di Herbert Sauren
Conoscerete certo il mito greco, e poi romano, di Caronte, il batelliere che attraversa con il suo batello il fiume Stige e che trasporta i morti nel mondo degli inferi. I nomi sono greci, ma può darsi che il miti sia più antico. Caronte chiede un soldo per passaggio e fa attenzione a che il cerbero non divori i poveri morti. Nei testi di Glozel, si trova l'immagine del batello e il cerbero in agguato.
La scrittura comincia alla pastoia. Bisogna girare il disegno di 180 agradi per leggere le due colonne dell'iscrizione. Il disegno di un animale, forse il cerbero, mostra la sua testa sul fondo della barca, ma questa testa è rovesciata rispetto alla scrittura. Si può immaginare che le linee all'interno non segnino il fondo della barca ma il fiume, limite dell'altro mondo.
Il cerbero si trova a sinistra, all'ingresso dell'Ade, impedisce l'ingresso senza che si paghi. Il pagamento deve essere fatto con un obolo, una moneta d'argento. L'iscrizione A si trova a destra, nel mondo dei vivi, l'iscrizione B a sinistra, nell'Ade. Si possono trovare maggiori informazioni con vocabolario, epigrafia nel sito www.museedeglozel.com/Documents/HSauren.pdf.
Ciò che voglio raccontare si trova nella linea B: il zuz, “obolo” secondo il dizionario di Hoftijzer, J., Jongeling, K., è la moneta d'argento conosciuta da molte leggende della moneta preromana battuta nella Penisola iberica. Il metallo era l'argento. Bene, si cercò di imbrogliare Caronte, si fabbricarono monete fatte d'argilla, J. Untermann, 1990, 137, C. 25.1.
L'abitudine di donare una moneta nella bocca del morto di trova in una fattura di un becchino: J. Untermann, 1990, F. 9.3. Il disco d'argilla di 1,5/1,7 cm di diametro, Gabinete Numismático de
Catalunña, Barcelona, 30238 (1963), J. Untermann, 1990, 37, C. 1.22, scrive il iyar, che aveva il valore uguale all'obolo d'argento. Le legende sul dritto e sul rovescio provano che la moneta serviva come moneta, sia occasionalmente. Il diametro corrisponde a quello delle monete di bronzo.
Sul dritto si trova l'emittente, “la corte reale”. Il rovescio da il valore numerico, il nome della moneta e il responsabile dell'emissione.
Non so se si poteva imbrogliare Caronte nella notte scura degli inferi, né so se i poveri cercavano di fare il possibile con l'imitazione in argilla. E se il becchino rimpiazzava l'argento con l'argilla, cercando di arrotondare il proprio salario per il lavoro, sgradevole e mal pagato. Caronte non se ne è mai lamentato, il morto non è tornato, dunque ha traversato lo Stige, l'abitudine di consegnare un obolo ai morti è continuata fino al Medio Evo.
Nella foto: GLO-58.1: Una tavoletta trovata nella tomba II a forma di barca, la barca di Caronte e la trascrizione: “Non c'è amicizia nella notte, è l'obolo d'argento”
Il testo integrale (in francese)
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