Ci sono un paio di cose interessanti nel libro “Fenici e Cartaginesi (780-238 aC)” che il professor Piero Bartoloni ha scritto per La Nuova Sardegna che il quotidiano ha diffuso in decine di migliaia di copie. Come altri della collana, la pubblicazione è sotto forma di lunga intervista con tratti, questa almeno, più consoni ad un catechismo che ad un testo scientifico, sia pure divulgativo. Chi sa? Forse per ragioni di sintesi. E che sintesi. “A partire dal 1500 aC circa, lungo le coste della Sardegna si alternano prima i mercanti micenei, quindi, in successione, dopo la scomparsa dei regni micenei e l'invasione dei “Popoli del Mare”, a partire dai primi decenni del XII secolo aC, i naviganti vicino-orientali, dapprima i Filistei, abitanti della Palestina, quindi i Ciprioti e i popoli delle città della Siria settentrionale e, infine, i Fenici”.
Valesse anche in archeologia un po' di coerenza interna (interna ad uno stesso scritto, intendo, indipendentemente dalla verità contenuta) che affidabilità assegnare al libro? Credo che non solo molti studiosi indipendenti, ma anche non pochi archeologi titolati avrebbero qualcosa da dire su questa ricostruzione dello scenario geo-politico in cui era la Sardegna antica. Ma è la coerenza che mi interessa fra la notizia dell'invasione dell'isola da parte dei Popoli del Mare e quella secondo cui all'arrivo dei fenici lo “sfruttamento delle miniere [era] ancora di proprietà delle popolazioni nuragiche”. “Ancora” vuol dire o che non l'avevano persa mai, o che i Popoli del Mare invasori prima avevano espropriato i nuragici che hanno poi reintegrato nella proprietà o che ai PdM delle miniere di rame e argento proprio non importava nulla? O che, molto più semplicemente, non ci fu alcuna invasione perché, direbbe Marcello Cabriolu, i popoli del mare c'est nous?
Dicevo però di informazioni interessanti nel libro del prof Bartoloni. Riguardano il sito nuragico di Sant'Imbenia. Qui, scrive l'archeologo, sono state trovate “due brevi iscrizioni filistee, incise su frammenti di ceramica”. Non si tratta, par di capire, del sigillo nuragico con lettere fenicie secondo il dr Bernardini e incolte scopiazzature secondo il dr Rubens D'Oriano. Sono scritte filistee, di genti che, vedi lo scenario geo-politico di Bartoloni, nella frequentazione della Sardegna hanno preceduto i Ciprioti, “i popoli delle città della Siria settentrionale” (popolazioni cananee, scriverà più il là l'autore) e i Fenici.
Non ci sono date, secondo le migliori tradizione di gran parte dell'archeologia sarda, salvo quella dell'arrivo dei Fenici, 780 aC. Ma, stando alla cronologia delle visite, i Filistei sarebbero arrivati prima e le “due brevi iscrizioni” di Sant'Imbenia sono dunque lì a mostrare che quella scrittura cananea ha preceduto il fenicio in Sardegna. Salvo che questo "popolo, ma non [...] entità politica", dopo aver introdotto nell'Isola "l'uso consistente e diffuso del vino, noto nel mondo nuragico forse fin dal XV secolo aC" (ce l'avevano ma non sapevano evidentemente a che cosa servisse), abbia importato oggetti di antiquariato filisteo.
Un'altra popolazione cananea precedette i Fenici, proveniente dalle “città della Siria settentrionale, abitate da popolazioni cananee e aramee”. Per ora di loro iscrizioni non si segnalano tracce, ma la marcia di avvicinamento dell'archeologia ufficiale alla scrittura, diciamo, pre-fenicia in Sardegna è ai primi passi. Ci vuole pazienza.
E non sarà che stanno cercando il ciottolo (spero senza tracce di scrittura)di Davide che, lanciato, farà cadere "Golia" e tutti i filistei.
RispondiEliminaSi Deus chered.......ammo a biere.
""“A partire dal 1500 aC circa, lungo le coste della Sardegna si alternano prima i mercanti micenei, quindi, in successione, dopo la scomparsa dei regni micenei e l'invasione dei “Popoli del Mare”, a partire dai primi decenni del XII secolo aC, i naviganti vicino-orientali, dapprima i Filistei, abitanti della Palestina, quindi i Ciprioti e i popoli delle città della Siria settentrionale e, infine, i Fenici”.""
