di Gigi Sanna
Altri documenti, sia quelli che si vedranno più avanti sia quelli che via via saranno da noi pubblicati a breve, confermeranno il dato sull'aspetto MF del dio nuragico, ma riteniamo che forse nessuno lo possa, con altrettanta chiarezza, come questo che oggi presentiamo. E' stato trovato casualmente da un privato, diverso tempo fa, in una località del centro della Sardegna che qui (per ovvi motivi di prudenza, soprattutto di doverosa tutela del sito) si preferisce non nominare. Si tratta di un coccio (verosimilmente il resto di un manico di un vaso cultuale nuragico) in pasta rossastra di non grandi dimensioni (meno di 7 cm di altezza x 5 cm circa di larghezza.) che reca incisa, con solchi abbastanza profondi, una 'scritta' realizzata in parte in stile pittografico e in parte solo con segni schematici 'lineari'.
La parte pittografica, che procede dalla parte alta del manico, presenta manifestamente un intero 'corpo' umano, ma realizzato per 'dettagli' significativi o pregnanti; in modo tale cioè da suggerire nella parte superiore un "aspetto" femminile, nella parte inferiore un "aspetto" (almeno apparentemente) solo maschile. Nella parte superiore si nota infatti un viso a 'bambolina', reso attraverso un disegno con linee morbide e 'rotondeggianti' che riguardano le guance, ma anche le sopracciglia e la bocca. L'occhio è tracciato solo con un puntino alludente alla pupilla, ben visibile sotto l'arcata sopraccigliare sinistra (a destra di chi guarda la figura), meno visibile sotto quella destra, visibile quest'ultima solo per metà. Al di sopra della fronte una linea non molto marcata denuncia forse l'inizio del disegno della capigliatura, ormai andato perduto, a causa della frattura del manico del vaso,
Il viso è seguito, all'altezza delle guance, da due corte 'braccine' senza il busto (quella a destra leggermente più staccata dal 'corpo') e, all'altezza del mento, da un 'corpo' ('piriforme' o, grosso modo, a triangolo con vertice verso l'alto) la cui femminilità è resa, e direi particolarmente sottolineata dall'ombelico dilatato e dal grembo ampio e 'maternamente' rilassato (per infiniti parti) dalle pieghe (questo verosimilmente il probabile significato delle due grandi linee che lo solcano, leggermente curve e opposte. Concava la superiore e convessa la sottostante)...
Caro Gigi, ci hai fatto aspettare, ma ne valeva la pena. Quel gingillo che ci presenti è, più che straordinario, commovente. Commovente, va da sé, per chi vuol vedere, capire, studiare, interessarsi, anche emozionarsi, pensare a che cosa c'è dietro, a sos mannos nostros che ce l'hanno lasciato in eredità. Per chi, insomma, sente che non tutto lo scibile in materia archeologica ed epigrafica è nella testa di chi proclama pubblicamente (e testualmente): "Prima del primo Millennio aC e addirittura nel IX non si trovano tracce di scritti, fino all'VIII. Eravamo un popolo di muti in quel periodo". O anche per quanti, con altrettanta sicumera e tautologia, afferma che i nostri antichi non scrivevano... perché non scrivevano. Temo - ma non scoraggiamoci perché "ci sarà pure un giudice a Berlino" - che questo coccio farà la fine della barchetta nuragica, del coccio "ugaritico", di quello di Pozzomaggiore e di chi sa quanti altri reperti aspettano nei magazzini delle Soprintendenze che qualcuno, ammettendo di non sapere di epigrafia, si rivolga a chi ne sa. Se proprio il giudice a Berlino non c'è, se ne troverà qualcuno in giro per la Sardegna e l'Italia? Magari qualcuno che sia deciso a chieder conto, nell'interesse dei contribuenti, di questa ormai insopportabile arroganza? [zfp]
Se fosse "semplicemente" la rappresentazione di una partoriente???
RispondiEliminaRumina, rumina.
RispondiEliminaLi 'leggo',come avrai certamente notato, ma non come segni di scrittura: contribuiscono alla lettura (ho parlato di iperbole)per l'aspetto femminile forte (di Grande Madre); cioè evidenziano il solo segno femminile in opposizione a quello maschile ( l'enorme fallo), segno che è poi quello che risulta dal confronto stretto con gli altri documenti ad uguale schema. Tre sono i 'segni' a cui devi, secondo me,prestare attenzione. Tu pensi ad una reiterazione dello shin? Tre volte lo shin? Potrebbe essere (e cosa c'è di scontato in una scrittura a rebus come quella nuragica?), ma mi attengo al probabile o al sicuro.
Certo è che ombelicone e pieghe della pancia sono due 'tratti' geniali per alludere al 'Dio Madre'. Anche nel saggio del Garth (leggi il brano che ci interessa) la parte femminile attribuita ad Asherah ha ugualmente l'ombelico ( ma dato da un misero puntino!) e un triangolino che allude al sesso femminile. Ma, come ho anticipato, ritornerò sull'interpretazione (che mi sembra errata) del disegno del coccio da parte del Garth.
