu che ca..spita dici!?
RispondiEliminaMi pare che Giovanni Ugas abbia proceduto in modo egregio, ritengo ottima cosa che uno dopo aver pubblicato un post e sentiti i commenti ne pubblichi un'altro!
Con grande dispiacere constato ancora una volta l'incapacità di dialogare serenamente .
RispondiEliminaQuando il mondo accademico snobba il blog ci lamentiamo piagnucolando, quando interviene con dei contributi seri cavilliamo su cose insignificanti o aggredendo, quasi invitando l'ospite a lasciare il campo.
Giuseppe Mura
'Il tempo giudicherà chi ha ragione e chi ha torto. Mi auguro, dunque, che si arrivi a un confronto di idee civile, corretto e rispettoso, perché altrimenti è meglio starsene a casa propria, ad ascoltare un nastro registrato con la propria voce o con quella del proprio idolo'.
RispondiEliminaBene Giovanni Ugas! Ma questo vale per tutti. Altrimenti devi tacere. Io non amo la filosofia 'democristiana' e per essere capito faccio nomi e ti dico. Tu sei un collega di Bernardini e conosci il D'Oriano e il Minoja. Come sicuramente conoscevi il Preside della Facoltà di Lettere, buonanima. Il primo parla pubblicamente di 'cialtroni', il secondo strilla ogni volta ed invita il pubblico a non comprare libri spazzatura di questo e di quello, il terzo scrive lettere dense di calunnie contro 'falsari' (e indovina chi sarebbero) addirittura al Ministero della Pubblica Istruzione, il quarto si divertiva ad offendere in un Blog pornologico diretto da anonimi(?) che oggi, per la diffamazione permanente messe in essere, è sul mirino della Polizia Postale. E mi fermo a questi quattro illustri galantuomini. Per il 'gentil' sesso leggiti il rapporto ai carabinieri fatto nei miei confronti di una gentildonna che si chiama Fulvia Lo schiavo che, tra l'altro, mi definisce 'ambiguo' ed 'elucubratore', insinuando persino il sospetto che possa avere a casa reperti archeologici (forza con la perquisizione!). Devi tacere. O non sei d'accordo?
E non è assolutamente vero che hai risposto 'egregiamente' caro Giovanni; hai risposto senza rispondere a molte cose che ti sono state chieste. Io ti faccio ora una domanda che non era certo per la Fadda (figurati quanto ce ne frega!): a Gremanu c'è un fallo di 85 metri realizzato dai nuragici o c'è un tempio di pianta quadrangolare? Certo, tutti siamo soggetti a sbagliare, ma quando si sbaglia bisogna correggere il tiro. Invece la tua 'collega' non solo non è umile e tace (di quel fallo si parla ormai da anni!) ma non ha il coraggio neppure di ammettere che a Teti c'è una barchetta con dei segni di scrittura chiarissimi (quelli che sarebbero serviti anche a te per parlare di scrittura). SEgni tanto chiari che lei stessa al museo di Teti ha detto che ci sarebbe stato bisogno di un epigrafista. Da quanto so, sono centinia gli epigrafisti che si sono recati a Teti!
Io naturalmente parlo per me e mi prendo la responsabilità di quello che dico. E intervengo solo perchè hai in fondo (ecco il 'democristianesimo' che denuncio)sparato sul mucchio con il tuo parlare 'generaliter'. Mi sono spiegato? Certe difese è meglio non assumerle.
Quindi ribadiamo quello che hai scritto e che condivido in toto:
'Il tempo giudicherà chi ha ragione e chi ha torto. Mi auguro, dunque, che si arrivi a un confronto di idee civile, corretto e rispettoso, perché altrimenti è meglio starsene a casa propria, ad ascoltare un nastro registrato con la propria voce o con quella del proprio idolo'.
Dimenticavo di dire una cosa essenziale. Io a questi 'signori' non li ho mai cercati! Mai! Solo per il D'Oriano mi sono limitato (in SaGra) a mettere in rilievo un errore suo madornale di interpretazione circa il sigillo di S.Imbenia. Errore ormai ammesso da tutti coloro che si sono interessati del reperto nuragico scritto.
RispondiEliminaMi permetto di affermare che uno che non sappia nulla di archeologia e storia non può leggere questo blog per imparare alcunché.
