di Giorgio Cannas
Caro Gianfranco,
noto con un certo disappunto che il desiderio accorato dei due amici del Blog per un uso di toni più pacati e di una dialettica costruttiva, soprattutto in tema di cultura archeologica, rischia di nuovo di finire inappagato . Mi sono riguardato tutti gli interventi che si sono succeduti a partire da quella data e ho notato che ognuno ha fatto la sua parte e si è sforzato di argomentare il più possibile e di non offendere chicchessia.
Anche certuni che nel passato hanno usato un tono che è stato bollato dal direttore del Blog di ‘veterocomunisti’, mi pare che abbiano capito definitivamente che questo non è il luogo più adatto per sbarazzarsi dell’avversario con accuse gratuite, sprezzanti e senza fondamento. Encomiabile poi è stato il garbo nella denuncia (chiamiamola in questo modo) dei giovani ricercatori del GRS a proposito dei falli (o non falli) de s’Urachi. Denuncia cui ha fatto seguito la risposta altrettanto garbata e circostanziata, anche se con certi tratti di saccenteria, del dott. Stiglitz.
Soprattutto ho potuto assistere alle battute del dialogo serrato tra il prof. Pittau ed il prof. Gigi Sanna, di due specialisti con tanto di titolo, nel corso del quale io personalmente, ma anche altri, ho potuto farmi un’opinione più precisa, molto più precisa sui motivi del contendere. Ho guardato con rispetto ogni riga della polemica. Ed io, come si sa, al pari di Gianfranco Pintore, sto dalla parte di Gigi Sanna. Anche se ho detto mille volte che ci sto con la mia testa e per miei ragionamenti, non per quelli di altri più o meno provvisti di titoli.
Certo, c’è stata qualche battuta in più e qualche nota forse stonata, ma in fondo stemperata dall’ironia e quindi accettabile, da parte di entrambi. I quali mostrano, com’è noto, sempre e comunque di avere stile. Purtroppo però i due non hanno trovato interlocutori e le loro posizioni sono rimaste, si può dire, quasi quelle di partenza. Eppure, tanto per fare un esempio, io avrei desiderato che i cosiddetti ‘specialisti’ con un po’ di coraggio si esprimessero, entrando nel merito, a proposito dell’accusa che Gigi Sanna non avrebbe tenuto conto, in maniera adeguata, dei glottologi e dei linguisti che lo hanno preceduto; oppure avrei gradito che, sempre degli specialisti, mi avessero spiegato per bene se il professore oristanese ha visto bene nella lettura dell’architrave di Bolotana.
Il nome semitico ‘sessar’ è possibile o è una congettura senza fondamento? E il nome ILI potrebbe esserci o non? E l’integrazione NUR, per i paleografi e gli epigrafisti, è legittima o non? E ancora: nell’etimologica della parola nurac, riportata nell’architrave, ha ragione Pittau con la sua interpretazione che è stata detta ‘laica’ o quella che, in seguito alle basi documentarie nuove, viene definita ‘religiosa’? Mi pare che queste cose non siano proprio dei bruscolini. Non voglio poi dilungarmi sulla questione della interpretazione fallica e taurina del nuraghe che ha visto ugualmente posizioni del tutto differenti.
Anche se un qualche intervento sulla stranissima interpretazione del complesso nuragico di Gremanu di Fonni non avrebbe guastato. Perché si deve pur pensare che centinaia e centinaia di persone abbiano visto l’’oscenità’ nuragica come cosa oggettiva e vorrebbero saperne in proposito qualche cosina in più. Mettere la testa sotto la sabbia non giova a nessuno. Altro si potrebbe dire a proposito dell’interesse culturale suscitato dagli ultimi interventi, ma preferisco non tediare chi ci vede o ci ascolta.
Dopo di essi e la risposta del prof, Pittau, quanto mai composta peraltro nei confronti di chi lo aveva maliziosamente pizzicato, ho notato però che le cose sono precipitate e che il sig. Ainis ha soffiato di nuovo sul fuoco, ha sparato ad alzo zero e reso di nuovo di tipo ‘veterocomunista’ lo stile della polemica. Già il clima lo aveva reso incandescente poco prima , oltre ogni dire, con le risposte violente ad una persona dabbene e cortese come Crisponi. Perché lo ha fatto? Perché ha visto un pericolo, serio per lui, molto serio: che persone come Stiglitz, Pittau, Sanna e giovani serissimi come quelli del GRS potessero in qualche modo interloquire con una certa serenità, lasciandolo completamente isolato.
