di Francu Pilloni
Dal vangelo apocrifo di Francesco Maria [preso in]Giro: “Disse Caifa: I reperti non rechino traccia di scrittura; soggiunse Anna: è ben esplicitato in tutti i testi scientifici da noi scritti sulla civiltà nuragica, che questa non ha mai conosciuto la scrittura”.
C’è qualcuno nell’isola che s’ispira ai precetti di questo vangelo, di cui si sospettava l’esistenza e da poco reso di pubblico dominio?
Gira voce che ve ne sia più d’uno, collegati dal sacro vincolo del giuramento del pane e del companatico, pronunciato in cerimonie d’iniziazione in cui ogni adepto riceve, per custodirla gelosamente, la prova del peccato originale.
Tutti questi segni, saltati fuori dal ventre della terra, non vanno distrutti in linea di principio, ma gelosamente custoditi, portati sempre con sé anche sotto la doccia, mai lasciati in giro per bacheche, cassetti, ripostigli, accessibili agli infedeli.
E se le portano con sé alle riunioni tutte le prove, ciascuno la sua, simulando a volte come nascondiglio il reggiseno, dalla parte dove l’appendice è pendula, aggiungendo in tal modo il dilettevole all’utile. C’è anche chi, puntando sulla forma concava, la sistema in guisa di chiocciola da pugilatore, lascia intendere ben altra consistenza circa i propri attributi. E se qualcuno arriva che zoppica, la colpa è della colpa originale nascosta dentro la calzatura: purtroppo per lui non gli è concesso di togliersi il sassolino dalla scarpa, ma continua ad automartirizzarsi l’incavo del piede: ora il destro, ora il sinistro, lo scambio è permesso.
A cosa tende, chiederete, tanta dedizione in un’organizzazione semiclandestina? Quali le finalità ultime?
Sbaglia chi pensa che si proponga di fare una rivoluzione, di travolgere il potere esistente e sostituirsi ad esso: questa organizzazione è già il potere, tende semplicemente a mantenere lo status quo.
Mio nonno soleva dire: “Is feminas si pesant tenendusì de accontu, ma arribbat s’ora chi si scoberrint, po chi sigat sa vida”. Le femmine crescono riguardandosi, ma arriva il momento che si aprono, perché la vita continui.
E allora: usque tandem abutere, Cadreghina, patientia nostra?
Fino a quando dunque, tu che stai seduta in cattedra, abuserai della nostra pazienza?
Quando ti aprirai per permettere anche a noi l’accesso, per far sì che la storia possa continuare?
Mio nonno, sempre lui, una volta mi disse: “ …
Scusate, ma questo mi raccomandò di tenermelo per me.
Per chi si fosse distratto (o fosse stato distratto da altro) la sera del 20 gennaio: Giro è il sottosegretario dei Beni culturali che quel giorno indossò le vesti di Caifa ed Anna per dire quelle parole sante. [zfp]
Eh no! Caro Gianfranco se tu a uno come Francu non lo paghi (e profumatamente) ti denuncio all'ordine dei giornalisti. Caspita se lo faccio! Io poi,se fossi nei panni dei due Direttori delle testate isolane, mica me lo farei scappare! O ci vuole Cellino? Porca miseria! Prende in prestito e riesce a farci diventare simpatiche persino le parole dell'avvocato antisardo, antipatico e indisponente (e per dirla tutta tutta: miserabile) della Pro Scauro!
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RispondiElimina“...come ben esplicitato in tutti i testi scientifici sulla civiltà nuragica, questa non ha mai conosciuto la scrittura.”
RispondiEliminaFantastico! I “testi scientifici”! Adesso non c’è più niente da fare! Se avessero scritto qualcosa del tipo – come sembrerebbero attestare tutti gli studi fin qui effettuati... – allora... ma così il discorso è chiuso, come del resto accade sempre in ambito scientifico, o no? A Francu Pilloni sono venuti in mente Caifa e Anna, a me gli scienziati dell’Assemblea che processano Charlton Heston nel film Il Pianeta delle Scimmie, quello del ’68, che poi erano anche loro sommi sacerdoti...scienziati sommi sacerdoti...solo un po’ più...scienziati!
mi gira la testa...
RispondiElimina@ MTPorcu
RispondiEliminaSi pones fattu a Francu, a GFP, a a Gigi e a Alba ch'essis ammacchiadu...
@Aba
RispondiEliminaPerdonami si apo irballadu. GFP m'at brigadu ca imbetzer de ti mutire Aba, t'apo mutidu Alba. E l'apo risposti chi si una est bona (a bier), s'etera est bella (a la ider). Spere tue cale t'agrat de prus...
@ Aba
RispondiElimina... ateru irballu. Sepera tue cale t'agradat de prus...
Secondo me, Aba e Larentu avete fatto di tutto per svicolare dalla pura verità: M.R. Porcu voleva dire che aveva dei mancamenti per colpa mia. Anzi, non per colpa, bensì a causa mia.
RispondiEliminaGlielo dica chiaro, signora Porcu!