RispondiEliminaLe tesi opposte, le contrapposizioni, le critiche (i litigi e le invettive) impediscono qualsiasi apprendimento.
Molti scrivono con l'atteggiamento "poco umile" di chi sa, a differenza di tutti gli altri, che non sanno o non capiscono: e questo può talvolta dare fastidio anche a Giobbe, figurarsi a noi gente comune che Giobbe (abilmente?) in sospeso sul più bello, proprio da chi dovrebbe avere interesse a condurre in porto sicuro il proprio discorso...
Ecco la domanda, allora, che spero l'ospite vorrà prendere in gentile considerazione per una risposta: a chi e a che cosa serve esattamente questo Weblog?
Fino ad oggi, mi sembra che esso sia più assimilabile ad una sagra organizzata da pochi eletti iniziati, per pochi eletti iniziati.
Un circolo molto esclusivo e quasi misterico di persone spesso aggressive che - purtroppo - non sono quasi mai d'accordo tra loro e mirano principalmente a comparire, come in una Fiera delle Vanità, senza minimamente interessarsi a ciò che possono pensare i lettori oppure a ciò che hanno scritto gli altri partecipanti.
Non sarebbe bello, invece, che qualcuno si facesse carico di operare una specie di sintesi conclusiva, alla fine di ogni discussione, per lasciarci capire a che punto siamo?
Altrimenti restiamo sempre lì: parliamo di Barbagie e non sappiamo neppure che sono in numero di 6. Barbagia di Belvì, Barbagia di Nuoro, Barbagia di Seulo, Barbagia di Ollolai, Barbagia Mandrolisai e Trigonia.
Sì: il mio è un esempio stupido, lo so bene: ma almeno lo si comprende fino in fondo. E si conclude qui.
Grazie.
Chiedo scusa. Dopo "Giobbe" è saltato un pezzo di frase:
RispondiElimina"...che Giobbe non siamo mai stati. Spesso alcuni argomenti si lasciano i....
Egregio Sandro,
RispondiEliminail Suo intervento è utile e giudizioso; per quel (poco) che mi compete ho osservato che Ugas, che linguista non si appalesa, ha avvicinato un toponimo Sirilò a un zoonimo di Plinio, in una forma scorretta: infatti, cerando tale forma, non l'ho trovato. Ora si è corretto, bene, vedremo se quel collegamento può esser sensato o è accostamento (com' anche il mio Sirilò/Ilirò)meramente di suoni.
@ Sandro
RispondiEliminaCapisco che sia complesso seguire i dibattiti (anche io li preferisco ai litigi e alle invettive) sull'archeologia e, soprattutto, quelli sulla scrittura nuragica e su questioni epigrafiche più in generale. Capisco meno la sua domanda: a che cosa serve questo blog? Se ciò implica una critica al tono, spesso fuori le righe, di alcuni commenti, la accetto per quanto possa esserne coinvolto.
Serve a chi voglia sforzarsi di capire e non si tratta, la assicuro, di un circolo esclusivo, anche se è vero che non molti se la sentono di intervenire e i più preferiscono leggere e imparare cose nuove.
Fare un riassunto di quanto si dice? Credo molti si sentirebbero offesi. Quanto alle Barbagie e al loro numero: davvero è così importante definirlo? Di una cosa sono certo: la "Barbagia di Nuoro" è una invenzione mediatica, funzionale solo a poter dire che nella piana di Ottana arrivarono e fecero nido i romani.
O Gigi, non cumprendu poita ti ponis a cricai a is amigus de Ugas. Ita nc'intrant? Non as arreagíu a subra de su chi at nau issu, ma a subra de cosas chi ant fatu atrus. Boh?!
RispondiEliminaGrazie professore, anche se il suo glissare sul latino mi fa essere pappa e ciccia con Roberto Bolognesi. Stavo per scrivere culo e camicia ma l'avrebbe presa male; il ragazzo è "fìschidu" come dicono dalle mie parti, permaloso.
RispondiEliminaScrivo queste cazzate, fatti salvi i ringraziamenti per Giovanni Ugas, a beneficio di Sandro che mi sembra un pochino "non mi toccheti che mi cagheti", educatino, insomma.
