Dal
punto di vista dell’analisi macroscopica, stilistica e iconografica, gliene
hanno fatte di tutti i colori, manco il materiale si era riusciti a capire:
osso, avorio o steatite invetriata? Adesso gliene han fatte di tutti i colori dal
punto di vista microscopico (1). È come se ad un umano facessero NMR, TAC,
PET e analisi del DNA. Nell’introduzione, il sigillo viene definito chiaramente
scarabeo e non più scaraboide: del resto i fianchi incisi e la morfologia del
dorso lasciavano pochi dubbi sul dovuto upgrade.
E finalmente si parla con linguaggio preciso e
sintetico: “The chemical analyses of the
glaze matrix and of the embedded crystal inclusions, together with the detailed
characterisation of the texture of the glaze-body system, confirm the
compatibility of the scarab with the glazed-steatite Egyptian production, and
specifically with the Egyptian scarabs of the New Kingdom”.
La
composizione e la manifattura rimandano alla tecnica egizia del Nuovo Regno
(1550-1070 a.C. ca.), come
del resto l’analisi formale. Come è del resto vero per lo scarabeo dell’obelisco
e, sospetto, per quelli dei complessi nuragici
di Nurdole e S’
Arcu e is Forros. Sull’altro scarabeo considerato egizio, quello
di S. Imbenia, nulla posso dire: ne conosco solo il dorso (Figura).
E adesso? certo, lo scarabeo della tomba XXV può
essere tranquillamente più vecchio della tomba stessa: nessuno usa scarabei per
datare contesti, passano troppo facilmente tra le generazioni. Ma le datazioni
all’VIII e al VII secolo sono cascate come paletti muffiti e non sarà più così
facile affermare che necropoli e statue non possono essere più vecchie dello
scorcio finale del VII secolo, come era stato fatto proprio sulla base di
un’affrettata datazione dello scarabeo.
G.
Artioli, I. Angelini, F. Nestola, New
milarite/osumilite-type phase formed during ancient glazing of an Egyptian
scarab, 2012, Applied Physics A, DOI 10.1007/s00339-012-7125-x
@ ABA: tu scrivi ""nessuno usa scarabei per datare contesti, ""... Quanto ti sbagli, mia cara. I giornali dell'epoca della scoperta delle statue riportano dichiarazioni virgolettate di ZUCCHINO e di TRONCO su questo.. DICHIARAZIONI INCONTESTABILI e ASSOLUTE... e purtroppo per loro QUALCUNO ha le copie di quei giornali, ... copie che saranno pubblicate a sputtanamento di questa gentaglia prepotente, che per mezzo secolo ha imperversato scrivendo e dichiarando fandonie e aggredendo chi osava contestare il loro CREDO.
RispondiEliminaSHARD
Eh, porca miseria! Se un'analisi chimica e microscopica degna di questo nome, su materiale vetroso o similare, permette una datazione da far arrossire i nostri "esperti", non è possibile fare altrettanto sulla terra cotta (termoluminescenza,
RispondiEliminami pare)?
Vero che gli scarabei potevano passare di generazione in generazione ma, una volta che acompagnavano il caro estinto nell'ultima dimora, come dici bene, non si può pensare ad una loro confezione sucessiva.
"Sa marighedha", però, "a frotza de andai a funtana" finisce in cocci e i tempi sono rapidi. Viene difficile pensare a un vaso interrato cento anni dopo essere stato fatto, ma neanche dieci, soprattutto se legato al culto.
Ricordo mia madre che spaccava ai suoi piedi il piatto su cui stava la "grazia", da lei fatta piovere sugli sposi con gesti ampi, come in un cerimoniale di benedizione.
La ceramica di "S'arcu de sos carros" è stata cotta e incisa, per un rito inumatorio, e subito dopo frantumata e sepolta col figlio del Sole e della Luna.
Per questo sarebbe bene conoscerne l'età, onde(per riguardo all'academia) far arrossire viepiù (sempre per il riguardo dovuto) qualcuno, fino all'annerimento.
Ma mi manca un tassello. Che relazione c'è fra le cosidette statue e le tombe? Le tombe possono essere state là da illo tempore e il tempio (le statue per me sono telamoni che stavano in un tempio e ho molti motivi per sostenere ciò) realizzato più recentemente. Non mi pare che ci sia incompatibilità fra tombe ed un successivo tempio. Ma fra telamoni e scarabeo che correlazione c'è?
