sabato 5 settembre 2009

Quando a parlar di lingua si passa per bossiani

Una dozzina di anni fa, mentre camminavo in un corridoio del dipartimento di Linguistica Generale dell’Università di Amsterdam, ho incontrato una collega marchigiana che faceva il dottorato a Utrecht.
Ci siamo salutati e lei mi fa: “Come va la tua ricerca sul dialetto sardo?”
Io l’ho guardata un po’ di traverso e ho risposto: “Prego? Il sardo è una lingua!”
E lei: “Ma tu sei un leghista!”
Mi sono voltato e me ne sono andato senza salutarla. Sono un buon incassatore, ma a tutto c’è un limite.
Questa collega -ovviamente di sinistra, come la maggior parte dei linguisti- pretendeva di imporre la sua verità politica (lo stato italiano non aveva ancora riconosciuto il sardo come lingua minoritaria) sulla verità scientifica (i linguisti non italiani riconoscevano da decenni lo status di lingua a se del sardo).
Io, rifiutando la sua verità politica, mi ero meritato l’anatema.
Conosco per fortuna diversi linguisti italiani che sono di sinistra e -proprio perché di sinistra- a favore della diversità linguistica.
Conosco anche altri linguisti italiani che sono a favore della diversità linguistica, per esempio, in Giappone (giuro che è vero!), ma non si sono mai resi conto che in Italia esistono tante lingue minoritarie.

Leghe totu
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2 commenti:

  1. Che robe...tralasciamo che è meglio!
    Buona giornata!!!

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  2. ¿Que decir?

    ¡ENCANTADO!
    ¡Muchas gracias señor Bolognesi!

    Marco Pinna

    RispondiElimina

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