domenica 16 ottobre 2011

INDIGNATI? MEGLIO BLACK BLOC

di Francu Pilloni


Mi mancano le analisi della situazione politica che il Direttore fin qua puntualmente e lucidamente ha proposto all’attenzione del popolo del blog; mi manca il dialogo, il piacere di concordare, ma specialmente il gusto di dissentire da lui, pur cogliendo la logica dei suoi ragionamenti e condividendone il rigore morale e la passione civile. In attesa, mi resta la speranza che almeno legga quanto scrivo oggi e, se vuole, dissenta, senza accusarmi però di forzare e di esasperare concetti e situazioni, perché so da me di essere esagerato.

Gli indignati

Che quella di ieri a Roma, e in molte altre città d’Italia, d’Europa e del mondo intero, sia stata concepita come una civile manifestazione di dissenso politico, lo condivido con chiunque la pensi allo stesso modo e faccio fatica ad immaginarmi il contrario, a pensare che qualcuno non provi simpatia per quei giovani di labili prospettive o per gli adulti e anziani in sofferenza sociale ed economica. Non è solo Draghi a provare simpatia per i giovani, ma anche Draghi in buona compagnia dei vescovi italiani attraverso il loro quotidiano Avvenire, dei tanti politici dai Vendola ai Casini, ai Fini e ancora più in là, passando forse dai Bersani e dai Di Pietro. L’indignazione per dove vanno le cose in Italia e per come vengono trattati gli affari di tutti è un atteggiamento equilibrato, motivato, sacrosanto, ma resta il fatto che non rientra nelle categorie della politica. L’indignazione è Vivo risentimento che si prova per ciò che si ritiene indegno, riprovevole, ingiusto, così la definisce il dizionario di A. Gabrielli, attiene dunque alla sfera del personale e del privato, dipende dalla sensibilità e dall’educazione di ciascuno, oltre che dal tempo e dal luogo in cui storicamente si vive. Gli indignati sono legalitari, chiedono il permesso per dimostrare e la protezione delle forze dell’ordine: sono fantasiosi e teneri, falsamente liberi come bambini all’ora di ricreazione sotto lo sguardo vigile della maestra.

Si può accreditare la supposizione di un lamentoso capo del clan che ci governa secondo il quale la gran parte degli indignati poi non si recherà alle urna per votare?
Se ciò fosse vero, non farebbe che confortare il giudizio per il quale l’indignazione è atteggiamento non politico, lontano e diverso dalla politica.
È vero che gli indignati sono tanti in Italia, sarebbero certamente una buona maggioranza, ma non essendo politicamente consapevoli, sono privi di strategie e di coordinamento, ciò che li costringe a restare nello sfondo, come fenomeno sociale ricollegabile alla cronaca, non alla storia.
Diverso invece, a mio parere, il MPS, come lo chiama la stampa, che non sta per Monte dei Paschi di Siena, anche se di monti e di colline e dei loro pascoli si tratta, essendo l’acronimo per Movimento dei Pastori Sardi i quali fanno certissimamente parte della schiera degli indignati, ma agiscono con categorie della politica, avendo strategie e capitani per i quali è stato concesso un rinvio a giudizio dalla magistratura, dando loro ulteriore visibilità e l’agognata patente di balentes. Ciò che serviva, appunto.

I Black bloc o Bb.