Chiudo dicendoti due cose: che a me la figurina sarda con ombelico e pieghe (righe) che attraversano la pancia mi sanno tanto di Grande Dea raffigurata con simbologia neolitica. Non ho avuto il tempo di verificare, ma mi sembra di ricordare che le dee riportate dalla Gimbutas abbiano uguale raffigurazione e simbologia. Comunque, la simbologia dell'ombelico è particolarmente presente nella raffigurazione della Grande Dea Luna-Bipenne di Chathal Huyuk. Puoi vederlo anche in SAGRA l' “ombelicone” (anch'esso occupa quasi tutto l'addome) della Dea con le gambe divaricate. ( v.pp. 379 -380, figg. 3 e 6.
Bene, Gigi, mi hai stupito, come spesso, come sempre.
RispondiEliminaMa deve aver fatto un balzo sullo scranno anche Babbai, da tanto tempo trascurato anche da quelli per cui si era speso di più.
Peccato che sia solo un coccio e non una pergamena, che sia stato rinvenuto da qualcuno non autorizzato a guardare dove mette i piedi, interpretato fuori dalla continuità oltre che di un contesto.
Come ben dice Tanit, perché non dovrebbe essere una partoriente?
Se poi lo dati così in alto, cioè prima dell'Esodo, quel fagotto che si nota in mezzo alle gambe è proprio un parto pre-esodo. Fu infatti Mosè a "rompere le acque" per primo e, in sua memoria, le donne ebree lo imitarono per prime e via via le altre cristiane.
Se il coccio fosse, ad esempio, dell'Età del Ferro, quando ormai le donne rompevano le acque con più frequenza prima di mostrare il frutto del loro ventre, noi vedremmo una testina a bambolina o, meglio ancora, due gambe divaricate in mezzo alle quali si potrebbero scorgere almeno due piedini di bambola. Tutto questo ad avvallare la continuità della specie di Darwin, e la teoria delle matriosche di Mangiarrostov.
Vedi, anche se mi riuscissi di dire ancora più colossali fesserie, sarebbero nulla rispetto a certi commenti che neppure hanno il coraggio di arrivare.
Ma chi se ne importa?
Vive l'anciene regime!
Un'Apixedda di cocci li seppellirà.
O Fra' cos'è s'Apixedda?
RispondiEliminaMi hai fatto ridere di gusto. Comunque, se vogliamo restare nel ridicolo pensa a quello che ha detto un certo archeologo al detentore del coccio: cos'è questo 'motociclista'? E siccome la prima impressione è quella che conta yhwh evidentemente è rimasto, per l'archeologia che tace, un 'motociclista'. Tutto ok e messo per benino in fila da chi ha occhi buoni. Così come il fallo rettangolare di Gremanu o la pecora cornuta del brassard di San Giovanni Suergiu o le lettere ugaritiche postas a s'imbesse.
Ma non ti penses chi sa comica siat acabada: podera! podera!
davvero esplosivo, se gli studiosi di religione si accorgessero dell'esistenza di un documento pittografico in Sardegna, riguardante YHWH, che anticipa di secoli quello rinvenuto in Oriente ( ritenuto il più antico), la loro ricerca trascinerebbe inevitabilmente anche il contesto storico-archeologico dell'Isola. Naturalmente, ma non c'è bisogno di ricordartelo, il punto più debole della questione riguarda l'autenticità e la datazione del reperto.
RispondiEliminaQuindi, caro Gigi "aganfarì 'a orusu"! Noi siamo con te.
Giuseppe Mura
No cara Aba, il 'penis' non lo si vuole vedere proprio. Guarda bene YHWH del frammento di Gerusalemme. Altro che pudichi! esattamente il contrario. Io uno yahweh così mai avrei pensato che sarebbe stato rappresentato! Sto ora pensando a chi, dio o uomo, è riferita l'immagine del Ricciotti riportata da quel furetto che era Salvator Angelo Zonchello. L'hai presente?Non credo proprio che una certa cosa si possa chiamare 'headdress'. CAPITO MI HAI?
RispondiEliminaLa dedica? Sì, solo per te: ma bada che faccio ancora parte della staffetta. Ho annunciato che sarei ritornato sull'interpretazione del Garth che non mi convince per nulla. Pensa solo alla 'taw' posta, secondo lui, per 'riempitivo' e/o per 'horror vacui'. Non si rende conto ( o si?) che così annulla, annullando la lettera, ogni ipotesi di scrittura!
A Giuseppe.
RispondiEliminaE infatti faranno di tutto per non farlo conoscere o per dire che è un 'falso a priori' i telefonisti internazionali. Che patetici! L'ho già scritto due anni orsono in questo stesso Blog. E' Internet che vince. E vincono 10, 20,cento, mille documenti. La sempre crescente valanga dei documenti. E che sono quelli nuovi di Dorgali, di Tortolì, di Gesico,di Ghilarza? Falsi 'a priori'? Tra poco ne vedrai altri due o tre che stanno sotto il naso di tutti,uno addirittura esposto pomposamente in un museo. Sì, che patetici i telefonisti nazionali ed internazionali! A quando poi la visione del coccio nuragico in ugaritico confermato da Pettinato, da Zucca, dal silenzio imbarazzato di tantissimi? A quando la risposta per i mille che la reclamano?
