di Gigi Sanna
Il codice di scrittura consonantico cuneiforme della città di Ugarit (odierna Ram Shamra, nell'attuale Libano) è stato oggetto di molti studi specifici circa la fonetica, l'origine e la relazione con altri sistemi di scrittura. In questo Blog Atropa è intervenuta più volte, anche con articoli specifici, per argomentare sul valore di alcune lettere del sistema e, soprattutto (riprendendo certi spunti di C. Gordon e F. Rasmussen), per approfondire la sua natura calendariale soli - lunare.
Tavoletta in alfabeto ugaritico |
Questo intervento non vuole costituire, naturalmente, una presuntuosa ripresa di trattazione dei due complessi aspetti alfabetico - calendariali del singolare sistema usato, con ogni probabilità, a partire dal quindicesimo secolo a. C. (età del bronzo finale) e spentosi con (o subito dopo) la distruzione della città avvenuta agli inizi del dodicesimo.
Vuole essere invece, un tentativo di capire, da un breve esame tutto interno al codice, quello formato da 30 lettere, se è possibile che il codice stesso sia in grado, con la sua organizzazione e strutturazione, con il suo aspetto formale e quello dei significanti simbolici (adagiati per valori fonetici su altri significanti di alfabeti consonantici), di fornirci una spiegazione certa o abbastanza certa sulla natura specifica che al codice di 'scrittura' vollero dare gli scribi della città; a quel codice che, pur convivendo con altri numerosi codici alfabetici, divenne, per tre secoli e più, l'alfabeto ufficiale e si direbbe 'nazionale' della città. E vuole essere ancora un tentativo di capire, attraverso l'uso che del codice di Ugarit venne fatto in Sardegna, se la natura, le regole e l'aspetto che risulta dal detto esame, trovino qui albergo e conferma.
Di sicuro i Shardana, se già non lo conoscevano da prima, appresero il CUNEIFORME dopo la Presa di Ugarit, avvenuta nel 1178 a.C.
RispondiEliminaDa "Shardana Jenesi degli Urim":
-"• Ugarit fu attaccata in un mezzogiorno senza sole del 16/aprile/1178 a.C. L’arrivo di queste navi cariche di soldati dall’aspetto terrificante colse i cittadini terrorizzati anche dal buio provocato da un’eclisse solare registrata dagli annali. La conoscenza dell’eclisse ci ha fornito la data e l’ora dell’attacco."-
Quindi il CUNEIFORME era conosciuto perfettamente dai SHARDANA che, essendo arrivati dalla Sardinia ed essendoci tornati nel IX-VIII sec... di sicuro ne fecero largo uso anche nella loro isola, sopratutto quando vi tornarono con il nome dato dai greci: FENICI!
Leonardo
Si, hai ragione sulla 'pe'. Anche se ovviamente con cambia nulla sulla tipologia 'sette'.
RispondiEliminaMi hai detto che hai qualche problema per intendere il gimel come 3 della divisione giornaliera solare.
Lo ricavo da due osservazioni:
1) il tre (ora) è come il gimel, che è tre 'scrittura' di misura, la più piccola unità nella scrittura del tempo.
2) L'elaborazione del rebus è sempre ternaria per rispetto al numero sacro. Tre la grafia, tre il calendario, tre i cunei impiegati nel rebus, tre la lettera apparentemente solo con simbologia 30, tre la lettera guida, tre la simbologia della lettera guida.
Sull'occhio mi pare di poter insistere ancora su quello 'umano' perchè in Ugarit mi sembra che l'occhio (soli-lunare) è la guida per l'intelligenza dell'uomo così come lo è la scrittura. Lo scriba ha fatto coincidere genialmente le due scritture che costituiscono le due letture.
