martedì 9 novembre 2010

Una ciofeca nel Paleosardo targato Blasco Ferrer

di Alberto Areddu

Come prevedevamo, ma saetta previsa vien più lenta, il tanto preannunciato (in due articoli, uno su Quaderni Bolotanesi e l'altro sulla ZRPh) saggio che avrebbe dovuto reindirizzare la futura ricerca sulle origini del paleosardo, si è rivelato un'autentica ciofeca. Il saggio di cui stiamo parlando è intitolato: Il Paleosardo. Le origini linguistiche della Sardegna neolitica, Ed. De Gruyter, per la gloriosa serie delle BZRPh, al modico prezzo di € 89. Il testo è comunque ampiamente scaricabile dal sito http://paperc.de/10311-paleosardo-9783110235609, previa registrazione.
I motivi che sostanziano la cattiva qualità dell'elaborato sono tanti. Innanzitutto, la proposizione della chiave basca, già da diversi anni sondata e rivelatasi inconsistente (richiamo qui i lavori dello studioso basco della Sapienza Julian Santano Moreno), secondariamente il modus stesso in cui viene decantata tale miracolosa scoperta. Tutti i predecessori del Blasco Ferrer appaiono come dei poco capaci, superficiali, ampiamente stroncati dalla critica e così via. Lasciamo parlare uno che aveva previsto tutto, il Pittau (Paleosardo: fine di un rebus):
"Nell’articolo in questione [su Quaderni Bolotanesi] il Blasco ha anche scritto che «la Comunità scientifica ha già stroncato in più sedi internazionali le note ipotesi sulla parentela del Paleosardo con l’Etrusco (Massimo Pittau) e quella più recente che considera la lingua encorica dell’Isola un sistema “italide” vicino al Latino (Mario Alinei)»; ed anche questa volta, con disonestà scientifica e pure umana, il Blasco non ha citato nessun autore e nessuno scritto."

11 commenti:

  1. (I)
    Il paleosardo? Per ora è attestato solo nei documenti sardi dell'età del bronzo ovvero nuragici. Da qui bisogna partire per capirci qualcosa. Sono più di settanta e tutti bellini bellini. Da qui può partire la cosiddetta 'scienza'. Sono tutti chiacchierini chiacchierini. E dicono che ha ragione Mario Alinei con la sua TdC. Il sardo è sardo 'italide' non sardo di Roma! E quel sardo definito 'romanzo' c'è dal neolitico e forse da prima ancora. Si snobbano i documenti? Non lo si vuole capire? Si capirà.
    La 'Comunità scientifica internazionale'? Che è? Molte volte soltanto il fasullo sublime che si erge a scienza! Moltiplica l'arroganza e la supponenza di Blasco Ferrer per dieci o per venti o per cento e capirai che cosa mai sia stata e sia ancora! Ciascuna con le proprie riviste e i propri adepti. Ciascuna con la gerarchia dei pontefici e dei cardinali sparsi un po' qua e un po' là nel mondo. Ciascuna con i propri subalterni e gli indecenti 'piccoli' telefonisti internazionali. Vedo che la rincorrete e la invocate spesso, illusi!, tu e Zedda. Per quale vantaggio? Per la gara di un giorno? Tanto se avete detto delle sciocchezze resteranno pur sempre sciocchezze. E saranno in molti a notarle. Alla lunga non si scampa! Guarda ad esempio le stupidaggini del medioevalista Paolo Benito Serra sulle tavolette di Tzricotu, messe incredibilmente a testa in giù, con l'ugaritico e il protocananaico capovolti. Una indecenza! La comunità scientifica internazionale molto probabilmente ha approvato, senza entrare nel merito, quell' articolo 'scientifico' scellerato pubblicato in 'Africa Romana'. Ma resta pur sempre un lavoro 'scientifico' in una rivista 'scientifica' che fa sganasciare dalle risate e che è, in quanto tale, una vergogna per l'epigrafia e l'archeologia isolana e non solo.