RispondiEliminaFranco Laner
La relazione tra tombe e statue e tra scarabeo e statue? È presto detto.
RispondiEliminaÉ certo che in un sito poco esteso (qualche centinaio di metri quadri) sono state rinvenute un certo numero di tombe e i resti di manufatti in arenaria, tra i quali quelli dei cosiddetti Giganti di Monti Prama. Ora è certo anche che lo scarabeo della tomba numero 25 non ha visto la luce in Fenicia “nell'ultimo scorcio del VII secolo” ma in un giorno tra il 1550 a.C. e il 1070 a.C., in Egitto. La logica che è stata seguita fin qui dagli archeologi ora esigerebbe che l'intervallo di tempo in cui si sviluppò la genesi delle tombe avesse all'estremo superiore il 1550 a.C., perciò tutto il discorso sul sito in questione andrebbe ripreso da capo. Ora aspettiamo di vedere con quali motivazioni i nostri archeologi affermeranno di dover cambiare logica.
Le tombe e le statue potrebbero non avere alcuna relazione. Certamente, tutto può essere. Ma l'ipotesi zero (ciò quella con meno assunzioni ad hoc) deve necessariamente guardare a una relazione stretta tra questi due elementi, visto anche il contesto così dimensionalmente compresso, almeno fino a che non emergano evidenze portino a rigettare detta relazione. Ora, poiché l'ipotesi zero lega statue e tombe, anche lo scarabeo egizio e le statue sono in relazione, e quindi anche per i Giganti in arenaria dovrebbe valere il 1550 a.C. come limite superiore per una eventuale datazione.
Il fatto grave è che oggi ci troviamo con pochissimi elementi su cui ragionare perché per decenni nessuno, sostanzialmente, si è preoccupato di andare a studiare uno dei siti archeologici più importanti del mediterraneo occidentale. A questa incuria pesantissima avrebbero dovuto corrispondere almeno un certo numero di dignitose dimissioni.
RispondiEliminaDa quello che ho letto e riletto, i resti delle statue hanno il presupposto di "discarica". Fra le tombe e le statue ho difficoltà a trovare correlazioni. L'unica sembra sia data dallo stesso tipo di arenaria che proviene da una cava situata un pò più in alto. Datare la tomba fra il 1550 ed il 1000, oltre che lo scarabeo, mi sta anche bene (anche se quel tipo di tomba ha poco di nuragico). Ma quella statuaria, per le ragioni che ho cercato di spiegare ("Sa 'ena"), non può essere che recente, (V -VI sec. a. Cr.).
RispondiEliminaAttenzione all'illogica conclusione: tutto ciò che si trova in un sito, scarabeo, tomba, statue...sono coevi!
Quanto alle tombe e allo scarabeo, mi sembra di aver capito. Le tombe, almeno quella del "carrabuso", non possono essere state costruite dopo il 1100-1000.
RispondiEliminaSulle statue in "discarica" ho qualche prplessità. L'archittetto Laner va velocemente al passo coi tempi (nostri). A me 500 anni sembrano pochi, per quei tempi, per far diventare un'area sacra una discarica a cielo aperto.
La perplessità cresce dopo essermi riletto. E.c: "prplessità" e archittetto", non si danno. Architetto mi perdoni.
RispondiEliminaCredo, che al contrario di quanto sostenuto da alcuni in questo blog, ci sia una stretta correlazione tra tombe e statuaria. Le 33 tombe a pozzetto o meglio delle ciste litiche dello stesso materiale del lastrone di chiusura e delle stesse statue, si snodano come un lungo serpentone, affiancate l'una con l'altra. Secondo gli studiosi tutto il materiale è stato reperito dalla medesima cava posta a un centinaio di metri dal sito. A mio parere, visto la coincidenza tra il numero delle tombe e il numero delle statue, di sicuro almeno 23, tenendo in considerazione i busti rinvenuti, ma sicuramente in numero superiore e prossimo al numero delle tombe, se si considerano anche gli arti rinvenuti, è molto probabile che ogni statua, dotata di piedistallo, non dissimile nelle dimensioni dalle lastre di chiusura, poggiasse direttamente sui lastroni delle sepolture. Questa ipotesi potrebbe essere corroborata dal fatto che tutte le statue restaurate e ricostruite sembrano mostrare gli arti in posizioni tali da non superare il perimetro degli stessi piedistalli su cui poggiano, in modo tale da poter essere disposte in un'unica fila e molto ravvicinate tra loro, così come sembra indicare la stessa distribuzione dei pozzetti.
