di Gigi Sanna
Il miglior commento, a mio
giudizio, del successo dei seguaci di Beppe Grillo ovvero del movimento a
Cinque Stelle è stato quello del giornalista e opinionista Mario Sechi il
quale, parlando a caldo in televisione dei dati elettorali, ha insistito sul
fatto che quello di Grillo è un movimento allo 'stato nascente' e che, in
quanto tale, non si arresterà nel giro di poco tempo. Nessuno si illuda. Avrà
vita lunga e non vorrà avere nessuno al suo fianco. Le logiche di partito non
lo interesseranno minimamente. Sarà solo di proposito contro tutti e punterà
tutto sulla sua 'felicità', sulla fantasia e sulla sorpresa. E sicuramente
vincerà.
Forse è appena il caso di
ricordare che uno 'stato nascente' è un particolarissimo (e irripetibile) momento della condotta degli uomini che, di
fronte a posizioni irrigidite di natura politica, economica, sociale e
culturale, fanno tutti assieme 'movimento'
per abbattere, con un vigoroso sforzo comune, tutte le barriere che
ostacolano la libertà e impediscono tenacemente il nuovo. Il movimento per sua
natura è pre-logico, senza rigidi programmi, fondamentalmente anarchico,
intuitivo e, soprattutto, si fonda sull'abolizione totale delle differenze. In
un movimento, ci spiegano i sociologi e i filosofi della scienza della
politica, tutti si sentono in improvvisa
sintonia: diventano amici, solidali, pronti ad aiutarsi reciprocamente. E'
bandito l'egoismo e i 'capi' del movimento sono scelti dallo stesso movimento
in quanto esso è ben consapevole che
senza di essi, che ne interpretano efficacemente volontà, desideri e speranze,
la lotta rischia d'essere inutile o poco efficace. Il capo o i capi, una volta
scelti, sono lo stesso movimento, lo incarnano.
E non sono i cosiddetti 'intellettuali' ad essere i leader, come si potrebbe
pensare, ma in genere uomini di particolare carisma e sensibilità, capaci di
grandi intuizioni e di capire 'cosa' vuole, 'dove vuol andare', un esercito di
persone solo potenzialmente rivoluzionarie.
Uomini molto capaci di tradurre i
sentimenti ancora fluttuanti in azioni e fatti concreti. Uomini che il più
delle volte, forti della solidarietà incondizionata generale, infrangono le
regole, spiazzano e giocano 'diverso', perché sanno che proprio quelle regole da rispettare a priori sono i baluardi della conservazione.
Non si va in TV, neppure nei 'salotti buoni'. Perché la televisione evoca sempre e comunque
protagonismi, lottizzazioni, illusioni di false libertà democratiche,
manipolazione delle coscienze. Lì i pochissimi e i soliti guidano la danza e i
moltissimi seguono. In facebook le cose sono diverse e a parlare sono tutti,
chiunque voglia e quando e come voglia, soprattutto i giovani che spronano
i 'vecchi' esortandoli, senza recare
loro violenza, a considerare che c'è oggi un nuovo modo di comunicare. Si
parla, o meglio si 'comunica', soprattutto scrivendo. Lo scrivere è già un
'votare' continuo, un desiderio di
aprirsi agli altri sincero e
palese.
Ma sono anche uomini che sanno come usare il linguaggio adatto, in quel momento, a quel
sentimento; un lessico organico a esprimere motivazioni spesso non ancora del
tutto chiare alla coscienza collettiva. Anche ad usare il codice
delle cosiddette 'parolacce'; quelle che provocano sul momento rifiuto ma che
sono il sale, autentico verbalmente, del messaggio comunicativo dell'indignazione
esasperata o, meglio, dell'incazzera. Non è strano dunque che sorga persino un
'saltimbanco' di professione e che diventi leader acclamato: lo diventa perché è il particolare momento storico a
richiederlo, perché non tanto e non più l'ironia imbelle, quanto il comico più
spinto e il grottesco sono gli strumenti espressivi più adatti a ridicolizzare
e ad annientare i potenti, gli ipocriti,
gli egoisti, i furbi e i falsari della politica. Il comico e il grottesco sono
le uniche armi comunicative rimaste per abbattere, con una spallata di
sberleffi, l'istituzione, il cosiddetto 'partito', 'il movimento di una volta'
senza più anima, ormai irriconoscibile, paralizzato dal grigiore, dagli
egoismi, dai giochi delle cosiddette 'caste'; l'istituzione ormai marcia e del
tutto incapace di interpretare e soddisfare
l'anima del mondo che va avanti e che richiede incessantemente soluzioni
alternative e 'catastrofi' (mutamenti radicali).
