Ancora
sulla chiusura di Sardegna24,
il quotidiano che, edito per un po' da Renato Soru, è morto per
mancanza di soldi e di lettori. Il giornale mi era personalmente
indigesto per il suo settarismo, ma anche secondo uomini della
sinistra sarda come Andrea Pubusa e Vito Biolchini aveva questo
brutto difetto. Ripeto, però, che la sua scomparsa mi dispiace ed è
comunque una sconfitta per la società sarda che potrebbe anche
essere di una qualche utilità se servisse ai settari e ai fanatici
per fare i conti con se stessi e con il loro minoritarismo.
Nutro
grande simpatia per Giommaria Bellu, direttore del quotidiano, non
solo perché ha avuto il coraggio di rimettersi in discussione
tornando in Sardegna dopo moltissimi anni, ma anche perché – come
ha ricordato qui Vittorio
Sella – ha cominciato a fare il giornalista sul mensile Sa
Sardigna
che avevo fondato e diretto nella metà degli anni Settanta. Si era
inventato uno pseudonimo, Walter-Zuanne, che coglieva appieno il
tormento di tanti giovani sardi combattuti fra il cosmopolitismo e il
risorgente sentimento sardesco che in città combatteva per
affermarsi. Non ci parlo da vent'anni, ma immagino che si sia
avvicinato a Renato Soru per l'aurea di presque nazionalismo che l'ex
presidente della Regione si era costruita intorno.
Mi
è dispiaciuto vedere, dopo non molti numeri di Sardegna24,
che quel giornale aveva succhiato la mammella del giornale-partito,
La
Repubblica,
per il quale Bellu ha a lungo lavorato, cercando di ripetere in salsa
sarda quella esperienza, calandola, per di più, nella società
politica sarda sconvolta dagli effetti devastanti del bipolarismo,
fotocopiato – e malamente – da quello italiano. Un bipolarismo
che pretendeva di trasportare anche in piccoli villaggi la guerra
all'ultimo insulto fra gli uomini della destra italiana e quelli
della sinistra italiana . A Lula, paese di 1300 abitanti, i dirigenti
di quel che sarà poi Pd fecero una forte campagna per
l'astensionismo invitando i concittadini a non favorire Berlusconi,
andado a votare per l'unica candidata a sindaco.
Il
quotidiano di Giommaria Bellu e gli intellettuali di cui si è
circondato si sono decisamente posti su quella strada, appoggiando
Soru e compagne e compagni, nell'idea che il grido “Cappellacci
servo” e “Giunta ladra” pagasse e facesse affluire lettori a
frotte. Così non è stato. Se Sardegna24
avesse trovato otto o nove mila lettori quotidiani sarebbe
sopravvissuto e avremmo avuto un giornale in più, settario e
fazioso, ma espressione di una fetta di opinione pubblica che in
quella cultura politica si riconosceva. Ha chiuso perché i lettori
non superavano i 4.500, perché, si dice con espressione che odio,
non aveva mercato; in Sardegna è già successo con L'Isola,
Tuttoquotidiano, Il Corsivo, Sardigna.com
e forse altri nientaffatto peggiori del quotidiano di Bellu.
Tutti,
prima di morire, hanno tentato tutte le strade per sopravvivere e
forse si sono macchiati del solito peccato: “Chiudiamo perché
siamo incompresi” o anche “Chiudiamo perché l'editore non ha
coraggio”.Giommaria Bellu non rinuncia neppure ora che annuncia nel
suo sito Asibiri la rinascita a
un impasto di faziosità e di vittimismo. La colpa della fine del suo
quotidiano non è di Soru che ha tagliato i finanziamenti, non è
dell'opione di riferimento che non ha comprato il giornale o –
potrebbe anche essere – perché questo era fatto
male. No, la colpa è di Cappellacci che non ha finanziato Sardegna24
e, ça va sans dire, di Berlusconi. Scrive nel suo sito: “In
Sardegna c'è un editore occulto: è
la Regione sarda che attraverso la pubblicità istituzionale e i
fondi della presidenza della giunta – finanzia certe testate
giornalistiche e ne esclude altre. Una "anomalia" che
ricorda quella prodotta da Silvio Berlusconi in campo nazionale, con
la differenza che questa si compie con i soldi di tutti i cittadini”.
Par di capire che se “l'editore occulto” avesse speso i soldi dei
contribuenti per finanziare Sardegna24
(cosa che per altro ha fatto), la cosa sarebbe stata ben fatta.
Il
10 febbraio a Cagliari gli indignati in servizio permanente effettivo
sono invitati a dire “Basta!” non si sa a che cosa e a
organizzare
“da subito una struttura dell'informazione libera”. Insieme a
Bellu ci sarà la sue ex direttrice a L'Unità
Concita de Gregorio. “Sinceramente”
scrive Vito
Biolchini nel suo blog “questo
non fa presagire nulla di buono, se non che Renato Soru deve
aspettarsi di tutto dal duo che fu allontanato dai vertici
dell’Unità. Cosa ne sa la De Gregorio di informazione in Sardegna?
Nulla”.
Chi sono i lettori di destra in Sardegna? I lettori dell'Unione? Non so... Una cosa, però, mi sembra ragionevolmente chiara: i lettori di sinistra masticano e distinguono i sapori, quando il sapore non è buono, non è buono quali che siano l'editore o il direttore del periodico.
RispondiEliminaBellu è un ottimo giornalista ma il suo giornale non era un buon giornale e questo è decisivo se ti rivolgi a un pubblico esigente che, per di più, si è rotto le scatole di combattere una certa battaglia di fazione che quelli come Bellu e la de Gregorio vorrebbero continuare a tenere viva nonostante sia decisamente morta da tempo (visti i tempi della politica) e pure persa rovinosamente.
Dunque, in sostanza, direi che la questione non sta nel fatto che Bellu si è rivolto ad un pubblico minoritario ma ad un pubblico esigente.
Non so poi quanto le peculiarità del sistema informativo sardo abbiano influito sulla poca fortuna del Sardegna24, di sicuro il fatto che il lettore dell'Unione le scatole non se le sia mai rotte non porta buoni pensieri: tipo che a destra e dintorni si riesca a spalmare più o meno tutto.
Io mi limito a constatare che la scomparsa di Sardegna 24--che non mi era sembrato un granché--continua a tenerci occupati. Evidentemente c'è bisogno di un giornale "sardesco" e di sinistra, che faccia da controaltare a Lu Gnone Sarda e alla Nuova Repubblica di Sassari.
RispondiEliminaChe dio ce la mandi buona e di facili costumi! (Cito)
Lettori di destra? Ma se non sanno leggere? Meno male che c'è un pubblico esigente, peccato che non legga "l' Ugnone". A prposito, chi legge l'Unione? Non quelli di destra, per incapacità; non quelli di sinistra perchè esigenti; che siano tutti casinisti (pardon, casiniani)?
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