RispondiEliminaPer una migliore comprensione del sito di Monti Prama, consiglio la lettura dell'articolo del Rendeli pubblicato nel blog di Montalbano il 5 gennaio 2012.
Vorrei chiedere al Prof. Laner se la sua datazione fa riferimento solo alla gradina che, leggo testualmente nell'articolo del Corriere della sera del 2 9 2012
RispondiElimina"si ritiene sia stato inventato dai Greci nel VI secolo a. C., ma che sembra essere stato usato dagli Egizi già un paio di secoli prima."
Grazie, Roberto
Aggiungo un'altra domanda, a quella di rsroberto per il Prof. Laner...
RispondiEliminaLa datazione che lei ipotizza, è conseguente al fatto che li ritiene telamoni? Fa cioè riferimento alla comparsa dei templi greci in genere, e a maggior ragione quelli a telamoni/cariatidi?
Quanti diversi linguaggi si parlano anche se gli interlocutori sono pochi! Sinceramente io non capisco né alcune affermazioni, né alcune domande, ma soprattutto ci sono troppi nervi a fior di pelle. Ho letto con attenzione le affermazioni di Aba Losi sullo scarabeo, mi hanno fatto piacere e mi complimento. Non ho scritto che lei che fa l'estensione di datazione, parlavo agli altri del blog che sono intervenuti, con semplificazione per me eccessiva. Il termine discarica l'ho usato perché dal resoconto degli scavi ne risulta una specie di spietramento. I tanti pezzi erano ammucchiati, adespoti, trasportati, non trovati o disposti con logica, ad esempio quella di una violenta distruzione. La convinzione che fossere atlanti deriva da questioni statico-costruttive. Su questo, visto che è la mia disciplina, ho difficoltà a farmi smontare la convinzione. L'ordine del serpentone delle tombe e delle pietre apicali su cui qualcuno ha ipotizzato fossero poste le statue è per me assurda: le statue non possono semplicemente stare in piedi da sole sulla pietra tombale. Stanno in piedi solo se superiormente caricate.
RispondiEliminaOrdinatamente e geometricamente ordinate e caricate.
Forse, sto pensando, la cosa migliore sarebbe fare un seminario, dove uno ha la possibilità di spiegare, partendo da ovvie ragioni di statica e di equilibrio. Allora si capirebbe come si muove male l'archeologia sarda, che arriva a vedere in basamenti e capitelli -a Monti Prama non c'erano solo statue!- addirittura modelli di nuraghe!!!
L'altra questione, per me drammatica, è che chi intravede la miseria dell'archeologia sarda su tanti fronti, cade nell'equivoco che la legittimazione di una civiltà sia la legittimazione-riscatto del presente. La ricerca dei primati, il desiderio di superiorità, il superamento della "vergogna di sè" non è un buon metodo per indagare sul passato. Queste sintesi possono apparire presuntuose. Ma spazio e tempo non mi consentono di spiegare, anche se ho dedicato un libro proprio a queste questioni,partendo proprio dagli scritti degli eccezionali antropologi sardi recenti, capisco che non posso pretendere condivisione, senza spiegare e giustificare i mattoni su cui questa sintesi si regge.
Infine, siccome mi devo assentare per un paio di settimane almeno, non considerate scortesia se non rispondo e mi defilo dal blog.
Un cordiale saluto a tutti
ATROPA SCRIVE: --- ""2. possa essere stato fabbricato più tardi da "nostalgici"""---
RispondiEliminaChe bello sarebbe!Una conferma più bella non esisterebbe dell'appartenenza ai POPOLI DEL MARE degli abitanti dell'Isola, a cominciare da quelli del SINIS...
Perchè?. PERCHè fra i FABBRICANTI DI SCARABEI, gli unici a tifare HYKSOS dopo mezzo millennio potevano essere solo SHARDANA, anch'essi dell'etnia dei Popoli del Mare come gli HYKSOS.
Di sicuro non potevano essere gli EGIZIANI di TEBE, i quali avevano in odio tale popolo (Hyksos), ai quali avevano decretato al DAMNATIO MEMORIAE.
SE LO SCARABEO è di "Tipo Hyksos", è sicuramente fatto da qualcuno che aveva conservato la memoria dei propri "parenti millenari"... NOSTALGICI insomma, come scrive ABA.