Questo insegnano gli studiosi e
fa specie notare che la nomenclatura, quasi
in coro, finga il niente, parli
di 'accidenti', di fatti effimeri, limitati nel tempo e nello spazio, di
'comprensibili' voti di protesta, di voti in libera uscita, di voti destinati a
rientrare quanto prima nel recinto dell'istituzione partitica. Anche quello di
Bossi fu detto (chi non lo ricorda?) essere qualcosa di 'giullaresco'', di
mitico, di campato per aria, di momentaneo e di nessuna consistenza dal punto
di vista progettuale. E invece quello 'stato nascente ', in quanto tale, cioè
autentico, fu inarrestabile e avrebbe
avuto vita lunghissima, condizionando nel profondo la vita politica anche
dell'oggi, se non fosse avvenuto il fatto più grave e deleterio: lo scadimento,
la caduta del prestigio del capo, che ha trascinato, inevitabilmente, nel
baratro tutti i valori 'traditi' del
movimento.
Ora, io qui parlo dello 'stato
nascente' o del movimento vincente di
Grillo a Cinque Stelle perché è doveroso
parlarne; ma anche perché è una cosa bellissima, un evento commovente e
umanissimo che ci tocca tutti da vicino. E' cosa, secondo me, da applauso
scrosciante. Perché tocca soprattutto (sottolineo soprattutto) le corde di noi
Sardi ormai incazzati e stanchi di parolacce in sardo e in italiano;
insofferenti di convivere con una repubblichetta (prima, seconda o terza che
sia) stantia e di nessuna serietà, derisa da tutto il mondo, pompata solo dalla retorica ottocentesca alla
Benigni (come si vede sono i comici, nel bene o nel male, i suoi alfieri!),
guidata dalla reazione senza confini di schieramenti e connotata, ugualmente,
dalla corruzione senza confini, O forse
questa nostra insofferenza non è palese? Non è palpabile dappertutto? Forse i
dati dell'inchiesta sull'indipendentismo e sul desiderio storico folle di 'sovranità' dei Sardi sono fandonie di questo
o quel sardista radicale? Sono i Meloni
o i Cumpostu o i Sale che hanno
commissionato un'inchiesta truffaldina? O l'hanno commissionata quattro gatti spelacchiati di
un Parlamentino sardo diviso e di norma senza bottoni, ma imbattibile nel
fiutare i refoli della rivoluzione? Forse le TV isolane e i quotidiani sono
letteralmente impazziti per generosità pubblicitaria nel tirare la volata dei
'separatisti' nostalgici del 'a mare sos continentales?
Ma il dato dei 'grillini' è anche istruttivo, enormemente
istruttivo: perché consente a tutti noi
di capire cos'è la reazione, dove
essa si annida, come agisce e come e perché 'reagisce'; di capire cos'è mai
quel fatto politico singolare che consente, prima o poi, la sconfitta inevitabile della medesima. Ci
consente di comprendere che senza 'stato nascente' e senza movimento i sogni di
libertà sono solo retorica, imbroglio, perseguimento di obiettivi vani quanto
ridicoli. Ci consente di capire che il 'grillismo' non l'ha inventato Grillo in
quanto c'è sempre stato e sempre ci sarà. In quanto movimento della storia,
morale ineludibile, puro umanesimo, cioè
anelito perenne dell'uomo alla libertà nella solidarietà. Ci consente di
capirne il grande valore spirituale e non tanto materiale perché esso nasce
come negazione assoluta dell'individualismo, dell'egocentrismo, dell'avere e
del possedere a discapito dell'essere; come negazione della dipendenza, del colonialismo,
di tutte le schiavitù e di ogni genere di sopraffazioni.
Ma lo 'stato nascente', cari
indipendentisti litigiosi separati in casa, in ragione di tutto ciò, non lo si ottiene a comando e dall'alto:
perché è nobile figlio della generosità e dell'umiltà che impongono come
requisiti fondamentali di verità e
genuinità l'abbandono di ogni ostilità,
la fratellanza, lo smussamento continuo delle punte delle lance delle
tribù, l'unione strettissima delle penne multicolori.
