Nella scelta di una metafora per farsi capire meglio si corre spesso il rischio di svelare retropensieri che, in quanto tali, si desidererebbe lasciare nascosti. E' capitato al dottor Momo Zucca che su L'Unione sarda di oggi commenta la sentenza di assoluzione di Gigi Sanna e di Silvio Pulixi. Criticando la disposizione di legge secondo cui è tassativo denunciare entro 24 ore il ritrovamento di un reperto, l'archeologo scrive: "Nell'attuale concezione dell'archeologia globale le cose in superficie sono analizzate tipologicamente, come nel caso di mollette in plastica o tappi della Coca cola. Ma questi non possono considerarsi bene archeologici".
Eccoci qui. I pedini di bronzo come i tappi di Coca Cola. I suoi colleghi Usai e Salvi avevano già detto più o meno la stessa cosa quando furono sentiti dal giudice: quella roba era antica ma priva di valore storico culturale. En passant, Momo Zucca concede che i piedini possano essere "presumibilmente un frammento miniaturistico di una figurina nuragica" e quindi, se le parole hanno un senso, un reperto antico di un qualche valore. Salvo poi abbandonarsi alla irritante metafora del tappo di Coca Cola.
Ha più volte scritto su questo blog Gigi Sanna che quei piedini sono un piccolo capolavoro dell'arte miniaturistica nuragica. Usai e Salvi lo negavo, starei per dire naturalmente e in osservanza al primo comandamento del Vero Archeologo: non ammetterai mai che possa fare ritrovamenti interessanti chi non appartiene alla Congregazione di Santa Accademia. Momo Zucca non lo esclude: presumibilmente è così. E noi? Sì, dico, noi gente che vorrebbe conoscere le cose fuori delle sciocche guerre di religione dei funzionari della Soprintendenza archeologica? Che cosa possiamo aspettarci da chi non teme neppure il ridicolo?
La esagitata e piena di fiele denuncia della soprintendente Lo Schiavo era già di per sé esemplificativa di una concezione propietaria del bene culturale. Ora si apprende dai giornali che suoi sottoposti, Usai e Salvi, hanno cercato di dimostrare come quello commesso da Sanna e Pulixi era un reato da incompetenti (nascondere il ritrovamento di un oggetto di nessun valore storico culturale). Non solo criminali, insomma, ma anche ignoranti. Credo che una lettura attenta della sentenza del Tribunale di Oristano darà altre sorprese. Varrà la pena leggerla con attenzione.
Cosa dice Momo Zucca? Che mollette in plastica e tappi di coca cola (manco fosse monsieur de la Palice) non possono essere considerati beni archeologici? Assimilabili "globalmente" a tutto ciò che si può trovare in superficie?
RispondiEliminaRitorni fra tre-quattrromila anni e mi racconti quanti tappi di coca cola potrà mai trovare sotto o sulla superficie.
Il guaio è che si guarda sempre alle cose del passato con lo sguardo fisso sul presente o, meglio, sul futuro,della propria accademica carriera.
in omaggio ai greci, noti per la attualizzazione del mito (cioè, la figura di Elena poteva essere interpretata come colpevole o innocente del tradimento, a seconda dell'autore che raccontava la sua storia), propongo un San Valentino nuragico, protettore degli innamorati della storia, colpevoli o innocenti del loro amore, le sue reliquie... frammenti di bronzo. per festeggiarlo degnamente: una giornata di studio, un simposio, una tavola rotonda...
RispondiEliminascherzo: ma la stima per il vostro lavoro è una cosa seria!
appiate cara Aba e caro Zua' che il dott. Zucca ha fatto i complimenti a Silvio Pulixi, una volta che ha visto la fotografia nel giornale, per il ritrovamento di quelli che anche lui ha giudicato dei piedini minuscoli di un bronzetto nuragico! Quale entusiasmo ha dimostrato! Chiedetelo a Silvio Pulixi se è vero o non è vero! L'ipocrisia in certi ambienti non ha proprio confini! Sono inguaribili!
RispondiEliminaD'altro canto la Lo Schiavo, pur con tutte le bavose contumelie nei miei confronti, che cosa dice di quelli che anche lei, sia pur in maniera contorta, giudica piedini?
Ma sapete cosa vi dico? Non me ne frega nulla di costoro: Gigi Sanna è uccel di bosco più di prima. E canta come sa cantare e non di rado le canta come le sa cantare. Presuntuoso? Sì, presuntuosissimo. Ma lo ripeto per la millesima volta: presuntuosi o presuntuosissimi sono i 94 documenti epigrafici che sono emersi da più di dieci anni a questa parte. Presuntuosissimi sono quelli che tra poco si posteranno e soprattutto il documento protetto dall'Unesco che vedrà la luce poco prima della Pasqua! Vedrete, vedrete!
E poi! Non credo di aver poltrito di certo in questi ultimi anni! Io dalla mia ho ora non poco: 'la griglia di Sassari', la mostra di Macomer che ridicolizza quella fasulla di Cagliari della Soprintendenza (se ne parlerà), l'alfabeto pressochè definitivo dei nuragici postato l'altro ieri nel Blog, l'allestimento della Mostra fotografica nell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Oristano e il Terzo Corso di Epigrafia nuragica. Questo e solo questo conta per le persone. Ora, chi se la sente di demolire, demolisca. Chi intende distruggere, tenti di farlo. Il mio lavoro e lì! Noto a tutti.