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  2. (II)
    E poi la 'damnatio memoriae'? Davvero davvero? Qualche fesso (ma proprio 'fessus', alla latina) non ha capito nulla del fatto che la cosiddetta 'scienza' ora viaggia in Internet, che le baronie e i feudatari medioevali sono in via di estinzione, che il pubblico salta il più delle volte a piè pari un'informazione scientifica che di scientifico ha solo la determinazione 'politica' di escludere sistematicamente i molti dalla conoscenza. L'apparato bibliografico spesso più ricercato è proprio quello che viene sistematicamente escluso dalla supponenza aristocratica. Su questo i veri ricercatori, i liberi ricercatori, spesso si orientano per vedere le novità e per fare vera scienza. Non lo capisci? Mica spendono tempo con il rigido ed il ripetitivo! Possibile che tu, personalmente, in ciò non abbia nessun riscontro?
    Detto ciò, devo però doverosamente anche dirti che tu, caro Areddu, ti ribelli con energia solo alla tua di 'damnatio', che solo per questa combatti e ti dai da fare. Non comprendendo che così offri scoperto il fianco. Non comprendendo che, purtroppo, è un fenomeno generale e non particolare. Esiste da tanto tempo nella storia degli studi di qualsiasi disciplina! Tu con il tuo egoismo sublime e senza limiti che proprio non vedi! O vuoi che ti ricordi il tuo modo iniziale, arrogante e supponente (di cui ti ha rimproverato con l'accusa di 'stalinismo' il direttore del Blog) di entrare in argomenti che neanche conoscevi ad orecchio? Tu con il tuo 'noi' linguisti dove ti sedevi, senza neanche chiedere permesso, tra 'cotanto senno', negli scranni ritenuti olimpici?
    Questo Blog, dove tu hai la possibilità di scrivere liberamente e di cui ti servi, è proprio l'esempio che è inutile che ti 'dannino' e ti oscurino perché la 'damnatio' oggi è solo del Globo. A lui appartiene. Credi che qualche pulce 'illirica' (su questa tua ipotesi sull'illirico sardo, vera o non vera che sia) non abbia cominciato a mordere? Non ti citano nell'apparato bibliografico? E questo ti preoccupa? Sei in compagnia degli anonimi, degli esclusi , dei non riconosciuti? E che te frega? Se fai notare che davvero ci tieni a 'loro' e ai loro sistemi in cifra oltre a farli esistere e resistere li poni sul carro, a loro inconsueto, della gioia e della felicità. Pensa a lavorare pittosto, a 'studere' , a fare quello che in molti non fanno o solo fingono di fare. Oppure quando lo fanno, come il Blasco, si guardano allo specchio e ritengono di aver raggiunto, con un volo da cormorani a pelo di palude, la grandezza d'intelletto e la luminosità abbagliante di Dio.

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  3. Con i commenti di Gigi sono d'accordo quasi su tutto, salvo alcuni dettagli.
    In primis faccio notare che il primo studioso che ha detto che la Sardegna appartiene all'area italide (assieme alla Catalogna e alla Provenza, dunque il termine italide non significa Italia, il chiarimento non è rivolto a Gigi ma a chi non conosce la teoria della Continuità) dal Neolitico Antico (ceramica cardiale diffusa dalla catalogna all'Illiria) è stato Colin Renfrew nel suo Archeologia e Linguaggio 1987. Cioè il più autorevole archeologo del Novecento!!
    Alinei ha "solo" capito che le famiglie linguistiche indoeuropee occupavano (in linea di massima ) le loro sedi storiche sin dal Paleolitico.
    E con Gigi concordo nel dire che la tesi di Alinei pare la più verosimile.
    Gigi, mi accusa di far troppo affidamento sugli specialisti, caro Gigi non credo che la conoscenza conosca altre strade!
    è vero che nessun specialista è infallibile, ma è altrettanto vero che l'opinione comune non può prescindere dall'affidarsi al parere degli specialisti.
    Assieme alla cosiddetta scienza Normale esistono le cosidette rivoluzioni scientifiche, ma una rivoluzione non potrà mai dirsi compiuta sintanto che non diventa scienza normale.
    Le mie scoperte archeoastronomiche sono rivoluzionarie, il mondo accademico europeo e momdiale nel campo dell'archeoastromica mi ha dato ragione, nel 2009 riconoscimenti sono venuti pure dagli archeologi inglesi e spagnoli, nel frattempo gli archelogi sardi continuano a infilare la testa sotto la sabbia.
    Che c'è di male caro Gigi se io vado a raccontare le mie teorie ai maggiori archeoastronomi e archeologi d'Europa?