LEONARDO
nell'impostare il tema delle probabili connessioni tra tombe e statue non dimentichiamo che le seconde riproducono le fattezze dei bronzetti, anch'essi datati stranamente ad un periodo Tardo ma decisamente nuragici. Quindi ...
RispondiEliminaIn ogni caso il rinvenimento di "carrabusi" egizi in Sardegna ci avvicina alla realtà: sono oggetti importati nell'Isola dagli Sherden-Nuragici.
Giuseppe Mura
Prof. Laner, il suo libro l'ho letto e riletto e mi é molto piaciuto. Volevo semplicemente sapere se, nel frattempo, avesse cambiato opinione sulla datazione proposta nel testo al di là delle considerazioni statico-costruttive sulle quali mi trova d'accordo.
RispondiEliminaRoberto
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLeggo sempre attentamente un articolo e i commenti appresso. Nelle mie eventuali osservazioni cerco di attenermi il più possibile al tema e ai significati proposti dall'autore, cerco le parole più adatte per esprimere esattamente i pensieri che mi sovvengono durante la lettura. Ora ho la netta sensazione che nel mio commento di ieri a questo articolo non devo essere stato un campione della chiarezza, sarà che vado sempre troppo di fretta.
RispondiEliminaIntendevo soltanto delineare, grosso modo, a quali conclusioni porterebbe la logica monster fin qui applicata dagli archeologi al tema in questione, alla luce di questo nuovo dato sullo scarabeo. Intendevo sottolineare come il dogma guidi l'archeologia in Sardegna fino a piegare il buon senso e come sia questo il problema contro cui andiamo continuamente a sbattere. Intendevo, appunto, mettere in rilievo le “semplificazioni eccessive” di un certo ragionare degli studiosi, un ragionare che non mi appartiene: per me i quattro punti poco sopra elencati da Atropa, così come sono validi ora, erano validi anche prima, quando qualcuno sosteneva che lo scarabeo fosse “certamente” del VII secolo e su questa “certezza” costruiva teorie arzigogolate.
P.S.
È sempre avvilente leggere di generici richiami a fantasmi revanscisti e a quant'altro su cui è meglio sorvolare. Si vorrebbe soltanto che la ricerca seguisse un percorso scientifico e non aprioristico anche quando si tratta della storia che ha riguardato la Sardegna. Si vorrebbe soltanto capire per amore della conoscenza.
Un archeologo di primo piano dell'archeologia sarda Tronchetti, ha trovato quaranta anni fa uno scarabeo in steatite e per quarant'anni ci ha detot che era in osso! Credo che un archeologo che non sappia distinguere l'osso dalla pietra sia un archeologo di serie B.
RispondiEliminaUn'analisi geologica può servire per stabilire che tipo di pietra sia magari riuscendo ad arrivare alla cava di estrazione, ma per capire se si tratta di osso o di pietra dovrebbe bastare una laurea in archeologia.
Oggi un architetto ci dice che a suo parere le "statue" di Monti Prama non possono stare in piedi se non "caricate" dall'alto, e che bisogna intenderle come Talamoni. Come non credere a lui piuttosto che agli archeologi che non sanno distinguere un osso da una pietra? Ma Franco nella sua umiltà ci dice non pretendo che mi crediate, ma mi piacerebbe che se ne discutesse, ma gli archeologi che non distinguono un osso da una pietra, che non capiscono un tubo di geometria (non capiscono che gruppi di tre nuraghi intervisibili che giacciono sulla stessa retta, rappresenta una dislocazione geometrica suscettibile d' essere interpretata in chiave astronomica) non vogliono (mettersi) discussione.
Riguardo alla datazione, ho letto l'articolo di Artioli et, al citato da Aba.
RispondiEliminale mie impressioni sono le seguenti:
Artioli et al. hanno stabilito che lo scarabeo è realizzato nel materiale con cui si relaizzavano gli scarabei del nuovo regno.
Ma gli stessi autori citando stiglitz ci dicono pure che il tema dello scarebeo è un tema urato tra il 1130 e il 945 a.C.
al che se ne dedurrebbe (interpolando i due dati) che sia stato realizzato tra il 1130 e il 1070 a.C.
Stiglitz ci dice anche che un altro scarabeo del nuovo regno simile a quello di Monti Prama è stato trovato a Tiro in un contesto dell VIII-VII secolo.