Comunque a me premeva che risultassero chiare, soprattutto, due cose: la natura di calendario dell'alfabeto e la simbologia di Ugarit ripresa da quella sarda di Tzricotu. Il 27 è numero importantissimo, come si vede. Ma se vuoi una bella sorpresa guardati il numero del documento a 'bastoncino' etrusco di Crocores. Ci sono 3 segni per nove righe, cioè 27 segni. Se pensi che il 3 ed il 5 sono numeri fondamentali per l'etrusco ( soprattutto nella documentazione funeraria)ti rendi conto di quanto l'etrusco sia debitore alla simbologia e alla scrittura sarda della fine dell'età del bronzo. Ma di questo parlerò (spero presto) a proposito del 'tre' (CI) nella lingua etrusca e della Divinità TIN-_UNI espressione androgina del Tre.
E verso sera, finito l'eclisse, pioveva un poco e dissero: "piove, Governo ladro!", ma non lo scrissero in caratteri cuneiformi.
RispondiEliminaSì, si poteva. Per far risaltare le corrispondenze e dire cos'è un nuraghe.
RispondiEliminaIl determinativo!
Non riesco ancora a capire se i documenti siro-palestinesi l'abbiano o non.Per il nuragico sembra una regola. In Palestina yh è normale in Sardegna non lo è. E' yhh. Nel Sinai è yhh ma anche yh.
Non importa, chi ironizza e non è un giullare, non dà fastidio. Anzi. Neppure quando è scipito. Quelli che danno fastidio sono le Mongolfiere che parlano ed agiscono nei luoghi del potere e in nome del potere. Perchè fanno danni incalcolabili. Loro sì che scrivono sempre in... proto-ugaritico.
RispondiEliminaIl Blog è il Blog e il 'sacro' non esiste. Direi che c'è più umanità e, sempre che qualcuno non esageri, raffreddare gli entusiasmi giova alla causa. Certo non aspettarti che qualcuno entri nel merito. Farlo vuol dire già perdere più di quello che si è perso. Ovvero il senso del ridicolo. 'Sciò, sciò, fuori tempo massimo'! diceva già da qualche anno Pietro Murru. Ricordi?
Torno a quello che mi preme e alla 'curiosità' sul calendario. A parte le simbologie numeriche pensi che la 'colonna ' calendario si regga anche sulle date fisse? Magari il 3, il 20 ed il 30. Come il calendario romano con le Kalende, le None e le Idi (variabili come giorno queste due nel gruppo MARMALUOT)? Insomma con 'quel' dichiarato calendario come chiamavano gli ugaritici il 18 o il 22 del mese? Voglio supporre che non fossero sempre tutti a testa in alto a guardare ad occhiometro la luna.
RispondiEliminaMa forse la mia è una domanda sciocca!
Dimenticavo. Davvero bello l'ultimo documento, quello lapideo di D. Ma è più complesso di quanto potessi immaginare. Diciamo che della scritta si è salvata molto bene, con il pittogramma monumentale, la lettera 'sillabica'(?)het gublitica (ha- yi- tu per il Mendenhall) che significherebbe 'palizzata, steccato' per la sua conformazione.
RispondiEliminaPer me significa dell'altro. Ma te ne parlerò per posta privata. Naturalmente mi scuso con 'su meri de domu' per questa breve corrispondenza.
Dimenticavo ancora. Un luogo da capre quello dove siamo stati. Nessuno mai avrebbe potuto notare quelle strane incisioni. Già non notavano quelle di Perdu Pes di Paulilatino o quelle di Losa di Abbasanta. Figurati queste! E quante se ne troveranno ancora!
RispondiEliminaNon credo di sbagliarmi: siamo solo agli inizi della ricerca. Ben altro si troverà e confermerà (o non) quello che andiamo proponendo.
E tu non sai quanto, a questo punto, vorrei far felice (anche se non se lo merita) una certa 'signora' che non trova in nessun nostro luogo, neanche di capre, un documento in 'lineare b' miceneo. E cipriota? E chi lo sa! Per ora niente di certo. Niente di niente.
Io ho dialogato e dialogo ancora con Maria Giulia Amadasi,con Remo Mugnaioni, con Maria Rita Piras e con Antonio Pinna, mica con un frillo gaddaroballo come Coroneo che quando guarda i conci della chiesa medioevale di Bosa non è capace di capire quando un fregio medioevale lo è e quando non lo è affatto. Perchè pasticcia. Perchè di epigrafia non sa un tubo di un tubo. Perchè non si accorge che ha a che fare con segni incontestabili dell'iconografia (i triangoli a vertice contrapposto: quelli delle navicelle nuragiche, per intenderci) e dell'epigrafia alfabetica prefenicia.