    Perchè stanno a sentire un contadino-vigniaiolo come me? perchè a testimone e prova dei miei assunti porto niente di meno che la geometria del Sole e della Luna!!

    Un rivoluzionario ha il diritto di essere pellegrino, ovviamente ha pure il diritto (ma non mi pare il tuo caso) di starsene nel suo studiolo fiducioso del fatto che le sue teorie potranno essere accolte nel prossimo secolo!!

    saluti
    mauro peppino zedda

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  4. Ma che devo dirvi: io ho solo detto una ovvietà, se poi c'è della rabbia nell'esprimerla, è perché a monte di quello che uno scrive, ci dovrebbe esser una persona, che sappia valutare "onestamente".Il signor Blasco, che non ha scritto praticamente un tubo di toponomastica fino a quest'anno, improvvisamente si sveglia e pontifica. Ora nella collana della BZPh ci sono nomi importanti, fa specie che abbiano fatto pubblicare a un novellino saputello, un tale saggio, nel quale (meno di 280 pagine) la maggior parte delle cose dette, sono il cazzeggio preparatorio all'analisi delle sue proposte invero minuscole e per nulla falsificabili (visto che accosta il vuoto ad altro vuoto). Penso pure che a uno come Blasco dopo questo libro bisognerebbe togliere, per manifesta deficienza intellettuale, qualsiasi cattedra. Ecco faccio anch'io il nazista.

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  5. No caro Peppino Zedda, io non ho detto che non si debba ricorrere alla scienza dichiarata come tale. Sarebbe bella! Pensi che sia un matto che non sa come va 'normalmente' il mondo?
    Non hai letto delle mie doverose riconoscenze (e dico anche il perchè della riconoscenza) a questo e a quello nella prefazione di SAGRA. C'è qualche nome niente male sai?
    Io ho detto solo di non rincorrerla e di non invocarla. Ho 'consolato', se vuoi, un Areddu con il dente avvelenato, in vena di rivalsa per la 'damnatio' ( e cosa si aspettava dal Blasco!), e che fa gioire sino all'orgasmo i linguisti supponenti. Tutto qui. Bisogna capirla bene questa benedetta scienza cosiddetta della 'Comunità internazionale', perchè spesso è strutturata com'è strutturata e proprio riguardo alle novità, quelle che tu chiami 'rivoluzionarie', si oppone fermamente per dei motivi che sai bene quali sono. Umani, solo umani, sciaguratamente umani, che niente hanno a che vedere con la vera scienza (il che vuol dire libera e disponibile), e con la conoscenza. Qui poi in Sardegna lo si sa bene: quello che è altrove fisiologico diventa patologico. La negazione caparbia e disumana arriva persino alle firme! A 250 sciagurate firme contro uno 'studioso' giornalista(compresa la tua)! Qui, se non stai attento, solo per il fatto che studi e fai ricerca libera,testarda,indipendente, mandano le lettere anonime di intimidazione indiretta ai tuoi cari e ai tuoi amici;oppure tentano di mandarti i carabinieri a casa perchè in qualche modo devi apparire alla gente come persona 'sospetta' e 'comunque' ti devono fermare! Lo capisci o non lo capisci che ad alcuni mascalzoni della scienza non interessa proprio un accidente; che io posso far vedere al mondo, come ho fatto vedere, decine e decine di documenti, ma che la negazione sarà tanto più dura quanto più io ne farò vedere? E pensi che questa negazione per la negazione sia forte solo qui? Per questo andiamoci cauti, non rincorriamolo o invochiamolo con troppa fiducia quel mondo. Ce n'è un altro che prima o poi 'comprerà' (e autorevolmente) quello che hai esposto. Tu replicherai: e se non dovesse mai accadere? E se nessuno si accorgerà di te? Non importa, tu hai fatto solo il tuo dovere, semplicemente il tuo dovere di studioso non 'se -dicente'. E bada che io non sono un 'santo' o un tifoso ad oltranza di Seneca!