I tempi sono quelli che sono e i baronetti inglesi sono rari. Meno male che ci governa Mario "dal bel garbo" Monti, con quell'altro era tutto uno svafanculeggiare e la borsa saliva.
A parte gli scherzi, pare che non ci sia settore delle scienze che accenda tanto gli animi, fino al turpiloquio nei confronti dell'avversario, quanto lo studio delle proprie origini con tutti gli annessi e connessi.
Questo in tutto il mondo, figuriamoci da noi in clima di costante resistenziale. Per fortuna la Sardegna è una zolla tettonicamente stabile, altrimenti, per quanto ci agitiamo, staremmo peggio di quei terremotati di Celti e, sento adesso, di Etruschi.
Grazie professore, anche se il suo glissare sul latino mi fa essere pappa e ciccia con Roberto Bolognesi. Stavo per scrivere culo e camicia ma l'avrebbe presa male; il ragazzo è "fìschidu" come dicono dalle mie parti, permaloso.
RispondiEliminaScrivo queste cazzate, fatti salvi i ringraziamenti per Giovanni Ugas, a beneficio di Sandro che mi sembra un pochino "non mi toccheti che mi cagheti", educatino, insomma.
I tempi sono quelli che sono e i baronetti inglesi sono rari. Meno male che ci governa Mario "dal bel garbo" Monti, con quell'altro era tutto uno svafanculeggiare e la borsa saliva.
A parte gli scherzi, pare che non ci sia settore delle scienze che accenda tanto gli animi, fino al turpiloquio nei confronti dell'avversario, quanto lo studio delle proprie origini con tutti gli annessi e connessi.
Questo in tutto il mondo, figuriamoci da noi in clima di costante resistenziale. Per fortuna la Sardegna è una zolla tettonicamente stabile, altrimenti, per quanto ci agitiamo, staremmo peggio di quei terremotati di Celti e, sento adesso, di Etruschi.
>Cose degne<
RispondiEliminaPer Sandro,
anch’io quando leggo in modo distaccato alcuni passaggi dei dialoghi (anche i miei) nel presente sito, mi rendo improvvisamente conto che, una persona al di fuori dei vari contesti trattati, possa per niente percepire a sufficienza (quella sufficienza necessaria a mantenerlo connesso) i concetti espressi dai singoli. Questi ultimi, vuoi per la loro quotidiana frequentazione della materia, vuoi per la esigenza di brevità nell’esporre il proprio pensiero, tendono quasi a codificare il loro scritto che, se accettabile fra addetti ai lavori, coloro i quali si affacciano a questo, certo particolare, sito col proposito di qualcosa apprendere, rischiano d’essere respinti. Con veramente grande nocumento per tutti: per i lettori che, decidendo di allontanarsi non riescono a gustare molte leccornie che i portatori d’idee elargiscono quotidianamente; ma, per i portatori stessi, i quali esibendo le loro idee al mercato, desiderano offrirle ad un pubblico il più vasto possibile, onde ottenere un grandissimo raccolto.
Grazie, mikkelj.
>Pauperitates<
Per Archeologia…(il Nuragica non se lo merita),
quel Suo “ca… “ è davvero un segno!
Mi preme peraltro dire che, ad una veloce analisi dei commenti ai contributi dell’Ugas risulta che, soltanto Lei ed altra persona, si è prodotta in una sontuosa adulazione servile nei confronti del “Suo” Giovanni.
Caro Archeologia, qui v’ha bisogno di contributi! Provi a darci una mano a riscrivere la Storia della Sardegna! Perché se ben ricordo, essendo Lei furibondo (a dir poco) col mondo accademico sardo che non aveva voluto riconoscere la validità dei Suoi studi sull’archeoastronomia, ci portò la testimonianza di attestati avuti dall’estero!
Quindi si acquieti, perché se quei signori, hanno fatto un torto a Lei in un attimo, si figuri quanto danno abbiano potuto recare alla Sardegna nei decenni.