Scusi Sanna,
RispondiEliminanon intervengo sul contenuto del coccio perché da una sola immagine mi è difficile capire. Glielo dico da contravventore che si paga entro una settimana le (poche) multe che gli/mi vengono comminate. Ma Lei dice:
E' stato trovato casualmente da un privato, diverso tempo fa, in una località del centro della Sardegna che qui (per ovvi motivi di prudenza, soprattutto di doverosa tutela del sito) si preferisce non nominare.
Ora che io sappia, chiunque trovi qualcosa che abbia che fare con il nostro passato, dovrebbe avvertire con una certa celerità le pubbliche autorità, se non altro per renderle edotte che non si tratta di uno scavo clandestino. Ora mi sembra che ciò non sia stato fatto. Le chiedo: questa Sua esternazione, non rischia di mettere in difficoltà Lei e il Nostro blogger che l'ha pubblicata ? Non c'è qualche esperto di diritto che ci possa meglio rischiarare su quale sia il diritto vigente in materia di reperti casualmente ritrovati?
saluti
Forse non sono un ottimista per mia natura ma ho come l'impressione di avere la fortuna di vivere da qualche anno un periodo particolarmente positivo e fecondo per gli studi sulla civiltà nuragica, o meglio dei Sardi, considerata la incredibile durata della stessa, per continuità ed integrità di cultura, usi e tradizioni, lingua, religione, quasi fino ai nostri giorni.
RispondiEliminaHo sempre pensato che il modo così profondo con cui ancora fino ad oggi non pochi anziani vivono la religione monoteista cristiana cattolica( dopo un radicamento storico molto tardo e complicatissimo) non poteva che dipendere da qualcosa di ancestrale e di tramandatoci dai nostri padri.
Oggi possiamo intuirne le ragioni.
Intanto mi godo questo straordinario reperto ( ormai vengono fuori a getto continuo) con uno YHWH interamente pittografico e androgino che si specchia nel suo manifestarsi lineare.
Lo scriba nuragico è stato tanto abile da pensare di poter venire incontro al Professore, che di certo non ne ha bisogno; e molto probabilmente ha voluto mettere nei guai un gruppo di scribacchini fenici,appena sbarcati, che, nel tentativo di rimediare, corrono disperatamente dal Sinis a Teti, da Bosa a Santadi, da Orani a Paulilatino, da Serri a Monti Prama, a Decimoputzu, Tadasuni, Zerfaliu, Padria, Ittireddu, Arzachena, Pozzomaggiore e "in su corru 'e sa furca chi che los bettene".
Giovanni
A Giovanni.
RispondiEliminaSì, l'ho pensato anch'io. La religiosità dei Sardi ha radici antichissime, soprattutto per il culto della Madre o di Maria. Quando venne in Sardegna il papa del famoso 'bacio ai bambini' (non custu, frittu che nie, chi non balet a logu!)disse che era rimasto colpito del culto dei Sardi per la Madonna o di 'sa Mamma de Deus' (come lui stesso ebbe a dire in sardo, con l'entusiasmo della folla che ti puoi immaginare). Il corso che ho tenuto l'anno scorso all'Università (Istituto di Scienze di Oristano) era incentrato proprio sull'aspetto di questa tua osservazione. Spiegavo però che, purtroppo, lo YHHW dello zelo cristiano missionario dava di roncola allo YaKu sardo e cioò a 'isse e tottu'. Ho spiegato cioè quello che c'era già in nuce nel mio SAGRA. Del resto, la continuità religiosa 'nuragica' o shardan (di 'El YHWH) delle tribù sarde non poteva non colpire un papa sensibile come Gregorio Magno che quasi si stupiva per lo spirito pagano ma biblico -cristiano nello stesso tempo dei Sardi. C'è una cosa però a cui penso continuamente. Che è davvero stupefacente che Efisy della Stele di Nora, il figlio ( uno dei figli santi) di Yhwh, oggi il santo patrono dell'Isola, sia nuragico. Non credo di sbagliarmi sull'identità del figlio di NGR dell'ultima riga della lapide norense.
A Illiricheddu.
Con la sciagurata legge Urbani si corre qualche rischio, certamente. E' un po' difficile operare e comportarsi. Ma ne vale la pena credimi. Immagino che tu stesso lo correresti e forse volentieri se putacaso ti trovassi ad avere a che fare con delle foto (foto spesso, bada bene e non altro, purtroppo) che documentano, in qualche modo, la frequentazione illirica in Sardegna. Non trovi? Quando la conoscenza è ostacolata duramente (le mille e più firme della petizione non ci sono per divertimento) si ha, si deve avere, il dovere morale di far conoscere quello che certuni vorrebbero che non si conoscesse. Guarda caso è il sottoscritto che ha pubblicato la foto della barchetta di Teti imboscata nel Museo e poi quella di Pozzomaggiore che nessuno sa dove è allocata nonostante sia stata trovata in un regolare scavo con tanto di documentazione stratigrafica. E prima ancora di queste la foto del nuraghetto di Uras ed altre ancora. Una cosa però, debbo dire, cerco di evitare al massimo: che il mio studio, che in fondo diventa una consulenza, possa minimamente giovare ai mascalzoni. E ' custus fragant a bentu!'. Sai, di una cosa mi sono pentito: del commento che ho fatto alla freccia 'scritta' cananea con il tre 'taurino' di YHWH presentata qualche mese fa da Aba Losi. Giusto o sbagliato che sia il mio giudizio sul pezzo, io non so ora se venditori o compratori abbiano speculato sulla freccia sottovalutata, archeologicamente e epigraficamente parlando, rispetto all'altra 'fenicia' ( guarda un po' che credito hanno questi fenici 'che non sono mai esistiti'!). Qui in Sardegna posso tenere gli occhi aperti, altrove per nulla, naturalmente.