Lo 'stato nascente' indipendentista
richiede ancora una condizione: l'emarginazione e la sconfitta dei cento
capetti intransigenti, il disarcionare
funesti cavalieri teorici del grandioso 'particulare' tribale e del
perfetto quanto spocchioso 'distinguo';
i leader fasulli della paralisi permanente,
in caccia della gloria di un giorno, esaltati dal fatto che al seguito
hanno i fedelissimi, i giustissimi, i purissimi; gli antesignani della futura
repubblica dei veri santi sardisti; quelli che danno, regolarmente, come esito
di folli quanto tragicomiche scorrerie con archi e frecce, il bottino
rivoluzionario dello 0.5 per cento. Quando va bene.
Bravo signor Sanna!Il"grillismo"ha spazzato in un sol soffio i decrepiti politici che continuano a difendere i loro stipendi,i loro privilegi e le loro poltrone.Ripeto:la volgarità di Grillo non mi piace ma sono contenta che abbia scardinato tutti i partiti,inoltre ha dimostrato che gli ideali,prima o poi,vincono sempre.Non sono convinta che i Grillini vivranno a lungo.Anche la Lega era nata per lottare contro la corruzzione e poi abbiamo visto com'è finita.Si è salvato solo il sindaco di Verona perchè pensa davvero agli interessi dei cittadini. Il giornalista Sechi,per 20 anni,ha difeso Silvio,si è ravveduto finalmente.Pur essendo di sinistra,mi meraviglio che il PD regga ancora,infatti anche i suoi politici,hanno difficoltà a rinunciare ai loro privilegi.Se fossero veramente di sinistra penserebbero di più ai poveri disgraziati che campano con 500 euro al mese.Dubito anche che gli indipendentisti sardi imparino qualcosa dalla lezone di Grillo.
RispondiEliminaSu primu "grillu" chi apu connotu fu' cussu de Pinocchio, ma fuat totu un'atra cosa. Custu est a mesu trassa intr'e "l'omino di burro" chi ndi pigada is piciochedhus a carretoni ma auma auma pigada a mùssius a origas is pincus, tundaredhu tundaredhu e a sanguni pudesciu, e Lucignolo, ribellistu e casineri.
RispondiEliminaDonnia tempus tenit i grillus cosa sua. A igudhu dh'iant streccau a su muru ca fudi unu sagament'e matza. A igust'atru, bai e cicandedhi ita dh'ant'a fai.
Si su Sennori si 'onat fida, 'nd'eus a biri de teatrinu e de palliacius.
Il giullare ha vinto e adesso cosa succede?
RispondiEliminaLa situazione politica italiana è vicina alla follia, la politica
cosiddetta tradizional/italica ha veramente toccato il fondo, incapace di reagire, viene umiliata da un giullare divenuto per caso, quasi leader di partito, l’unico a vincere è Beppe Grillo. Siamo semplicemente alla follia perché il comico genovese sa urlare e inscenare delle gag perfettamente contro tutto e tutti, ma non ho ancora capito come voglia sistemare l’Italia. Anzi si, qualche idea ce l’ha, purtroppo trattasi di ideologia retrograda del NO a tutto. NO alla TAV ovviamente, ma anche NO ad inceneritori e a qualsiasi opera infrastrutturale che farebbe finalmente smuovere la nostra carente e precaria economia. Il successo di un personaggio fuori da ogni logica è prevalentemente dovuto ai politicanti tradizionali, che con il loro immobilismo cronico, hanno tenuto l’Italia molti passi indietro rispetto al resto dell’Occidente. Questo exploit è abbastanza comprensibile, tutti i partiti nazionali, in vent’anni di Seconda Repubblica, si sono rivelati talmente fallimentari e disonesti da spingere gli italiani a votare persino uno come Beppe Grillo. O lui oppure l’astensione, siamo davvero caduti molto in basso. Anche se per certi aspetti questo risultato non lo vedo poi così negativo, perché così potremo vedere finalmente all’opera questi “Nuovi salvatori della Patria”, con delle responsabilità precise verso i cittadini. Non basterà più urlare in piazza il solito vaffa a tutto e a tutti, adesso, per esempio a Parma la patata bollente passerà nelle loro mani e si potrà realmente vedere di cosa sono capaci. Credo comunque a prescindere da questa analisi, non possiamo non concordare nella totale disfatta dei partiti tradizionali italiani. La speranza è che noi Sardi, non ci lasciamo incantare da questi giullari continentali, visto che da sempre a quelli che vengono da “fuori” abbiamo steso, con eccessiva riverenza, lunghi tappeti rossi.
