di Francu Pilloni
Gianfranco scrive per schietta indignazione; Gigi per scrupoloso insegnamento; Aba con puntiglioso ingegno; Micheli per instancabile precisione; Elio per incorruttibile passione; Giuseppe con ampio respiro; … Grazia per amorevole nostalgia; Rina perché le scoppia dentro.
Io scrivo per noia.
Sì, per noia; e non potrebbe essere altrimenti. Guardo al domani senza emozioni, non ho paura e non ho speranza; so già cosa mi riserva, cosa ci riserva, non per una sorta di prescienza, ma in virtù dell’esperienza, per aver vissuto, nel mio piccolo, più e più volte non gli accadimenti possibili, che sono in numero importante, ma quelli probabili che da noi si ripetono con monotona cadenza.
È come se i corsi e i ricorsi della storia, di cui parlava il Giamba Vico due secoli fa, abbiano subito un’accelerazione impressionante come quegli altri cicli, diventati in fretta bicicli e poi motocicli con velocità che solo il signor Rossi e pochi altri sanno dominare.
Per stare coi piedi nella solidità della cronaca attuale, quanti pensano, e forse trepidano o temono, che il signor Monti riesca a portare a termine il suo programma di governo? A me non vengono i brividi e tantomeno la febbre al pensiero di dipanare il dilemma, perché già so come andrà a finire: Monti farà tanto e farà poco, più di quanto molti lo accreditano, meno di quanto sarebbe servito. Perché? Perché questa è l’Italia, così ha sempre fatto, così sempre sarà. Con la differenza che, un tempo, ogni singolo ciclo storico si sviluppava in vari decenni, aveva bisogno della partecipazione attiva (a volte sofferta) di numerose generazioni di nostri concittadini, mentre al giorno d’oggi un ciclo viene bruciato in qualche mese soltanto.
Ciò che va considerato è che gli Italiani, rispetto all’accelerazione della storia, c’entrano quasi nulla, piuttosto la subiscono, la più parte senza comprenderla. E parlo di Italiani non solamente riferendomi ai singoli cittadini, i poveri cristi di Di Pietro, ma anche alle organizzazioni che hanno montato senza badare a spese Centri Studi di tutto rispetto, allo scopo di investigare e capire in anteprima come gira il mondo. Mi riferisco con tutta evidenza ai partiti politici, ai sindacati dei lavoratori e degli imprenditori e a quante altre forme di associazionismo economico e culturale in cui si articola la società.
Non si creda che alcuno fra gli italiani non abbia compreso per tempo dove sarebbe evoluto il sistema mondiale: fra chi sapeva però, molti hanno taciuto; e chi ha parlato, lo ha fatto nel deserto mediatico.
Un’eccezione c’è, come è sempre lecito supporre: la Chiesa. Abituata da secoli non a contare solamente, ma a valutare i cicli storici dell’intera umanità, in fondo vi è stata costretta dal comportamento del suo Padre-Padrone che, per qualità connaturate, è perfettamente a conoscenza di quanto è prossimo venturo. Pe questo motivo, posso dire che, nel suo immenso, il Padre-Padrone mi assomiglia: è assalito dal tedio.
La ragione della sua noia sta nel modo in cui il mondo va: da tempo ha smesso di buttare l’occhio sul teatro multicentrico in cui uomini e nazioni, mutando gesti, costumi di scena e linguaggio, recitano da sempre lo stesso dramma.
Esiste però, e c’era da supporlo, una non lieve differenza fra la mia noia e la Sua: se è vero che da essa ambedue siamo spinti a scrivere, è altresì storicamente accertato che Egli ha prodotto le Tavole della Legge e le ha imposte al mondo, mentre io elaboro solo idiozie.
E scusa se è poco, Signore, ma in qualche modo dovevo pur distinguermi!
O Francu, no' mi sdollochis, de chi no' intraus in "cunflitu de cumpetentzia". S'alloriu tu' anch'esti giai giai che su de Babbai Mannu. Ma de innui dipendidi s'alloriu? Segundu mimi de su sciri totu. A isciri totu seus in dusu, deu e Dominedeu. Teni passientzia e cicadia un atru motivu po iscriri.
RispondiEliminaUna differenzia dd'agatu ancora: Dominedeus scit totu de primu; deu, su pagu chi sciu, dd'hapu imparau.
RispondiEliminaE, comenti bis, mancai pagu est bastanti.
È sempre un grande piacere leggere Francu Pilloni! Questo pezzo mi ha ha fatto venire in mente Emil Cioran.