Caro Giggi, l'ignoranza degli antichi missionari che cancellavano gli antichi culti è ancora più grande se si pensa che oggi stiamo scioprendo che Lo Yahw(eh) ebraico e cristiano poi, altri non è che l'ANTICO DIO/DEA dei PdM.
RispondiEliminaIl fatto che io Iberia e nella stessa Sardinia sopraviva ancora il culto di JAHW (JAGW in iberia), pur chiamto Jakomo dalla Chiesa, ne è l'esempio eclattante.
Nei nostri Paesi si festeggia S. Giacomo in chiesa, ma nelle celebrazioni "Civili" diventa subito Santu Yahw.
Nell'Antico Testamento, quando MOSE cerca di carpire il NOME al Dio che si presenta nel Roveto Ardente, si sente rispondere: "EYAH, ASHER EYAH!"
Tale espressione viene tradotta in "IO SONO COLUI CHE SONO", ma la traduzione esatta è "IO SONO COLUI CHE è CHIAMATO EYAH"... che suignifica anche: "IO SONO COLUI CHE è CHIAMATO EAH"... ove EA stava anche per il sumero ENKI ed ENKI/EA era l'antico Dio dei Pozzi Sacri, adorato dai PdM ... Sardinia ed Egitto compresi.
il YAHW trovaTO DA GIOVANNI PETTINATO ad Ebla è proprio LUI: ENKI/EA.
Gli stessi MADIANITI, discendenti da DE.DAN, di cui era capo sacerdote il suocero di MOSE, adoravano questo Dio, che infatti si manifesta nel territorio di MADIAN.
Salude
Leonardo
@Gigi Sanna
RispondiEliminaPer fare un paragone, seppur lontano culturalmente ma anche nel tempo e nello spazio, sull'arte antica di "illustrare graficamente" i concetti e gli eventi, prendo spunto da un prestigioso programma televisivo e da quanto illustrato dal suo autorevole presentatore:
""gli aztechi avevano elaborato una loro propria scrittura "pittografica", con la quale hanno "dipino" e "scolpito" veri e propri libri""
Senza considerare la distanza geografica e il contesto culturale nel quale si sviluppò detta civiltà, storica e ben documentata, la separano dalla "nostra" anche, circa, ben 3000 anni di tempo.
Tu parli di "motociclista, caro Gigi: bene, s'Apiscedda è il nome confidenziale con cui, nei paesi, viene chiamata la motocarrozzetta della Piaggio, buona per spostare teulacciu (cocci di tegole).
RispondiEliminaNe costruirono anche di ribaltabili e appunto per questo l'effetto del seppellimento sarà molto veloce.
A proposito della riservatezza che usi nel parlare del sito di ritrovamento del coccio, in quanto hai scritto c'è qualcosa che fa pensare che il ritrovamento non sia stato adeguatamente comunicato all'autorità preposta e, se richiesto, il reperto consegnato?
@ Gigi Sanna e Illiricheddu
RispondiEliminaBasterebbe che il nostro oscuro e zelante personaggio prima la documentasse, fotografasse e ne facesse quello che gli pare con la foto, e poi consegnasse il pezzo ai carabinieri. Se qualcuno lo ha trovato per terra non c`e nulla di piu facile e soprattutto nulla da temere. Tenendo il pezzo conservato in casa e non potendolo mostrare se non in foto, cosa cambia? al massimo che tanti non si potranno mai fidare veramente...
Ho espresso varie volte in questo blog la mia perplessita sul fatto che spesso qui vengono presentate rivelazioni straordinarie da foto senza alcuna indicazione di misure e per giunta fatte un po come viene, di pezzi di cui si ignora la collocazione "trovati e conservati da amici". Credo sinceramente che queste cose facciano scendere il livello della discussione scientifica ad un punto molto basso. Come e possibile operare con tanta sistematicita nell`opera interpretativa e invece in un modo cosi grossolano nella scelta del materiale da analizzare?