Alla luce di questi dati è chiaro che lo scarabeo si Monti Prama potrebbe essere stato deposto nel pozzeto 25 nell'arco di tempo compreso tra il 1100 e il 500 a.C.
Lo studio di Artioli e Al. è prezioso perchè hanno stabilito l'epoca in cui è stato realizzato , ma per quanto riguarda l'epoca in cui è stato deposto e da chi è stato deposto siamo in alto mare.
Riparto dalle parole di Franco Laner:L'ordine del serpentone delle tombe e delle pietre apicali su cui qualcuno ha ipotizzato fossero poste le statue è per me assurda: le statue non possono semplicemente stare in piedi da sole sulla pietra tombale. Stanno in piedi solo se superiormente caricate.
RispondiEliminaSe spostassimo solo per un attimo lo sguardo verso la statuaria dell'antica Grecia, potremo notare come, tenuti fuori dal ragionamento i grandi scultori dell'età classica (Fidia, Mirone, Prassitele e via discorrendo)che per necessità statiche dovettero utilizzare il terzo punto d'appoggio per reggere le proprie sculture, dal momento che esse erano la rappresentazione del corpo in movimento colto nel momento culminante dell'azione, vediamo bene come nel periodo arcaico della scultura greca vennero create tutta una serie di sculture note con il nome greco di Kouroi o Korai (ragazzi o ragazze).
Ebbene tali sculture a partire dai notissimi Cleobi e Bitone (inizi del VI sec. a.C.), alti all'incirca 220 cm, sino ad arrivare al mastodontico Kouros del Sounion (fine del VII sec. a.C.) che arriva alla ragguardevole altezza di 340 cm, erano semplicemente posti al di sopra di un piedistallo, senza alcun bisogno di essere sostenuti da carichi che dovevano gravare sopra il loro capo, come magistralmente dimostrato dalle bellissime capigliature scolpite dall'artista che li creò. A tal proposito è stimolante sottolineare come le acconciature di Cleobi e Bitone siano sorprendentemente simili a quelle di alcune statue rinvenute in quel di Monti Prama.
Si, certo, Aba quanto dice Stiglitz è suscettibile di critiche e lui dovrebbe essere onorato dall'essere oggetto delle tue osservazioni critiche!
RispondiElimina@ risosardonico
RispondiEliminaCapisco cosa intende dire, però non credo sia un caso che, anche negli esempi che fa, le gambe non siano mai (che io ricordi) parallele tra loro ma vadano una avanti rispetto all'altra, aumentando quindi il punto d'appoggio!
Vorrei poi porre questa domanda, rispetto a quel che leggo nel sito www.montiprama.it, a proposito dei supporti...
"Nel caso delle statue di Monte Prama i supporti devono rispondere alle seguenti esigenze:
- Assicurare la stabilità a dei reperti che pesano in media 200 kg., non poggiano a terra ed hanno il baricentro spostato frontalmente" ... questo "baricentro spostato frontalmente" a cosa si deve?
E finisco con una banalissima osservazione e di pochissimo conto, ma che mi ha incuriosito... ho notato, nel guardare alcune delle (bruttissime, oltre che poco fedeli) riproduzioni a scala reale (e oltre) dei guerrieri,che uno dei maggiori punti di difformità dagli "originali" stia proprio nell'appoggio a terra: la base diventa talvolta rettangolare, molto più larga o alta, spesso le gambe sono molto divaricate...altre volte come all'ingresso del Museo di Cabras sono raccordate...e addirittura in una (certo, gigantesca!) sono stati "caricati" due blocchi di cemento proprio alla base...perdonate la banalità dell'osservazione...quasi da gossip...e forse è un caso,ma messa la pulce, mi sono chiesto se magari non siano proprio espedienti perchè "a piedi "quasi" uniti" non sarebbero state su...
http://4.bp.blogspot.com/_g2l9aqmE89Q/THoUl4N4uAI/AAAAAAAAAfQ/XdFynwhDIvo/s1600/Monte+Prama+Agosto+2010+010.jpg
http://maestraelisa.blog.tiscali.it/files/2009/04/uid_120f2edac63.580.0.jpg
Temo di giungere a discussione spenta, però un suggerimento vorrei cmq darlo a chi magari continuasse a passare di qui, sulla correlazione tombe-statue :
RispondiEliminasi tratta di un frammento di lavorazione delle statue, così definito, nei diari di scavo di tronchetti.
la notizia è stata ripresa solo di recente da Rendeli(citato da qualcuno anche qui).
il frammento fu trovato nella tomba n.6 del serpentone.
adesso sarei stato curioso di leggere le vostre reazioni.
se, diam fiducia alla fonte e alla notizia, allora, come diceva rendeli, il nesso tra Statue e tombe, è difficilmente smantellabile.
un caro saluto a tutti.
