di Francu Pilloni
Un Oscar Mondadori dei primi anni ’60, che raccoglieva il meglio dei discorsi del candidato democratico alla presidenza degli USA, in modo particolare quelli dedicati alla Nuova Frontiera, era intitolato Strategie di pace. Se quegli esemplari discorsi contribuirono a che il suo autore, il senatore J. F. Kennedy, vincesse le elezioni, non gl’impedirono di aggredire Cuba con lo sbarco alla Baia dei Porci, né di mandare centinaia di “osservatori” militari in Vietnam, poi diventati, con il suo successore presidente Lyndon B. Johnson, migliaia e centinaia di migliaia che non si limitarono ad osservare solamente. Non sempre, come si vede, alle buone intenzioni corrispondono le azioni successive.
Questo mi è venuto in mente a proposito del Comitato, o Comitau, o Comitadu, per la lingua sarda che, creato con le migliori intenzioni ad opera di esimie persone, poi si ritrova a fare anche ciò per il quale non era stato creato.
Già di per sé, escludendo forse quello dei volontari per le feste paesane, il vocabolo Comitato è poco rassicurante, specialmente quando si è parlato di politica: il Comitato cittadino ha deliberato; il Comitato Regionale ha deciso; il Comitato Centrale … ahinoi!, a quali pensieri truci ci riporta, visto che in nome di questo organismo si sono consumate le vicende meno democratiche all’interno dei partiti e degli stati.
Non è che ignori la differenza tra i Comitati Centrali e su Comitadu pro sa Limba, non fosse altro perché quest’ultimo è autoeletto e autoformatosi per lo slancio di volontari quanto generosi sostenitori od oppositori della politica linguistica regionale. Ciò che , però, non gl’impedisce di muoversi mutuando linee d’azione e comportamenti più consoni ai Comitati Centrali di partito, assumendosi l’onere innanzitutto sostenere e guidare un “libero dibattito”, di raccogliere gli indirizzi, le ansie, le raccomandazioni degli intervenuti, di rendere pubbliche le prese di posizione contro o a favore di qualcuno o qualcosa, di stillare infine (infine nella mia enumerazione delle azioni, poiché nella realtà spesso è già pronto prima dell’inizio) il comunicato finale o il rendiconto, poiché le parole volano, ma gli scritti fanno la storia.
E su Comitadu non si è neppure sottratto al gravoso compito di compilare le pagelle dei buoni e dei cattivi, atteggiandosi come una Standard & Poor o una Moody’s nei confronti degli Stati sovrani e delle istituzioni finanziarie mondiali, non badando, proprio come quelle, che sono consulenti a gettone di chi spesso vogliono intimorire con i loro ratings.
Cosa significa se non questo, quanto scrive Carboni?
“Su Comitadu pro sa limba sarda ha valuta positivamente assieme alla serietà, professionalità e all'entusisasmo dei partecipanti,la capacità organizzativa e la scelta del taglio innovativo dato alla Conferenza da parrte dell'Assessorato e dell'Ufficio regionale della lingua sarda , l'impegno profuso dai suoi dirigenti ed operatori, confidando ancora nella linea espressa dall'Assessore Milia di rispetto delle indicazioni del Piano triennale e dell'adeguamento alle esigenze della lingua sarda …” (copia e incolla, compresi gli errori di battitura).
Ha forse nel proprio statuto questo Comitadu il dovere-diritto di valutare la serietà, la professionalità, oltre all’entusiasmo dei partecipanti ad un qualsiasi convegno dove si parli di lingua sarda? O solamente di quelli organizzati dalla Regione? Senza contare che fra i partecipanti sono presenti anche membri del Comitadu e che, dunque, valutano il loro stesso entusiasmo.
Che dire?
Sembrerebbe che nulla di nuovo sotto il sole si riesca a mettere in pratica, allorché ci si lascia prendere la mano dalle contingenze spicciole della politica, vuoi che siano modeste e vaporose come quelle linguistiche del Comitadu, vuoi che siano deprimenti e tragiche come quelle che inchiodarono Kennedy.
Provo un gran dispiacere sapendo che ci sono persone serie come Mario Carboni che crede,fermamente,nella lingua sarda e tanti altri sardi che combattono per l'affermazione di questa splendida lingua,ma concordo col pessimismo del signor Pilloni.Quanti brutti giochi politici!Nonostante tutto, credo sia importante che ci siano uomini puri che continuano a lottare per l'affermazione di ciò in cui credono.Gli ideali,con mille difficoltà,mi auguro che vincano sempre.
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