G.Castangia
Cara Aba, hai già risposto al dottorino saccente. Che devo aggiungere? Il livello della discussione 'scientifica' è basso? Non entri a farne parte. Resti sui livelli superiori, anzi su quelli sublimi. E' così semplice! Il medodo della scelta documentaria è 'grossolano'? Pazienza. Non posso fare di meglio. Se si sforza di capire forse capirà. Ma dubito che lo faccia lo sforzo. E poi, non stia tra 'grossolani' come me chè rischia d'esserlo anche lui parlando alla grossa di grossolanità . Soprattutto non stia con chi, scienziato come te, è letteralmente insorto per aiutare i grossolani e quelli con gli scarponi chiodati. E dubito anche, mia cara, che faccia lo sforzo di leggersi la legge Urbani (non l'avessi citata !) sul ritrovamento di oggetti archeologici ( ma dov'era quando in queso Blog si è parlato della consegna a chi di dovere dei piedini di Maimone?). Sì, di più non posso proprio dire, se non che non sarò certamente io a tirargli la volata sul piano della non discussione. Alcuni poi sono così abili nello sviare i discorsi! Soprattutto quelli che colpiscono nel segno. Foto? Solo foto? Sì, come quelle del nuraghetto di Uras, del ciondolo di Solarussa, del coccio di Pozzomaggiore, di tre tavolette di Tzricotu, dei cocci di Orani, della pietra di Siapiccia, dell'anello di Pallosu, ecc.ecc. Qualche volta bisogna avere fiducia ed accontentarsi. Quell' androgino c'è ed è stupendo in quel suo collegarsi, autenticamente collegarsi, tra l'altro, a tutta la documentazione nuragica scritta su Yhwh. Quanto vorrei che il reperto nuragico con caratteri ugaritici trovato a Senorbì fosse stato fotografato e fosse capitato a tiro mio o di qualche altro! Purtroppo lo scopritore non l'ha mai voluto far conoscere né intende farlo conoscere neppure con le petizioni parlamentari. Neanche in fotografia. Sai cosa ti dico, Aba? Io sarò un eccentrico ma, a questo punto, solo la fotografia appagherebbe tutta la mia sete di conoscenza del coccio. Ci fosse qualcuno domani o dopodomani, accanto e contro l'assurdo cocciuto archeologo scopritore, così incautamente grossolano nella scelta dei documenti sardi scritti!
RispondiElimina@ Castangia
RispondiEliminaNel 1998 fu consegnata nelle mani della scienza Ufficiale una delle tavolette di Tzricottu, non in fotografia, ma , a dirla come il padrone di casa, in carne e bronzo.
Tutti sanno quanto quel reperto sia stato fondamentale per la presentazione nel 2004 della tesi sulla scrittura nuragica che ha capovolto il corso degli studi sulla sardegna antica e non solo.
E' di dominio pubblico che codesta scienza Ufficiale e altamente scientifica ha considerato falsa questa tavoletta;
da allora fino ad oggi tacendo, nonostante l'avanzamento sempre più certo e sicuro degli studi, sostenuti da reperti nuovi e sempre più rafforzativi della sensazionale scoperta del codice di scrittura nuragico.
Questo nonostante l'ampio pubblico dibattito che ne è conseguito e che ha interessato persino le massime istituzioni, come la Regione e il Parlamento.
Le chiedo, signor Castangia, se la tavoletta di Tzricottu fosse vera, e cioè scritta ab antiquo, come in tanti cosiddetti grossolani, dei quali io mi onoro di far parte, credono, dove starebbero le scelte e i comportamenti grossolani?
Giovanni
Amici miei, se davvero ritenete che quello che ho scritto sul coccio dell'androgino con nome Yhw(h)abbia valore, non prestatevi più di tanto al gioco di chi riconosce il 'sistematico' (il che vuol dire il rigore dell'argomentazione) e parla nello stesso tempo di grossolanità nel metodo di presentazione dei documenti. Con la 'grossolanità', con una parola pesantissima nell'ambito della ricerca scientifica, intende fare una cosa semplicissima: 'sporcare' il post. Inficiare o mettere pesanti sospetti sulla credibilità nei miei confronti. Nè più nè meno di come ha fatto l'anonima che ha fatto scompisciare tutti con il 'semplicemente'. Un bell'aiuto davvero da persona aperta, superbamente dialettico, sul tema o argomento che ho posto all'attenzione generale. E dal momento che detto argomento è irrilevante ( si pensi un po': la prima immagine 'umana' al mondo di YHWH!) è bene parlare di metodo. Perché è la cosa più comoda quella di parlare dei minimi e dei massimi sistemi per non dire nulla e per parlare comunque. Per dare aria ai denti. Questo dottorino (che non capisce che deve mangiare ancora pane, molto pane, enormi 'civraxus', possibilmente come il sottoscritto che sulla documentazione e sulle scritte nuragiche ha il c. inchiodato sulla sedia da oltre 15 (quindici) anni!), questo presuntuosetto ( e come devo chiamarlo, uno che usa i termini come li usa?) che potrebbe andare a vedersi quelle che non sono solo fotografie ma documenti in carne ed ossa, come la barchetta scritta di Teti ( esistente e custodita nella cassaforte del museo, visionata da Maria Ausilia Fadda), oppure i 4 cocci di Orani, oppure i pittogrammi di Dorgali (può essere accompagnato da Piero Zenoni per vederli), oppure la tavoletta A1 di Tzricotu (ritenuta da sempre autentica e custodita nella cassaforte - così almeno spero- della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Cagliari), oppure i pittogrammi di Tescerè di Ilbono, oppure la pietra della capanna di Paulilatino, oppure... (ma devo proprio continuare?), cosa mi fa invece? Non spende energie per essi, sta fermo e parla di metodo! Salvo non rispondere quando sul metodo replico e replico sino alla noia. Anzi sino alla nausea. Avete mai sentito da lui una parola su questi documenti che ognuno può vedere anche domani? Lo avete sentito forse dire per essi qualcosa circa la 'grossolanità' della scelta operata per la discussione sulla scrittura? Non erano grossolani però è meglio tacere.
