Non so se le 46 persone sospettate di
aver contrabbandato per sardi agnelli forestieri meritino la gogna
mediatica cui sono state consegnate. Del resto, ancora non lo neppure
la Procura di Sassari che le indaga: per ora le indaga, sospettandole
alcune di frode in commercio, altre di falso materiale e ideologico e
di cose del genere. Ma dietro queste fattispecie di reato si
nascondono delitti odiosi, in tanto più detestabili in quanto
commessi a danno di pastori che già di per sé sono costretti a
tirare la cinghia. Certo, il danno – sempre che le accuse siano
provate – è fatto anche nei confronti dei consumatori che pagano
per avere agnelli protetti dal marchio Igp (indicazione geografica
protetta) e che ricevono agnelli diversi. Diversi ma certo non
immangiabili.
A parte i macellai, che si sarebbero
prestati a tale imbroglio, la Procura indaga il Consorzio che
dovrebbe controllare la provenienza geografica e tutelare sia i
consumatori sia i pastori che aderiscono all'ente non gratis e amore
dei. Per derubare gli uni e gli altri e sempre ammesso che siano
fondati i sospetti del pubblico ministero, questi mascalzoni
tradiscono la terra in cui operano, collaborando a impoverirne la
fama di produttrice di cibi di qualità. Sono dei pataccari che, a
differenza dei poveri cristi che vendono falsi nelle bancarelle, non
lo fanno certo per fame.
Come difendersi e come difendere quanti
sono disposti a spendere qualcosa in più per mangiare agnelli sardi?
Condannando senza alcuna pietà i pataccari se patacche hanno
venduto, naturalmente. Ma anche spingendo il governo sardo a
controllare l'ingresso in Sardegna di agnelli forestieri che, va da
sé, possono essere venduti per quel che sono. E, soprattutto,
prendendo coscienza che tutti noi possiamo aiutare l'economia sarda,
consumando i nostri prodotti. Aiutare, come quotidianamente vedo fare
nelle botteghe, i produttori di latte straniero, quelli di salumi
oltre mare e persino quelli di patate francesi è senz'altro segno di
disinvoltura internazionalista, ma anche di un incontenibile sardo
masochismo.
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