Al contrario degli indignati, i Bb agiscono nel campo squisitamente politico, sembrano avere strategie e coordinatori, se ne fregano delle leggi, agiscono in totale sprezzo e divorzio dalle categorie della morale. Il rapporto dei Bb con le forze dell’ordine è simile a quello dei poli di una calamita: si attraggono e si respingono in un modo davvero singolare. Quando i Bb arrivano in una strada, le forze dell’ordine sono altrove, salvo a concentrarvisi quando i Bb sono già spariti. Sono simili e contrari alle forze dell’ordine: ieri in tv li si distingueva dal colore del casco, celestino quello delle forze dell’ordine, nero su divisa nera quello dei Bb.
Tutti si chiedono: perché i Bb? Chi sono i Bb?
Sul chi siano, pare lo sappiano veramente in pochi e stanno zitti. Mai un Bb che sia stato riconosciuto, messo sotto controllo, intercettato nei suoi spostamenti, contatti, risorse. Di Tarantino hanno contato anche i peti; dei Bb si sa nulla. Eppure bastava averne preso uno solo, un Moro magari biondo, per sapere con chi parla, quale rete di amici-compagni-colleghi-camerati abbia, come corrano le notizie sui raduni, dove si addestrano (perché addestrati lo sono davvero come truppe speciali) e tutto quanto sarebbe servito per prevenire.
Per capire le motivazioni, bisogna tornare al conosciuto e chiederci cui prodest, a chi giova la loro entrata in scena.
Io ragiono nel mio piccolo, non ho retroscena di seminotizie o verità scomode sussurrate: se gli indignati dimostrano contro il Potere, che non è solo il Governo, e i Bb disturbano, rovesciano, infrangono la civile protesta, chi ne trae vantaggio?
Se si scorrono i titoli dei giornali di oggi, già balza agli occhi qualche risposta, se e quanto l’azione dei Bb abbia contribuito a far apparire la manifestazione degli indignati come un qualcosa di poco raccomandabile. Si veda a quale polo politico appartengano e, se si vuole, si risalga anche alla proprietà.
Per giorni parleremo dunque degli indignati e dei Bb, trascureremo altri argomenti, su cose che si fanno e non andrebbero fatte, di cose che dovrebbero essere fatte subito e non si faranno mai. Passano giorni e settimane, che paiono poca roba al confronto con la storia, ma per il Potere è ossigeno indispensabile per continuare a vivere.
C’è qualcuno che pensi che l’azione dei Bb, valutata dal loro punto di vista, sia stato un fallimento?
No, non c’è proprio nessuno che lo pensi. Ecco allora che i Bb, quanto a strategie, coordinamento, efficacia, sono meglio, molto meglio degli indignanti.
E se il Potere li benedice, non lo fa alla domenica dalla finestra che dà su Piazza San Pietro, ma come un patriarca in letto di morte, quando benediceva il primogenito e gli concedeva tutti i diritti che gli competevano.
Dire dunque che i Bb siano figli del Potere è un azzardo, non un’eresia.
La penso come il Maggiore Pollidell’Isola dei Cani, serafico funzionario dei Servizi Segreti Deviati. 

13 commenti:

  1. Il terzo atto e l'addio?
    Spero sia un lieto fine, un suicidio coi fiocchi.
    Le volpi penseranno al resto.

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  2. per Francu,
    ma no, lasciali vivere e scrivere!
    io desidero che vivano, che stiano in buona salute, anzi, vorrei incontrarli...Cosa penso sui nuraghi lo sanno in pochi, ma cosa penso degli anonimi, lo sanno, spero, tutti.
    Che bello quando comincia una nuova settimana!
    Franco

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  3. Io andavo sulle orme de su connotu che avrebbe continuato così:

    Un lento suicidio fermerà la tua mano;
    le fameliche volpi di te faran banchetto;
    il sole e la pioggia offenderanno le tue ossa sparse;
    legherò la tua anima vile ad un rovo come brandello di straccio portato dal vento.

    che portato nella lingua de s'arrettori de Masuddas hiat a essiri:

    sa morti a manu tua ti firmit su coru immui;
    is margianis gherrint po si sazzai de tui;
    soli e stracìa asube is ossus spartilliaus;
    che corriolus de su bentu furaus,
    a una cresura de arrù appiccada
    po sempri s'anima tua turmentada.
    Amen

    Poi, Franco, hai ragione: meglio che vivano, si trovino, famigliarizzino tra loro, si divertano come possono. Anche i vermi di fango hanno vita sociale.

    Amen

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  4. Egregio Francu,
    reputo non all’altezza della tua chiarissima fama di esegeta dell’universalmente coerente e saggio esprimersi, la nota da te propostaci circa gli eventi del presente momento storico, certo, di nessun conto (palesandosi come un anonimo passaggio, come del resto da te rimarcato), perché fra dieci, trenta anni nessuno ricorderà queste episodiche manifestazioni del quotidiano vivere dello Stato, in cui interagiscono migliaia di interessi di tutte le aree, alcuni leciti, altri sfacciatamente faziosi, essendo, per lo più, degli anonimi mattoncini atti ad identificare il futuro.
    Del resto, dare tutte le colpe a chi, nella circostanza, soggiorna nella stanza dei bottoni, non per sua volontà, ma perché ivi assiso “per volontà del popolo sovrano”, reputo qualunquistico esercizio, davvero degno dell’abusato “piove, governo ladro”, che non può certo condurre in alcun dove, ove destiniamo verso il nulla, il momentaneo maggiore esacerbarsi degli animi di coloro che sono stati, sono e sempre saranno, attori (pardon, comparse) di secondo piano. Da quanto si evince dall’intervento, mi pare tu sia nella stessa condizione di quei tali indignati, che tu stesso inquadri perfettamente così: «sono fantasiosi e teneri, […] liberi come bambini all’ora di ricreazione sotto lo sguardo vigile della maestra», cui aggiungerei (ma non riguarda te, caro amico) pronti ad avere tutto, possibilmente nulla facendo, perché tutto è dovuto.
    Riguardo poi al conteggio che tu sembri fare: «gli indignati sono tanti in Italia, sarebbero certamente una buona maggioranza», pare proprio, tu dimentichi che essi sono ben ultimi fra coloro che, dopo mesi, si sono sentiti trascinati dalla fantastica presa di coscienza degli spagnoli, essi si veramente “indignados”! Essi sì, veramente genuini nel loro premevo sorgere contro gli eccessi che li costringono dall’alto! Ma gli indignati italiani! Reputo vi sia poco rispetto del dizionario nell’etichettarli come tali! Essi, si sono svegliati in una bellissima domenica di questo scorcio d’estate e sono andati a farsi una passeggiata al centro! Certo non immaginando come sarebbe andata a finire, ed in ciò manifestandosi la loro incapacità (per l’appunto, come tu dicesti: sono fantasiosi e teneri, ecc. ecc.) a cogliere appieno la profondità degli accadimenti, che per quanto banali quotidianità, ovvero semplici mattoncini, nascondevano delle terribili insidie: e non v’era bisogno di recarsi dalla Pizia, per sapere ciò.