Che significa "frammento di lavorazione delle statue"?
RispondiEliminaVorrebbe significare che, mentre si eseguivano le statue, uno scarto é finito volontariamente o involontariamente in una tomba?
Non capisco.
frammento di lavorazione vuol dire per l'appunto questo rsroberto, e se non erro, aggiungevano: frammento di lavorazione di uno scudo, dunque, di una statua di guerriero o di pugile.
RispondiEliminaho citato Rendeli al riguardo del frammento, nella pagina Wiki sui Giganti. da lì potete risalire alla fonte originaria e sincerarvene da voi.
Ps: se lì scolpivano, lì posizionarono le statue ab origine, perchè la prova dell'attività di scoltura indica che le statue furono ideate appositamente per M. Prama.
RispondiEliminaquesto frammento taglierebbe dunque la testa al toro.
e fa diventare quello dell'originario aspetto della necropoli
(che fosse un tempio con telamoni o una sorta di tomba dei giganti iper-monumentaleMonte Prama, per me poco cambia) non il problema da cui partire per stabilire se statue e tombe fossero connesse, ma un problema da affrontare nella consapevolezza che, statue e necropoli furon concepite come un tutt'uno, anche se sempre wor in progress, dato che come ricordava qualcuno, la tomba 1 alla 35 non rurono esegueite contemporamente, ma man mano che che i membri della nobilta nuragica passavan a miglior vita
Grazie Dedalo, notizia estremamente interessante!
RispondiEliminaSi potrà anche dire che qualcuno avrebbe potuto "scoperchiare" una delle tombe e infilarci dentro il frammento di lavorazione della statua anche dopo diversi secoli dalla realizzazione della tomba, ma se è vera l'ipotesi della contemporaneità ... in tal caso mi par di capire che cambierebbe davvero tutto!
riporto il passo originale, da Rendeli, la profezia sul passato :
RispondiEliminaNel primo caso si scioglierebbe il legame fra area funeraria e com-
plesso statuario, legame che C. Tronchetti e P. Bernardini ritengono
molto forte e che viene avvalorato dal rinvenimento nella tomba di
un frammento di scarto di lavorazione di uno scudo : dunque appare
difficile sciogliere questo nesso
nota 4:
. Questa notizia, presente nel diario di scavo redatto da Carlo Tronchetti, mi è stata ricordata da Paolo Bernardini in una sua comunicazione personale. Ringrazio entrambi: il primo per avermi concesso, con la consueta disponibilità e amicizia, la lettura del diario; il secondo per avermi ricordato questo fatto e per essere stato sottoposto a una lettura di questo testo con successiva, stimolante discussione di alcuni punti chiave del discorso.
ecco spiegato come mai, sia prevalente nell'archeologia ufficiale, l'ipotesi che statue e necropoli formassero un tuttuno.
in realtà, questo non esclude che nelle vicinanze della ecropoli esistesse un tempio, a causa dei rinvenimenti di alcuni conci tipici dei templi nuragici a pozzo.
dunque, non si può neppure escludere che alcune statue adornassero tale ipotetico tempio.
ma il fatto indiscutibile è che le satue furono concepite per adornare la necropoli e che la necropoli fu concepita adornata da statue.
Questo legame si rafforza quando si considera che un altro frammento, quello di narbolia, fu ritrvato dento un pozzo, non sacro, ma cmq nuragico, il quale pozzo, a sua volta, sorge nei pressi di un altra necropoli con tombe a pozzetto.
bisognerebbe fare qualche scavo anche nel Sulcis, inoltre...
DedaloNur, a questo punto é necessario creare un nuovo post in cui dovresti inserire i tuoi ultimi commenti, meritevoli di maggiore visibilità.
RispondiEliminaRoberto
ricordavo di aver inserito la notizia del frammento di lavorazione, nella pagina wiki, invece no, urge aggiornamento.