RispondiElimina2)
RispondiEliminaLo so, lo so: ubi panis rigor (animi) cessat. Gigi Sanna non dà pane se non a quei trenta o quaranta malcapitati che lo seguono nel corso universitario di Scienze religiose: qualche esametto e tutto finisce lì. C'è tutto un mondo invece, fatto persino di cialtroni fabbricatori ad arte di stupidaggini, di calunniatori di professione, che premia, gratifica, fa fare carriere, fa scrivere su giornali che (apparentemente) contano, tutti coloro che picchiano duro e danno in qualsiasi modo addosso a chi non si allinea. Il 'pragmatismo' ( che diventa spesso ruffianesimo puro) dei dottori e dei ricercatori a questo mondo deve badare. Me lo dicono e me lo ripetono non pochi miei ex alunni, oggi ricercatori o docenti universitari, delle facolta di Cagliari e di Sassari.
Ma, satis superque sul dottorino. Rigor animi, rigor animi, mio caro, altrimenti non solo si è piccoli ma non si è uomini ( parola che ovviamente niente ha a che fare con il sesso).
Pertanto, per non tirare volate sul niente, io gradirei che mi si rispondesse a queste domande, quelle che ho già posto facendomi, direi, un po' il mazzo (ovvero usando il 'sistematico', quello riconosciuto a 'collo storto'):
1)Quello raffigurato nel documento fittile è davvero un androgino?
2)Il nome sottostante, ovvero le lettere lineari, sono davvero protosinaitiche? Sono davvero così arcaiche? Altrimenti, cosa sono? Lettere astiformi di scuola elementare nuragica?
3)Lo shin che attraversa il viso del viso ' paffutello' è davvero uno shin o una visiera da 'motociclista' ? E se è uno shin ovvero le corna del toro, questo toro può legittimamente, col corno asimmetrico, essere ricondotto al bue Api YHWH o a quello Egiziano?
1)Il corpo sotto il viso è davvero una 'iperbole' del femminile? C'è o non c'è l'idea 'scritta' attraverso il disegno della dea madre non solo nuragica ma risalente allo stesso neolitico?
RispondiElimina2)Le gambe divaricate sottostanti sono quelle di un 'bleso' ( il BLAISOS contrario al ROIKOS delle gambe arcuate all'interno del famoso generale del poeta Archiloco) antico o simulano la 'lettera' femminile, esplicitata sia nella scritta lineare sottostante sia nei documenti nuragici proposti in tabella?
3)E il 'coso' tra le gambe è davvero un enorme fallo, come il fallo nuragico 'caricaturale' di Abbasanta o il fallo 'rettangolare' di Gremanu, o il fallo posto sul cosiddetto 'orante' del manico di spada di Abini, o i falli del nuraghe di San Vero Milis o ecc. ecc., oppure è il serbatoio della moto del 'motociclista'? Oppure, se si è acuti di vista e di conoscenza di partorienti da levatrici ( come lo è il dottore in ostetricia Franco Pilloni), ci troviamo davanti ad un fagottino non ancora aperto che nasconde la vita, finchè questa non si sveglia con un bernoccolo prodotto da santa madre terra?
4)C'entra o non c'entra il riferimento, è un paragone o un paracarro il confronto analogico con lo Yhwh androgino ( Asherah e Yhwh) del documento di Gerusalemme?
5)Ne vale la pena 'ritornare' e ridiscutere l'argomentazione del Garth? Davvero davvero c'è la Dea Asherah? Quei, prima due e poi tre, triangoli non dicono nulla alla documentazione pittografica sarda? E la 'capigliatura' sul triangolo di Yhwhe cos'è? Il testo del Ricciotti sulla cultura e le immagini 'spinte' del dio d'Israele non ci dicono nulla? E il testo del Zonchello?
Ho detto 'gradirei'. Se poi la 'scelta' fotografica non va, pazienza. Nessuno è tenuto a credermi. Anzi è tenuto a credere il sublime sublime per alcuni miei detrattori: che io vada in cerca di oggetti falsi per irrobustire la tesi sulla scrittura nuragica. Anzi anzi: è tenuto a credere che sono un fesso, un ingenuo, oppure, se si preferisce, un falsario ceramista, un frequentatore di compari falsari, un imbrattatore a tempo pieno di pietre campestri, di capanne, di pozzi sacri, di nuraghi. Va bene così? E se va bene però posso almeno dire, mi si permetta di dire, con Pietro Murru (super amico, come vedo, di falsari esperti in matematica), 'chi se ne frega'!!!
@Atropa
RispondiEliminaGentilissima scienziata benefattrice della sardegna,
non sempre la fretta e la necessità di sintesi sono omogenee all' evidenza.
