di Mikkelj Tzoroddu
Cara Stella,
ma, a proposito, sei una “stella”
o sei un’”isteddu”! Certo, da omine, preferisco immaginarti una “stella”! Ma,
anche fossi un’”isteddu”, da omine sardu, sarei estremamente interessato ad
interloquire teco, perché (non me ne volere “stella”) “su isteddu” si porta
dietro una pletora di millenni d’osservazione del firmamento, i quali innumeri
millenni furono la base d’una civiltà di marinai che, fin dal Paleolitico domarono
il Mediterraneo. E mi riferisco ai Sardiani, naturalmente, a chi altri! Furono
essi che domarono e dominarono il loro mare portando loro ed altrui ossidiana
nelle grotte della Liguria 13 (diconsi tredici) millenni addietro (continuo a
ripeterlo nella speranza che vi sia qualcuno che mi contesti!) e giunsero fin
nelle valli del Danubio intessendo fertili relazioni culturali e genetiche con
le popolazioni ivi attestate, come testimonia la cultura dei vasi campaniformi
e i resti di inumati ed inumate (da cui il ratto delle danubiane da parte dei
Sardiani) danubiani in Sardegna. Ed inoltre, come sappiamo da un mese ormai,
lasciarono, essi Sardiani, tracce di sé anche nelle Alpi, in Val di Susa,
avendo 41 ricercatori rivelato come della Sardegna Paleolitica (quella che
definii essere costituita dall’unione di Sardegna e Corsica fino a diecimila
anni fa) sia originario quell’Oetzi, cioè l’Uomo di Similaun, restituitoci dal
tempo, due decadi or sono!
E, non avevasi traccia di
Minoici, di Micenei (almeno nell’accezione che oggi si conferisce a tali
sostantivi), di Cicladici, di Greci, di Romani. Per non parlare di quell’esito
accademico che tu testé nomasti “fenici”. Ma, lo sai cosa ebbe a dire il
Moscati Sabatino, copiando (as usual) una dichiarazione del Paraskevaidou? Che il
significato che assume il vocabolo greco fenicio è: il colore rosso; l’albero
della palma; il dattero; l’uccello fenice; lo strumento musicale.
Bene, ma il nome del mai
conosciuto, privo di origini, privo di patria, privo di coscienza nazionale
(questo ha dimostrato il Moscati!), popolo fenicio? Boh! Dopo aver valutato la
palma, il rosso, l’uccello, lo strumento, il frutto, v’ha una qualche lontana
possibilità che esista anche un popolo sì nomato? E, quale la sua terra? Beh,
vediamo cosa ebbero a confessarci, solo alcuni fra i più attenti conoscitori
della materia:
H. Pastor Borgoñon: «almeno in
oriente i Fenici non esistevano»[1]
W. Röllig: «[…] i Fenici. Ciò che
tuttavia non è così chiaro è ciò che questo vocabolo significhi»[2]
- C. Baurain, C Bonnet: «i Fenici
restano una scoperta se non un’invenzione dei Greci»[3]
- B. Peckam, università di
Toronto: «la Fenicia non era una nazione, ma un agglomerato di città con
diverse tradizioni e interessi»[4]
- S.F. Bondì, università di
Viterbo: «la Fenicia non costituì mai […] una compagine politica unitaria»[5]
- P. Bartoloni, università di
Sassari: «la Fenicia […] si colloca tra le città della Siria settentrionale abitate
da popolazioni cananee ed aramee, a nord, e a sud tra i centri della Palestina,
popolati da genti filistee»[6].
È evidente che il basito suo lettore si chieda: ma dove sistema le popolazioni
fenicie?
- G. Contenau: «le più antiche testimonianze
che noi possediamo sulla Fenicia sono in parte leggendarie»[7]
A. Ciasca: «la regione geografica
alla quale convenzionalmente ci si riferisce con il nome di “Fenicia” è un
complesso di realtà culturali assai variate che possiamo intravedere solo a
tratti»[8]
- M.G. Amatasi Guzzo, C. Bonnet,
S.M. Cecchini, P. Xella: «i Fenici non costituirono mai una vera nazione né uno
stato unificato»
[1] H. Pastor Borgoñon, 1992, “Die
Phönizier”, in Hamburger Beitrage zur Archeologie, 15-17 (1988-90).
[2] W. Röllig, 1992, “Asia Minor as a
Bridge between East and West: the role of the Phoenicians and Aramaeans in the
transfer of culture”, in Greece between
East and West: 10th- 8th centuries B.C. Papers of the meeting at
the Institute of Fine Arts, New York University, March 15-16, 1990.