Scegliere la strada delle ingiurie, dell'intimidazione, del discredito e del fango (quando non è stato sterco) è stato sbagliato, sbagliatissimo. Edc è stato sbagliato persino tentare di intimidire colo che stanno dalla mia parte, scienziati o non scienziati che siano. Ora vedo e sento che certuni sarebbero, addirittura, disponibili a confrontarsi con me sul tema della scrittura nuragica. No, il confronto non si fa più perché è da sciocchi mettersi di fronte a gente ignorante quanto presuntuosa e ad epigrafisti della domenica. Non ci si mette di fronte a gente che non risponde per mesi e mesi ai quesiti sulla rotella scritta del Nuraghe Palmavera del Museo di Sassari e, soprattutto, con le persone che sai costantemente ipocrite, tenacemente ipocrite e false,capaci (come mostrano i documenti) di qualsiasi malvagità. Voi mi direte: e allora con chi il confronto? Semplice e complesso nello stesso tempo: con tutti coloro che avranno, quando sarà (se mai sarà) la forza e l'onestà intellettuale, di denunciare apertamente nel mondo accademico il marcio e l'assurdo e di per allontanare da posti di prestigio e di grande responsabilità della gente senza scrupoli che per avere la meglio usa anche metodi perseguibili con il codice penale . Ci fosse ad attestarli solo il linguaggio stupido quanto infamante della 'signora' Lo Schiavo! C'è ben altro, tanto altro!
Volete una mia opinione sincera sincera su questa assoluzione? Certo lui non ce lo dirà mai, ma il giudice monocratico come uomo ha messo forse nel conto, per quanto riguarda il versante assolutorio, il fatto che la 'gentile' dottoressa ha espresso nei miei confronti quelle così gentilissime parole. In un contesto dove ci stavano davvero come i famosi cavoli a merenda! Elucubrazioni? Mi auguro tanto che ora il Giudice, a tempo perso, vada per cultura personale, a visitare la Mostra di Gigi Sanna 'elucubratore' a Macomer e poi quella della Sovrintendenza a Cagliari così piena di scienza e di conoscenza! Una Vergogna! Con tutto quello Stato maggiore archeologico messo in prima fila per allestire 'ideologia' archeologica e scrivere quattro pannelli ( quattro quattro, mica 41!) pieni di amenità da epigrafisti della Domenica.
RispondiEliminaNon c'è da preoccuparsi però. L'arroganza e la supponenza consapevoli di essere alla frutta valgono quello che valgono. Cioè niente. Si resiste nel dire stupidaggini o nel far finta di niente? Se ne prende atto. Quello che però si avverte è un clima di disagio nel momdo accademico i cui movimenti (chiunque sia stato all'Università come docente o discente lo capisce molto bene) all'apparenza impercettibili sono in realtà il segnale delle crepe e della frana imminente. La prova? Le dichiarazioni di Maninchedda, anche se collocate, prudentemente, tra le righe di un discorso del tutto diverso. Un segnale questo chiarissimo del disagio generale: non tutti intendono stare all'infinito al gioco dei pochissimi che squalificano gli studi con le loro amenità e per tornacconto personale negano l'evidenza. Si vede, è palese il comportamento rozzamente corporativo;quando addirittura non è (soprattutto per i docenti più giovani) il ricatto del più forte che dirige e non intende mollare una certa 'reazionaria' politica della scienza. L'espressione di Maninchedda non lascia adito a dubbi: soprattutto dove si dice che il 'silenzio è sbagliato'. Ecco la crepa, una delle tante visibili e non visibili. Non c'è altro da fare, cari miei! Bisogna pronunciarsi, entrare nel merito di quello che sta emergendo di documentazione scritta nel periodo dell'Età del Bronzo. Bisogna pronunciarsi ed entrae nel merito di quello che sotto l'aspetto religioso, storico, antropologico, linguistico sta cambiando la visione della preistoria della Sardegna in uno dei massimi periodi della sua splendida civiltà. Il bronzetto del sommo sacerdote erede di Aaronne del Museo di Cagliari, con tuti gli altri bronzetti, la 'grida' quella sublime, straordinaria, civiltà prebiblica cananaica che ha messo radici nell'Isola. Chi persiste nel negarla 'storicamente' e desidera lasciare ancora tutto nella caligine del mito dei secoli cosiddetti bui, si sta assumendo una responsabilità che alla lunga non può più essere tollerata. Sta facendo un danno enorme al popolo sardo. Il grado di civiltà odierna della Sardegna, la sua forza 'politica' di rinnovamento, la sua capacità di scorgere nel passato quello che ancora si è oggi, si vedranno anche dalla reazione che avranno i più giovani ricercatori nell'incornare gli sterili e vecchi rinnoceronti che non intendono lasciare il passo ad una visione nuova ( irreprensibilmente documentata) della storia dei Sardi.
RispondiEliminaSignor Sanna,lei ,oltre ad avere una grande competenza nel campo dell'archeologia,ha anche una forza d'animo incredibile e,penso,nessuno dei"vecchi rinoceronti" gliela intaccherà.Solo chi ha il coraggio e la forza di non farsi abbattere,farà emergere la verità.Con tanta stima.
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