RispondiElimina@ franco laner che scrive :
"Datare la tomba fra il 1550 ed il 1000, oltre che lo scarabeo, mi sta anche bene (anche se quel tipo di tomba ha poco di nuragico). Ma quella statuaria, per le ragioni che ho cercato di spiegare ("Sa 'ena"), non può essere che recente, (V -VI sec. a. Cr.).
le tombe sono nuragiche o cmq, autoctone e sarde.
sono nuragiche perchè i pochi frammenti di cultura materiale ceramici sono indubbiamente nuragici.
perchè le statue sono identiche ai bronzetti, i quali a loro volta sono sempre associati a contesti nuragici.
perchè ci sono i modellini di nuraghe a chiarire a quale cultura, ethnos, i membri del clan di Monte prama facessero riferimento, e a cui al di là di ogni ragionevole dubbio, ritenessero di appartenere. il sito di monte di monte prama è quello che ha restituito più modelli di nuraghi in tutta la Sardegna
nel mondoo nuragico monte prama non è un caso isolato di statuaria.
abbiamo altri evidenti esempi di arte scultorea nei pozzi sacri, e anche altre possibili necropoli con statue o indizi di esse: Carbonia e narbolia.
le etnie, o se il termine sta antipaticoi popoli, possono mutare i loro costumi funerari o adoperarne di diversi contemporaneamente.
non si possono definire i tizi di Monte prama non-nuragici solo perchè non costruvano più le tombe dei giganti, tanto più che oltre al legame ideologico, simbolizzato dai modelli dei nuraghi, tra necropoli di M.P. e tombe dei giganti v'è persino un legame rituale e cultuale evidente: l'assenza di corredo, le fossette ai lati dei lastroni.
il tipo di tombe Monte prama non ha paragoni nel resto del mediterraneo. per poter parlare di modelli estranei al mondo nuragico, dovremmo avere paragoni smilari con altre zne del mediterraneo: non ne abbiamo manco uno.
mentre invece, tombe a fossa sono presenti in altre zone dell'oristanese, soprattutto.
questi dati non si possono più ignorare.
A proposito di statuaria nuragica, un altro bellissimo, quanto poco pubblicizzato esempio, è rappresentato dalle sculture esposte presso il museo di Perfugas, dove fa bella mostra di sé una testa di guerriero con elmo dotato di corna (h. 50-60 cm). Di queste ultime residuano solo gli innesti nell'elmo, in quanto le corna di queste sculture potevano essere poste in diverse direzioni !!!
RispondiEliminaViste le dimensioni residue dovremo trovarci di fronte a delle sculture grandi, quanto se non più, che quelle di Monte Prama.
@ Rsroberto:
RispondiEliminafatto. ho scritto un piccolo post che spero Pintore pubblicherà. ho dimenticato di accennare alle statue-betilo ricordate da Risosardonico.
la definizione di statue betilo, mi viene tenendo conto dell'esemplare esposto al museo Sanna di sassari.
lì fa bella mostra di se un betilo alla cui cima è posta la testa di un guerriero. dunque statue betilo mi sembra una definizione appropriata, dato che, si può presumere che le altre due teste poggiassero su un supporto mobile, magari un tronco di legno, o dei betili non rinvenuti.
forse per l'esemplare di Bulzi, il contesto orignario più probabile è quello di un monte alla cui cima v'era senz'altro un luogo di culto non ricordo il nome del monte)
tenete conto anche di questo.
ciao a tutti.
Mi scuso per la brevissima incursione dopo tanto tempo e, prima di assentarmi per un altro lunghissimo periodo, rivolgo un saluto a tutti i blogger di Pintore. Invito ad una riflessione chi legge e si interessa alla vicenda della cronologia delle statue trovate a Monti Prama. Così come lo scarabeo, essendo elemento unico e non facente parte di un contesto stratigrafico (quindi non determinante oggettivamente), è scartato da un qualsiasi metodo scientifico serio che si occupa di elaborare una cronologia, allo stesso modo un unico frammento di lavorazione, tra l'altro anonimo e indefinibile, non costituisce elemento probante che caratterizza una ricerca. Questi due elementi (frammento e scaraboide) pur accompagnando lo studio e la ricostruzione degli avvenimenti, costituiscono elementi a margine dell'indagine cronologica. L'archeologia ha tonnellate di materiale proveniente da quello scavo, e utilizzare pochi grammi per eseguire una cronologia è una forzatura che incide negativamente su ogni proposta che si sottopone all'esame di una commissione scientifica incaricata di determinare una cronologia. Nuovi scavi potranno determinare certezze solo se saranno seguìte le norme richieste dal metodo scientifico. Gli specialisti, oggi che si sa qualcosa in più di 40 anni fa, saranno attenti ai dettagli e, mi auguro, non contamineranno i reperti così da poterli analizzare con sistemi chimico-fisici più idonei a scoprire nuovi dati. Rinnovo i saluti verso i lettori.
