“L'architetto e l'archeologia” è il titolo del terzo convegno internazionale che si terrà sabato prossimo, il 26 giugno, presso l'hotel Villa Selene di Lanusei. Organizzato dall'ordine architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori delle province nuorese e ogliastrina, il convegno comincerà la mattina alle 9,30. Questo il programma delle relazioni.
Ore 10,30 Antonietta Boninu, Archeologia tra prosa e poesia; ore 11,00 Franco Laner, Murature a secco in Sardegna. Gli arcani di un atavico gesto tecnico; ore12,00 Arnold Le Beuf, Il significato astronomico del tempio a pozzo di S. Cristina – Paulilatino; ore 12,30 Alberto Pozzi, Megalitismo - architettura sacra della preistoria.
Nel pomeriggio, alle ore 15,30 Emanuela Porcu, Sentenza TAR Sardegna, le competenze professionali dell’architetto; ore16,00 Italo Deledda, Etruschi e nuragici nella Gallura inferiore; ore 16,30 Giacobbe Manca, Pseudo restauri o più propriamente ricostruzioni nei momumenti sardi; ore 17,00 Gianfranca Salis, I lavori di scavo nel sito nuragico di “Selene” - Lanusei; ore17,30 Mauro Peppino Zedda, Il significato astronomico dei nuraghi.
Alle ore 18,30 Visita al planetario e alle 21,30 visita all’osservatorio astronomico. I lavori saranno coordinati da Giovanni Pigozzi. Domenica ore 10,00 visita guidata al sito archeologico del villaggio di Selene - Lanusei
MATURANDI NON ALLINEATI
RispondiEliminadi Gabriele Ainis
Arriva il solstizio d’estate: ci sono gli imbecilli New Age che vanno a cercare gli allineamenti con la costellazione del Gran Pirla e ci sono i nostri ragazzi che si accingono ad allinearsi con gli esami di maturità: a ciascuno il suo (mi avrebbe fatto piacere dirlo in latino ma sono troppo ignorante per farlo a memoria e il mio vocabolario è orientato su una linea solstiequinoziale da 45 anni, dunque non può essere spostato).
Ci sarebbe da rallegrarsi: sapere che molti giovani raggiungono una prima meta verificando (per quanto possibile) il livello dei propri studi è notizia gradita. Peccato che noi isolani - ma guarda un po’ che strano! - abbiamo trovato il modo di distinguerci: il 13% dei potenziali maturandi non potrà tentare di cadere dall’albero e rimarrà pervicacemente appeso al ramo. Il doppio della media nazionale.
Per non piangere, potremmo lanciarci nell’ardita battuta che i sardi (si sa) sono testardi come le mandorle tardive, quelle che poi restano appese tutto l’inverno ai rami e non le tiri giù neppure a sassate (o a testate, ché sarebbe più adatto) però non è il caso: oltre il danno, non si meritano anche le beffe.
Prima di continuare, si potrebbe tentare qualche considerazione sulla valenza statistica del dato, però il campione è solido e riguarda tutta la regione anche se, volendo fare i salti mortali, si trovano le ovvie variazioni che dicono come ci siano centri di eccellenza e buchi neri. Però si tratta di variazioni che di realistico hanno poco (ma la statistica non è di moda sull’isola, soprattutto tra i giornalisti, così se ne leggono di tutti i colori).
Insomma in Sardegna c’è il doppio dei non ammessi agli esami rispetto a tutti gli altri ragazzi italiani. Poi ci sarà anche chi dirà che ci sono posti peggiori, ed è anche vero, però a me interessa poco e dovrebbe essere così per tutti. Al contrario, a tutti dovrebbe interessare (molto) che nei nostri disastrati istituti scolastici non si arrivi neppure a sostenere l’esame di maturità, e non stiamo parlando di una scuola particolarmente selettiva perché (come sanno bene coloro che per un qualche motivo ne hanno dimestichezza) gli insegnanti (e la scuola in genere) hanno tutti gli interessi a diplomare cani e porci.
Danilo
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RispondiEliminaNon ci vuole molto per capire che questo signore non sia Mr. Dedalo, visto che risulta iscritto da Giugno 2010, mentre Dedalo scrive da quasi un anno.
RispondiEliminaUn semplice morpher.
@ DedaloNur
RispondiEliminaIl solo demente ha sparso le sue cacche di mosca in questo blog qua e la, esaltando certe ainiserie e rubando la tua identità. Ne lascio solo una parte e solo in quest'ultimo post. Io, come altri del resto, non credo minimamente che sia farina del tuo sacco. Ma, fossi in te, cercherei di tutelarmi contro ladri e mandanti.
In effetti il primo post mi sembrava strano, ma francamente non avevo capito che si trattava di un furto d'identità.
RispondiEliminaRientrando in tema...bella iniziativa nella quale autori di varia estrazione culturale si confrontano su argomenti che negli ultimi tempi hanno creato accesi dibattiti e vari schieramenti.
Approfitto dell'occasione per segnalare che questa sera, a partire dalle 18, alla Biblioteca di Decimomannu ci sarà la giornata conclusiva della "tre giorni" dedicata alle feste stagionali tradizionali, agli orientamenti archeoastronomici, al grano e i suoi derivati e alle proprietà delle erbe. Gli argomenti saranno esposti seguendo il filo logico della storia antica.
@ Atry
RispondiEliminaInfatti da tempo entra solo chi è registrato, ma ai mascalzoni costa poco registrarsi con nomi fantasiosi come quelli che conosciamo.
Non resta che moderare il blog, fare che sia io a leggere prima di pubblicare. Dovrò farlo, ma non sai quanto mi costa mettere un filtro che, per colpa di pochi mentecatti, intercetterà tante brave persone sottoposte ad un arbitrario mio setaccio.
Nel momento in cui qualche archeologo inizia a prendere atto dell'inequivocabile significato astronomico dei nuraghi, altri che d'ora in poi definisco come "i pupazzeti di Coroneo" continuano a combattere la loro guerra persa!
RispondiEliminaa loro il mio sorriso sardonico
Salve in effetti ero in vacanza; domani già si lavora. Non so cos'abbiano postato con il mio nick e non m'interessa.
RispondiEliminaImmagino perfettamente che costoro ormai conoscano la mia identità visto che non ne ho mai fatto mistero con chi mi contattava privatamente. Forse la firma col nome intende intimidire in questo senso.
Sarò stato incauto, ma mai avrei pensato che le mie opinioni fossero talmente importanti da alimentare tutto questo livore; non era proprio preventivato.
Comunque sia una passione val bene qualche insulto e atto intimidatorio.
le vie legali sono l'ultimissima ratio,
l'unica tutela è continuare a scrivere.