Franco Cappai
sezione Psd'Az. Borore
"Su primu "grillu" chi apu connotu fu' cussu de Pinocchio, ma fuat totu un'atra cosa." Come sempre,Signor Elio,lei ha la grande capacità di ironizzare su cose drammaticamente vere.E' anche vero quello che dice il signor Cappai:vediamo cosa farà il sindaco grillino a Parma.Gli ideali,ripeto,ci sarebbero ma ci sono anche tanti ma.Ad ogni modo sarebbe importante che i nostri numerosissimi parlamentari si rendessero conto che Grillo è una loro creatura.Prenderanno coscienza?Ho grossi dubbi,tanti dubbi.
RispondiEliminaO Fra', su post meu cheret narrere ateru e seo cricande de 'olare in artu. Apo faeddau de 'stato nascente' e de indipendentistas chi di 'osi, brigandesi, non ant a faere trettu meda. Tocat a faere fortza paris: ma tocat puru a abbaidare sos chi binchent fainde fortza paris. Depimos imparare a essere puru dischentes e non solu maistros. Abbaida chi custa cosa pertocat totu sos sardistas de su baranta po chentu. In cussu baranta ddue est su Partidu sardu chi est troppu partidu e pagu movimentu.
RispondiEliminaSelo avevo detto tempo fa selo su questo blog ai Signori indipendentisti di unirsi e lasciar perdere la poltrona con lo scettro del Comando, ma issos conchi tosta, non mollano e quindi prendetevi quella pariga di voti come ha scritto giustamente il Prof. Sanna. Una cosa è certa che a giugno dovrò andare a votare e non so quale partito o coalizione scegliere....sicuramente diserterò.
RispondiEliminaDall'ultimo post pubblicato da Gianfranco vedo che c'è qul certo movimento di cui parlavo e che tutti auspicano. E' il 'vaffa' della Sardegna. E' ora di mostrare tutti assieme la nostra forza e di avere le palle. Non la forza o le palle di questo o di quello. Cioè il niente. Sia uno solo l' obiettivo e chi ci sta ci sta. Lo stato 'nascente' c'è. Fortza paris!
RispondiEliminaE' passata una settimana ed il grillismo ha i primi litigi.Grllo non accetta l'indipendenza di scelta del sindaco di Parma.Ho la vaga sensazione che il comico Grillo sia un pò despota,critica ed offende tutti ma guai a fargli critiche.Giuliano Ferrara,di cui stimo solo la sua grande intelligenza,non certo il comportamento servile che ha avuto nei confronti di Silvio,ha fatto un'analisi su Grillo veramente valida,nonostante quest'ultimo si si permesso di appostrofarlo in modo estremamente volgare.
RispondiEliminaCra Grazia, forse non mi sono spiegato. Il 'grllismo' non l'ha inventato Grillo. L'ha inventato la storia degli uomini. E' puro umanesimo. Una eccezionale condizione dello spirito di libertà contro il marcio delle istituzioni, tutte le istituzioni reazionarie, immobili, superate. E' il movimento che dà i calci nel sedere a tutti coloro che tu detesti. E il capo è il capo, lo rappresenta e merita rispetto. Il Ferrara invece è trombone tra i più tromboni del mondo. Per lui ci vogliono solo (e ti dirò che non bastano) le sante parolacce quelle che lui usava una volta e che ora non usa più. Si merita proprio quella violenza verbale della sua bocca avida di successo e che è cessata una volta che entrato anche lui a far parte della 'casta'.
RispondiEliminaPerò. Chi se ne frega dei Ferrara d'oltre Tirreno! Ci interessa ben altro. Svegliare il più possibile la coscienza dei Sardi. La nostra è una battaglia 'nazionale' che, non ci crederai, serve anche per altre battaglie 'nazionali', compresa quella italiana. Perchè, per parlare solo di lingua, gli italiani non si rendono conto che con la difesa ad oltranza del sardo si difende in fondo ad oltranza anche l'italiano che è quasi la ruota del carro di tutte le lingue delle grandi civiltà del mondo.
Como m'as cumpresu o Gra'? Il sardo di Cappellacci a Roma deve essere l'italiano di Monti a Berlino!
Signor Sanna,condivido quasi tutto quello che lei dice,ho solo dubbi sul comportamento democratico di Grillo.Ho già detto che molte sue affermazioni sono più che giuste ma non sopporto la sua volgarità.Inoltre uno che offende dovrebbe accettare le critiche,cosa che lui non fa.Sullo svegliare la coscienza dei sardi,le ho, precedentemente,detto che ha tutta la mia approvazione.Cosa non ho capito? La prego,me lo riapieghi.Stimo molto la sua passione e la sua irruenza.
