Il "tappo" del Pozzo sacro Milis in una foto del sito Sardegnainforma |
Caro Gianfranco, chiedo ospitalità al tuo blog per
portare all'attenzione le condizioni di incuria e di totale abbandono di un
Pozzo sacro di inestimabile valore, come lo sono tutti i monumenti che
testimoniano il culto delle acque della civiltà nuragica. E' quanto mi è stato
possibile verificare a malincuore durante una recente passeggiata per visitare
i luoghi che hanno il fascino di portarci indietro nel tempo, lontano dalle
ferite impresse alle terre di mare.
Ma quel fascino è stato brutalmente
frantumato quando la mia comitiva ha fatto tappa al Pozzo Sacro di Milis a
Golfo Aranci. Nel cuore della stazione
ferroviaria in disarmo da tempo, il tempio, seminascosto da un canneto, è
parzialmente violato in passato dai binari della ferrovia che ha tagliato e
coperto il cortile originario dove si
raccoglievano i pellegrini dei villaggi vicini e coloro che giungevano da
lontano per praticare il culto delle acque. L'apice del degrado e dell'aggressione
è balzato agli occhi con la constatazione che l'apertura a tholos è chiusa da una copertura quadrata
in ferro, preda della ruggine. La sorpresa
non è finita con questa violazione: sotto il tappo, poggiato su una
vaschetta di cemento, è presente un'autoclave evidentemente installato per
aspirare l'acqua con un tubo di scarico
che fuoriesce tra il coperchio e il manufatto, alterando in questo modo uno
degli elementi significativi dei templi a pozzo.
Il punto di sorgente dell'acqua è
ancora raggiungibile da una lunga scala rettilinea che digrada in perfetta
sintonia geometrica con una volta realizzata in lastre di granito. Al rientro
da questo luogo della memoria ferita,
gli interrogativi sono stati
tanti e chiamano in causa coloro che per istituzione hanno il compito di
vigilare e difendere i beni culturali della Gallura. Raggiungere il Pozzo sacro
di Milis, anche se sopravvive a poche decine di metri dal mare nel centro di
Golfo Aranci, non è stato facile: è assente
una segnalazione adeguata e rispettosa di chi ama visitare i monumenti
della nostra civiltà. Bastano pochi soldi per installare alcuni cartelli guida,
togliere le erbacce e ridurre il volume del canneto che oscura questo esemplare
di architettura nuragica. Che non può essere ridotto in agonia ad emblema di
una condizione di rovina in cui versano molte testimonianze del nostro cammino
culturale.
Una dettagliata inchiesta
giornalistica, protagonisti stampa scritta e radio-tv, che dia voce a tutti i
soggetti coinvolti in questo scempio, possa ostacolare un processo di
cancellazione della nostra memoria sempre più assediata dalla cupidigia delle
volumetrie e dall'inerzia di chi è preposto, anche nei litorali, a difendere i
beni comuni.
che triste. Sembra inoltre che vi sia quasi una discriminante tra monumento e monumento. Basta vedere quant'è ben curato il pozzo di Sa Testa.
RispondiEliminaMa sa testa è meta turistica, Milis non tanto.
ma se questa situazione dovesse diventare (o è già diventa) criterio di gestione dei monumenti, se cioè l'unica tutela dei nostri monumenti sarà l'attrattiva turistica, perderemo gran parte dei nostri siti, i quali per lo più non si avvantaggiano di tale valorizzazione.
E' esattamente il contrario: Milis non è oggi meta turistica perché non fu mai valorizzato, né pubblicizzato in passato. Anzi, fu molto penalizzato proprio dall'essere recintato all'interno di una stazione ferroviaria, nella quale i turisti non erano affatto invitati ad entrare.
RispondiEliminaLa colpa sta nel fatto che né il Comune né i cittadini, né chi conosceva il sito per professione e coloro che per mestiere avrebbero dovuto tutelarlo, hanno mai fatto qualche cosa a favore della conservazione e della conoscenza del sito.
Già venti anni fa era nell'abbandono più totale e considerato "inagibile" e di scarso interesse dai dipendenti delle ferrovie (che davano volentieri il permesso di entrare a visitarlo) perché per metà invaso dall'acqua.
Per una volta, non fa male dire come stanno le cose: se anche il pozzo di Sa Testa fosse stato trascurato allo stesso modo, esso con certezza non sarebbe una meta turistica oggi.