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  5. Riguardo ai Bb, caro amico, condivido appieno quanto tu dica in proposito: «Sul chi siano, pare lo sappiano veramente in pochi e stanno zitti. Mai un Bb che sia stato riconosciuto, messo sotto controllo, intercettato nei suoi spostamenti, contatti, risorse. Di Tarantino hanno contato anche i peti». Giusto. E ti invito a fare ufficialmente le tue considerazioni proprio nello strettissimo proposito da te mentovato, se lo vorrai, ma è un invito che rivolgo anche a tutti i lettori.
    Sempre per i Bb, i fatti di Genova, così come si sono svolti, ma soprattutto per come sono stati trattati, ove si sono visti i delinquenti subito in libertà, e gli assaltatori di camionette imbalsamati come eroi, ci hanno molto insegnato. Anche quasi un anno addietro, a Roma vi fu una certa presa di posizione da parte di estremisti che misero a ferro e fuoco il centro della città. Gi individui arrestati furono precipitosamente messi in libertà dopo alcune ore. Su queste anomalie del nostro libero, certo, ma claudicante, ed ahinoi, troppo giovane paese (cosa sono 150 anni, rispetto ai mille, ottocento, delle autentiche democrazie europee?) lascio a te, ed ancora ai lettori (tanti, che però non intervengono, manifestando così essi la condizione di mancanti all’appello di un democratico, costruttivo discettare) fare le proprie, certo, dimesse e tristi riflessioni. Pertanto, ritornando ai Bb, sapendo che dopo cinque minuti sarebbero di nuovo liberi, per quale motivo arrestarli? Con tutti i rischi connessi al coinvolgimento di pacifici manifestanti! Non servirebbe a nulla! Lasciamo che distruggano a loro piacimento le città. Ci sarà un momento in cui alcuni, indignati (questi si, ma seriamente!), decideranno di por fine al ridicolo, ancorché fazioso comportamento, decretando con legge unanime del Parlamento, di inviare all’ergastolo (senza sconti, riti abbreviati e buone condotte) chiunque si agghindi da Bb in una qualsiasi manifestazione!
    Con grande cordialità, mikkelj.

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  6. Oh, Micheli, quanto mi fa piacere leggerti!
    Sai, perché l'ho scritto in premessa, che in mancanza del cavallo è toccato all'asino che è in me correre. E gli asini, se pure intelligenti, sono testardi e difficilmente compiono un percorso lineare.
    Detto questo, tieni conto che ho scritto a caldo, al lunedì mattina quando molte cose ancora non erano state dette, molte immagini non erano passate.
    Gli indignati italiani, tu dici, non sono paragonabili agli indignados spagnoli, ma si sono messi in coda, come spesso capita, a qualsiasi cosa che stia facendo un po di rumore.
    Poi è anche vero che sono qualunquista e non da ieri; se è vero che non ne traggo vanto, altrettanto certo il fatto che non me ne vergogno.
    Sono anch'io tra gli indignati?
    Non so dirti. Però so che non sarei stato della partita, neppure per passeggiare per le vie di Cagliari o di Roma, seppure nelle retrovie.
    Ricordo l'ultima di copertina del mio primo libro in sardo "A unus a unus appillant is steddus" (non è pubblicità gratuita in quanto l'edizione è esaurita da 14 anni): c'è un militante ispirato che somiglia al "Che" che avanza con la bandiera in mano; dietro la folla, ma nella bandiera non c'è nulla di scritto, nulla di disegnato. Pare appunto la bandiera del Nulla, ma la gente la segue comunque.
    Infine, quando dico Potere, non alludo certo ai peones che siedono e votano a comando in Parlamento. Chissà, forse sono indignati più di me e di te!