E’ la discussione infatti che lui non vuole, lo scambio di opinioni, la dialettica democratica, il confronto pubblico, il movimento naturale della scienza. Non vuole, in poche parole il Blog così com’è e pertanto, tra l’altro, ora cerca di blandire te come conduttore ora ti attacca con ferocia inaudita. Nel far ciò cerca di ammansire gli altri, di far loro l’occhiolino, di portarli dalla sua parte con i ‘mi scusi dott. Stiglitz, ‘mi raccomando prof. Rubia’ che fanno davvero riflettere su chi si nasconda dietro questo individuo di tale caratura.
A questo punto però ti devo fare un appunto serio caro Gianfranco e ti prego di non prendertela, perché sai quanto ti stimo come giornalista libero e indipendente (e con i fatti, non con le parole). Non avevi detto forse e promesso, dopo alcuni scellerati interventi di anonimi, che avresti escluso dalla discussione coloro che non entravano nel merito e lanciavano solo insulti gratuiti tanto per screditare e intorbidare le acque?
Ti faccio un esempio del repertorio di insulti a raffica a destra e a manca: ‘traduttore di fregi’, ‘interprete di cancelli’, ‘mago Otelma’ (?), ‘poveracci’, ‘scienziati turistici’, ‘fantastoria’, ‘burletta’, ‘sciocco sconosciuto’, ‘palcoscenico da Zelig’, ‘nullità’, ‘venditori di Tzunami’, ‘capitani coraggiosi’, ‘macchiette da cabaret’. Ora ti faccio invece un esempio di ingressi specialistici nel merito da parte di questo ‘signore’: zero e sempre zero. Ma così davvero non si può! Non credi? Qualcuno se la spassa, certamente. Ma non reputi che altri, moltissimi altri, pensino che sia stata offesa, oltre ogni limite, la decenza?
Caro Giorgio,
per la verità, ho scritto che in questo blog non avrebbero avuto cittadinanza gli anonimi insultatori. E credimi che ogni mattina e ogni sera cancello le frasette anonime, di sgrammaticati insulti. Non sono più tante come una volta, per fortuna. Ma Gabriele Ainis non è anonimo: di quel che scrive condivido non molto e, soprattutto, non mi piace il suo piglio aggressivo. Ma non è anonimo, anche se cercando il suo nome e cognome in Google, trovo che compare solo in questo blog o in altri che riprendono i suoi articoli qui pubblicati. [gfp]
Egregio sig Cannas,
RispondiEliminaè una tattica vecchia (ed efficace) quella di deviare il discorso dagli argomenti che non ci piacciono.
Quel cialtrone di Ainis mette in dubbio la storia(ccia) degli shardana? Si rifiuta di leggere i fregi? Asserisce che coloro che si inventano una storia inesistente abbiano torto? Che i sardi meritino di più? Che non c’è uno straccio di prova (una!) del mitico tzunami? Che si tratta di argomenti che fanno il gioco di coloro che vogliono tenere la cultura della Sardegna a un livello da quarto mondo? Che se davvero vi fosse una congiura accademica per farlo si tratterebbe del metodo migliore per dare una mano?
E allora accusiamolo di insultare il prossimo e tappiamogli la bocca, che diamine! Come si permette?
E che offese! Pare che il delinquente abbia usato i seguenti termini: sconosciuto; mago Otelma; scienziato turistico; lettore di fregi.
Bene: per lo ‘sconosciuto’ si rivolga pure al prof. Pittau. Lui asserisce che io lo sia, e gli ho pure dato ragione. In più gli ho chiesto per quale motivo perda tempo con me. Che fa, ce l’ha con me perché mi insulto da solo?
Mago Otelma? Chieda a lui se il suo nome possa essere considerato un’offesa. Trattasi di personaggio che andava in video spesso fino a non troppi anni fa, uno tosto. L’ho usato come metafora della contrapposizione tra fisica e metafisica (se lei non ha colto o apprezzato si dolga con sé stesso non con me). A questo punto aggiunga anche Rubbia all’elenco delle offese, immagino che anche questo possa rientrare nel novero.
Scienziato turistico? E dove sarebbe l’insulto? Trattasi dell’indirizzo di laurea in scienza del turismo. Dubito fortemente che coloro che hanno conseguito codesta laurea la vivano come tale. A quanto mi risulta ne vanno orgogliosi. Si figuri che vantano anche una certa autorevolezza e parlano di storia e archeologia.