[3] C. Baurain, C Bonnet, 1992, Les Phéniciens. Marins des trois continents,
Paris.
[4]B. Peckam, 1998,
“Phoenicians in Sardinia: Tyrians or Sidonians?”, in Sardinian and Aegean chronology, M.S. Balmuth and R.H. Tykot eds.
Osbow Books, Oxford: 347-54, p. 347.
[5]
S.F. Bondì, M. Botto, G. Garbati, I. Oggiano, 2009, Fenici e Cartaginesi. Una civiltà mediterranea, IPZS, Roma, p. 1.
[6]
P. Bartoloni, 2009, Archeologia
fenicio-punica in Sardegna. Introduzione allo studio, Cuec, Cagliari, p. 15.
[7]
G. Contenau, 1949, La La civilisation phenicienne, Payot, Paris, p. 33.
[8]
A. Ciasca, 1992, “Fenici”, in Kokalos 34-35: 75-88.
Ci sono occasioni in cui, caro Micheli, si è costretti a fare l'impossibile, come l'orazione funebre su una salma inesistente di un popolo la cui presunzione di esistenza ha fatto da comodo punto d'appoggio alle superficiali deduzioni di storici e archeologi di fama.
RispondiEliminaMi conforta la tua visione di Sardiani eccitati (se non proprio incazzati) che girano il mondo, quell'immenso mondo antico che aveva bisogno di mesi e di anni per essere percorso da parte a parte.
E mi stuzzica la tratta delle danubiane le quali, per un istinto relegato in qualche piccolo gene, oggi non aspettano neppure più di essere rapite, ma ci vengono a trovare come amiche, come fidanzate, come figlie capaci di dar ristoro ai nostri vecchi.
E quando penso a tutte queste cose, a me che sono nato fra la Giara e il Monte Arci, appare quasi incredibile che quella piccola valle sia stata la Silicon Valley sin dal Paleolitico. In fin dei conti, sa perda crobina, l'ossidiana, sempre silice è, pur non cristallizzata, ma ad impasto vetroso con taglio a foglie concave.
Archeologicamente, Tiro esiste dal 2.500 a.C. e Biblo dal 6.000 a. C.
RispondiEliminaIl nomen Fenkhw eiste anche in documenti Egizi ufficiali (non solo nel romanzo di Sinhue)che parlano dell'importazione del legno di cedro. Essendo gli Egizi di lingua semitica, propbabilmente tale nome (esoetnico) è foneticamente molto vicino al nome endoetnico che i Fenici stessi attribuivano a se stessi.
La Genetica di Popolazioni ha reperito 7 (non uno!) aplogruppi riconducibili ai Fenici.
Nessuno riferibile ai Sardani.
Oetzi - come già spiegato altrove - è un antenato di popolazioni padane e subappenniniche, discendenti delle quali ripopolarono alcuni secoli fa la zona sardo corsa dove ora si ritrova il raro aplogruppo Y di Oetzi.
La presenza di Tzoroddu in questo Blog illumina di scienza tutti noi.
Signor mio
RispondiEliminacoi "probabilmente" non si fa la storia.
Factum: i fenici non esistono nei propri documenti.
Forse però era una cultura orale.
Sa: come i nuragici.
Per quello era così integrati: si piaccevano!
Vedo che la gentile signora Aba confonde molto e volentieri tra nome endoetnico (o esoetnico appartenete alla medesima famiglia: come Spagolo ed Espanol) e nome esoetnico tout court.
RispondiEliminaE ciò fa - ovviamente - per scopi strumentali: possiede (lei che è ricca) una sua propria tesi da dimostrare....
Se il gioco consiste nel rendere nervoso l'interlocutore, potrei qui affermare che la Stele di Nora è un falso (come molti altri pregiati "reperti" fatti interamente a mano di cui qui si discetta), tanto per renderlo più animato (visto che langue un po').
Comunque, (se posso permettermi una battutaccia da rozzo soltadaccio quale sono) sempre meglio una cultura eventualmente orale, piuttosto che una certamente anale...
