Questo arciere, inequivocabilmente nuragico, è stato venduto all'asta dalla Royal Athena Gallery di New York. Ne da notizia nel numero questi giorni in edicola la bella rivista Làcanas che pubblica anche un interessante articolo di Marcello Cabriolu. Lo studioso mette a confronto questo arciere (la cui foto è pubblicata dalla rivista) con quello rintracciato dai carabinieri a Cleveland e riportato in Sardegna, a Sant'Antioco. Ai nostri lettori il piacere di leggere l'articolo e di gustare le belle fotografie a corredo.
Nel sito della galleria d'aste compaiono le foto di altri bronzetti sardi e di uno iberico in attesa di compratori. Si tratta, di quella stessa Royal Athena Gallery che vendette il cosiddetto arciere di S Antioco al museo di Cleveland. Tutto regolare, immagino. Tutto a norma di legge, presumo. Qualcuno, “legittimo proprietario” dei bronzetti, li affida a una casa d'aste perché lo venda al miglior offerente. Come è successo a quello di cui parla Làcanas, che ha rintracciato il nome del “legittimo proprietario”, un signore svizzero. Sarebbe interessante sapere dove, come e quando e da chi lo svizzero abbia avuto il bronzetto. Ma è morto anni fa.
Quasi certamente lo ha avuto da qualche mascalzone tombarolo sardo, uno di quelli che negli anni hanno depredato il nostro patrimonio archeologico. Per di più facendosi fregare. Quanto vuoi che abbia venduto, il mascalzone, un bronzetto che, a base d'asta, batte 37.000 euro? Un decimo, a esagerare?
Resta un'altra domanda, che resterà senza risposta, a meno che il Ministero dei beni culturali non la ponga ai venditori legali del patrimonio “indisponibile dello Stato”: sanno o non sanno, i proprietari delle case d'aste, che nessuno, proprio nessuno, può accampare la proprietà legittima di un bronzetto nuragico o di qualsiasi altro reperto archeologico del mondo? Non esiste, anche altrove, il reato di incauto acquisto, comunque definito?
PS - Nello stesso numero di Làcanas, Egidiu Lobina pubblica un ritratto di Aurelio Piano, protagonista dello sconcertante tentativo di consegnare ad archeologi il bronzo antico da essi definito un vegetale. Qui Piano è raccontato come ricostruttore e reinventore di segni nuragici attraverso le sue ceramiche. "Auréliu non tenit sa pretesa de torrai a fai pretzisus is ghererris nuràgicus, siant shardana o peleset, sa sua est una revisitatzioni, un’interpretatzioni, un’arregalu a su mundu de oi pustis de unu biaxi longu longu. In su mundu de is sonnus de perda" scrive Lobina.
PS - Nello stesso numero di Làcanas, Egidiu Lobina pubblica un ritratto di Aurelio Piano, protagonista dello sconcertante tentativo di consegnare ad archeologi il bronzo antico da essi definito un vegetale. Qui Piano è raccontato come ricostruttore e reinventore di segni nuragici attraverso le sue ceramiche. "Auréliu non tenit sa pretesa de torrai a fai pretzisus is ghererris nuràgicus, siant shardana o peleset, sa sua est una revisitatzioni, un’interpretatzioni, un’arregalu a su mundu de oi pustis de unu biaxi longu longu. In su mundu de is sonnus de perda" scrive Lobina.
No, la cosa drammatica è che tutto si svolge in piena legalità. Salvo smentite
RispondiEliminaE' una coltellata alla schiena ogni volta ma è doveroso parlarne e denunciare. Altri esempi:
RispondiEliminahttp://shardanapopolidelmare.forumcommunity.net/?t=39457853
ADG
Ottimo Marcello, per l'ennesima volta proponi articoli interessantissimi sulla rivista Làcanas. Quanto al mercato dei reparti nuragici, effettuato in modo clandestino o alla luce del sole, non meravigliamoci più di tanto: al di là delle collezioni dei musei europei e statunitensi esistono anche quelle private e di tutto rispetto. Guardate questa come esempio
RispondiEliminahttp://www.flickr.com/photos/antiquitiesproject/sets/72157624084345936/
dove la quarta fila della bella "vetrina" è dedicata tutta alle antiche culture della Sardegna con tanto di ricche didascalie che indicano anche il luogo di provenienza.
Giuseppe Mura
Frimae un'iscuta Pitzocos! S'irgonza po sos brunzittos est cosa de importu mannu.
RispondiEliminaMa sunt cosas de importu mannu puru sas noas chi arribant de Nuoro: A si 'ettat sa grida! Zua' est su binchidore de Su Premiu letterariu 'Gratzia Deledda' cun su Romanzu 'Sa Losa de Osana'.
E bivat Zua'! Sos augurios meos, de Valentina, de Massimilianu e de Emanuele.
@Zuannefranziscu
RispondiEliminaNon ci giurerei sul fatto che i tombaroli si siano fatti fregare...purtroppo il mercato e più vivo che mai e ho saputo recentemente che su un bronzetto intero, trafugato preferibilmente in svizzera, il tombarolo sardo può arrivare a guadagnare fino a 10 000 euro al centimetro!
Capite da soli...
Il problema è chi paga.
@ Castangia
RispondiEliminaPiù o meno sono i prezzi che sapevo anche io: 11 centimetri 110.000 euro. Ma l'asta lo venderà ad almeno tre volte tanto. Ha visto quei brandelli di bronzetto? 30 37 mila euro. Se anche un imbecille li ha venduti a 8, 10 mila euro (ma non è così) sarà lo zimbello del venditore