Nel mio post precedente ho voluto riferirmi al 1998 e a questa dichiarazione ufficiale a tutti gli organi d’informazione :
"Deve formularsi ogni dubbio sull’origine e sulla cronologia dell’ oggetto costituente un
’mostrum’ tipologico e caratterizzato da una differenza di patina tra il diritto
(recante i segni) e il rovescio, cosi’ da autorizzare l’ipotesi di un intervento
secondario per la realizzazione dei segni stessi".
E ho inteso dare il giusto rilievo,a partire da una solo apparente cripticità,al suo sublime esito.
Una dichiarazione che merita di non essere dimenticata.
Giovanni
A Giovanni ed Aba.
RispondiEliminaIn fondo Giovanni ha fatto bene a ricordare la dichiarazione dell' 'assurdo 'dottore' in archeologia che ebbe in visione per primo il documento e lo trasmise alla Sovrintendenza. L'affermazione di ipotesi di 'interventi di natura secondaria' (leggi falso) aveva un ben preciso motivo. Abbassare e possibilmente 'congelare' da subito la straordinarietà della scoperta (input che giunse naturalmente da Cagliari, da ambienti subito individuabili) e far sorgere quindi dubbi immediati e scetticismo sulla presenza della scrittura nell'età del bronzo.
Naturalmente a lui non fregava nulla che il sottoscritto e Gianni Atzori si trovassero sciaguratamente nel mirino del sospetto, passassero da ingenui o, addirittura, da falsari (o compari di falsari). Una condotta indecorosa tenuta da un giovane 'amico'. E pensare che lo stesso 'dottore' a Ghilarza, presso la Torre Aragonese, di fronte ad una sala piena, aveva dichiarato poco tempo prima che le tavolette erano state viste da un paleografo suo amico e che questi, dopo un primo esame, aveva riscontrato alcuni segni riconducibili alla Lineare B. Pensate un po', un paleografo che scambia un alfabeto greco con un alfabeto semitico, un archeologo che scambia la cosiddetta 'Lineare B' con l'ugaritico,il protosinaitico e il protocananaico! Pazzesco! Comunque, l'amico paleografo del 'dottore' una cosa almeno aveva detto: che si trattava di un oggetto autentico con segni di scrittura! Chi era costui? Non lo sappiamo e ritengo che mai lo si saprà.
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RispondiEliminaQuando poi, prove alla mano (la presenza dell'ugaritico in tutte le tavolette e particolarmente nella tavoletta A3), a casa mia, feci osservare che si trattava di alfabeti semitici, il dottore cominciò a cambiare rotta e opinione sulla natura delle tavolette di Tzricotu di Cabras. Non sto a parlare d'altro se non che il povero Gianni Atzori, uomo tutto d'un pezzo e di temperamento, ad un certo punto non resse più di fronte ad una condotta a dir poco ambigua e 'dd'olliat attrippai'! E non l'ha fatto per dei motivi che dovete chiedere al suddetto dottore.
Questo per la 'cronaca' ( che conoscono ovviamente in tanti!), per cercare di capire come da subito si operò nei confronti (cioè contro), del ritrovamento di Cabras e come poi, gradatamente, si arrivò (per non arrivare a limiti del ridicolo estremo con la dichiarazione di falso o di 'interventi di natura secondaria') alla trovata dello 'studio' parallelo', ordinato dalla Sovrintendenza ('parallelo' rispetto agli studi fatti da Gianni Atzori e dal Sottoscritto), delle 'matrici di linguelle cavalleresche longobarde di origine turco-mongolica (sic!) con le tavolette rovesciate (quindi con l'ugaritico ed il cosiddetto protocananaico a testa in giù: la più grande vergogna, a mio parere, nella storia dell'archeologia isolana!) di quel pasticcione dell'altro 'dottore'. Tra l'uno e l'altro si fece un danno, come ognuno potrà notare, incalcolabile ai bellissimi documenti di Cabras ( un vanto epigrafico nella storia della scrittura di ogni tempo!) incrostandoli di sospetti prima e cercando poi di seppellirli dietro la cortina fumogena di un 'autorevole' saggio scritto in una rivista di grande prestigio!
Giovanni ha fatto bene a rammentare quel passo e la dichiarazione vergognosa pubblicata nel quotidiano sardo. Perchè così mi offre la possibilità di domandare: fu una 'grossolanità' la mia e quella di Gianni Atzori di pubblicare le fotografie delle tavolette una volta che si appurò ( pur senza aver riscontri con gli originali), anche da studi epidermici, che erano documenti scritti, dei bellissimi sigilli 'reali' cerimoniali dell'età del bronzo? Fu un 'abbassare' i livelli della discussione e della ricerca scientifica? No, a mio parere (ma credo anche di altri, forse molti altri) fu un' azione benemerita nei confronti della conoscenza e , se si vuole, della stessa 'scienza'. Tanto benemerita (mi si permetta di dirlo) che il dott. Castangia, qualche mese fa, ha potuto prendere la parola sul dibattito circa i sigilli di Tzricotu unicamente perché due studiosi 'grossolani' avevano sparigliato, infranto il comodo e soggettivo 'metodo' dell'obliterazione 'sine die' e fatto conoscere al mondo nel 1996 delle fotografie di 'calchi'. Soli calchi. Allora, però.