Il signor Vittorio ha fatto benissimo a denunciare lo stato di degrado di questo reperto archelogico ma ha anche ragione il signor Sandro nel sostenere la colpa del Comune e ,sopratutto,degli esperti.Non amo particolarmente vivere in Toscana però dico che qui, tali scempi non accadrebbero.
RispondiEliminaIl sito sardegnainforma.it dal quale è tratta la foto si occupa della promozione del territorio. Il Comune di Golfo Aranci, attraverso l'adesione al progetto, sta cercando di far conoscere il proprio patrimonio. Purtroppo, quando si parla di ristrutturazioni di beni archeologici, il comune non può operare da solo, ma ci vuole il consenso del Ministero dei Beni Culturali. E purtroppo reperire i fondi per tutti i monumenti che hanno bisogno di un intervento non è semplice.
RispondiEliminaPerò che in passato non siano state fatte le scelta corrette, è un altro discorso.
Lo staff di Sardegnainforma.it
@ Sabrina Porcu
RispondiEliminaLa ringrazio della sua precisazione, se non altro perché mi toglie dall'imbarazzo di dover ricordare come c'è nelle cose malfatte una scala di responsabilità. Comuni, province e Regione avrebbero colpe se avessero poteri e competenze che invece non hanno. Per la verità, lo Stato, che ha poteri e competenze gelosamente esercitati attraverso le sue sovrintendenze, ha da solo e in toto le colpe del maltrattamento dei Beni culturali.
GRAZIE PER LA SUA SEGNALAZIONE SIG. VITTORIO, PURTROPPO E' LA SACROSANTA VERITA'! IO DA GOLFARANCINO MI VERGOGNO DI ABITARE IN UN PAESE DOVE LE PRIORITA' SONO BEN ALTRE...!!! "Gramsci diceva che la storia insegna ma non ha scolari" http://www.iluoghidelcuore.it/pozzo-sacro-milis
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RispondiEliminaMi dispiace che MegaMaxmos, da golfarancino, esprima un simile commento!! Di fatto, da golfarancino, dovrebbe sapere che l'amministrazione ha stanziato ed accantonato € 15.000,00 per i lavori di recupero e promozione turistica dell'area in discussione. Come come già scritto sopra da Sabrina Porcu, purtroppo a causa delle lungaggini dovute dalla ricezione delle autorizzazioni dei vari enti non si è ancora potuto intervenire. Purtroppo.
RispondiEliminaLuigi Romano.
caro luigi, devi sapere che con 15000 euro ci fai ben poco, ma tu obietterai "meglio di niente" e allora io ti rispondo, perchè si sta costruendo la casa comunale dell'acqua gassata che costerà "cinquanta mila euro"? ricordati nel caso te lo fossi dimenticato che il pozzo sacro ha dissetato i golfarancini nel periodo bellico! al tuo citato "purtroppo a causa delle lungaggini dovute dalla ricezione delle autorizzazioni dei vari enti non si è ancora potuto intervenire" rispondo che è la solita scusa! ma ti sei mai chiesto da quanti anni va avanti questa storia di degrado? prima almeno c'era un recinto delle ferrovie che lo proteggeva dalle incursione dei cinghiali e un cancello chiuso a chiave che impediva l'ingresso al pozzo, ora invece il terreno assieme al pozzo (incredibile ma vero)è stato "venduto" a dei privati assieme alla ex colonia, cosicchè tutti possono passeggiarvi sopra la copertura, sollevare pietre, portarsi via qualche bel ricordino e danneggiare la scalinata, magari buttandoci come gia' successo quel che ci rimane!!! è un po' come la storia del "vecchio semaforo" che si poteva avere gratis dalla regione e che invece se lo ha ripreso garantendogli un futuro che noi forse non gli avremmo mai dato!!!
RispondiEliminaBENE,in questi giorni grandi pulizie da parte degli operai del comune e a breve nuova segnaletica e forse un nuovo percorso ( proprietari permettendo, sic...) per i turisti! forse protestare e alzare la voce ogni tanto vale la pena!!! ma io dico è possibile che anche per pulire un sito archeologico ci vogliono 5 mesi di tempo per essere autorizzati dalla soprintendenza beni culturali??? cosi' fanno sapere dal comune! MALEDETTI BUROCRATI!!!
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