di Augusto Secchi
Dopo due mesi di coma pressoché profondo c’è tutto un risvegliarsi che, nelle intenzioni dei risvegliati, dovrebbe farci urlare al miracolo. Il risveglio col botto, sul caro traghetti, lo ha fatto il dieci marzo dell’anno domini duemilaundici il Ministro Altero Matteoli che, come se avesse fatto la scoperta dell’acqua calda, ha dichiarato: “l’aumento delle tariffe è un’ingiustizia che penalizza la Sardegna”. Appena l’ho sentito sono stato preso da un’incontenibile euforia e, come in preda a delirium tremens, ho cominciato a danzare intorno al tavolo al ritmo di un Mambo dei Sette Passi. Poi mi sono dato una calmata, ho stappato un cannonau delizioso che ho condiviso con il vicinato accorso per vedere se stavo festeggiando un sei al Superenalotto.
Finiti i bagordi, a cui ha partecipato anche mio nonno centotreenne, ho digitato un numero telefonico internazionale e ho proposto il nostro Ministro dei trasporti per il premio Nobel per la tempestività. Nonostante le mie insistenze non c’è stato niente da fare: una voce con un perfetto accento scandinavo mi ha detto che i giurati, dopo un dibattito acceso ma leale, erano giunti alla conclusione che era più giusto assegnarlo al suo omologo regionale che, con un botto paurosamente ritardato, ha dichiarato: “abbiamo allo studio diverse soluzioni per abbattere il costo dei biglietti. Il rimborso ai viaggiatori della quota Iva è fra questi. Ma è chiaro che servono altri sforzi comuni e questi li abbiamo chiesti agli armatori”. Una dichiarazione che somiglia a un placebo e, allo stesso tempo, a un ossimoro, come a dire: armiamoci e partite.
Ma forse è solo uno scaricabarile, uno dei tanti a cui abbiamo assistito da due mesi a questa parte e il cui primato va, con voto unanime, all’armatore che ha cercato di farci credere che il raddoppio dei biglietti fosse dovuto all’aumento del carburante. Mentre stavo per inviare quest’intervento mi è giunto, insistente, uno squillo: la stessa voce scandinava mi informava che i giurati erano giunti a questa sofferta soluzione: per non fare dei torti a nessuno il premio Nobel per la tempestività l’avrebbero assegnato a entrambi. Una menzione, tuttavia, con tanto di pergamena filigranata, è stata proposta anche per l’opposizione che dopo due mesi ha trovato il tempo per “sollecitare” un intervento dell’Antitrust.
Una sollecitazione davvero commovente, peccato che somigli terribilmente ad una sollecitazione fatta da Altroconsumo quasi due mesi fa. Forse è per questo che non mi è venuto da brindare. Mi sono limitato chiudere il giornale. Poi, appoggiando la testa sulla spalla di mio nonno, ho cominciato a piangere come un agnello. Mio nonno si è girato appena e, accarezzandomi la testa, mi ha chiesto: “ma a’ fattu die o er galu iscuru?” Anche se erano le quattro del pomeriggio ho risposto: “er galu iscuru, manne’, iscuru mummutu!”
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