RispondiEliminaSignor Sanna,per quanto riguarda la lingua sarda,ne ho sempre sostenuto la sua difesa ed importanza contrariamente a certi funzionari sardi.Ho sbagliato anche qui?
RispondiEliminaNo, car Grazia non ha sbagliato nulla. Io cerco di separare le due cose: il grillismo e Grillo. Ma devo ricordare che senza capi i movimenti non esistono. Quindi bisogna capire i fenomeni di volta in volta. E ripeto ancora una cosa: la cosiddetta buona educazione spessonon serve per dare dei calci ben assestati nel sedere. Grillo l'ha capito molto bene; il suo modo di parlare è in sintonia con il suo movimento. Naturalmente esagera per scandalizzare e aumentare il consenso.
RispondiEliminaNon ci differenziamo in nulla quindi, se non nell'interpretazione del 'grillismo. Ma non c'è da stupirsi: una volta dicevo la stessa cosa sul 'bossismo'. E facevo l'applauso al movimento per il desiderio federalista di cambiare le cose in Italia. C'erano alcuni che dicevano parole grosse suila ignoranza e la 'volgarità' di Bossi. Ma non capivano: i capi dei movimenti non sempre sono 'signori', sono dei grandi 'animali politici' che sanno essere veramente leader infrangendo anche le regole. Ma questo l'ho scritto.
Signor Sanna la ringrazio del chiarimento.Indubbiamente ha ragione ma male sopporto la volgarità(Grillo e Bossi,ladrone quanto quelli che accusava)ma sopratutto la disonestà e l'opportunismo dei nostri politici,quasi eliminati da Grillo.Confrontarsi,comunque,per me è crescita.Grazie ancora.
RispondiEliminaSignor Sanna,approfitto della sua cortesia nel rispondermi per porle un altro quesito:Lei definisce Bossi"animale politico" ma ne è sicuro?Non pensa invece che Bossi è riuscito a conquistare tanta popolazione approffittando dell'ignoranza di queste persone?Un animale politico dovrebbe essere anche onesto,come si fa a definire onesto Bossi che prima definisce Berlusconi un mafioso e poi,per suoi interessi,appoggia tutte le sue leggi ad personam! Non mi piacciono i voltagabbana.Per quanto riguarda Grillo,non mi sono piaciuti i suoi interventi a Palermo,dove,quasi,difendeva i mafiosi dicendo che la mafia non uccide.Dov'era Grillo quando la mafia,con l'appoggio di certi politici, ha ucciso il generale Dalla Chiesa,Falcone,Borsellino ed ha fatto uccidere il figlio dodicenne di un pentito?E nel Veneto ha difeso la Lega,i cui capi sono risultati supercorrotti?Per conquistare voti non ci si può vendere.Secondo me Grillo si è dimostrato un pò troppo,diciamo,presuntuoso?
RispondiEliminaC'è stao un Bossi del movimento e un Bossi dell'Istituzione. Le dirò che, umilmente, era sceso in sardegna e aveva cercato di imparare qualcosa dai Sardisti. Ma sto parlando di tanto tempo fa. Quanto poi ad appoggiare Berlusconi e le sue leggi lo faceva per ottenere quello che più gli interessava: il federalismo. E' la legge della politica, purtroppo. E qualche volta si può anche capire. Quanto a Grillo le ho già detto. Le sue battute sconfinano perchè provocano lo scandalo: l'unica cosa che oggi scuota le persone.
RispondiEliminaPurtroppo. Ma badi che io non sono uno studioso nè di Bossi nè di Grillo. Nè da tempo mi impegno troppo nella politica: preferisco altro, come sa. Sono un indipendentista e un sardista convinto e per questo cerco di dare il mio modestissimo conributo alla causa. E' un momento difficilissimo questo e non me la sento di stare sempre dietro i libri e i documeti nuragici mentre i nostri figli lottano come disperati per poter campare. E lottano anche e soprattutto perchè quest'Isola economicamente e culturalmente è quella che è. Se me la liberano dai cosiddetti 'colonizzatori' faccio un patto con il diavolo e me ne vado come un beato della fede in mezzo al fuoco. Il mio sogno oggi sarebbe quello di vivere a Malta. Avere una Repubblica come quella senza bisogno dei Bossi e dei Grillo e di 'stano nascente' Almeno per ora. Non credo di chiedere molto, in fondo.
Che bello sentire un sardo che ama così tanto la sua terra e la sua gente!Grazie,le sue parole mi danno tanta speranza e conforto.Non bisogna mai smettere di combattere ed essere fedeli agli ideali.
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