Come il diavolo spesso si nasconde nei
dettagli, così la battaglia contro “i costi della politica”
nasconde a volte la piaga dello statalismo accentratore. Da ormai
vecchio sardista, personalmente sono stato sempre contrario alle
province in quanto sede di prefetture, di occhi e orecchie, cioè,
del centralismo bonapartista. La loro abolizione sarebbe salutare sia
per dare alla Repubblica un assetto più rispettoso delle autonomie,
per non parlare del federalismo sia per risparmiare denari pubblici.
Avete mai letto o sentito gli abolitori delle province parlare di
abolizione delle prefetture?
Eppure anche queste costano. Un
prefetto (dati del 2009) guadagna da 10 mila a 11 mila e cinquecento
euro al mese, quanto o più di un presidente di Regione; un
viceprefetto porta a casa da 83 mila a 94 mila euro all'anno, molto
più di un consigliere regionale dell'Emilia Romagna; e poi ci sono i
viceprefetti aggiunti, i consiglieri, i funzionari. Chi sa quanto
risparmierebbe lo Stato rinunciando alle sue nostalgie napoleoniche?
Ecco perché provo un gran senso di nausea quando leggo le indignate
invocazioni alla abolizione delle province (che comunque
rappresentano un momento della vita democratica) e sento silenzio
assoluto sull'abolizione delle prefetture che tutto potranno essere,
tranne un momento di democrazia ed espressione di autonomia.
È lo stesso fastidio che provo spesso
leggendo le sparate “anti-casta” dei professionisti della caccia
alla Casta, quali sono Rizzo e Stella, pur riconoscendo ai due
giornalisti il merito di aver sollevato lo scandalo degli
iperemolumenti e dei privilegi dei ceti politici. Oggi un articolo di
Sergio Rizzo ha per titolo “Stipendi record: la giungla delle
regioni”. Ecco che la lingua batte sul dolor di denti. La
giungla delle regioni. Chi sa se scriverebbe mai un articolo
sulla “giungla degli stati Usa” per esempio, dove esistono stati
che comminano la pena di morte e altri no, dove la polizia di uno
stato non può violare il proprio confine. Eppure, uno stato come il
New Hampshire (un milione e trecento mila abitanti) mica è
più importante della Sardegna solo perché quello è uno stato e la
nostra una regione speciale. È la parola Stato che fa genuflettere,
o che altro?
Solo una irresistibile voglia di
accentramento può far pensare ad un livellamento (a quale altezza
poi?) degli stipendi di governatori e parlamentari regionali per
iniziativa esterna alle regioni. “Ha senso che un consigliere
regionale dell'Emilia Romagna abbia un appannaggio pari alla metà di
quello del consigliere della Sardegna?” si chiede l'indignato.
Ed è implicita la risposta. Che, immagino, non sarà: “No, non ha
senso: il consigliere emiliano deve guadagnare quanto il sardo”.
Scherzo. Ma Rizzo non scherza, quando scrive che “nelle Regioni
italiane, l'autonomia ha avuto risvolti insensati, dando vita ad una
giungla di privilegi e retribuzioni nella quale sarebbe opportuno
mettere finalmente un po' d'ordine”.
Ah i vecchi, bei tempi brezneviani,
quando gli stati del Patto di Varsavia godevano di autonomia ma,
vivaddio, limitata e responsabile. Quella è l'autonomia sognata.
Certo, soprattutto in tempi di magra come quelli che viviamo, sarebbe
“opportuno” che si tendesse a risparmiare, abolendo le
prefetture, per esempio, e diminuendo gli emolumenti dei
parlamentari, regionali e statali. Ma il giorno che sapessimo che il
Governo o il Parlamento italiani volessero metter becco nelle
questioni del Governo e del Parlamento sardi, non ci sarebbe da
mettersi sa berrita a tortu?
Diciamo subito che per i Sardi dell'interno sarebbe una fregatura l'eliminazione delle provincie, non per quanto ora fanno ma per quanto dovrebbero.
RispondiEliminaIn merito ai prefetti sono senz'altro d'accordo. Con una domanda: chi comanderebbe "i ragazzi in divisa"? Un ministero degli Interni ci dovrà pur essere, non importa quanto grande e popoloso sia la stato. Tutto sta nel non cedere alle tentazioni di avere dei "federali": fuori dalle palle ora ci siamo noi. Quei poveretti della polizia di stato ci rimangono troppo male, finiscono per avere dei complessi e li devi affidare alle cure dello psicologo, aumentando le spese.
Per fortuna che da noi l'autonomia è sacra: cazzi acidi per la cornacchia grigia, la gazza (ladra? ma ladre o oneste, chi ne ha mai visto in Sardegna?) e la ghiandaia fino al dieci di febbraio.
Completamente d'acordo signor Pintore, chiudiamo le Prefetture...
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