Paolo Maninchedda l'ha chiamata
“estetica del linciaggio”: è quella innescata dagli apprendisti
stregoni che dal di dentro della casta hanno promosso un referendum
contro la casta. Hanno proposto (e noi votato) una norma che abolisce
tout court gli emolumenti spacciandola per una che li avrebbe
diminuiti. Si sono accorti che la cosa, oltre che idiota, era
impossibile a realizzarsi senza il contemporaneo rivoluzionamento
dello Statuto sardo che prevedesse il ritorno al tempo in cui i
parlamentari dovevano camparsi con i propri mezzi. Il tempo, per
essere chiari, in cui solo i ricchi e i benestanti potevano
rappresentare i (pochi) cittadini ammessi al voto.
È chiaro che un giorno o l'altro, il
Consiglio regionale avrebbe dovuto metter mano ad un norma che
rimediasse alla sciocchezza dell'aver voluto abrogare l'articolo di
legge secondo cui l'emolumento di un deputato sardo doveva essere
l'80 per cento di quello percepito da un deputato italiano. I
consiglieri avevano due strade praticabili: una era quella di
stabilire uno stipendio inferiore a quello in uso, l'altra era quella
di stabilirne uno più alto. La strada cara ai professionisti
dell'anti-casta, quella del lavoro “a gratis” era preclusa, oltre
che essere insopportabilmente populista e demagogica. Come spesso
capita, il Consiglio ha trasformato un giusto provvedimento
(stabilire l'entità del loro stipendio) in un bailamme: ancora oggi
si sa che se lo sono diminuito, ma non di quanto. Il fatto che
l'approvazione della norma sia avvenuta di notte, cosa in sé
normalissima in tempi normali, non in questi propizi al linciaggio
del politico, dà il segno di quanto la politica non abbia
consapevolezza della pesantezza del clima creato, è vero da loro, i politici, ma anche dai professionisti
dell'anti-casta.
In un commento “fuori post”, una
lettrice e assidua commentatrice di questo blog, ha riferito che “a
radio Capital, hanno detto che il governo Cappellacci, nonostante la
crisi economica che sta attraversando la Sardegna, ha ottenuto, con
l'appoggio del pd, l'aumento economico dei suoi parlamentari. E' un
fatto gravissimo e mi chiedo se la popolazione sarda è stata
informata di questa sconcezza.... sardi, italiani, mandiamo a casa
questa gente immonda che pensa solo ai suoi sporchi interessi e non
gliene importa niente del resto del popolo”. È su un simile
concentrato di disinformazione e di mistificazione che è stata
costruita l'indignazione di chi non cerca altro se non un conforto
alla propria voglia di forca. È questa conserva di pessima
informazione, impastata con un malessere sociale evidente, che
produce anche il mostro delle lista di proscrizione, quella declamata
ieri di fronte a due trecento persone: i nomi dei 63 consiglieri che
hanno votato la norma sui nuovi emolumenti. Che sono diminuiti, ma
chi se ne frega: il rogo è già stato acceso.
Vito Biolchini, commentando
l'assalto al forno di ieri, parla di criptofascismo. Non solo
questo articolo di Biolchini, lucido e fuori del coro come sempre,
suggerisco di leggere, ma soprattutto i commenti, gran parte dei
quali improntati al sostanzialismo, a quella mala piaga secondo cui
quel che conta è la sostanza delle cose (la reità dei politici),
non la loro attinenza alla realtà. La giustizia sommaria al potere,
insomma. Non è un caso che qualcuno evochi il 1789 a Parigi.
PS – Ieri, fra gli altri atti
rivoluzionari, i fischi al parlamentare dell'Idv Federico Palomba,
noto anche come il Robespierre della Marina per la sua fama di
politico incorruttibile. Non so a voi, a me quei fischi fanno correre
un brivido lungo la schiena.
Anche a me il pericolo che possano avvenire linciaggi morali fa rabbridire e inorridire. Chi si intruppa e urla nella piazza, si può eccitare a tal punto da perdere il controllo di sè e così si espone al rischio di partecipare al linciaggio. Però come non vedere che i politici ce la stanno mettendo tutta per farsi linciare? Di questi tempi è meglio essere al massimo trasparenti e rispettosi della volontà popolare. Invece si continua nell'ambiguità e l'ambiguità non è più tollerata, né tollerabile.
