di Giuanne Masala
Mi fa piacere che si riparli dei Shardana di Porrino, dopo 50 anni e dopo tanto lavoro da parte mia e da parte di altri. Naturalmente tanti auguri anche a Leonardo Melis e all'opera del prossimo agosto che speriamo venga replicata.
Per adesso la speranza è che il 14 e il 16 gennaio i sardi affollino in Teatro Lirico e che convincano le autorità culturali ad inserire l'opera nella prossima nel 2010-2011 non più nella stagione concertistica ma nella stagione lirica, e con diverse repliche, perché è lì che deve essere rappresentata. Vi mando alcune citazioni, che è sempre importante rendere finalmente pubbliche...
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E caro Giuanne,guarda caso,proprio non e' stato cosi'come ben dici a conclusione del tuo intervento.Alla fine sembra davvero di ripetere sempre le stesse cose,ma i fatti parlano chiaro,purtroppo "I Shardana" non erano funzionali al potere,italiano ovviamente,perche' diversamente sarebbe stata spinta"a tutto volume".L'arte come strumento di propaganda,o attraverso la sua "invisibilita'",come strumento di frustrazione,disistima e marginalita' di un popolo.Ma questo e' ovvio in una situazione di sottomissione politica ed economica della nostra terra senza sovranita'propria,totale,dove anche la cultura e l'arte in generale,la storia,l'archeologia e tutte le discipline correlate,sono o la causa del perpetuarsi di tale assoggettamento,o attraverso il loro boicottaggio,effetto di tale sottomissione.Tutto a seconda del fatto che siano o no funzionali alla realta' che dobbiamo percepire.
RispondiEliminaComunque meglio tardi che mai,sperando che, in un momento fecondo come questo,nel quale si risveglia l'interesse nei confronti di un mondo tutto da ri-scoprire sopratutto da parte di noi giovani,l'opera di Ennio Porrino abbia l'attenzione che merita,da parte nostra e di tutti i cultori di musica,ovunque essi siano,e a prescindere dalla loro nazionalita'.
Saludi e tirgu.
Potrebbe, visto i tempi favorevoli, essere davvero L'OPERA dei Sardi. Ha tutto per esserlo. Un sardo disterradu e diventato famoso e apprezzato invece all'estero. Ha i protagonisti ormai identificati con i nostri BABAIS. E' anche un momento favorevole per la Musica "impegnata" anche fra i giovani... cosa impenmsabile fino a 20 anni fa... grazie anche ai tre TENORI.
RispondiElimina"I SHARDANA" di Ennio Porrino come il NABUCCO di Verdi?... :-)
shard...
Dal mio modesto punto di vista credo che I Shardana di Porrino sia sparita dalla circolazione per il disinteresse per la cultura sarda che ha caratterizzato gli anni sessanta-settanta in Sardegna. Questo ha impedito che la sua opera lirica divenisse nota in Italia e all'estero. E riguarda anche tutte le manifestazioni artistico-culturali di argomento sardo, non solo musicali, ma anche nel campo della pittura, scultura, letteratura, lingua ecc.; ma queste sono cose note.
RispondiEliminaLe musiche di Porrino venivano infatti eseguite in Sardegna, in Continente e all'estero con una certa frequenza, ma solo fino alla sua morte sopraggiunta nel settembre del 1959. Stokowski, uno dei più grandi direttori d'orchestra del Novecento ha eseguito diverse importanti sinfonie di Porrino di evidente ispirazione sarda, come SARDEGNA e NURAGHI. Nel gennaio del 1959 dopo l'esecuzione di SONAR PER MUSICI di Porrino al Kresge Auditorium Boston, un critico americano scrisse: Ennio Porrino’s Sonar per Musici, a Concert for Strings and Cembalo, was the most fascinating work on the program – Vivaldi, Mozart, Remy Principe and Ennio Porrino (Sonar per Musici, un concerto per archi e clavicembalo di Ennio Porrino, è stato il lavoro più affascinante del programma, che comprendeva Vivaldi, Mozart, Remy Principe e lo stesso Porrino). Successivamente, soprattutto ogni 10 anni in occasione delle commemorazioni della sua morte (e in altre saltuarie occasioni) la Sardegna ha sempre ricordato il Suo Maestro e lo ricorderà anche questa volta con concerti che partiranno da settembre di quest'anno per continuare nei mesi successivi fino al maggio del 2010, si tratta di decine di esecuzioni porriniane.
