Vedi un piccolo video sulla manifestazione contro il Parco (Cagliari, 21 ottobre 2005)
La ministra Prestigiacomo ha un concetto curioso dell'autonomia, pari solo a quello di un suo più famoso predecessore, Edo Ronchi, che tentò disperatamente e per anni di imporre il suo “Parco nazionale del Gennargentu”. L'attuale ministra dell'ambiente è di centrodestra, il suo predecessore di sinistra (Democrazia proletaria, allora). Questi fallì, nonostante gli assist ricevuti in Sardegna dall'allora presidente della Regione, Federico Palomba. La Prestigiacomo ci ritenta e – dice un comunicato del Governo sardo di poche ore fa – ha inserito di nuovo il “Parco nazionale del Gennargentu” fra le aree protette da realizzare.
Come dire che, come cantavano i galluresi, Pal noi no v’at middori / né impolta cal’at vintu / siat Filipu Chintu / o Carolu Imperatori. Ai tempi della Giunta Palomba (presidente del Consiglio Romano Prodi, se non vado errato), tutti i partiti, tutti i consiglieri regionali (salvo uno, Giorgio Murgia), quasi tutti i sindaci del Gennargentu dissero di sì al Parco statale, contro la volontà delle comunità. E Palomba firmò l'intesa prevista dalla legge. Quasi tutti sanno, credo, che quel parco non passò.
Adesso la ministra dell'ambiente del governo Berlusconi se la ritenta. Ma, a differenza di allora, pare abbia trovato di traverso il presidente della Regione e suo compagno di partito Cappellacci che tuona: “è una vergogna”.
Il suo ufficio stampa ha emesso stasera questo comunicato:
“Respingeremo con forza questa intrusione vergognosa. Non accetteremo un sopruso che rappresenterebbe una grave violazione della nostra autonomia. Durante la riunione di Giunta convocata per lunedì valuteremo le iniziative da porre in essere per contrastare un decreto che non condividiamo nel merito e che riteniamo intollerabile nel metodo. Ogni determinazione deve essere prima concordata con le Istituzioni locali. Le decisioni in materia ambientale spettano al popolo sardo, che sul tema ha una sensibilità sicuramente maggiore rispetto a quella di chi si trova dall’altra parte del mare.
Nessuno pensi di calare decreti dall’alto e di relegare al ruolo di spettatori passivi quelle comunità che, a buon diritto, vogliono e devono essere protagoniste del governo del territorio. Infatti, l'istituzione da parte di organi statali di parchi nazionali nel territorio regionale sarebbe un grave vulnus alle competenze primarie statutariamente garantite alla Regione Sardegna e rappresenterebbe una violazione dei principi di sussidiarietà e leale cooperazione. A quest'ultimo fa riferimento la stessa legge quadro istitutiva delle aree protette che rimette alla previa intesa con le regioni a statuto speciale l'istituzione dei parchi nazionali. Questa intesa deve essere sostanziale e va realizzata concordando forme, modi e tempi. Per questo deve avvenire con il massimo coinvolgimento delle comunità locali”.
Tutto perfetto, non fosse per un dettaglio. Quella intesa è stata firmata dal presidente della Regione Palomba nel 1995 e non è mai stata revocata. Forse bisognerebbe finalmente farlo.
Nelle foto: la cartina pubblicata nel sito del Ministero nell'elenco dei parchi
mmmh, Nel 1992 Palomba non era presidente della Regione, ma mi risulta che fosse Cabras.
RispondiEliminaPalomba è arrivato nel 1994 e prodi nel 1996 e di preciso e concreto non so cosa abbiano fatto a riguardo.
@ Zazen
RispondiEliminaCerto, hai ragione. L'intesa è infatti del 1995. Grazie di averlo segnalato
Mi ostino a credere che chiunque sia stato, sia e sarà a capo del governo, a Roma o a Cagliari, non abbia potuto e non potrà mai prendere decisioni opportune sulle nostre facende, finchè noi Sardi, su tali facende, non avremo le idee chiare.
RispondiEliminaIn merito alla questione 'parco', che idea hanno i Sardi in generale e, soprattutto, quelli che il parco vedrebbero insistere in casa propria? Ci siamo mai interpellati seriamente e, alla fine della fiera, contati? O abbiamo fatto un gran polverone in cui, per forza di cose, tutti i gatti risultano bigi?
@ elio
RispondiEliminaLe 25 comunità incluse nel Parco hanno avuto le idee molto chiare e soprattutto informate. Alla fine le ha avute anche il sindaco di un paese che era molto favorevole perché "tanto il mio paese non mette granché", fino a quando non ha visto la perimetrazione, si è accorto che, invece, avrebbe dovuto metterci un sacco di terreno montano assai pregiato e divenne capofila nella battaglia contro il Parco.
E' una lunga storia, cominciata nel dicembre del 1991, l'ho seguita momento per momento e, credimi, si è trattato di una battaglia popolare molto ma molto colta e informata.
Bene, Gianfra',
RispondiEliminaspero che sia per il meglio.di quella zona e di tutti noi.
A mengiur biere.