Lettore di fregi? Ebbene? Pare che un signore sia convinto che un fregio sia una scrittura: dunque? Più che offensivo mi pare comico.
Però non va bene il tono aggressivo!
Singolare! Nel blog scrivono personaggi che accusano gli archeologi di ‘celare le prove’ (roba da codice penale, altro che tono offensivo) e si tratta di discussione pacata, oppure possono dare impunemente dell’asino agli interlocutori e si fa finta di nulla, ma se si toccano gli shardana ecco che compare il tono aggressivo e la mancanza di argomenti (con l’ovvio corollario che bisogna togliere la parola al reo).
Che faccio la seguo? Secondo lei, a quanto capisco, potrei allora darle dell’asino, come ha fatto il sig. Leo Shardana nei confronti del sig. Pala (che tra l’altro non mi pare sia stato particolarmente aggressivo).
Guardi: non se ne parla proprio! No! Assolutamente no, fortissimamente no! Non lo farò mai!
Visti i tempi che corrono, comparirebbe subito l’irata risposta di un asino che se la prenderebbe con me per avergli dato del Cannas, e chiederebbe al sig Pintore di escludermi dal blog, ora e per sempre!
Per cui le auguro una buona serata (pacatamente, altrimenti mi aspetta sotto casa) e la lascio.
G. Ainis.
Nono, abbaida chi ses irbagliande, o Bustià, non est cussu ki naras tue. Est un'ateru su barrosu ki semus kircande de diora meda. Ma prima o pois dd'amos a azzappare. Zeo mind'affutto de Zricotu e de su professore oristanesu ma non mi tokent a Berlusconi! A sa muzere sì, ki est unu frore de femmina!
RispondiEliminaImmoi d'anti frigau a su barrosu de lingua de srapenti. Immoi depidi arrespundi in sardu, in sa lingua nosta culturalli. Eh, eh! Is trassasa mabasa de sa lingua italiana no abbastanta. In sradu nosu narausu a su binu binu e a su casinu casinu. A su mobenti puru di narausu mobenti e mobenti a s'ainu puru. Toca a ti bi, tostoinu tostu.
RispondiEliminaWhy the Sardinian language? Putzi putzi.
RispondiEliminaSu diàlogu de sos duos anònimos non si cumprendet belle nudda, gasi comente est. Apo dèvidu cantzellare una pàia de post de su cumintzu ca dae sa polèmica, pro tosta chi siat, fiant falados a sas menetas fìsicas.
RispondiEliminaNosse, o Zuanne Pintore. Tocada a du cumprendere a s'anonimu anonimu.Fut brullande meda zaghì in Torinu non s'agatat in nessunu zassu unu ainu de osi. E comente faede a dd'attrippare! E poisi, mancari dd'attrippese a s'ainu! Sempere ainis este.
RispondiEliminaLassa stai o Giua',non ti pongiasa in mesu,ca custu signoriccu a cappeddu e a mustazzus grogus si dd'at ciccada.Immoi su ballu è su nostu. Tui scisi chi in bidda nosta candunu fueddat troppu e ci essidi a trottu assumancu su spudu in su nasu di ponint. E calicunu fueddu beni assentau podit abbastai.
RispondiEliminaWhy Sardinian strong language? Putzi putzi.
RispondiEliminaIs fueddus sunt una cosa, e custu est logu de fueddus. Sas menetas sunt àtera cupa e inoghe non b'at logus
RispondiEliminaAndat bene Zua, po parte mia! Ma non mi tokene sas prendas e Giorgiu est sa prenda mia istimada. Tottus dd'iskini! Ca est seriu meda, mi!Ite hat fattu miskineddu sinnon cussizare in limba galana a su barrosu e a su limbudu (e a tottus sos ateros) ca est'ora de dd'acabare de cacare a foras. Apo bidu ki custu, cun ateros faeddos, este su matessi cussizu, si ddu cumprendede, ki dà zau a s'urtimu calicunateru.
RispondiEliminaAsi biu su barrosu! Non cumprendit beni su sardu. Cumprendit sceti s'talianu e sa retorica pudescia sua de tzilleri. E oit cassai totus is lepiris. Tenit axiu cun sa sarda. Ada a essi pitichedda, ma...Immoi è cicchendi de accioppai, comenti unu cani de cassa a mesuddì e in mesi de Austu, totu baula, su lepiri, totu a troddius, chi ddat nau in is murrus chi si fuidi (si defila) a su sonu de sa scupetta.