RispondiEliminaSulla noia:
“Appena adolescente, la prospettiva della morte mi gettava nell'angoscia; per sfuggirvi mi precipitavo al bordello o invocavo gli angeli. Ma con l'età ci si abitua ai propri terrori, non si fa più niente per liberarsene, ci si imborghesisce nell'Abisso. E se ci fu un tempo in cui invidiavo quei monaci egiziani che scavavano le loro tombe per versarvi lacrime, oggi scaverei la mia per non lasciarvi cadere altro che cicche.”
sulle consapevolezze:
“Quello che so a sessant'anni lo sapevo anche a venti. Quindi quarant'anni di una lunga, evitabile verifica.”
sul perché si scrive:
“Non si scrive perché si ha qualcosa da dire ma perché si ha voglia di dire qualcosa.”
Circa le Tavole della Legge, non mi hanno mai fatto pensare a un grande scrittore, a un grande divulgatore forse ...
Ohh Francu tui a chini ti liggidi du iasta e deppiri pagai o assumnacu cumbidai!!
RispondiEliminaPietro, mi hai messo una così grossa curiosità che chiudo tutto e vado a battere Cioran nella barra di Google.
RispondiEliminaParola mia, non l'avevo mai sentito!
Spero solo che non abbia consigliato a sua moglie di seguire un corso per vedove. Io l'ho fatto, ma lei non ha voluto sentire ragioni.
A forza, vetti s'ollarregi, o Mauru Peppinu.
RispondiEliminaSciu ch'in bidda ses faendu spantu mannu cun is battutas mias. Si cumbidas tui a mimi, no scoviu ca ddas has copiadas!
Deus ti 'ongit vida e salludi po atrus cent'annus po chi potzas iscriri su chi 'olis po calisisiat motivu. Ca tui scris cosas tuas e non fais "literadura".
RispondiEliminaBello scambio: io non conoscevo la Le Guin! Neanche io reggo i filosofi, giusto Russell... direi che Cioran è il filosofo da leggere se non si reggono i filosofi! “Sommario di Decomposizione” o una raccolta di aforismi come “Sillogismi dell'Amarezza” per iniziare e poi uno via l'altro... mentre della Le Guin, Aba, cosa consiglieresti?
RispondiElimina“Non si scrive perché si ha qualcosa da dire ma perché si ha voglia di dire qualcosa.”Concordo pienamente con questa frase,però lo scritto del signor Pilloni mi ha messo tristezza perchè c'è il disincanto di una bella persona che non ha grandi speranze.Non posso vivere senza speranza ed entusiasmo,ho bisogno di credere che il bene vinca sempre sul male.Conoscere gli esseri umani,ascoltarli,capirli,mettermi in discussione attraverso il confronto con i miei simili è affascinante.
RispondiEliminaNo, Aba, non c'entra niente.
RispondiEliminaPrimo, perché non ho incertezze insopportabili, anche se non sono sicuro di nulla;
secondo, già mi annoio così, figuriamoci se sapessi ancora di più.
Non odiarmi: oggi ho compiuto i miei primi settant'anni.
E chi vuol dirmi qualcosa, l'aspetto a casa.
Signora Grazia, non si affligga per me. Visto che siamo in vena di aforismi, me ne conceda uno terra terra: la speranza per un uomo stanco è pensare di stare seduto.
RispondiEliminaSignor Pilloni,tanti auguri di buon compleanno,buttandola sul leggero, lei è del segno dell'acquario,quindi un uomo che ama la libertà,è di larghe vedute e generoso.Anche io sono andata su Google ad informarmi su Emil Cioran ed in effetti ciò che le ha scritto il signor Murru è giusto.Non mi angustio, stia tranquillo.
RispondiEliminamia nonna ha vissuto fino a cento e tre anni e quando c'è stato il funerale casualmente è capitata la lettura brano del buon pastore che asciuga le lacrime e accoglie nel suo abbraccio: durante la lettura il sole ha invaso la chiesa di teti, esposta a ovest nel pomeriggio: è stato un bellissimo abbraccio e sembrava quasi la porta che si apriva per far passare mia nonna con la stessa semplicità con cui ha sempre vissuto.
RispondiEliminauna età e una vita che io auguro a tutti, anche se molti di noi fanno ogni sforzo per non ottenerla. ma l'abbraccio luminoso ci accoglierà tutti... scusatemi per il ricordo personale, ma i miei nonni sono sempre stati per me come le querce che abbraccio per sentire quanto sono stabili e ferme, vero antidoto a tutti gli sbandamenti a cui la "noia" ci condanna
Oh, signora Porcu, le sue parole sono soavi, come gocce di miele sono i ricordi legati alla nonna.
RispondiEliminaQuanto alla noia, mi scusi se la disturbo, lei ha visto l'acqua del fiume che scorre verso il monte.
A volte penso che l'unica cosa che divido col mio Dio sia proprio la noia.
Se la dovesse incontrare, non la sprechi, non è moneta falsa.