Tanti cari auguri pasquali a tutti, specialmente a Michele Tzoroddu (che non esiste, ovviamente: o almeno esiste tanto quanto sono esistiti i Fenici, a sua scelta)
Se non vogliamo dar retta ai ZORODDU e ai MELIS che affermano "Non essere mai esistiti i Fenici", volgiamo almeno ascoltare un ARCHEOBUONO (ma Buono davvero stavolta) forse il più famoso nella storia delle scoperte in medioriente? Colkui che scoprì al città di UR e datò il DILUVIO bibblico:
RispondiEliminaSir LEONARD WOOLEY:
--“L’espansione marinara dei "Fenici" fu dovuta all’installazione degli Asiani nei territori della Fenicia stessa intorno al 1200 a.C., lo stesso periodo quindi dell’ultima invasione dei Popoli del Mare che ne avevano occupato i porti”. --
E ancora: --I Popoli del Mare regalarono ai loro compagni KANANEI, il segreto della NAVIGAZIONE, della SCRITTURA e della PORPORA--
Da: "Shardana i Popoli del Mare"
Serve altro? Non mi pare.
Kum salude.
Leonardo
Leonardo: ho un buon rapporto personale, con te e non mi va di litigare per iscritto. Fai pure la pubblicità che ritieni utile ai tuoi libri. Ma - se vuoi venderne di più - forse sarebbe meglio che ci mettessi dentro un po' più di verità. In fondo è semplice, non credi?
RispondiEliminaI Fenici sono esistiti(guardati i lavori di Genetica di Popolazioni pubblicate dal Genographic Project, per piacere).
I Popoli del Mare, NO (almeno così come sono stati descritti da te e da altri).
Se vuoi continuare a scrivere quello che scrivi, almeno intitola: "Contos de foghile". Venderai bene lo stesso e sarai uno "storyteller" (che è sempre meglio di contafrottole...
Sandro... perchè uno che non vuole litigare provoca chi sa bene che gli risponde picche?
RispondiEliminaIo ho solo riportato quanto scrive un ARCHEOLOGO di quelli veri che si sporcavano le mani nei siti. Non ARCHEOSEDIE come chi sai ....
Ho citato i miei libri, anzi il mio libro, perchè ho preso la frase da quel libro. Non si fa così? Le fonti vanno citate...
Tu scrivi: "forse sarebbe meglio che ci mettessi dentro un po' più di verità. In fondo è semplice, non credi?"..
RE: se vuoi ci metto anche un poco di ZAFFERANO, di PEPERONCINO e un pizzico di sale, tanto per lettori del tuo calibro .. tutto fa brodo! No?
I Popoli del Mare non esisterebbero? ma vah? Quindi avrei fatto meglio a raccontare di LUPE ROMANE e di GRECI che distruggono Troja prima che esistessero... o di ENEA Che parte da Troja nel 1200 e passa a Cartagine nel 714 (400 anni dopo) ... questi si che NON SONO CONTOS DE FOGHILE , vero? Poichè queste sciocchezze le scrivono i tuoi amati ARCHEONONSOCHE...
kum salude.. Continua così...
leo
No, dai: per lettera no.
RispondiEliminaLitigheremo molto meglio di persona, tanto capiterà, vedrai: e sarà molto più divertente per tutti e due, perché sapremo certamente conservare il sorriso, anche se sarà dopo che avrai letto il mio libro, spero.
Tanti carissimi auguri.
Hai scritto un libro? Bonu Proe! Ti accorgerai che le tanto proclamate "ENTRATE" nel conto in banca e gli onori e i... si riveleranno essere invece altrettanti INCUBI... E scoprirai tanti, ma veramente tanti nemici, anche e sopratutto fra chi ti dovrebbe sostenere... mentre scoprirai con tuo massimo stupore, che color che ti sono AVVERSARI, sono invece i più affidabili.
RispondiEliminaQuesto è il quadro ... e ripeto BONU PROE! Benvenuto in trincea, da qualsiasi parte del FRONTE tu ti trovi!
Kum Salude ancora
Leonardo
Leonardo, a proposito di fonti letterarie, non ho ben compreso io o fai confusione tu?
RispondiEliminaPer quanto riporti fra virgolette attribuito a Leonard Wooley, non può essere fonte di ciò il tuo libro, ma il libro o la rivista da cui tu hai preso la notizia, meglio ancora l'originale, citato, se vuoi, anche da altri.
La citazione del tuo libro avrei potuta farla io, dicendo ad esempio: "Come dice L. Wooley, citato dal L. Melis nel libro ecc. ecc.".
Questo mi pare il modo normale di procedere perché, se tu hai letto l'autore in originale, non vedo perché non citi la sua opera, anziché la tua.
Solo per dare a Cesare quello che è di Cesare, naturalmente.
Ecco, .. e io che avevo detto?
RispondiEliminaQui lo fanno in tanti, di citare CONTINUAMENTE i loro scritti... ce ne era uno che lo faceva ogni mattina... Appena lo fa Leonardo Melis... alè ..! Tutti addosso! Amici e Nemici!
Scusa, Leonardo, pensavo di farti un favore.
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