Il signor “Marco (anonimo)” commenta oggi l'articolo Marco Minoja e il suo concetto di leale collaborazione del 18 aprile, il che è troppo lontano nel tempo perché normalmente i lettori del blog possano accorgersene. È un commento interessante, mi pare:
"... impossessarsi di reperti autentici di varia età, erroneamente interpretati . . . macigni di monumenti nuragici che avrebbero bisogno solo di ammirazione e rispetto."
Posso intanto commentare io, che Sardo non sono, ma che per la Sardegna porto ammirazione e rispetto ?
Vista da fuori questa situazione è evidente come funziona: da una parte c'è un giovane Soprintendente che si dà da fare con entusiasmo per fare VERA TUTELA, magari sbaglia nei toni ma la verità è che si sbatte per Voi. Dall'altra parte ci sono degli hobbisti che su queste cose giocano un po' di tempo libero e che al 99% si sbagliano, ma che in quanto Cittadini ed in quanto Sardi hanno il diritto di sapere.
Poi -ed è questo il vero problema- ci sono dei politici e degli amministratori locali, dei "potentati" diciamo così, che non gli pare vero di rimestare nel torbido e fare cagnara per cercare di impallinare un Soprintendente forse sgarbato, ma troppo onesto e troppo entusiasta del proprio lavoro per non dare fastidio a chi vuole piegare il patrimonio culturale ai priopri interessi privati.
Mi sbaglio di molto?
Marco (omonimo)
Caro “Marco (anonimo)”
non conosco personalmente il dottor Marco Minoja, ma non ho motivo di dubitare che il soprintendente corrisponda umanamente alla figura che lei conosce. Ne conosco però atti pubblici e su quelli esprimo giudizi, anche questi, mi creda, ispirati alla ammirazione e al rispetto (e amore) per la Sardegna. Il dottor Minoja definisce “sedicenti studiosi” delle persone serissime che si applicano con passione e competenza allo studio; per lei le stesse persone sono degli hobbisti che su queste cose giocano un po' di tempo libero. Lei è decisamente più garbato, ma pecca di pregiudizio e di prevenzione, pur se concede che per l'1 per cento possano aver ragione.
Solo l'1, o magari il 2 o il 10 per cento? E come stabilirlo diversamente che con degli ipse dixit autoreferenziali, con l'ossessivo ripetere: noi abbiamo ragione perché da decenni ci ripetiamo di aver ragione? C'è una frase che dovrebbe far arrossire non dico uno scienziato, ma qualunque persona con un po' di sale in zucca: “I reperti citati dai promotori [della petizione popolare, NdR] non recano peraltro alcuna traccia di scrittura di età nuragica anche perché, come ben esplicitato in tutti i testi scientifici sulla civiltà nuragica, questa non ha mai conosciuto la scrittura”. Non è del dr Minoja, immagino, ma proviene dall'ambiente.
Sul fatto che i politici rimestino nel torbido e facciano cagnara per i propri interessi ho moltissimi dubbi. Perché poi? Per quali interessi? A gran parte di loro, anzi, non dispiace affatto che il patrimonio culturale sardo sia etero diretto. Io, invece, lamento la loro insensibilità nei confronti dell'unica seria prospettiva possibile per lo studio e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale: restituirlo alla gestione della Regione sarda, se proprio si vuole, in leale collaborazione con lo Stato italiano che oggi non c'è.
In una cosa concordo: quelli che lei chiama hobbisti “in quanto Cittadini ed in quanto Sardi hanno il diritto di sapere”. Sa quanti fiumi di inchiostro, quante arrabbiature, quante frustrazioni in meno se questo diritto a sapere fosse riconosciuto? A volte con la sensazione di essere impudentemente presi per i fondelli, come è capitato leggendo la risposta ministeriale alla domanda su che fine avesse fatto la barchetta nuragica fittile di Teti: non esiste ha risposto il Ministero su informazione della Soprintendenza, eppure non solo se ne ha la fotografia, ma è stata vista, bella e in buona salute, qualche settimana fa.
Il super indaffarato sopracitato onnipotente capo delle sovrintendenze sarde, alla notizia data in TV sulla scoperta della Ziqurat di Pozzomaggiore si recò sul posto furente ben scortato da militi dello stato. Apostrofò aspramente gli amministratori che si erano permessi di dare una notizia simile alla Stampa prima che a lui. Quando gli fu risposto che la scoperta era di Leonardo Melis e che a lui doveva rivolgersi, cambiò immediatamente tono dicendo che avrebbe smentito la notizia.
RispondiEliminaPerchè questo cambio di umore? Cos'è, la cosa prima era importante, tanto da scomodare i militi, mentre alla notizia che la scoperta era dell'eretico e non archeotitolato Melis invece decise di SMENTIRE... perchè?
Mi pare evidente che l'anonimo Marco conosca molto bene il Marco sovrintendente e poco tutto il resto.
RispondiEliminaEgli spezza una lancia in favore del solerte Minoja con una affettuosità che potrebbe sembrare naturale: non farebbe meraviglia che sia un cuore di nonno a parlare, visto l'identico nome.
Quindi e pertanto, tiriamo innanzi con spirito patriottico.