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  6. Caro Sanna, la differenza (sottile ma che c'è) tra il mio status di "studioso", quello di Zedda e invece il tuo, è che noi abbiamo difronte il muro delle competenze locali (nuraghi studiati al 90 per cento da sardi) (linguistica sarda studiata al 90 per cento da sardi), TU invece (e te lo abbiamo detto altre volte) incidi su un campo (quello epigrafistico semitico o paleosemitico) dove NON ci sono competenze locali che ti posson mettere il Firewall,e dovresti ardire di cercare competenze (che ci stanno) fuori dell'isoletta. L'accademia quindi conta, e stai tranquillo che se hai scoperto qualcosa di degno, sarai riscattato. Non credere poi che gli accademici non bazzichino on line, ci sono, girano, si curano la paginetta personale su wiki. Una volta ho contattato uno che sta in una località ben precisa del Belgio (un albanologo), mica mi ha risposto, però una volta alla settimana mi ritrovo quella località tra i frequentatori del mio sito. Chissà forse spera di "sgiattare" (rubare) qualcosa, e poi attribuirsene il merito.

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  7. Cara Aba, fai domande al Blasco? E' meglio che le faccia a un mulo, anche dei più tosti. Fatti dire da Franco Pilloni, direttore della Rivista Paraulas (ma forse l'editoriale si trova anche in Internet), quali sono state le risposte a delle domande persino troppo garbate e ben circostanziate. Domande doverose che venivano poste in seguito ad un articolo da lui pubblicato nell'Unione Sarda che fa il paio preciso con la ormai famigerata nota 63. Stessa piccineria nel non citare, stessa cattiveria nel fare di ogni erba un fascio, stessa miserabile attitudine a portare il massimo del discredito senza entrare mai nel merito.
    Quando poteva farlo,con onestà intellettuale, di fronte al pubblico, allorchè Maria Giulia Amadasi gli ha detto in faccia, quasi risentita, che non era vero che Gigi Sanna era il signor 'nessuno' e che mi conosceva bene, perchè non le ha chiesto cosa ne pensava di Sardoa Grammata e dei miei studi sulla scrittura nuragica? Perchè non ha cercato, dato che l'occasione era ghiotta, di capire qualcosa da una epigrafista di livello internazionale su quei documenti che spuntavano continuamente in ogni parte della Sardegna?
    Comunque, Aba, hai detto bene: 'mancanza di professionalità' la sua. Insulti gratuiti e basta. Tanto che tu ci dici che 'sotto le tue grinfie' non lo avresti fatto passare (a parte le sciocchezze sul basco e sullo spagnolo). Mi chiedo però, date le tue parole autorevoli di scienziata che con la scienza convive ogni giorno, come ha fatto a passare costui! Ah già! La comunità scientifica internazionale, una... 'certa' comunità scientifica! Forse distratta!

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  8. Mi sposto un attimo dal blog e al mio ritorno cosa trovo?
    Un Gigi Sanna che ha compiuto gli anni senza avvertire gli amici, ma soprattutto "invecchiato" come una buona vernaccia che non nasconde nulla dei suoi caratteri al palato di chi sa gustarla "a geunu", a digiuno, come usavano i nonni.
    E così scopro un Gigi sempre più intransigente, anzi meglio insofferente, su/per le questioni, le persone, le situazioni stucchevoli, importune o sgradevoli, o specialmente banali e perditempo, incline, sempre più risoluto a cantarle in faccia a chiunque, senza falsi pudori o diplomazie di maniera.
    E' un tratto del carattere che mi affascina, suppongo sia un indizio di saggezza, temo tuttavia si tratti di un sintomo dell'età che ti facendo diventare patriarca.
    Quanto al contenuto del post non so e non voglio pronunciarmi: il supposto imputato non ne vale la pena.
    Auguri dunque anche da me, Gigi. Anche in ritardo. Anche fuori luogo.
    A centu e pustis indi chistionaus!