Per Giuseppe,
intanto, Le dico subito che Lei è la “altra persona” che abbiamo sorpreso nell’esercizio della “sontuosa adulazione servile”. Poi, per rispondere al Suo sarcasmo non elegante della volta precedente (così mi comprende anche l’incolpevole Sandro), Le ricordo che, forse otto mesi addietro, ebbi a dirLe che, lo stagno di Santa Gilla (vicino Cagliari), quando Lei pretendeva fosse meta dei Micenei, non poteva esistere per motivi meramente eustatici, ovvero il mare intorno alla metà del II millennio a.C. si trovava a circa m. 5,5 al di sotto del suo attuale livello. Pertanto, per permettere ai Micenei (se pur mai esistiti, ma questo è altro discorso che sarebbe il caso fosse preso di petto, certo non dai cattedratici!) di superare quel dislivello, sarebbe stata necessaria l’adozione della stessa tecnologia posta in essere nel canale di Panama appena cento anni fa. Di cui Lei non ha fatto, però, la minima menzione!
Ebbene, Lei si adombrò non poco lamentandosi della mia “aggressione”!
Anche oggi Lei si lamenta della mia “aggressione” al mondo accademico (ma il mondo accademico non è quello in essere?).
Egregio sig. Giuseppe, sappia che non amo aggredire il mio prossimo! Manifesto le mie opinioni che, se non confacentesi alle altrui credenze, non debbono essere prese per aggressioni! A Lei piace che le si dica ciò che si aspetta? It doesn’t work!
Riguardo poi al suo “cavilliamo su cose insignificanti”, sappia che, definire insignificanti argomenti che cambiano la storia della Sardegna (da così a così), proprio quella storia che il Suo “mondo accademico” ci ha propinato senza mai fare una minima esegesi dei testi pervenutici ed ovviamente non preoccupandosi d’andare all’osso circa il difforme “esito” (pensi a fondo a questo vocabolo, sig. Mura, non è qui posto a caso!) di Diodoro IV,30 e V,15, la dice lunga sulle sue prona digestione del verbo accademico ed assente frequentazione della tradizione manoscritta.
Grazie, mikkelj.
@ mikkelj
RispondiEliminaprendo atto con piacere, egregio mikkelj, del mezzo passo indietro del suo ultimo post. I toni sono decisamente più tranquilli e sereni.
In ogni caso lei continua a scambiare i pareri personali con la “sontuosa adulazione servile”, e me ne dispiace.
Quanto al livello delle acque della laguna (laguna, non stagno) di Santa Gilla intorno al 1500 a.C. la devo correggere e decurtare i suoi 5,5 metri a meno della metà. Questo è quanto risulta dalle ultimissime ricerche relative all'eustatismo del Mediterraneo.
La devo deludere anche a proposito dei Micenei: mai detto di un loro insediamento a Karalis, pertanto la invito, ancora una volta, a leggersi il mio lavoro prima di sparare ad alzo zero.
Le do ragione, invece, e me ne scuso, per l'utilizzo del termine "insignificanti", non appropriato per certi argomenti.
Infine la mia "prona digestione del verbo accademico", un termine che, a prescindere dalla "prona", mi sprona a continuare negli studi partendo proprio dall'esistente che, guarda caso, riguarda proprio il mondo accademico.
Penso che anche lei sia partito da queste basi, visto che insiste nel demolire tutto e tutti.
Con simpatia
Giuseppe Mura
@ Tzoroddo
RispondiEliminafacendole notare che è la prima volta che commento un suo commento,
le faccio presente che di quanto Ugas dice sulla funzione dei nuraghi non condivido un bel niente.
Con Giovanni Ugas nella disparità di opinioni ho sempre discusso amichevolmente.
Ho difeso il modo di procedere di Ugas in questo blog, perchè mi sembra ottima cosa che un'autore scriva un pezzo, legga le osservazioni che gli sono state mosse e poi pubblichi una replica.
Lei dice che gli archeologi sardi mi hanno fatto dei torti, falso, il torto se lo sano fatti loro e l'hanno fatto alla Sardegna.
Nel 1992 vedeva la luce il mio primo libro , lo portai personalmente a tutti gli archeologi sardi eventi un rulo accademico, capii subito che la geometria non era il loro forte e che erano incapaci di capire i miei studi.
Nel autunno-inverno 1993-94 portai il mio libro a Oxford e Cambridge, nel 1996 publbicai il mio primo articolo in una prestigiosa rivista scientifica di Cambridge che si occupa di archeoastronomia.
