Progres è il nome scelto dai costituenti per il loro nuovo movimento nato dalla scissione di iRS. È l'acronimo di Progetu repùblica de Sardigna, proposto dall'ideologo del gruppo, Franciscu Sedda, ed approvato dalla maggioranza. Una consistente minoranza avrebbe preferito un'altra sigla, Res, Repùblica de Sardigna. Gli uni e gli altri non si sottraggono, insomma, al sospetto – certezza per quanti continuano ad essere iRS – di avere nel loro orizzonte politico e culturale un movimento illuminista e radical chic.
Progres sarà anche un acronimo, ma è anche i sette ottavi di una parola inglese di senso compiuto, come l'altra del resto, Res, è parola romana. Su progetu ha in sé il concetto della costruzione, in progress, appunto, ma inevitabilmente il suo nome strizza l'occhio alla parte della società sarda che è o si sente “progressista” e, quindi, di sinistra. L'Alleanza dei Progressisti era la coalizione elettorale di sinistra costituita nel febbraio del 1994 in Italia. E Progressisti sardi fu il nome della lista di sinistra che, con Federico Palomba, vinse quell'anno le elezioni sarde. Progres flirta con l'inglese e con il sardo, a differenza della casa madre il cui nome, iRS, ha un acronimo senza significato e ha senso solo nel suo sviluppo, Indipendèntzia Repùblica de Sardigna. Nel titolo, dunque, c'è il progetto politico e culturale che si dichiara sardo sia nel nome sia nella prospettiva.
Almeno sotto questo aspetto, non c'è in iRS la tentazione di ricavarsi nel cosiddetto mondo progressista il proprio bacino di influenza e di cattura del consenso. Nella pratica le cose sono state diverse, se non altro per l'esplicito non interesse ad avere rapporti con la destra, ritenuta non solo conservatrice ma soprattutto espressione di interessi non compatibili con l'idea di indipendenza. Erano invece ritenuti compatibili solo con l'odiata autonomia, il deprecabile sardismo, il condannato nazionalismo. Di qui il tentativo di tagliare i ponti persino con la bandiera sarda, i Quattro mori non solo simbolo del sardismo, ma soprattutto dei sardi che combatterono contro Arborea e insieme agli iberici fondatori nel 1324 del Regno di Sardegna.
Tutti stilemi, dal non nazionalismo all'indifferenza verso la lingua sarda alla scelta di una bandiera diversa da quella conosciuta in tutto il mondo come sarda, elaborati da Franciscu Sedda e accolti con favore da centinaia di giovani intellettuali in Sardegna e in su disterru, nell'emigrazione. Giovani dalla notevole intelligenza e capacità teorica, affascinati dal giovane semiologo che insegna loro come sia possibile e desiderabile l'indipendenza nazionale senza lingua sarda. Il deismo, la religione civile e l'adorazione della Dea Ragione che sottendono questa elaborazione hanno dettato anche i modi organizzativi della vecchia iRS, settari ed elitari e l'inevitabile rottura fra deisti e a-deisti, élite intellettuale e movimentisti. O, se si vuole, tra chi ha una visione salvifica della Repubblica (Res, infatti, uno dei due nomi proposti dal nuovo movimento) e chi intende costruire la sua prospettiva stando dentro il movimento dei pastori, quello contro il nucleare, contro Equitalia e Abbanoa, contro la base militare di Quirra e Perdasdefogu, contro lo spaventoso progetto di Buddusò di energia dalle bio masse.
Il dramma, ma questo è un discorso a parte, è che se c'è un importante movimento contro, il “pro” è, in questo mondo, affidato nel migliore dei casi alla replica sarda dell'antagonismo italiano e, nel peggiore, al deismo che, per sue ragioni intrinseche, si assume un compito che nessuno gli ha affidato: illuminare il cammino del popolo.
Nel caso di Progres, i Lumi sono proposti a quella parte del popolo, la intelligente perché progressista, che adora la Ragione raziocinante. E alla quale dovrebbe apparire un grande segno di modernità e di mondialità quel nome inglese dato a un movimento che vorrebbe costruire una repubblica sarda. E pazienza se i destinatari dei Lumi non capiscono: capiranno.
Prog Re S: Progetu Republica Sarda (o de Sardigna), iscritu in sa LSC
RispondiEliminaAt ganadu contra s'ateru numine, Repubricanos, pero de unu pagu. Si esseremus istadus Repubricanos diamus essere istadus de dereta?
Non diat essere s'ora de acabarla con sas puligas mentales? ;)
Avevo pronte quattro righe da spedirti, scritte in sardo, nel mio sardo, ma, questa volta corredate da una traduzione in italiano come lingua “de cumbenèntzia”. Alcuni concetti li ho ritrovati in questo tuo. Mai aspettare, altrimenti ti anticipano. Con te non ci si può adagiare in sonni tranquilli; scherzo, sia chiaro. Le quattro righe te le invio ugualmente perché, in qualche modo possono servire da commento al “progres” dei progressisti.
RispondiEliminaGrazie Signor Elio" pro sa limba de cumbenèntzia".Potrebbe spiegare Lei a cust'omines che non ci può essere un movimento per l'indipendenza de sa Sardinia senza sa limba sarda?Ma siamo sicuri che questi signori siano sardi e conoscono sa limba?Personalmente ho forti dubbi oppure,hanno le idee molto,molto confuse.
RispondiEliminaA volte mi dolgo e mi deprimo a causa del fatto che mamma natura non mi ha fatto molto intelligente.
