mercoledì 11 febbraio 2009

Nel programma di Soru nessuna censura, solo una svista

di Alessandro Mongili

Dear Giuanne Frantziscu,
arguisci malissimo. Ho collaborato alla stesura del programma de "La Sardegna che cambia", so bene che si tratta solo di una svista quella a cui ti riferisci. La percentuale di ex Pci fra noi è bassa e la vera novità è quella rappresentata da una nuova generazione che si presenta alla politica senza sapere neanche che cos'era il Psd'a ma amando la lingua sarda più delle generazioni precedenti.
Tutti concordiamo sulla difesa della limba e il nostro punto di riferimento sono sia il Piano triennale che, ovviamente, il ddl approvato a metà dicembre. Soru ha rischiato e si è impegnato molto sulla lingua sarda perché, semplicemente, ci crede, come tutti noi anche se non abbiamo il vostro pedigree militante. Ci crediamo perché crediamo in noi stessi, in noi Sardi, ci amiamo come gente, come individui pure. Come dice Antonio Pintus, si tratta solo di un rimando giornalistico che è pure abbastanza instabile e non fa testo.
Il ddl contiene misure specifiche che fanno parte degli atti di governo, che tutti possiamo consultare, esattamente come tanti altri ddl della Giunta Soru in un numero elevato di temi (ambiente, sanità, ecc.) che come spesso accade non sono stati ripresi parola per parola in un Programma destinato ad essere letto il più possibile (per cui di 120 pagine) e non poteva essere portato a Venti volumi e a migliaia di pagine.
Preoccupatevi piuttosto di non riconsegnare la Sardegna a chi sulla lingua sarda fa battute razziste e ridacchia e disprezza ogni sardità che non sia folklore. Non capisco tutto questo credito a loro e tutto questo pibincùmine per noi.
Salude e gràtzias pro sù chi faghes, massimamente pro s'archeologia chi est prus importante de sù chi nde pothant pensare is balossos

Mon cher Alessandro (perdona, ma sono troppo vecchio per essere di scuola anglosassone, sono franco-resistente). Parli di "voi" e "noi" come fossimo truppe nemiche, anziché gente che cerca di fare il più che può per la lingua sarda e la Sardegna in genere. "Noi" non consegneremo la Sardegna a nessuno così come "voi" non siete un baluardo interposto a questa consegna.
Nel mio modesto ruolo di cronista di quel che accade, solo ho rilevato l'esistenza di una curiosa (vogliamo dire così?) censura della parola "lingua" (e dell'altra, "musica"). Tu sostieni che si tratta di una svista e io ti stimo troppo per pensare che tu abbia piegato a ragioni elettorali la verità dei fatti. Permettimi però di sottolineare che si tratta di un lapsus curioso: spariscono la parola "lingua" e "musica" e non altre. Apprezzo la resistenza che deve esserci stata contro la trasformazione di "musica" in "folclore". Freud, forse, avrebbe una spiegazione.
Ah, in quanto al Ddl che, tu sai, apprezzo, perché non ne è annunciata la ripresentazione in caso di vittoria o la presentazione di una proposta di legge in caso contrario?
Ha da passà a nuttata e, al mattino, credo non ci sarà più, tra gli amanti (proprio nel senso di antzeddos) della Sardegna il "noi" e il "voi". [gfp]

5 commenti:

  1. Vorrei chiedere ad Alessandro Mongili: se, come lei dice, si tratta di una svista, perché non è stata ancora corretta?

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  2. Forse la percentuale di ex-piccì è bassa, ma il tono non cambia, purtroppo. Un po' meno di supponenza, soprattutto da parte degli intellettuali-che-collaborano-alla-stesura-dei-programmi, non guasterebbe. Certe volte sarebbe bello leggere: abbiamo sbagliato, scusate, rimediamo subito. Anziché arrampicarsi sugli specchi...
    Andrea

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  3. Caro Andrea, ancora oggi mentre scrivo (sono le 8.15), la svista non è stata corretta. Però, perdonami, Alessandro Mongili i due terzi di quel che chiedi (dire: abbiamo sbagliato, scusate) lo ha fatto. In più non era tenuto a dare spiegazioni. Un supponente non lo avrebbe fatto

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  4. Salude Frantziscu, oe (13 de freàrgiu) in sa nuova a pag 16 b'at sa lìtera de su candidadu de tzentru dereta Cappellacci, fortzis est una "svista", ma non bido peruna cosa pro sa limba o sa presèntzia sua in sas iscolas (ma s'educatzione sanitària emmo). Como diat tocare a currègere finas cussa, de chi no a picu de "svistas" intzurpamus sa limba
    Micheli

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  5. Salude a tie Miche',
    pro ite mi lu naras a mie chi Cappellacci non faveddat de limba sarda? Mi diat bènnere de nàrrere pejus pro isse. A mie m'interessat ite capitat de sa limba sarda in sos chi impromintint de l'amparare.
    Ma pròpiu tertium non datur?

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