di Adriano Bomboi
Cari lettori, notate bene:
ART. 3 del Partito Sardo d'Azione - VALORI NAZIONALI
“Il Partidu Sardu - Partito Sardo d'Azione afferma il diritto del Popolo sardo alla libertà ed alla felicità.
Riconosce nella lingua sarda, in tutte le sue varianti, l'espressione della coscienza nazionale del popolo sardo e pertanto opera per la sua diffusione, valorizzazione e uso ufficiale nella scuola e nelle istituzioni.
Tutela la pari dignità delle minoranze linguistiche presenti in Sardegna e sostiene il diritto al pieno sviluppo della loro identità.
Afferma il fondamentale diritto dei sardi residenti fuori dell’Isola di partecipare pienamente alla vita della Nazione.
Sostiene le lotte democratiche delle comunità nazionali che non godono dei pieni diritti di sovranità”
E la Storia? Dove è finita? I valori nazionali di un Popolo sono solo la Lingua?
Ma pensate al Partito Sardo d'Azione, un Partito dei Sardi, prossimo ad una riforma statutaria in sede congressuale, può ignorare i presupposti che hanno creato i fondamenti dell'agire stesso di Popolo?
Forse la coscienza indipendentista Sarda non si basa nella storica consapevolezza di rinnegare un'autorità che imponeva (ed impone) modelli politici ed economici non idonei al territorio?
La 3a legge Costituzionale del 26 febbraio 1948 riconosce all'articolo 28 l'esistenza del Popolo Sardo. Forse questo riconoscimento non si basa su un passato storico che affonda le radici in presupposti storici e giuridici antecedenti al 1861?
Forse le antiche civiltà, i Giudicati, la Sardegna del Marchese di Laconi e persino l'opera anti-feudale dell'Angioy non fanno parte del DNA di soggetti che sono giunti a definirsi "Popolo"?
Forse i padri del Sardismo nei primi anni del '900 non si richiamavano ad eventi storici
del passato?
Aver perso delle battaglie e non essere mai stati un Popolo unito nelle rivendicazioni significa forse che dobbiamo cancellare le autorità politiche ed i sentimenti di un Popolo vissuti per millenni sotto diverse bandiere? Che Popolo è un Popolo che non ricorda il passato del proprio territorio ai suoi figli nelle proprie scuole?
Che Partito dei Sardi può essere un Partito che non ricorda nel suo Statuto la necessità di arrivare a quell'obiettivo nella Pubblica Istruzione? Che Popolo possiamo essere se i nostri figli non sanno nulla della Sardegna prima dell'Unità d'Italia?
Che Popolo possiamo essere se i nostri figli non studiano la Poesia Sarda nelle scuole
assieme ai grandi autori italiani? Che Popolo vogliamo essere se i nostri figli nelle campagne di Sardegna non sanno distinguere un Nuraghe da un'ammasso di pietre?
Che Popolo vogliamo essere se i nostri figli pensano a Giovanni Maria Angioy solo come al nome di un vicolo dietro casa? Che spina dorsale può avere un Popolo che scorda le rappresaglie anti-resistenziali di Romani, Iberici e Piemontesi?
Che Popolo possiamo essere se il Partito che dovrebbe rappresentare queste istanze si dimentica queste cose?
Che Popolo vorremmo essere se pensiamo alla cultura solo come ad un fenomeno statico nel tempo e nello spazio? La Storia Sarda non deve essere facoltativa, ma obbligatoria.
Un Popolo che non coltiva la memoria di sé non è un Popolo, è solo una comunità di persone estinta dalla storia a causa della propria ignavia. Un Partito Natzionale che non coltiva e non sostiene la memoria è solo un confusionario scampolo di burocrazia nella preservazione dello status quo.
Sarebbe il sintomo dell'assenza di un progetto ed implicitamente dell'assenza di una coscienza di esistere.
Sostenete la riforma dell'articolo 3 del Partito Sardo d'Azione, emendate una semplice riga con: Storia e Lingua Sarda nella Pubblica Istruzione!
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