RispondiEliminaIn totu custu casinu de anomimus deu puru anonimu. Anzis anonimissimu! Su prof. aristanesu chi ciccada de adderezzai is cambas a is canis s'ada a arrennegai meda, comenti unu sriboni (e ada a ponni in campu totus i 'sannas' suas e de su mundu) ma deu fessu non seu. Aici, si scudinti a pallettonisi deu m'abbarru in tuppa biatzu biatzu. Caro Gianfranco,apustis de totu custu 'sardinian strong language' (comenti narada un'atru anonimu)prendo anch'io la parola per dirti, in breve, che stai sbagliando (e di molto: cosa strana per un romanziere in sardo del tuo calibro) perchè hai cancellato il post finissimo e molto bello (scritto in sardo) sul lavoratore della Fiat che vivrebbe accanto al sign.Ainis e che vorrebbe picchiarlo perchè un noto linguacciuto e 'barrosu' delle sue parti. Non ti sei reso conto che con quell'invenzione l'anonimo (?) ha voluto rispondere al delirio di potenza retorica del 'torinese (?)' con ben altra retorica, tutta sarda e molto concreta. Infatti ha notato che il detto 'barrosu' ha ecceduto, senza avvedersene, con una parentesi. Dopo aver chiamato in sostanza il soggetto-oggetto della sua violenza verbale 'asino' (con un gioco peraltro vecchissimo e notissimo di parole che conoscono anche gli avvocatucoli e i barzellettisti), ha concluso dicendo che la finiva lì perchè altrimenti il detto soggetto 'lo avrebbe atteso sotto casa'. Chiaro. Come dire: Asino? Sei anche uno stronzo, un imbecille,un coglione e tutto quello di più offensivo verbalmente che uno si possa immaginare. Qui il retore, per eccesso di sicurezza, con quella breve espressione parentetica si è rovinato. E di brutto, per abbondanza di 'spezie'. Tanto che non serve più che si difenda dicendo che non è un violento e che non è un arrogante 'oltre ogni decenza' o che, perlomeno, non lo è molto di più di altri. L'anonimo in lingua sarda ha voluto, a mio modesto parere, solo riprendere il 'pacatamente' e l'eccesso di parole maliziosamente nascoste che avrebbero portato ad un incontro ...sotto casa. Tutto qui. Un gioco puramente verbale. Se si vuole divertente e persino bonario. Anche Lui ha ripreso volutamente l'esagerazione del retore con quel 'bucciconi de barra'. D'altro canto, non è Franco Pilloni che ci ha insegnato che i Sardi, soprattutto quando scrivono in sardo, amano il gonfio e l'esagerato? E non ci ha detto ancora che il loro linguaggio è antifrastico? Cioè dicono una cosa in un certo modo per dirne un'altra del tutto opposta?
RispondiEliminaQuindi niente minacce o violenza fisica. Un gioco, anche molto scoperto.Tantoche io al tuo posto il post lo rimetterei al suo posto.
Alberto Areddu scrive:
RispondiEliminaGentile Cannas quando Lei dice: "anche certuni che nel passato hanno usato un tono che è stato bollato dal direttore del Blog di ‘veterocomunisti’, mi pare che abbiano capito definitivamente che questo non è il luogo più adatto per sbarazzarsi dell’avversario con accuse gratuite, sprezzanti e senza fondamento". Dato che del veterocomunista me lo presi qua io, mi invoglia a risponderLe che non ho cambiato di una riga il mio pensiero sulla poca scientificità del vostro operare. Semplicemente uno non ha voglia di ripetere sempre le stesse cose. Le accuse saranno state pure sprezzanti, ma non credo gratuite nè sopratutto senza fondamento. Aurevoir
Immoi giai. Sa lingua est a su postu de su xrobeddu e su xrobeddu a su postu de sa lingua.
RispondiEliminaTengia passienzia o Areddu ma po iscienzia o po aturu in su nai e argumentai, dognunu tenit peis o conca cosa sua. Tocada a bi' e a cumprendi beni. Deu non seu de accordu meda cun fusteti candu fueddat cun dunu sceti e narat 'vostro' (ca non seus totu una cambarada), ca sbagliada,ma seu de accordu in su modu de du nai. Immoi giai. OK
Tenes arresone o anonimu. Como andat bene. S'omine est omine (non m'ammento chie dd'apat nau).
RispondiEliminaWhy Sardinian soft Language? Putzi putzi.
RispondiElimina