RispondiEliminaLeggendo quanto scrivi, caro GFP, apprendo che le proposte del ProgRes sono riservate alla parte intelligente della popolazione: un tantino mi rincuora il fatto che non sono oggetto delle loro attenzioni.
Come disse la volpe a cui era rimasto tra i denti solamente il campanaccio della capra, non si può avere tutto.
costoro si ostinano a riferirsi ad un popolo immaginario, anzi è un popolo oltre che immaginario, un popolo immaginato coem arido, dritto, senza fartture, omologato, o meglio da omologare...
RispondiEliminacostoro desiderano una sardegna del futuro senza sardegna, una res publica senza la res, poichè la res da sostanza diviene idea e il popolo da sostanza a sua volta si fa idea per poi sessere ideale... ideale di sognatori anacronisti antiquati... tanto progress ma figli di ideologie in deterioro tanto quanto i popoli che hanno voluto plasmare...
un popolo che vive per il benessere del concetto di stato di pochi, e non uno stato che esiste per il bene di tutto un popolo...
costoro devono essere definiti per quello che sono: a-sardi, e come tali, nella nostra sardegna, quella costruita da qualsiasi sardo, seppur sbilenchina, ci occuperemo amorevolmente pure di loro...
Avevo paura di essere stata troppo dura nei confronti di"Progress" ma l'efficace e piacevole ironia del signor Pilloni e l'incisivo commento del signor Casu,mi hanno consolato e,per la prima volta,sono contenta, anche io, che madre natura non ha dato,anche a me,l'intelligenza,sono proprio contenta.
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RispondiEliminaCustos sun sos peus vissios de sos partidos italianos chi si critican a cada a berta de ucca. A si partire sun bonos ca b'at tropu puddos in su puddarzu, ma est a si aunire chi non b'alen o non cheren... Chi siat sa maleditzione de Carulu V?
RispondiEliminaA la nàrrere giara, comente fato semper e semper cun rispetu, mi parent unu muntone de machines. ma tantu, pro su chi balet, sighidebila chi in su mentres zente chi faeddat in sardu e mandigat in italianu no l'est ponzende in... busciacca!
RispondiElimina@Grazia, giai una olta ti l'apo nadu: chie cheret èssere rispetadu devet rispetare.
Ha ragione signor Giuseppe,però continuo a ritenere assurdo che un gruppo di sardi vogliano ignorare la nostra meravigliosa lingua,che,purtroppo,non so parlare ma,, menomale capisco e lo considero un grosso mio limite.Scusi la mia impetuosità.
RispondiEliminaCredo sia ancora presto per criticare.
RispondiEliminaPur avendo compiuto una scelta diversa, essendo rimasto in iRS, colgo l'occasione per fare i migliori auguri di buon lavoro agli indipendentisti di ProgReS, nella speranza che finiscano i veleni degli ultimi tempi e che da ambo le parti si tenga presente che esiste una causa comune che ci unisce. Faccio i complimenti per la scelta del nome, molto efficace! Su una cosa soltanto vorrei mettervi in guardia (scusate se mi permetto da esterno): state attenti che la vostra (certamente genuina) idea di progresso non venga confusa, all'esterno E SOPRATUTTO ALL'INTERNO DEL PARTITO, con la vecchia e deleteria idea di questo, molto diffusa in Sardegna: un progresso vorace, che non rispetta niente e nessuno, al quale viene riconosciuto il diritto di fagocitare ogni cosa, un rullocompressore che schiaccia ogni peculiarità per omogeneizzarla al modello dominante.
Troppo spesso nella nostra storia, anche recente, il progresso è stato una scusa per compiere le azioni più spregevoli. Troppo spesso è stato una divinità alla quale sacrificare ogni cosa.
Quante volte in nome del progresso ("su progressu" narait sa zente a bucca abbelta!) si sono giustificati gli attacchi alla lingua e alla cultura sarda, al patrimonio storico, alle peculiarità architettoniche e urbanistiche dei nostri paesi, all'ambiente e a quant’altro veniva visto come un ostacolo all’avanzata del dio-progresso da chi aveva una tale visione del fenomeno? E quante volte a distanza di anni (forse troppo tardi) si sono rimpiante quelle scelte sciagurate e ci si è resi conto che quelli non erano ostacoli ma importanti risorse per un vero e duraturo sviluppo della nostra società?
Non molte purtroppo!! E ogni giorno riceviamo degli esempi a conferma che la vecchia idea di progresso è dura a morire.
Forse è per questo che alcuni oggi attribuiscono al termine una valenza negativa.
Quindi vi auguro di riuscire a dimostrare (assieme a iRS e alle altre forze che condividono questo genere di sensibilità) che può esistere un’altra idea di progresso, un progresso più umano, sostenuto dalla nostra identità e basato sulle nostre esigenze, un progresso che accolga anziché schiacciare, un progresso che sia davvero nostro.
Buona fortuna!
Frantziscu Ghiacciu, Iscanu
Mah, in ue b'est iscritu chi ProgReS - Progetu Repùblica non bolet sa limba sarda?!?! Faghimus aici, nde torramus a chistionare cando at a èssere presentadu si Manifestu polìticu in su cungressu...
RispondiEliminaA onni manera, antis de chistionare, si cussìgio de bìere sa ripresa de totus is traballos de s'assemblea natzionale (semus aici "seta" ca amus postu totu in internet...), dd'agatades inoghe:
http://www.ustream.tv/channel/assemblea-natzionale