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  7. Signor Pilloni lo so anch'io che gli indignati sono teneri e fantasiosi ma,l'importante,è che manifestino anche se hanno preso l'esempio dagli spagnoli.I Black bloc fanno solo l'interesse del governo,infatti si è parlato solo del loro vandalismo e non dei manifestanti pacifici.Lei è tutto fuorchè qualunquista,è indignato come lo sono io,aspettando che cambi questa classe politica corrotta e ne arrivi un'altra un pò meno corrotta e che faccia qualcosa di positivo per noi disperati italiani.

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  8. Signora Grazia,
    forse, come dice lei, non sono troppo qualunquista, ma soltanto un poco; forse sono anche indignato, ma sempre poco poco; forse è vero che aspetto, ma lo faccio da così tanto tempo che non ci credo più.
    La verità, Signora mia, è che oggi in Italia non siamo capaci neanche di scegliere cosa essere, dato che se pretendiamo probità a noi stessi prima di tutto e agli altri in seguito, finisce che il nostro prossimo ci sommergerà con una risata.
    Allora non ci resta che prendere la strada all'incontrario: chi non vorrei essere?
    Berlusconi? No, e vai con una crocetta a cancellarlo dal nostro orizzonte.
    Dalema? no; Fini? no; Cappellacci? no; ...
    Lo sa qual è il pericolo?
    Che a furia di crocette, nella nostra scelta ci tocca allargarci fuori dai confini italiani.
    E in questo modo, come ben comprende, siamo di nuovo al qualunquismo.
    Non trovo via d'uscita.

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  9. Signor Pilloni,concordo con tutto quello che lei dice ma non sul suo piccolo qualunquismo,semai il suo è idealismo.Siamo in molti ad essere sconcertati da tutta,dico tutta,questa classe politica che non è riuscita ad abbassarsi il loro lauto stipendio per fronteggiare questa crisi.Anche io non ho più speranze ma prima o poi qualcosa cambierà.Lei è una persona onestissima e sono sicura che non vorrebbe mai entrare in politica perchè non sarebbe capace di accettare compromessi.Dialogare con <lei è sempre piacevole e confortante.

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  10. Signora Grazia,
    una delle mie canzoni preferite dice: Vedrai, vedrai che cambierà. Forse non sarà domani, ma vedrai che cambierà.
    Mi devo rassegnare ad aspettare e a smettere di sperare solo dopo che avrò compiuto cento anni?
    Se è così, mi rassegno e attendo.
    Tanto non sono solo.

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  11. Signor Pilloni,la storia,anche se,ogni tanto,fa passi indietro,normalmente fa piccolissimi passi in avanti,quindi è importante,pur nella disperazione,essere ottimisti.Non voglio rassegnarmi,prima della nostra dipartita vedrà qualcosa cambierà.Resistere,resistere.

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  12. Signor Pilloni,la storia,anche se,ogni tanto,fa passi indietro,normalmente fa piccolissimi passi in avanti,quindi è importante,pur nella disperazione,essere ottimisti.Non voglio rassegnarmi,prima della nostra dipartita vedrà qualcosa cambierà.Resistere,resistere.

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  13. Il Bb non esiste, Bb e' un termine che coniato in altri paesi che con l'Italia ha ben poco a che vedere. Parliamo invece di chi e' stato a Roma il 14 Dicembre e chi il 15 Ottobre durante i quali sono successe due cose simili ma distinte nel conntesto storico. Semplificare e' un male e voi lo state facendo.
    I Bb, come li chiamate vobis e la stampa che tanto odiamo, sono stati arrestati a il 14 Dicembre... tra loro c'era una compagna sarda emigrata a Roma che ha subito cose che voi comuni mortali da tastiera non potete nemmeno immaginarvi ma vi inviterei a cercare il suo racconto in giro per la rete. il 15 Ottobre i Bb sono stati arrestati e messi alla gogna mediatica, er pelliccia e compagnia bella.
    Devo pensare che siate amici del Sig. Di Pietro nel momento in cui chiede il ritorno della legge del Sig Oronzo Reale? Oppure possiamo goderci di quel minimo di stato di diritto che ancora rimane? Sappiate che esiste ancora la presunzione di innocenza fino a prova contraria ed in carcere si rimane solo se sussistono possibilita' di reiterazione del reato, fuga o inquinamento di prove.

    Se vi scandalizzate che la gente si possa incazzare e scendere in piazza e scontrarsi contro una polizia che non mi vergogno a definire criminale e fascista beh allora siete tra quelli che un tempo ci chiamavano banditen poi terroristen ed infine Black Bloc.

    Occhio a non trovarvi un giorno a scoprire che il ragazzo della porta accanto a cui volete tanto bene sia uno che si veste di nero e si travisa il volto per evitare di farsi riconoscere dalla polizia.

    Benvenuti nelle Banlieu Parigine, in quelle di Los Angeles e delle periferie Inglesi.

    p.s.: anche in Tunisia li chiamano Black Bloc...

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