E va qui evidenziata ancora un'altra frase importante di Karlinger sul perché un compositore viene dimenticato:
Segue
"Gentilissima Signora Màlgari, […]. Mi pare che la storia della musica insegna: dopo la morte d’un artista vi è di solito un periodo di 5-10 anni di qualche interessamento; dopo comincia un silenzio (eccetto per i grandi maestri). Non si può dire quanto dura questo disinteresse – in qualche caso cento anni, in altri soltanto 15-20. Il terzo periodo può esser un vero rinascimento e può essere un interessamento di pochi anni. Per esempio: anche taluni dei grandi maestri sono stati quasi dimenticati, Bach è stato «scoperto» cento anni dopo la morte, e Händel, almeno l’opera drammatica, non prima del 1924, quando iniziarono in Germania le feste a lui dedicate: “Händelfeste”. Ora non c’è nessuna stagione a Monaco senza Händel. In questa stagione le opere Serse, Giulio Cesare e Deidamia. Ma non solo i compositori classici sono di nuovo scoperti da molto tempo (dopo la guerra, in Germania anche il Monteverdi, Carissimi, Geminiani, Benedetto Marcello, Luigi Rossi ecc., che vuol dimostrare non soltanto maestri di prima importanza), anche per artisti in azione verso gli inizi del nostro secolo vale questa osservazione. Per esempio si può vedere in Germania un nuovo interessamento per Rimskij-Korsakov. Per quasi 40 anni non è stato rappresentato nel teatro ed è stato conosciuto soltanto per poche opere orchestrali, ora si rappresenta nel teatro a Monaco con: La favola dello Zar Saltan, Il gallo d’oro, Snjegurotschka – e il pubblico è entusiasta. Lo stesso si può osservare relativamente a Charpentier, Massenet (che prima della guerra in Germania non fu popolare!) ed altri. Invece breve fu l’interesse per Catalani e Ponchielli. Scusi queste frasi, ma vorrei soltanto dire che il Maestro Suitner non abbia motivo di credere che la situazione fra dieci anni sia molto meglio. Fra 20-30 chissà? Ma penso che ci si debba concentrare al presente. Quanto più oggi è l’eco e la risonanza all’opera di Ennio, tanto più facile sarà un giorno la nuova scoperta della musica porriniana. E nel mio piccolo questa è anche l’unica consolazione per me stesso cercare di trovare di fare in modo che un giorno un mio alunno di oggi si potrà ricordare di quella musica, o anche uno storico si possa interessare della musica d’importanza studiata nel periodo 1960-1970. Se non fosse per questo non farei il mio lavoro in tale maniera. E Lei sa che non cesserò mai di fare corsi sulla musica porriniana per quanto vivo” (F. Karlinger, Monaco di Baviera, 5 marzo 1965).
RispondiEliminaEcco, va detto che grazie al lavoro paziente di Karlinger durante gli anni sessanta-settanta-ottanta è stato possibile riscoprire oggi l'opera lirica I Shardana. Senza le sue lettere e i suoi articoli sarebbe l'impresa sarebbe stata molto più ardua. Ma pensiamo al presente anche noi (sia pur sempre anche con uno sguardo al passato): ci sono tanti teatri in Sardegna, grandi e piccoli, in grado di allestire l'opera, mettiamoci al lavoro e presentiamola sia ai sardi che alle migliaia di turisti amanti della lirica.