Infatti, siccome la barchetta di Teti non esiste non si mette alla mostra. Così come non si mettono, perchè non esistono, 80 documenti. Ma credono di essere in 'guerra' e cercano ed escogitano di tutto per far vedere che non è persa. E' persa invece e, documento dopo documento, saranno costretti ad ingoiare il rospo, enorme. Il sistema nuragico c'è e bellissimo. Unico nella storia della scrittura di ogni tempo! Perchè il Minoja non è venuto a Sassari? Poteva dirlo davanti a tutti, senza ipocrisie, chi è l'autore degli 80 documenti falsi. Coraggio Sovrintendente 'garbato', di Conferenze ne faremo altre! Un po' di coraggio, solo un pochino!
RispondiEliminaCoraggio, signor Minoja, si 'sbatta' per assicurare un furfante alla giustizia. Il furfante è qui. Ne va dell'archeologia che deve tutelare! Suda per questo e sudi anche per questo piccolo lavoruccio. In un attimo tutto si risolve. Faccia nomi e cognomi!Coraggio, coraggio, basta così poco! Basta così poco per essere uomini! Per avere le palle!
RispondiEliminaPerchè non è venuto al corso di epigrafia nuragica? Perchè non è venuto nella facoltà dove insegno a dire che quel corso era falso perchè basato su documenti falsi, su documenti falsi fabbricati dal sottoscritto (tavolette e quant'altro) insegnante. Era un'ottima occasione. Poteva portare i carabinieri perchè il mio insegnamento si configurava e si configura, se lei non interverrà, come un reato bello e buono. Era un reato il Primo Corso di Epigrafia ed un reato il Secondo! E allora? Com'è che lei tutela l'archeologia? A chiacchiere?
Coraggio signor Monoja. I carabinieri, i carabinieri! E' un reato sa (e lei deve impedirlo con ogni mezzo)che circolino attestati di partecipazione al Secondo Corso di Epigrafia Nuragica. Attestati (decina di attestati, rilasciati da qualche giorno) sul falso, su documenti falsi, su documenti costruiti ad arte dalla follia criminale di un insegnante! Di un insegnante creatore di miti su Yhawh che coniuga astutamente il mito con la religione. E' così si creano folle di fanatici! Presto presto, i carabinieri, altrimenti qui ci sarà la ribellione armata e lei se ne andrà a spasso. Le truppe razziste nazi-sardiste è con l'archeologia e con l'epigrafia che fanno la rivoluzione! Presto, presto, signor Minoja!
RispondiEliminaSe mi ospitate ancora una replica, Vi confermo di aver conosciuto molto bene il dott. Minoja in tempi in cui non aveva ancora sulle spalle il gravoso compito che ha ora, di averne apprezzato la rettitudine e la dedizione (molto al di sopra della retribuzione statale) e di conoscere d'altra parte anche molto (ma molto) bene alcune delle figure politiche Sarde che si sono affacciate sulla questione.
RispondiEliminaE nemmeno sono del tutto ignaro degli aspetti più propriamente storico-archeologici che sono in ballo, sebbene su questo blog c'è sicuramente chi è più preparato di me riguardo a questi ultimi.
Quello su cui mi preme di farvi comprendere l'opinione di chi come me guarda la polemia da fuori è che nel litigio fra Cultori Locali e Soprintendenza chi vince, ma vince alla grande, è chi dell'Archeologia non gliene frega nulla e che anzi nella Tutela vede un ostacolo ai propri interessi.
Non credo di sbagliarmi di tanto a questo riguardo.
Auguri a tutti Voi e grazie dell'ospitalità.
Marco (omonimo, ma non anonimo)
Ascolti, caro Marco, poche chiacchiere! Se Minoja è quella persona retta (anzi di 'grande rettitudine') che lei dice ( ma ci credo molto poco con quelle belle frasi al vetriolo da codice penale nel documento ministeriale) ha la possibilità di scusarsi pubblicamente, altrimenti resta quello che è e a nulla servono le sue difese. Quanto a chi dei politici è interessato a che le cose restino come prima, cosa che lei ritiene ancora più grave, anche lei faccia nomi e cognomi. E si firmi come si firma Aba Losi che è una docente di fama internazionale dell'Università di Parma che è stata investita dal fango del suddetto Minoja. Altrimenti è tutta aria fritta! E nascono, necessariamente, i sospetti che ha avanzato Franco Pilloni. Qui come vede anonimi on ce ne sono. Gli accusatori con tanto di nome e cognome fanno il nome degli accusati. E si prendono le responsabilità di ciò che dicono. Sono stato chiaro? Qui si fa il nome di Minoja, il nome di Marco Minoja, nome e cognome del massimo responsabile dell'Istituzione, , mica si parla ipocritamente di 'certi funzionari' o di 'certi archeologi'. Se c'è una cosa che distingue questo Blog, non a caso apprezzatissimo e seguito da migliaia di persone (compresa Lei), è che l'anonimato cialtrone ed incontrollabile l'abbiamo mandato tutti concordemente a quel paese. E' con l'anonimato che si avvelena quasi sempre ogni discussione, è nell'anonimato che trionfano gli ipocriti, gli impostori e i perdigiorno. E' sulla base delle accuse ipocrite su 'certuni' 'sedicenti studiosi',su falsari ed imbrattatori (sic!) di pietre e di macigni, che il signor Minoja ha reso velenoso il clima con un documento che un funzionario davvero retto avrebbe dovuto stilare in ben altra maniera.
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