Neppure allora gli archeologi sardi hanno aperto gli occhi! poveretti!
Gli archelogi non riconoscendo l'importanza dell'archeoastronomia (utile capire l'universo mentale, la religiosità , il livello di conoscenze, l'economia)il torto se lo sono fatti loro e l'hanno fatto agli studi, a me forse hanno fatto un piacere.
Ovviamente li attacco per la loro negligenza e il dannno e i ritardi che hanno causato agli studi.
Invito Giovanni Ugas a spiegare come riesce a conciliare l'ipotesi della "Costante resistenziale" o "indipendenza" dei Sardi di montagna con l'uccisione o l'asservimento di "almeno 100.000 Sardi" dai parte dei Romani. È chiaro che ribellarsi ai Romani "nuoceva gravemente alla salute" e non solo in Sardegna. È anche chiaro che i morti e gli schiavi deportati nei latifondi dei senatori romani avevano una certa difficoltà a continuare a ribellarsi. Non vedo allora come si possa fare a meno di concludere che le successive ribellioni siano state condotte da Sardi discendenti da quelli che in passato erano sopravvissuti e magari anche loro si erano poi rifugiati su quelle montagne, lasciate vuote dai morti e dagli schiavi dei Romani. In poche parole, vista anche l'assenza di confini linguistici e culturali tra le varie regioni della Sardegna--malgrado tutti i luoghi comuni che anche Ugas ripropone--le differenze tra montagna e pianura si spiega semplicemente tirando in ballo Braudel--il grande Braudel!--e lasciano in pace le mezze calzette e i loro voli pindarici.
RispondiEliminaO Robe', tenes arresone ma su Blog ( e tue d'ischis chi ti ses 'abblogadu' pro ti difendere)est unu logu anarchicu meda. Ma medas bortas non b'at anarchia. Paret di 'osi. Su respondere meu tue non d'as cumpresu (su boh!?) poite sighis sos arresonamentos de un'ateru Blog. Su 'narrere' e sos arresonamentos nostros tenent incomintzu e pruppa in dunu ateru narrere e in ateros arresonamentos (mancari de annos!). Est po custu chi Aba Losi at cumprendiu su poite cricaia sos 'contos' de ateros 'amigos' de Ugas e minde seo affuttiu de sardos resistentes (o nono). Ddue fuit ateru meda ( e prus importante, a parre meu) in su contu (post) de Zuanne Ugas.
RispondiEliminaCustu natzo poite cumprendo bastantemente poite custu anonimu Sandro (e chie est?)est istorronau. Calicuna cosittedda non si podet agguantare subitu subitu, ca tocat traballare de conca po cumprendere e, massimamente, lezere post azumai a chentinas. Su chi non cumprendo però est su fattu chi issu siat 'totu' istorronau'. E ite due cheret a cumprendere su chi apo scrittu in s'articulu de sa sas litteras piticherrededdas alfabeticas de sos documentos sardos? Si mi du ispiegat mi faet unu piaghere mannu mannu. Ca como seo jeo a essere totu istorronau!
istorronau: frastornato, rimbambito, stordito, svampito.
RispondiEliminaVedi, caro Gianfranco? E tu, seduto al bar centrale in piazza ad orosei mi rassicuravi, invece, circa il fatto che "la confusione sarebbe durata ancora poco" (parole tue, le ricordo bene, dopo che mi autografasti "Sa Losa di Osana").
E invece eccoci galu inoche, a darci gratuitamente dell'istorronau, pro nuddha.
Naratilu tue a custu amigu tuo (ca mi paret istontonau meda: si lamenta dell'anonimato e poi scrive in sardo per non farsi capire: balente, mì!) chie est Sandro, se proprio gli interessa...
Non vale neppure i lacci delle scarpe di Pittau: da queste parti lo sanno tutti.
Pensa ai terremoti tuoi. Qui non si arrabbia nessuno. Si fa solo finta.