RispondiEliminaChiedo venia per ciò che ho scritto riguardo ai politici sardi,ho creduto a ciò che hanno scritto i giornali e a ciò che ho sentito a Radio Capital.Concordo,però,con il signor p.atzori"i politici ce la stanno mettendo tutta per farsi linciare".Monti sta chiedendo sacrifici economici agli italiani,non mi risulta che i politici,abbiano deciso di diminuirsi, spontaneamente, i loro emolumenti che sono 15 volte superiori alla mia pensione,che,guarda caso,è diminuita di poco ma è diminuita.Se Grillo sta avendo così tanto successo un motivo ci sarà.Vorrei,inoltre precisare che la mia critica non è per un partito ,in particolare, ma per tutti.
RispondiEliminaDell' on. Palomba ricordavo bene il fatto che, lui sempre presidente quando ancora non c'era il "governatore", consumò 6 Giunte Regionali in 5 anni, dato che non aveva il dono di saper dire mai un no alle richieste improbe della sua arrogante maggioranza.
RispondiEliminaPiù che riportare alla memoria un sanguinario rivoluzionario, mi fece pensare ad un "re travicello".
Quanto al resto, prebende che vanno, prebende che tornano, prendile con filosofia e fatti una bella risata.
Insomma, non esageriamo, non esasperiamo i fatti e teniamo per buono che il fascismo, o neofascismo che sia, non nascerà, se nascerà, in piazza a Cagliari, davanti al palazzo del Consiglio regionale, ma dentro altri palazzi ben distanti dalla Sardegna e scarsamente accessibili ai pochi scalmanati dell'altro ieri.
Devo averlo già scritto da qualche parte o detto, chissà quando e chissà a chi. È mai possibile che non esista uno straccio di associazione dedita alla salvaguardia delle specie viventi che promuova un “fermo biologico”? Non dico molto: una settimana di silenzio stampa, niente giornali e niente tv.
RispondiEliminaÈ troppo? C’è il rischio di suicidi di massa per crisi di astinenza? Quattro giorni? Tre giorni? Ripetendoli a intervalli di sicurezza sotto osservazione della Organizzazione Mondiale della Sanità per arrivare a un “fermo” sufficientemente lungo per la disintossicazione? Qualcosa bisognerà pur farla! Di una cosa sono convinto: non c’è “indignato”, “arrabbiato”, “ocupy questo” e “ocupy quello” che a non vedersi ripreso, fotografato e intervistato, possa insistere nell’incazzo permanente effettivo, d’ora in avanti “I.P.E.”.
È lì, nel I.P.E., che si creano le condizioni per i più diversi linciaggi. Quando il tritacarne è in movimento non c’è ricorso alla ragione che tenga. Altri tempi quelli in cui si sparava in bocca a Robespierre per impedirgli di parlare prima che lo ghigliottinassero. Adesso ciò che conta è il frastuono, ciascuno può sparare le cazzate che vuole o dire le cose più sensate di questo mondo che, tanto, tutto viene macinato assieme e se ne intesse la corda per il linciaggio.
Un velo, un velo pietoso su questa cagnara. Il velo dell’oblio.
Signor Elio,lei scrive poco in questo blog ma quando lo fa,è stupefacente.Se fossi capace di essere ironica come lei,sicuramente vivrei meglio.Norace,il suo Norace le ha insegnato a sdrammattizzare tutto e a prendere la vita con saggezza.La ringrazio,vado a dormire con serenità.
RispondiEliminaSignor Elio,dopo la fascinazione dei suoi scritti e di quelli del signor Francu(non ripeto i motivi per cui siete i miei miti),sono d'accordo sul silenzio stampa di qualche giorno per la sopravivenza,ma non pensa che,grazie all'informazione,i sardi e gli italiani hanno la possibilità di ribellarsi elottare,civilmente,senza ammazzamenti,alle ingiustizie perpretate dai politici contro i poveri disgraziati?Vede,come non ci sono più le mezze stagioni,non ci sono più i politici onesti e con ideali.
RispondiElimina