de Roberto Bolognesi
O ZF, deo una litera gai a is linguistas non bi l'apo mai scrita: "ognuno conosce i suoi polli!"
Comente apo bidu custu istíu passadu, fintzas is linguistas democraticos non si sunt chefidos esponner in sa polemica contras a sa "Lega" (a is limbas minorizadas).
Deo non so unu moralista: bi sunt omines cozudos e omines "normales" e dae pagu apo cumentzadu a atzetare ca tzertas diferentzias sunt geneticas.
Deo linguistas cozudos nd'apo connotu pagos e giornalistas cozudos prus pagu ancora.
De siguru in Italia (e sa Sardinnia est a su 100% Italia, in custu sensu) totu tenent famillia...
Ite cheres, fintzas sos intelletuales depent mandigare.
Deo t'ammiro pro su sfortzu mannu chi ses fende: "Amus bufadu abba pejus"!
Berus!
E tenes resone a chircare custa bia de mesu, ma non ti nde ismentighes ca ses faeddende a gente chi cumprende solu sa fortza.
Che is linguistas (Italianos) e totu...
O bi la faghimus a nos furriare a fortza politica o non serbit a nudda a fagher custos apellos moralisticos a is collegas nostros: chie bi lu passat su sussidiu de disocupatzione?
O bi resessimus a arribbare a sa gente, o la podimus serrare innoghe puru.
Si est berus chi faeddamus pro sa majoría manna de is sardos. comente mai abarramus semper nois bator macos a peleare?
O semus macos a beru o b'est calincuna cosa scimpra in su chi faghimus.
Pro a mie, sa pregunta de importu est: innue semus sballiende?
Ca semus sballiende est foras de duda.
www.regione.sardegna.it/documenti/1_19_20090918
RispondiElimina095655.pdf
Gràtzias meda a s'anònimu. S'elencu de sos candidados a sos oto impreos pro sa toponomàstica est de gente de gabale, istudiosos sèrios de sa limba sarda.
RispondiEliminaNessi in custu, Robe', no amus isballiadu cando amus naradu chi sa limba est finas motore de economia. Minore, ma est una vitòria.
http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_19_200
RispondiElimina91007112546.pdf
Un primo errore: l'essere andati avanti a cornate, convinti di aver individuato le soluzioni migliori, che meglio interpretavano la volontà dei sardi. Chi non condivideva doveva essere persuaso, oppure veniva ingiuriato e trattato alla stregua di un incompetente in mala fede (su un sito web che ora tace, e chissà perché tace, si è gettato fango a destra e a manca). Alla lunga questo non paga.
RispondiEliminaUn secondo errore: l'aver fatto gestire la faccenda "lingua sarda" a un gruppo ristretto, la cui legittimazione culturale a svolgere tale ruolo è tutta da dimostrare. Ad es.: si fa una selezione per esperti di toponomastica e non si mette nella commissione giudicatrice neppure un esperto riconosciuto di toponomastica. A me non sembra condivisibile.
Tuttavia, temo che la domanda "inue semus sballiende?" sia retorica, nessuna resipiscenza...
Il nostro anonimo-quale dei tanti?-porge alcuni suggerimenti sensati e condivisibili.
RispondiEliminaQuanto alla retorica, so fare di meglio!
Qui di retorico non c'è niente.
Sulle cornate, l'anonimo ha ragione. Ma senza cornate e senza essere convinti di quel che si faceva, sarebbe stato superato il fuoco di sbarramento della gran parte del personale politico, amministrativo, culturale? Non lo so, forse sì forse no. E forse è vero che bisogna smettere di dare cornate.
RispondiEliminaQuanto all'affidamento della lingua sarda da qualcuno a qualcuno, mi sembra cosa fuori dal mondo. Chi ha fatto l'affidamento a chi? Io amo su suspu, ma non quando è troppo ermetico. Come sulla questione della Commissione per la toponomastica. A me sembra di aver letto la decisione di integrare la Commissione, qualora si rendesse necessario, con altri componenti esperti nelle altre materie oggetto di valutazione.
L'anonimo ha un testo diverso della disposizione regionale?
Qualora si rendesse necessario? Mi prende in giro? Se lei va a fare una selezione in cui si ricercano persone qualificate per lavorare nel campo della toponomastica, non pensa che nella commissione si dovrebbero inserire, da subito, studiosi che nel campo in questione abbiano una competenza indiscutibile? E magari fare decidere loro? O le pare che la questione possa essere risolta con un "qualora si rendesse necessario"?
RispondiEliminaVede, fra le cornate io metto anche questo suo bisogno di giustificare, sempre e comunque, ciò che giutificabile non è.
@Anonimo
RispondiEliminaNelle cose che scrivo ci metto la firma e la faccia. Rispondo per pura cortesia agli anonimi, figurarsi se prendo in giro un'ombra inafferrabile.
Per sua scienza, io non difendo mai le cose indifendibili, a solo quelle di cui sono convinto.
E' il suo astio, forse per qualche delusione?, che è indifendibile perché preconcetto. Il pregiudizio è la peggiore delle cornate, perché date alla cieca e, soprattutto, in maniera anonima.
E dire che noi ci esponiamo qui perché abbiamo da perdere soltanto le nostre corna...
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RispondiEliminaNo, lei signor anonimo buzzurro, non ci mette proprio un bel niente. Non in questo blog, altrove veda lei
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RispondiEliminaAnch'io penso che l'anonimo dica cose sensate e condivisibili (sia quando sta sulle generali, sia quando si porta sul caso concreto), che meriterebbero un approfondimento, evitando di buttarla sul personale (vecchia tattica).
RispondiEliminaPer es., mi viene da pensare che la presenza di un linguista di professione, come Bolognesi, nella commissione per la toponomastica non sarebbe stata inopportuna.
Lei che ne dice, Bolognesi?
Batsumaru
Io di toponomastica ne so molto meno di un dilettante appassionato!
RispondiEliminaMa certo potrei controllare se certe ricostruzioni sono linguisticamente plausibili. Insomma il mio contributo sarebbe utile in un team composto da diversi esperti.