RispondiEliminaSa balentia mea b'intrat comente s'assu 'e bastus! Comente b'intrat bagu o nudda in totu su chi as nau. Zeo iscrio in sardu e in italianu (medas d'ischint) comente m'enit a conca e massimamente, po faere cumprendere, chi sos arresonamentos nostros podent essere fattos in sa limba nostra puru chi in pagos impreant (trad. la 'balentia' nel tuo discorso c'entra come l'asso di bastoni. Cioè niente. Come poco o niente c'entra in tutto quello che hai detto. Io scrivo in sardo e in italiano così come mi viene in mente e, soprattutto, per far comprendere che le nostre discussioni e i nostri pensieri possono essere fatti nalla lingua nostra che ben pochi usano).
RispondiEliminaE como totu s'atera chistione 'ortada in italianu ( trad. ed adesso tutto il resto del mio ragionamento tradotto in italiano):
O Robe', hai ragione ma il Blog ( e tu lo sai che ti sei fatto un Blog tutto tuo per difenderti) è luogo di notevole anarchia. Ma molte volte non è cosi'; non c'è questa anarchia. Sembra solo esserci. La mia risposta tu non l'hai potuta capire (il tuo boh'!?) perchè segui ragionamenti di un altro Blog. Il nostro dire e ragionare ha inizio e consistenza in altri dire e ragionare (magari vecchi di anni!). E' questo il motivo per cui Aba Losi ha capito il perchè del mio cercare 'storie' altrui, di 'amici' di Ugas e me ne sono infischiato del tema de 'sardi resistenti' o non. C'era molto altro (e molto più importante, a mio parere) nel post di Giovanni Ugas.
Questo dico dato che capisco abbastanza il motivo per cui questo anonimo Sandro (chi è?) si dice frastornato. Qualche cosina non si può afferrare subito subito, perché bisogna spremersi le meningi per poter comprendere e, soprattutto, leggere centinaia di post di questo blog. Questo lo capisco. Quello che invece non capisco è il fatto che lui sia 'tutto' stordito [frastornato: che c'entra nel contesto 'rimbambito' o 'svampito'?]. E cosa ci vuole per comprendere quello che ho scritto sulla microscrittura ( lettere piccolissime) dei documenti sardi? Se me lo spiega mi fa un grande piacere, perché ora sono io ad essere completamente stordito'.
Capito caro Sandro? In che cosa ti senti offeso? Hai capito che non hai capito? E che sei andato a farfalle? E che non c'entrano i lacci delle scarpe di altri? Altri dicono invece che sono i lacci miei che contano. E con questo? Lasciamo che siano altri a giudicare. E' cosa buona e giusta.
Ma ti ripeto la domanda, perché è quella che m'interessa: 'cos'è che non hai capito della microscrittura'? Ti esorto a dirmelo. Perché questo Blog per me serve e ci scrivo, tra l'altro, per far capire (guarda caso), certe cosine che non rallegrano il tuo idolo. E se non sono chiare, come questa sulla microscrittura, aiutami tu a renderle più chiare. E bada che te lo dico senza ironia.
Ti chiedo solo questo e chiedo scusa perché mi rendo conto di esagerare nel mio infischiarmene (al momento!) dei 'sardi resistenti' o 'imbelli' in un post che, in fondo, sprona invece a sufficienza a che se ne parli.
Mi diverte che diate subito per scontato che “IO non abbia compreso” qualche cosa che VOI avete scritto. Non può darsi alcun’altra possibilità, ovviamente: i cretini sono sempre gli ALTRI.
RispondiEliminaIl vostro atteggiamento è così spontaneamente presuntuoso ed arrogante che si squalifica meravigliosamente da sé…
Guarda, Gigi Sanna: se in futuro dovesse mai succedere che un giorno le tue tesi meravigliose siano provate vere, verrò da te (al tuo domicilio, oppure sulla tua tomba, se del caso) a chiederti pubblicamente scusa. Lo prometto formalmente.
Ma per il momento sappi che proprio tu hai tolto ogni significato al motto: “Al di fuori del cane, il libro è il migliore amico dell’uomo”.
Per fortuna c’è molta gente spiritosa, là fuori, che aggiunge (insieme a Groucho Marx): “Al di dentro del cane è troppo buio per leggere un libro”.
E seppellisce tutto il tuo operato in una risata: come merita, appunto…
Non ti arrabbiare, che si alza la pressione.
Signori,esperti archeologi,vedete in positivo tutte queste vostre diatribe,se non ci fossero state non avrei appreso tante cose importanti.Che ben vengano le vostre discussioni,magari con minore enfasi.