RispondiEliminaIo poi, in tanti lo sanno (nonostante il tentativo di isolamento)dialogo con degli studiosi che da tempo non cito perchè immediata parte la reazione per il retro marcia immediato o la rappresaglia della corporazione degli epigrafisti della Domenica.
E soprattutto dialogo con te (cosa questa che li fa imbestialire e non possono tollerare tanto da diventare degli autentici criminali con la posta anonima della calunnia nella sede di lavoro) che sei una ricercatrice di un ramo (quello sì, mica l'archeologia o la linguistica) veramente scientifico della scienza ovvero della scienza esatta. Tu sai bene cos'è la scienza e la ricerca, tu sai cos'è un procedimento logico-matematico, non loro. Cosa vuoi che possano aver capito, non dico di Tzricotu che è roba sublime, ma di Loghelis, di Nurdole, della pintadera di Barumini o dell'alfabeto di Ugarit! Per difendersi dicono (ma a chiacchiere o per posta privata, mica pubblicamente: non si sa mai!) che è una scrittura che capisco solo io. Tu allora rompi il giochino fasullo della negazione corporativa, fai cucù dicendo: 'non è vero, la capisco anche io; anzi aggiungo che il tutto è molto bello!' E chisssà (credo proprio di no) se capiscono che per un matematico il 'bello' è la bellezza che una dimostrazione porta, se è giusta, automaticamente con sè). E' il rigore argomentativo misto alla chiarezza espositiva.
Ma tutto questo può sembrare ed essere preso per filosofia, cumulo di parole che lasciano il tempo che trovano in chi è sordo e vuole restare sordo. Ma restare ciechi non si può: la 'scienza' si deve occupare dei documenti che a decine stanno venendo fuori e che se loro fanno finta di non vedere sono ormai a migliaia coloro che li vedono. Loro non sanno che ormai la scienza non la fa chi mente, come Minoja, affermando che la barchetta di Teti non esiste e che quella scrittura praticamente me la invento io. La scienza la fa il Web che ha mostrato a tutto il mondo la scrittura protocananica sarda ed il pugnaletto nuragico scritto antecipato da un tale in delirio quattro anni prima. La scienza la fa il Web che con una vignetta bellissima di Franco Tabacco con la colomba che ha fatto cadere come un macigno la lastra di Barisardo su una delle Sovrintendenze più reazionarie (politicamente reazionarie) della storia della ricerca. O non è così? Io, tu lo sai, mi diverto un mondo cara Aba. Come ti diverti tu. Soprattutto ora che è in cantiere il Corpus. Il topolino tutto bava di gatto e con le ossa rotte è lì che cerca disperatamente un buco qualsiasi. Non lo troverà. Parola di cialtrone, di delirante, di ciarlatano, di visionario, di fantasioso elucubratore. Però Gatto. Sornione, aggiungo.
Hanno perso la partita mia cara. Tutto lì. La reazione è naturale. E' quella di difendere con la pura retorica ciò che non si può difendere oppure è quella di attenuare i colpi con le sparate da piazzaiuoli per fare fumo e fuoco di sbarramento. Tu dici che vogliono tappare la mia bocca con ogni mezzo? Questo ti hanno riferito? Ohi, ohi! Poveracci! E come è possibile? Con le 250 firme non si può perchè ripetitivamente cretine; con il tuo 'aiuto' no perchè ci hanno provato inutilmente in tutti i modi; con quello di Gianfranco neanche a parlarne perchè li sputtana il giorno dopo dopo aver invitato con garbo il caffè; con quello dei miei amici epigrafisti e non di rango internazionale stessa cosa, come è successo al Blasco calunniatore-mentitore che ci è rimasto di sasso (per non dirte altro); con la stampa figurati, perchè basta fare un giro per rendersi conto di quanta stima essi godono; con la magistratura neppure perchè si è sentita quasi presa in giro e li ha mandati da tempo a quel paese (e credo incazzatissima); con l'università no perchè è 'anche' dalla mia parte ed io quelle cose da 'cialtrone' le insegno da tempo in regolari corsi monografici; con la pubblica opinione no perchè le persone non sono cretine e sono più partecipati i miei corsi da 'visionario' dei loro miseri corsi da pappagalli della scienza; con i giullari no perchè con gli sberleffi sono pericolosi anche per chi si serve di loro; con i gaddaroballi no perchè alle persone non piace chi lancia sterco, in nessun caso. Quale sarebbe dunque il mezzo? Ne hanno uno: quello di dimostrare che i documenti, tutti i documenti, non ci sono e che le risultanze delle mie ricerche e dei miei studi sono fasulle. Ma sono impotenti, come vede anche un bambino, nel dimostrare sia l'una che l'altra cosa.