RispondiEliminaPoi:
CARTAGINESI, ROMANI, Bizantini, vandali, mori, pisani genovesi, spagnoli, savoia....
I SARDI?... Una presenza evanescente , una sorta di ECTOPLASMA...
E' comunque curioso, che ALLEATI e frequentatori assidui e compagni d'avventure dei SHARDANA, come Filistei, Micenei/akayasa... siano ESSI SI, arrivati in Sardinia... e non ci arrivarono gli SHARDANA che all'isola e alla POPOLAZIONE ATTUALE.. DIEDERO IL NOME!..
Ma si... avranno credo, incaricato i compari Flistei e Akaiasa di
PORTARE IL NOME SARDANA - in SARDINIA - per darlo ai SARDI...
Non è uno scioglilingua...
Ma questi sono DEI MAGHI!
E io che ho perso 35 anni della mia vita a cercare di capire perchè TUTTO in Sardinia porta ai SARDANA:
SARDINIA, SARDARA, SERDIANA, SARDI, SARDINE, SARTIGLIA, ... SARDONICA, SARDONICE,
Si mi ero sbagliato. QUesti nomi li portarono, per incarico dei titolari (Sardana) dei postini chiamati FILISTEI, KANANEI, AKEY/MICENEI, UGARITICI... persino egiziani credo, visto il proliferare di scoperte che riportano a lor: SFINGI, SCARABEI, GIOIELLI, MUMMIE...
EH, SI! I Sardana erano troppo indaffarati a difendere il faraone, e costruire la città di SARDI ... che finiranno intorno all'anno 1000 e da cui ebbero ORIGINE!
Un eventuale partecipazione dei Sardi ai sommovimenti etnico politici dello scorcio del Millennio, onde ebbero fine il sistema dei grandi regni orientali e la civiltà egea, quale sarebbe indicata dalla possibile ma tutavia incerta testimonianza dei documenti relativi agli Sherdani (ed anche alla leggenda riecheggiante in Simonide circa una guerra tra i Sardani ed i cretesi) potrebbe almeno inizialmente inquadrarsi nell'ambito dei rapporti tra gli abitatori dell'isola e i libici che sappiamo nel XIII secolo coalizzati con i popoli dell'egeo contro l'egitto. di una colonizzazione di Sardegna da parte di genti provenienti dal mediterraneo orientale, in questo periodo, benchè tale ipotesi sia stata più volte affacciata, mancano assolutamente le prove. il quadro delle nostre conoscenze attuali ci orienterebbe anzi ad escluderla in maniera piuttosto recisa
RispondiEliminaBenchè siano passati 60 anni, da La Sardegna Nuragica di Pallottino, riedita nel 2000 con prefazione di Lilliu, questo psso (e molto altro ancora) è ancora attuale.
Chiediamoci infatti quali siano le conoscenze attuali (cioè del 1950) che spingevano Pallottino a negare una qualsiasi colonizzazione nel XIII secolo, e vedremo come, tali argomenti e conoscenze siano tuttora validi.
Pertanto, come dice Pintore serve coerenza. non si può proporre un ipotesi di colonizzazione in un quadro che non la prova.
Secondo me si parla con troppa avventatezza di colonizzazione per spiegare, con il solito jolly dell'approccio migratorio diffusionista (cjhe molti archeologi ormai tendono a superare) quelle strane (e magari imbarazzanti incongruenze) che spingono ulteriormente sull'ipotesi che Pallottinò avanzò gia nel 1950.
Questi rapporti con i filistei che paiono costantemente aumentare, il fatto che essi precedano qualsiasi altro commercio con l'oriente (micenei esclusi...anche se i filistei stessi sono di cultura micenea, probabilment cretese), non dovrebbero indurre a pensare ad un alleanza con i Pheleset, piuttosto che ad una colonizzazione?
Lo giuro, il casino non è mio. Tralasciando le belle considerazioni di Leo e di Dedalo e l'irriverenza di el-pis, riguardo ai filistei segnalo che Bartoloni accenna solo alle due iscrizioni filistee (e a un sarcofago di "tipo filisteo" trovato a Nabui) e non dice altro. Se non che essi, i filistei, precedettero tutte le altre "colonizzazioni" salvo quella micenea.