RispondiEliminaRipeto:
RispondiElimina'cos'è che non hai capito della microscrittura'? Ti esorto a dirmelo. Perché questo Blog per me serve e ci scrivo, tra l'altro, per far capire (guarda caso), certe cosine che non rallegrano il tuo idolo. E se non sono chiare, come questa sulla microscrittura, aiutami tu a renderle più chiare. E bada che te lo dico senza ironia.'
Vedi ha ragione da vendere Elio, fai finta di inquietarti e di non capire. Di non capire per non rispondere.
Che tu poi venga a casa a chiedermi pubblicamente scusa non lo credo e neanche lo crederei se ti vedessi davanti alla porta: perchè saresti dovuto venire già da diverso tempo. Perchè l'umiltà non è il tuo forte. E poi, vedo che ti vanno i gaddaroballi anonimi tanto da citare la loro 'autorevole' letteratura. Contento tu ...
Comunque, o mi/ci dici quello che non hai capito oppure anche per me è chiuso. E te lo dico in italiano, mica in sardo. Pecora come sono! Universalmente notoriamente monotona: beeh, beeh!
Quanto ad arrabbiarsi, tu non sai quanto invece mi diverto! Anche questo ci vuole molto a capirlo? Come non è difficile capire che in questo momento, dato il tuo lessico salutifero, mi sto toccando qualcosa.O devo spiegarti, perchè tu lo capisca, in dettaglio che cosa?
Però ripeto, per non dimenticare:
'cos'è che non hai capito della microscrittura'? Ti esorto a dirmelo. Perché questo Blog per me serve e ci scrivo, tra l'altro, per far capire (guarda caso), certe cosine che non rallegrano il tuo idolo. E se non sono chiare, come questa sulla microscrittura, aiutami tu a renderle più chiare. E bada che te lo dico senza ironia.'
Naturalmente chiedo ancora umilmente scusa all'autore del post, qualunque possa essere il mio gradimento su di esso.
Il dilemma vive fra il corno destro su cui ho alzato la bandiera di quel "Ho capito che non ho capito" e il corno sinistro su cui sventola "Non ho capito se ho capito".
RispondiEliminaNaturalmente sto parlando dei lacci di scarpe di Massimo che, altro dilemma, non so se considerarli nuovi o vecchi. Perché se sono nuovi, arguisco che Massimo cammini scalzo da un po' di tempo, per risparmiare e i lacci, e le suole. Se sono vecchi, non so se considerarli logori o solamente usati, o ancora più astutamente antichi.
Se così fosse, voglio dire antichi e di valore, saranno certo riposti in un cassetto, a sua volta conservato in una cassaforte, dentro una stanza ben chiusa a chiave.
Perché?
Perché asciugandosi e restringendosi e contorcendosi con passare dei tempi, questi lacci hanno assunto una forma stranamente assimilabile a quanto si dovrebbe leggere la parola NRVS, scritta o incisa a mano.
E cosa significa quel NRVS?
Certo appigiarsi al nuragico, quel NR!, sarebbe troppo infantile, perché in casa di Massimo il meglio è etrusco, tutto l'altro alliga.
Si può certamente interpretare come NeRVi VaSo, cioè un riferimento esplicito al famosissimo VaSo di NeRVi, in cui la terza lettera (V) viene utilizzata due volte, perché, ricorda il quinto comandamento dell'epigrafia, essa deve essere anche economica, come a dire risparmiosa, e quindi utilizzare due volte la stessa lettera, se serve.
Ripeto che non ho capito se ho capito o se ... vabbè!, il dilemma di prima.
Ora a casa mia ho molti libri e un cane, ma non ho mai sentito un libro abbaiare, neanche fra quelli che ho comprato al mercatino dell'usato. Invece il cane, l'unico che ho, abbaia in continuazione da quando ha sentito parlare dei lacci di Massimo: secondo me ha capito che si tratta di lacci di cuoio, is corrias, ben unti con grasso di pecora, oll' 'e seu.
Gli darà fastidio l'odore?
Oppure è nervoso di suo?
Bene, non sarebbe l'unico, visto che qui siamo un po' tutti NeRVoSi.