Si parla molto di lingua sarda in Sardegna, ma si spende poco e pochissimo si spende per la politica linguistica. Su un totale di 372 milioni di euro di uscite dichiarate dall’assessorato della Pubblica istruzione, per la lingua sarda si spende poco più 1.270.000 euro, di cui ben 500.000 vanno in regalo alle università (che già hanno decine di milioni da altri capitoli di bilancio) non si sa bene con quale finalità, se culturali generiche o linguistiche.
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Alberto Areddu scrive:
RispondiEliminaMi scusi Pintore, ma avverto una non leggera contraddizione tra le sue guste recriminazioni contro il fatto che quasi la metà dei soldi per il sardo vadano alle Università “non si sa bene con quale finalità, se culturali generiche o linguistiche” e il suo rapporto con il sig. Maninchedda, che frutto dell’Università è. Lei immagina che presentare un testo antico sardo con alcune mende e ritocchi, con un miglior apparato prosopografico (ma oggi in gran parte fanno tutto i computer), rispetto a una versione precedente, non costi rivoli di fatica per l’impavido ricercatore, leggi soldi per chi gliel’ha finanziata (cioè noi) questa ricerca? Scusi con quali soldi se li stamperebbero i libri quelli della Cuec e del Circolo filologico sardo? Dopodiché il Nostro si è lanciato, immaginando che il suo acume filologico possa qui temprarsi meglio, nell’agone politico, sperando chissà che. Ma a quel che leggo nel di lui blog invero poco di nuovo c’è. Non credo che il clericalismo ammantato di sardità possa portare la Sardegna fuori dal Medioevo, ché questi in realtà ciò vogliono.
saluti
Caro Areddu,
RispondiEliminanon troverei assolutamente nulla di male ad avere rapporti con Paolo Maninchedda, ma non ne ho. E anche se li avessi non troverei alcuna contraddizione fra sostenere quel che sostengo e, a volte, concordare con Maninchedda quando dice cose che mi convincono.