@Gigi Sanna
RispondiEliminaMi dispiace ma lei ha veramente superato un limite, io ho sempre cercato di essere corretto.
So benissimo che devo mangiare tantissimi civraxius e so benissimo che faro tanti errori e spero di prenderne atto - a differenza di lei, ma spero anche un giorno di non diventare un solitario paladino delle mie proprie idee sbeffeggiato dal mondo scientifico e ritenuto al massimo un pò "folkloristico".
Cordiali saluti
Ne prendo atto. A lei è quello che fa piacere. Un immenso piacere.Da sempre. Stanato, finalmente, l'ipocrita 'giovane' archeologo moderato. Nonchè 'corretto' con le sue blande accuse di grossolanità. Passi ora a prendere il meritato premio. E la partita è chiusa! Chiaro?
RispondiEliminaCara Aba, che cosa bella è il dialogare con te! Tu entri nel merito, sempre (anzi qualche volta manifesti il gusto di mettermi in difficoltà. Con mio grande piacere). E cos'hai fatto per poter 'entrare'? Hai osservato subito il coccio presentato dal Garth, hai letto il suo articolo in inglese, hai riletto sicuramente il mio ed ora puoi già dire ed antecipare qualche cosa sulle mie probabili ipotesi. Certo, la tua conoscenza, ormai profonda, dell'archeologia e della scrittura nuragica, ti consentono subito di individuare la 'bidente/Bipenne'; ma la tua riflessione, l'approccio al solito rebus (in Siria-palestina, se hai notato,anche la scrittura protocananaica e forse quella successiva del I Ferro si sta manifestando ugualmente 'a rebus'. Cosa del resto non sorprendente), la consapevolezzza che per capire bisogna un po' stringere le meningi, ti consentono anche di capire che oltre che i segni pittografici e lineari conta anche il numero e la geometria. Non direi però che c'è la formula o, meglio, una delle formule. C'è semmai qualcosa che ci riporta al testo della freccia posta all'asta, da te presentata, e al solito 'brassard' di Is Locci -Santus (è un oggetto scritto davvero straordinario per la scrittura nuragica, dal quale quasi mai si può prescindere). Ma ti prego di aspettare, ho bisogno di tempo e di far maturare le mie convinzioni, perchè lo studio di spessore, di grande spessore ermeneutico del Garth, non va preso sottogamba. Neanche nelle virgole.Magari ne possiamo parlare per posta privata.
RispondiEliminaTi ringrazio anche per la 'difesa'. Ma vedo che anche la tua, certo soft e non indignata come la mia, non è servita a nulla.
@Aba Losi
RispondiEliminaMa è ovvio che mi interessa! Studiare la preistoria sarda senza prendere atto del fatto che siano stati utilizzati - ad un dato momento - alfabeti di origine orientale non avrebbe senso. Però ci si deve accordare su principi di metodo. L'unica cosa che può legare il mio studio e quello di Gigi Sanna - data la loro natura profondamente differente - è una comunanza di contesti certi e una intesa su quello che definiamo contesto: trattandosi di preistoria/protostoria che dir si voglia e di una "rivelazione" - cioé una cosa completamente nuova - il problema è particolarmente delicato. Io ho letto Sardoa Grammata, mica ho mai pensato che fosse una baggianata appena è uscito! Poi ho riflettuto bene su determinati elementi - proprio perché la cosa mi interessa - e continuo a farlo restando abbastanza dubbioso sulle tavolette. Ci sono archeologi sardi che magari neanche conoscono bene quello che Sanna dice, ma chissenefrega sinceramente. Io parlo per me, come ho sempre fatto, e ascolto tutte le campane. Chi non lo fa non arriva molto lontano.
@ Atry
RispondiEliminaPrima che scrivesse il dr Castangia, alla tua domanda: "l'argomento interessa o no agli archeologi?" avrei risposto di no. Ma l'amico Giandaniele ha aperto una breccia nella mia certezza e uno spiraglio. Forse non è l'unico, forse è solo l'unico che ha il coraggio di dir quel che pensa, e che, cioè, la questione della scrittura pre-fenicia gli interessa.
Egli parla di contesti certi, così come di contesti certi hanno parlato in pochissimi (due o tre su questo blog), con la non piccola differenza che gli altri hanno chiuso la porta (no contesti no party), Castangia no, chiede di conoscere i contesti ma non chiude. Tutti gli archeologi, immagino, ci tengono, ma quelli israeliani mica hanno buttato o ignorato un coccio trovato nel Negev solo perché non contestualizzato: avrà dato loro qualche informazione in meno, ma anche il restante mica era male.
Ce ne sono altri, ma certamente la barchetta fittile di S'Urbale di Teti è stata trovata durante uno scavo, nel suo contesto giusto e da una archeologa altamente qualificata. Gigi non me la perdonerà mai, ma correrò il rischio: lascio da parte le tavolette di Tzricotu e mi appello al dottor Castangia. A un collega, la dr Fadda non potrà dire di no: le chieda conto delle iscrizioni sulla barchetta. Il suo contesto è certo e certificato dalla archeologa.