RispondiEliminaNon sono io, cara Atry, ad avere un piano B e C. Aspettiamo fiduciosi che sia palese la marcia di avvicinamento alla decriptazione di quelle iscrizioni provenienti dalle terre di Canaan non fenicie. Credo che fossero venute dalla "Fenicia", Bartoloni le avrebbe chiamate fenicie e non filistee. Che bello se l'autore fosse stato lineare, quanti mal di testa ci avrebbe risparmiato.
Ho letto. Che stupidaggini, cari miei! Sono nel caos mentale più totale. Perchè non capiscono che ora è l'epigrafia quella che conta non l'archeologia (se lo mettano bene in testa!). E devono studiarla bene, 'ab ovo usque ad mala', altrimenti si fanno le figuracce di Doriano o quelle, ancora peggiori, di Serra con le famigerate linguelle medioevali. La scrittura del nostro passato ci dà la storia, ci permette di finalmente di capire. Ma non con due o tre documenti, mal interpretati, che servono per far quadrare un certo cerchio . Occorre molta scrittura per capire che cosa sia ed il sistema o codice adoperato. Questo lo offrono gli ottanta documenti, amici miei, con lettere di tipologia protosinaitica, protocananaica, gublitica, ugaritica, fenicia arcaica. Perchè Bartoloni non viene al Corso? E' molto democratico e apertissimo e mica lo mangio! Lui naturalmente porti pure i documenti micenei!
RispondiEliminaMa non c'è nessun documento miceneo. Proprio nessuna tavoletta della civiltà presunta che ha colonizzato la Sardegna. E c'è invece sin dal XVI secolo a.C. una ricca documentazione con una visibilissima unica 'religio' quella di Yh, yyh, El Yhwh in tutta la Sardegna: da S.Antioco ad Arzachena, da Quirra a S.Imbenia.
Certo Gianfranco, come dici tu, l'avvicinamentio alla scrittura con il pronunciamento tardivo ( e oscurato) di Bernardini c'è già, è in atto, ma tutti hanno visto come. Con l'epigrafia presa a pedate e con l'ipotesi di una ridicola perchè indimostrabile civiltà palaziale e, addirittura, l'uso della retorica per confermarla. All'anima della scienza!
Si, i segni sono davvero 'potenti'(da quando l'abbiamo detto e scritto!) ma non sono i segni dell'uomo ad esserlo ma i segni del Dio, sono i 'geroglifici' (i 'glifi sacri', ma non solo 'glifi') della scrittura di quest'ultimo.
Se viene il mal di testa a voi,vi immaginate che confusione viene ad una come me che, innamorata dell'archeologia, è molto,molto incolta!Menomale che la competenza di Atropa e di Gigi Sanna mi permette di addentrarmi, a piccoli passi, in questo mondo affascinante della civiltà nuragica.
RispondiEliminaGentili utenti
RispondiEliminaSe mi permettete un commento breve ma spero significativo, vorrei segnalare che il testo, edito dalla Carlo Delfino Editore, è tutt'altro che un libretto...da 39 euro a pezzo!!! Della stessa collana fa parte Le torri i metalli e il mare di Bernardini. Possiedo tutti e due i testi e li ho usati come bibliografia nel "Il Popolo Shardana" proprio per ributtare contro gli stessi studiosi alcune loro....sparate!!
Mi dispiace contraddire il Prof. Sanna ma forse sottovaluta la situazione!!!
Non credo che i due studiosi siano nel caos mentale più totale...anzi forse se la ridono di pieno gusto!!
Il Bernardini, nella resa della sua opera, si mostra ancora più immobilista conservatore di sempre.
Il Bartoloni invece, coinvolto nel progetto del Golfo dei Fenici, mostra una fredda e sistematica lucidità. Ben cosciente dell'opinione pubblica e delle ricerche indipendenti quale quelle del sottoscritto (siamo conoscenti e compaesani)nel suo elaborato sta cercando di far passare gli inesistenti fenici per essere uno dei popoli del mare associato ai Phelesets e proveniente da Creta. Lascio a voi le dovute considerazioni sulle eventuali conseguenze e risvolti storici e interpretativi.
ciao marcello,
RispondiEliminail libro di bartoloni di cui parli, è quello pubblicato dalla Nuova? lho ordinato ieri,.
Sul serio vuol far diventare i fenici uno dei popoli del mare? magari gli Sherden....?
P.s.: rimango in attesa e sulle spine, per il video sulla conferenza di Tronchetti....avvertirai in questo blog?
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