|
La "Torre di Babele" nei pressi di Sassari |
di Leonardo Melis
L’estate del 2010 vedeva la nascita di “Shardana Jenesi degli Urim” che, oltre alla pubblicazione di un documento in scrittura shardana, annunciò anche la scoperta di una seconda ziqurat dopo quella di Monte d’Akkodi. La scoperta, annunciata da Leonardo Melis già nella Pasqua precedente alla Tv e alla Stampa, provocò la rabbia incontrollata di Archeologi della Sovrintendenza e Cattedratici. Le minacce di pubblicazioni di smentite si sprecarono, anche perché la nuova edizione del libro appena dopo due mesi dalla pubblicazione annunciava che la Ziqurat era costruita sopra un nuraghe. E poiché i nostri amici “Archeobuoni” avevano tra l’altro dichiarato essere tale costruzione un semplice Protonuraghe…possiamo immaginare la figura!
Mentre la Ziqurat di Pozzomaggiore finiva in Tv e Stampa, il Documento scritto finiva in Parlamento per un’interrogazione al Ministro della Cultura. Una petizione con migliaia di firme portava a Settembre la segnalazione dell’esistenza di questo documento all’opinione pubblica e alle Autorità. Ricordiamo che il reperto fu trovato in uno scavo ufficiale dalla Sovrintendenza di Sassari non lontano dalla stessa Ziqurat. Questo accadeva nel 2006, ma del Documento nessuno sapeva e niente, fino al ritrovamento casuale delle immagini da parte di Leonardo Melis.
...e i trulli del Salento? Come mai sono identici? Forse c'è un po' di confusione sulle datazioni, e la cautela degli archeologi è più che giustificata. Gli "unicum" sono spesso rifacimenti recenti su schemi presi dal passato e per fornire dati certi occorre presentare studi corredati dalle stratigrafie che inquadrano le ceramiche o altri materiali rinvenuti nel contesto.
RispondiEliminaPer proporre uno studio dove è evidente una metodologia scientifica, consiglio la lettura di questo link:
www.fastionline.org/docs/FOLDER-it-2011-215.pdf.
Si tratta di una tomba di giganti, ma ciò che mi preme segnalare è l'approccio ad un monumento antico.
TOH! Arriva l'esperto! Esperto di cosa? Di copia-incolla delle cose altrui! Oh Montalbano, aspetta prima di proferire ORACOLI. Sai se gli studi su queste costruzioni sono stati fatti... che cacc... c'entrano i Trulli? Queste "Pajare" le hai viste all'interno? I livelli di ALLAGAMENTO, LE VASCHE, le cellette, la THolos... I Circoli megalitici nei pressi... le coppelle... le rampe... i RIFACIMENTI in epoca medioevale...
RispondiEliminaQui c'è un dibattito e un poco di documentazione... http://shardanapopolidelmare.forumcommunity.net/?t=44546819&st=15#lastpost
Stratigrafia... ! Bah!
leonardo
So bene che la stratigrafia ti è antipatica...non avevo dubbi. I trulli salentini c'entrano...eccome.
RispondiEliminaMOntalbano, evidentemente confondi i Trulli con le Pajare, infatti queste sono PAJARE... identiche a quelle pugliesi e a quelle BALEARI.
RispondiEliminaE probabilmente non sei manco a conoscenza della riscoperta e della rivalutazione delle PAJARE come edifici esistenti già nel II millennio a.C.
ahahahah...io le confondo...
RispondiEliminaNon le confondi? E allora perchè chiami TRULLO questa PAJARA?
RispondiEliminaBoh! Deo no ti kumprendu.. si BRULLAS o sesi mesu...
Non c'è speranza.
Fin dal primo intervento, rileggi con attenzione, ho parlato di "trulli salentini".
RispondiEliminaI trulli del Salento sono quelle tipiche costruzioni rurali chiamate pajare o furnieddrhi (il nome può variare leggermente a seconda della zona in cui si trovano) realizzate dai nostri avi contadini con la tecnica del muretto a secco. Queste costruzioni, per lo più realizzate in campagna, servivano ai contadini di una volta, anche fino a cinquanta anni fa, a passare le stagioni di lavoro e di raccolto direttamente nei campi. Un pò di anni fa per spostarsi era un problema e finita la giornata di lavoro non si poteva tornare a casa quindi ci si trasferiva, temporaneamente, per la raccolta delle olive, la potatura degli alberi, la vendemmia o il dissodamento di qualche campo in campagna abitando in questi furnieddrhi.