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  9. Faccio notare una cosetta, che forse farà comprendere qualcosina: a p. VII del lavoro di Blasco si legge, testuale:
    "Una sincera espressione di gratitudine va anche all'indefesso sostenitore della cultura sarda nel mondo e riconosciuto etnomusicologo Paolo Zedda di Sinnai, grazie al quale il libro ha trovato un completo finanziamento".
    Che vorrà dire?

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  10. Caro Franco,'Vernaccia'? Non lo so.Non credo. Ma detto da te non è certo un complimento di circostanza.
    'Patriarca'? Fammi gustare questi pochi anni che mi restano ancora di 'giovinezza' relativa e combattere da anonimo all'arma bianca contro gli stronzi, i supponenti, gli arroganti, contro i negazionisti ipocriti e i detrattori della nostra cultura. Contro gli a -politici e i 'politici' di maniera.
    Ricordi i versi pessimistici di Tirteo sulla vecchiaia e sulla bruttezza dei vecchi che combattendo nudi in prima fila e cadendo mostrano le loro 'vergogne' insanguinate tra tanta bella giovinezza? Beh, ho detto sempre ai miei alunni (e bada che allora il fiore della gioventù stava dalla mia parte!) che Tirteo -sempre che siano suoi e non di altri quei versi - della vecchiaia (allora l'età di un vecchio iniziava a 45 anni!) non ne capiva un tubo. Lasciamo stare poi quel rammollito di Mimnermo. Guarda un po' cosa criveva:

    'Quando viene la dolorosa vecchiaia/
    che rende l'uomo bello simile al brutto/ sempre nella mente lo consumano malvagi pensieri/ nè più s'allieta guardando i raggi del sole; / ma è odioso ai fanciulli e disprezzato dalle donne/ Tanto grave Zeus dispose che fosse la vecchiaia!'
    Davvero davvero?
    Il bello di Mimnermo è che ci ha messo di mezzo anche Zeus, proprio lui, che vecchio babay com'era, quasi come Crono, faceva incazzare la sua nobile e attempata sposa correndo di qua e di là per godersi la vita e per entrare nei letti degli dei e degli uomini.
    Tutto questo naturalmente non c'entra nulla con il Post di Areddu su Blasco. Scrivo, come spesso per non prendere troppo sul serio le cose, per divertirmi. 'Sceti po arrì e po mi spassiai'. O forse sì? Forse c'entra? A ben vedere nella famigerata gentilissima 'professionale' nota 63 manca solo l'accenno alla 'debolezza senile' di questo o di quello, alla follia di chi ancora osa combattere, turpemente, tra i giovani in prima fila.

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  11. Gigi Sanna, mi porti a giocare in campo avverso, perché deu su gregu no ddu mazziu. Ricordo solo che "alluce" significa "senza luce", per colpa di quell'alfa privativo. Poi sono venuti i sandali e anche i vandali a rovinare l'assunto.
    Per fortuna ho parlato di patriarcato, non di vecchiaia.
    Come ben sai, ai patriarchi tutto è concesso, da Dio e dagli uomini: gli entusiasmi più esaltanti e i dubbi più atroci, azioni inscusabili e pentimenti profondi, compreso il far passare la propria moglie come sorella per paura o per interesse, compreso l'inseminamento con metodi naturali del grembo di giovani serve feconde e di sterili anziane legittime mogli.
    Anche negli errori dunque il patriarca segna la via. E se tu hai preso questa direzione, non sono io a distoglierti: di gente come te ne serve a decine, a centinaia, per denunciare l'improntitudine e la petulanza dei tanti galletti amburghesi e catalani che cantano con voce roboante, ma si reggono su gambe non loro.
    Non illuderti e non abbatterti, perché sei sulla buona strada, perché sei solo all'inizio.
    E questo te lo dice uno che della vita ha capito ben poco, ma quel pochino l'ha capito davvero.

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