Un convegno interdisciplinare sulla Sardegna nuragica si terrà sabato prossimo, 24 ottobre, a Isili. Organizzato dalla “Associazione culturale Agorà nuragica”, il convegno vedrà confrontarsi studiosi come Massimo Pittau, Donatello Orgiu, Ornella Demuru, Mauro Maxia, Franco Laner, Giacomo Paglietta, Mauro Zedda, Marco Sanna, Arnold Lebeuf e Roberto Sirigu.
L'inizio è previsto per le 8.45 nel Centro sociale del paese. Qui il programma completo.
programma mattutino pare estremamente più interessante di quello serale (a parte il dibattito). Ho deciso di essere presente fino al pomeriggio...per poi spostarmi a Oristano dove incontrerò l'amico Gigi per sentire le novità sulla Stele di Nora. Finalmente una giornata da ascoltatore...potrò sentire dal vivo le ipotesi degli studiosi e confrontarle con i miei pensieri.
RispondiEliminaSarà istruttivo e costruttivo.
grazie, caro Gianfranco, di aver pubblicato il programma del convegno di Isili. Un blog così si configura sempre più come servizio per tutti coloro che, pur con angoli visuali e culturali diversi, hanno a cuore la valorizzazione dell'Isola e della sua storia. Soprattutto ho precisi segnali che lo leggano anche molti adetti ai lavori, e non solo con curiosità, bensì con attenzione capace di modificare punti di vista incancreniti e parassitari.
RispondiEliminaIl convegno è anche occasione per riconoscere ad un emerito studioso sardo, quale è il prof. Pittau, le sue intuizioni passate e recenti sulla civiltà nuragica e non solo! Per me è l'occasione di vedere per la prima volta in faccia qualche mio interlocutore del blog, che al di là dei toni, mi ha sicuramente arricchito!
Franco Laner
Tra coloro che non potranno intervenire, mi faccio portavoce della richiesta di un compendioso riassunto di ciò che sarà detto.
RispondiEliminaE buon lavoro!
MF
Questa mattina ho assistito. Che dire...mah! Troppa carne al fuoco, troppi temi aperti e non chiusi, troppi discorsi lasciati a metà. Era (almeno la parte che ho seguito, ossia 3 ore e 45 minuti) un convegno contro le teorie dei nuraghe-fortezza. Francamente mi aspettavo qualcosa di più...ma io sono un semplice appassionato. Presto chi desidera leggere la sbobinatura totale di ciò che è stato detto potrà mandarmi un mp tramite Dr. Pintore, sempre che lui e i relatori siano d'accordo. Così sarà divulgato il convegno senza possibilità di interferenze esterne. Personalmente preferisco commentare privatamente con gli autori ciò che sono le mie opinioni.
RispondiEliminaMi preme, comunque, ringraziare il Prof. Pittau che dall'alto della sua saggezza ha avvalorato la mia tesi di nuraghe=palazzo nel quale si celebrano riti religiosi, riti civili e si manifesta tutta l'attività della comunità. Era da tempo che proponevo questa tesi e finalmente un illustre studioso concorda in pieno con una delle mie teorie. Ora attendo per quella sulla civiltà fenicia...ma sarà durissima. Spero che i presenti all'evento di oggi partecipino anche a qualche mio convegno, così da avere più strumenti per una comparazione che ci avvicini alla comprensione della complessa struttura nuragica.
RispondiElimina...e onde evitare equivoci faccio un copia-incolla del mio intervento inerente l'argomento aperto dall'amico Franco (che saluto) e che riguarda le teorie di Pittau, Ugas e mia.
RispondiEliminaPierluigi Montalbano scrisse su questo blog il 28 settembre 2009 alle ore 7.26 (e ovviamente ho scritto nel suo libro):
Caro Franco, mi intrighi ancor di più con queste affermazioni e ti confesso che Isili diventerebbe un'occasione ghiotta per un confronto vis a vis, come piace a me. Di che tratta il convegno? C'è una locandina?
Ma veniamo al dunque: cercherò in poche righe di sgombrare il campo dall'assioma: Pittau=tempio, Ugas=fortezza, Montalbano=ambedue!
Allora...nella trattazione debbo distinguere l'epoca protostorica da quella protodinastica, in cui le strutture urbanistiche hanno la loro prima elaborazione e articolazione. Il fenomeno urbano inizia a mostrare i primi segni forti di accentramento delle risorse. Tra le strutture organizzative che gestivano il potere, il tempio svolgeva una funzione primaria come accentratore dei prodotti agricoli e gestore della loro conversione in beni differenziati. L'organizzazione templare ben presto iniziò a dover gestire le lamentele dei cittadini (l'assemblea cittadina) e si rese necessaria una gerarchizzazione del potere con l'istituzione di una forza militare in grado di tenere a bada cittadini (per il rispetto dell'ordine sociale) e popoli vicini (per evitare scontri). Questa "scala sociale" (fammi ancora una volta passare il termine) necessitava di un luogo nel quale potere politico, militare e sacerdotale si incontravano e nessun luogo è più idoneo di una bella torre che svetta all'interno del villaggio: un palazzo! Potrai fare un raffronto con le altre grandi civiltà del passato, molte delle quali (ecco una caratteristica di cui nessuno pare accorgersi) in isolette sparse nel Mediterraneo.
Quando sento affermare che l'isola, essendo circondata dal mare, non poteva avere possibilità di sviluppo mi viene da sorridere...e ripenso a realtà quali Creta, Cipro, Malta, Santorini...e, per le stesse ragioni, Sardegna, Sicilia e Corsica, nonché le Baleari dei Talayotici! L'articolazione spaziale del palazzo (cioè del luogo designato dalla comunità per l'accentramento di risorse, potere e religione) consente di scorgere facilmente le destinazioni d'uso delle varie camere. Chi conosce bene i nuraghe potrà facilmente individuare quale parte della struttura è dedicata al culto, quale al potere, quale alla conservazione delle risorse e quale alla difesa! Ritornando all'argomento prìncipe del nostro dibattere (come potevano difendersi?...raccontato dal pastore) devi considerare il sistema allargato, ossia nuraghe polilobato (reggia) con altri piccoli edifici a controllo del territorio, tutti legati visivamente tra loro. Se a Isili ci sarò potrei mostrarti il funzionamento di una confederazione di clan...così potrai elaborare un piano di guerra capace di penetrare nel sistema difensivo e convincermi che i nuraghe erano facilmente attaccabili. Non dimentichiamo, comunque, che le situazioni di guerra erano infinitamente meno frequenti dei lunghissimmi periodi di pace...garantita proprio dalla invulnerabilità del sistema.
Con simpatia, Pierluigi.
28 settembre 2009 7.26