@ Pierluigi
RispondiEliminaCurioso che il termine in campidanese sia furriadroxu molto simile a furnieddrhi ed che queste assolvano la stessa identica funzione delle strutture che hai descritto. Di primo acchitto il termine come è costituito ricorda parecchio l'indicativo di una delle "populi" preistorici sardi gli Uddhaddhari.Qualcuno ha da poco (relativamente) realizzato una pubblicazione che descrive is furriaddroxus tra teulada e Sant'Anna arresi..caratteristiche del territorio come le pinnete della zona di Bonorva e Borutta
Saranno i miei trascorsi democristiani? Questa volta sono portato a spostarmi un pochino verso Pierluigi piuttosto che verso Leo. Dovrebbe essere più esauriente, Leo. Non sono riuscito a capire alcune cosette: presso quale Ziqurat è stato trovato il documento in lingua Shardana? La prima o la seconda? Chi è l’amico che ha decifrato il documento? Più impressionante sembra la foto della “Torre di Babele nei pressi di Sassari”. Qualche perplessità desta la pezzatura delle pietre di quella costruzione. Una qualche indagine a carattere stratigrafico potrebbe servire.
RispondiEliminaAllora: ho capito che Montalbano è PUGLIESE e che quindi di Pajare ne sa alquanto.
RispondiEliminaDetto questo, devo precisare che la sua
- definizione di Pajare per ricovero di bestiame o alloggio dei contadini durante il lavoro nei campi è opera cominciata nel 1600 d.C. SU COSTRUZIONI GIA ESISTENTI.
- Il RIUTILIZZO delle Pajare nulla toglie al fatto che siano più antiche di origini almeno del II millennio e di provenienza probabilmente MESOPOTAMICA.
negli anni -90 Mi recai in Puglia per studiare i Trulli e mi imbattei invece nelle PAJARE del Leccese.
..
Le informazioni UFFICIALI davano la descrizione di Montalbano. Ma come accade oggi in Sardinia, già allora in Puglia c'erano i "Fantarcheologhi" alla Leonardo Melis. Persone di cultura e fuori dai lacci dell'ARCHEOBUONERIA.
fra questi spiriti liberi mi fu segnalato G. SIMONCINI. Questo studioso attribuiva l'origine delle Pajare a "popolazioni arrivate dalla Mesopotamia". Precisava anche che queste si trovavano in TUTTO IL MEDITERRANEO.. anche in Spagna e Sardinia. Pensava io credo ai nuraghi.
Altri studiosi si sono aggiunti, o già lavoravano a questa teoria.
DE FABRIZIO sostiene la stessa provenienza...e aggiunge somiglianze con le costruzioni egizie.
PS: Marcello, guarda che è facile sbilanciarsi in un primo approccio con una teoria e contestarla... io fossi in te aspetterei novità. per evitare brutte figure. Non seguire a ruota Montalbano, lui non ha paura delle brutte figure... ormai ne ha fatto il callo.
.. By Continued...
Kum Salude
leonardo
Ora Leo stiamo parlando una lingua simile. Sai che mia moglie è pugliese, e conosco il tema trulli.
RispondiEliminaLa loro storia risale al Bronzo, e ancora oggi possiamo studiarli con perizia perché molti sono ancora integri. Durante questi 3 Millenni, ci sono state rielaborazioni, modifiche, restauri, riutilizzi...esattamente come per i nostri nuraghe. Quando nel primo post ho raccomandato la massima prudenza e l'analisi della stratigrafia, avevo buoni motivi. Le pietre non parlano, e visto che non c'eravamo e non ci hanno lasciato il libretto "uso e manutenzione", siamo costretti ad uno studio stratigrafico per capire il chi, dove, come, quando e perché queste strutture somiglino alle nostre.
Non è detto che la provenienza sia mesopotamica, la tecnica costruttiva utilizzata è una delle poche a consentire la chiusura del tetto con le pietre, e la forma potrebbe essere stata vista durante le navigazioni commerciali che già dal Campaniforme coinvolsero pugliesi, calabresi, greci, campani, sardi, corsi, africani, siciliani e tutti quegli altri popoli che vagavano ancora più abilmente nel Mediterraneo. orientale.
ECCO, ci siamo arrivati, Montalbano egregio. ma hai così tanta difficoltà, tu che di Popoli del Mare ahi scritto, a dare un nome a questi popoli che tu chiami pugliesi, campani, sardi e (purtroppo, sbagliando ancora) greci... perchè non li chiami con il loro nome originario?