RispondiEliminaCucù (un solo cucù): che è la stele di Barisardo? Così simpatichina, bellina, recentina, canterina. Niente? Dopo due mesi niente? Niente niente? Ma allora non hanno preso solo te, hanno preso proprio tutti tutti per idioti.
Dialogo 'scientifico'? E chi lo chiede a coloro che dicono stupidaggini? Te lo immagini il sottoscritto che chiede di dialogare con i Paolo Benito Serra che mettono l'ugaritico a testa in giù? O con i d'Oriano che dicono che il sigillo di S.Imbenia è scrittura di Sardi scimmie che non scrivono e pretendono di scrivere? O con gli Stiglitz che leggono MeRDa l'incipit Shardan di un documento in protocananaico diventando la prima barzelletta in assoluto di un pronunciamento archeologico-epigrafico nel mondo? O con gli Atzeni che scambiano simboli grafici alfabetici protosinaitici per pesci giudaici? Tori per pecore? O i Coroneo che invece di studiarsi i simboli delle chiese medioevali preferiscono affinare la loro speciale cultura di base frequentando i blog stercaioli? O i Bernardini, i campioni del vuoto mentale assoluto, incapaci di leggere un semplice spillone in caratteri prefenici? O i Minoja che si danno aria di saperne, scambiano cunei ugaritici per graffi neolitici, raccontano menzogne persino ai Ministri di Stato, calunniano a ruota libera, pensando di farla franca? I pappagalli che ripetono le stupidagginini sul razzismo nazista sardista inventate dalla Bietti Sestrieri? O le gentili signore che scambiano monumenti fallici per rettangoli? O quelle che, isteriche perchè non trovano miceneo o cipriota, se la prendono con la scrittura nuragica semitica?
RispondiEliminaDialogo 'scientifico'? Con loro? Proprio con loro? Cara Aba, io sarò pure uno che delira, ma non tanto da pensare di scambiare neppure due parole con persone di siffatta caratura. Ripeto: chi lo chiede? Chi lo ha mai chiesto? Chi è mai andato da loro? Chi li conosce? Quale vantaggio possono mai recare al discorso sul recupero 'reale' (reale perchè scritto) della nostra storia dell'età del bronzo e del ferro?
Bene: ognuno per la propria strada. Ma che sia però! Naturalmente ciascuno con il diritto inalienabile di dire che l'altro delira e dice stupidaggini. Perchè io, con questo diritto, forte di questo diritto, lo posso qui ribadire: Stiglitz, d'Oriano, Serra, Bernardini, Coroneo, Atzeni, Minoja,Bietti Sestrieri e altre belle 'signore' dicono stupidaggini sul piano della conoscenza epigrafica e paleografica. E non s'illudano. Non sono solo io a dirlo. Sapessero!
Tutto questo, caro Gigi, tanto perché si sappia e si capisca.
RispondiEliminaQualcuno pensava di avere in mano una chiave per aprire o chiudere una porta?
La tenga pure in tasca come ricordo; le serrature sono tutte cambiate, anche se non si sono accorti di nulla o fanno solo finta.
A quella chiave si può sempre ricorrervi e toccarla come un amuleto. Specialmente se c'è difetto di palle.