RispondiEliminaRicambio i saluti Sig. Montalbano, il problema qui è che lo scarabeo, perché in tale modo è stato denominato dalla ricerca segnalata nel post della dott.ssa Losi, e non scaraboide non è utilizzato da un oscuro millantato studioso per determinare la data delle tombe tantomeno il frammento per determinare la correlazione tra scavi e tombe. Forse non si sarà lumi della scienza e magari a volte un po' di parte ma qui occorre mettersi d'accordo sull'utilizzo delle prove che non possono essere usate solo quando fanno comodo :-). Con simpatia.
RispondiEliminaNon capisco il pochi grammi di roba, e non capisco se la critica è rivolta ai forumisti, o agli archeologi.
RispondiEliminaPerchè sia per lo scarabeo, che per il frammento di lavorazione (anonimo?) non si fa altro che riportare le loro teorie.
dunque, la critica, semmai fosse così opportuna e necessaria, e non mi pare, andrebbe rivolta altrove.
se il frammento di lavorazione è stato sin qui celato nei diari di tronchetti e non divulgato, non se ne può discuotere neppure nel merito, quindi mi chiedo ancora cosa voglia dire il termine "anonimo". è uno scarto di lavorazione o non lo è? se lo è, pur essendo anonimo come tutti gli scarti, allora è un forte indizio, e bisognerebbe chiedere a rendeli, tronchetti, bernardini, perchè utilizzino pochi grammi di roba anonima per sostenere la tesi del'unitarietà necropoli-statue.
P.s. mi risulta che in archeologia i grami non contano. conta cosa i grammi racchiudano.
RispondiEliminaDedaloNur, non faccia lo spiritoso!
RispondiEliminaSe Montalbano ha detto che in archeologia i grammi non contano, per favore si adegui e non ci diventi irascibile.
Mons. Montalbano, dopo tanta inavvertita assenza, ci ha dispensato la sua visita pastorale e i suoi arcivescovili consigli. Bisogna che se ne faccia tesoro tutti quanti. Anche perché il nostro beneamato Pastore, come annunciatoci, si riassenterà per lungo tempo assai.
si sentiva proprio la mancanza del piccolo studentello grande copiatore!! (Montalbano)
RispondiEliminaFate male a considerare il Prof. Montalbano uno studentello copiatore! Egli di strada ne ha fatto tanta dai tempi in cui frequentava questo e altri forum di nostra conoscenza. Egli ormai è assurto a PROF. e UNICO STUDIOSO SERIO del dibattuto tema sui POPOLI del MARE.
RispondiEliminaEgli è arrivato a scrivere sul web che dei PARTECIPANTI al Premio letterario sui Popoli del Mare, svoltosi quest'anno a Laconi, "I libri partecipanti trattava di TUTT'ALTRO che dei Popoli del Mare" Con buona pace del prof. F. Verona, Di Jacomo Pisu, di Bruno Vacca.. Giovanni Manca... Tutta gente da cui lui ha preso a piene mani ... e a pieno web... naturalmente includeva anche i mie libri credo, da cui ha copiato TESTI e IMMAGINI senza mai citarmi.
Ah! Dimenticavo.. LUI non doveva essere fra i candidati. Al solito non si è vergognato di chiedermelo personalmente di esser AGGIUNTO ai PARTECIPANTI....
Qui, gente ADEGUATEVI al suo attuale stato di SUPER STUDIOSO.. noi siamo rimasti indietro .. (sono sue parole).
Insomma abbiamo sbagliato tutto. nel BENE e NEL MALE: SANNA, ZEDDA, MELIS, PISU, ZORODDU... sono .. SUPERATI.
Kum Salude.
Leonardo
è volontaria a metà. all'inizio era solo uno dei miei tanti errori di battitura. che però non ho volontariamente corretto, perchè anche io m'ero reso conto che funzionava: i grami in archeologia non contano. i grammi possono contare moltissimo, checchè ne possa dire qualcuno.
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