RispondiEliminaSHAKALASA, DAUNI, TUHRSHA, LIKKU, LIBU, SHARDANA, AKAYASA, WASHASA... i SEA PEOPLES?
Vabeh! hai comunque fatto un passo da... GIGANTE! Ora ci stiamo cominciando a capire.
Lungi da me l'idea di definire QUESTA PAJARA come opera dei shardana o shakalasa... Voleva Appunto sollevare l'attenzione dell'ennesima DIMENTICANZA da parte di CHI sappiamo, di strutture che ci portano a CONFERME di una CULTURA comune, originaria da luoghi precisi... millenni fa. E comunque COMUNE.
kUm Salude.
leonardo
da Franco Laner
RispondiEliminaMi dispiace di non poter direttamente dire a Leo che la pajara che presenta, così come è costruita, non può avere più di cento, centocinquant'anni di vita. Ma forse ne ha molti meno.
L'apparecchio murario a secco di quel tipo non può avere altra attesa di vita. In questo caso la Soprintendenza archeologica fa bene a non esprimersi!
Mi piacciono questi pareri dati a centinaia di kilometri di distanza tramite amici degli amici!...
RispondiEliminaNon è che adesso devo prendere atto che dopo gli ARCHEOBUONI abbiamo anche gli ARCHI(TETTO)BUONI?
Scusate, dmenticavo che si tratta sempre di ADDETTI ai lavori e sicuramente più ADATTI di un qualsiasi volgare appassionato a identificare quello che è giusto e quello che Non è giusto!
FRANKO, OH FRANCO!... Darci prima un'occhiata no eh? proprio come per il Nuraghe Calcolatore? Stesso atteggiamento di supponenza e di superiorità?... Tutto quello che possono dire gli altri di diverso dalle tue teorie è da scartare a priori?...
Va beh! Mettiamo nella Bertula e TIREM INNANZ!... Ne ho letto di peggio questi giorni.
Kum Salude.
- Da profano: con i CANONI di costruzione che descrivi, vi è un NURAKE sulla Orientale Sarda (S. Vito) che è datato 1400 a.C.
I nurakes si e le pajare no?
Discriminiamo?
GUARDA QUI: moltooo più moderno!
http://www.flickr.com/photos/neroargento/2999107942/
leonardo
@ Leo
RispondiEliminaNon mi pare esecrabile che qualcuno scriva da centinaia di chilometri né che si serva del gestore del blog per pubblicare un suo commento. La sua qualità (quale che sia) sta in quanto dice e non ha bisogno di essere intruppato in una categoria.
Uno come te che da sempre contrasta gli ipse dixit, non dovrebbe prender cappello se altri contestano i tuoi ipse dixit. Per il resto, buona discussione.
se uno dà un parere stando in america senza aver visto il nuovo pozzo sacro (presunto)appena scoperto.. e dà il suo
RispondiEliminaParere negativo e stroncante... beh!...
Ma agli amici si perdona anche questo. Non mi si chieda però di non rimarcarlo. Non è nel mio carattere.
sempre kum salude
leonardo
da Franco Laner
RispondiEliminaMi sono occupato diverse volte di apparecchi murari e ho visto come la concezione strutturale cambi nel tempo, nei luoghi, a causa del tipo di pietra, della tradizione, dell'abilità dei costruttori. L'opus reticulatum ad esempio appartiene ad un tempo e ad una civiltà, così come l'opera ciclopica è diversa in Magna grecia o in Africa. La storia delle costruzioni a secco ha attraversato tantissimi secoli, con varianti che si riconoscono. A forza di veder quadri, uno saprà assegnarlo ad un secolo o ad un altro, così coi muri, che sono pur sempre un'opera d'arte... Comunque ho semplicemente espresso un parere su una questione che conosco alquanto. Invece di prendertela, molto più serenamente io avrei chiesto agli abitanti del luogo se ricordano d'aver sempre visto quella costruzione e se sanno chi l'ha fatta!
Cum salude!
http://wapedia.mobi/it/File:G%C3%BC%C3%ADmar_BW_1.JPG
RispondiElimina..
http://www.cerchinelgrano.info/piramidi_bosnia.htm
Una domanda:
Perchè costruzioni come queste, molto simili alle "Pajare" proposte da Melis e sicuramente non più antiche, sono chiamate anche dalla Scienza PIRAMIDI.. mentre ci scandalizziamo a usare questo termine per costruzioni che appaiono assolutamente più antiche in Sardinia?
salude a bos!
leonardo