Il presidente della Regione sarda, Ugo Cappellacci, ha licenziato tutti gli assessori che aveva scelto nel marzo del 2009. Come si dice in sardo, s'at postu sa berrita a tortu, e dopo un tira e molla che dura da mesi per motivi di poltrone – ma non solo per questo, se si vuol essere onesti – intorno a questi numeri 5+2+5 e 6+6, di lancinante interesse per tutti i sardi, ha battuto i pugni sul tavolo. Tutti a casa e a tutti i partiti 48 ore di tempo per sistemare le loro controversie. Dopo di che, pare di capire, tutti a casa davvero, nel senso che si torna a votare, se continuano a dare questo complessivo esempio.
Nel momento in cui, finalmente e dopo decenni, si è cominciato a parlare della nuova Carta della Sardegna, gli incomprensibili – almeno a noi poveri mortali – litigi intorno al numero di posti nel governo spettanti ai partiti, sono suonati come del tutto stonati. Da un lato un importante dibattito niente po' po' di meno che sul futuro istituzionale della nazione sarda, dall'altra una indegna gazzarra. Il peggio è che ciascuno dei soggetti ha forse ragione nel chiedere quel che ha chiesto; peggio perché il loro mestiere di politici è quello di mediare fra interessi contrastanti. Se non lo sanno fare, è giusto che qualcuno glielo ricordi.
La pessima legge costituzionale, firmata dal guardasigilli Oliviero Diliberto nel 1999, affida al presidente della Regione la facoltà di scegliere gli assessori (e stabilisce una norma idiota: il consiglio si scioglie se il presidente si dimette, ma anche se ha un impedimento permanente). I partiti di centro destra – governi Pili, Floris, Masala e ora Cappellacci – e quelli di centrosinistra – governo Soru – hanno avuto la possibilità di modificare questo monstrum e non l'hanno mai fatto, tutti pensando che potesse tornar loro comodo. Se la sono cercata e l'hanno trovata. Sperando che Cappellacci, che ha oggi mostrato un coraggio che nessuno gli attribuiva, lo conservi sino in fondo, governando si sos partidos torrant in tinu, mandando tutti a casa se l'indecenza continua.
PS – Il centro sinistra è pregato di non contrapporre il proprio senso del bene comune a questa brutta figura del centrodestra. Fra gli anni 94 e 98 la sua guerra intestina costrinse l'allora presidente Federico Palomba ad aprire la crisi per quattro volte.
Sono proprio felice di rivalutare Cappellacci,come vedi GFP,non sono prevenuta,a me basta che Lui pensi al bene della Sardegna.Dimostrando di aver coraggio, mi auguro, proprio, di rivedere le mie considerazioni iniziali.Medas augurios e bonu traballu.
RispondiEliminaHo qualche difficoltà a vedere Cappellecci nei panni di Tommaso Moro, forse perchè non riesco a vedere chi potrebbe essere l'Enrico VIII nella faccenda.
RispondiEliminaEssenziale differenza: qui, chiunque possa essere il 're', è improbabile correre il rischio della vita, grazie a Dio.
Da quando vige la famigerata norma del 'tutti a casa' Cappellacci è il primo a servirsene oltre un limite mai sperimentato. A Soru bastava la minaccia e i riottosi rientravano allineati e coperti.
Cosa è successo nel frattempo? Intanto ai tempi del Sanlurese permaneva un relitto di vincolo ideologico che dal Lingotto veltroniano in poi è stato presso che cancellato, anche se disperatamente si cerca di rinsaldarlo: era meglio avere il morto in casa che il Pisano (di Arcore) all'uscio.
Eh, se quel 'valore' lo avesse avuto a disposizione il buon Palomba o chi, prima di lui.
Non sarà uno dei tanti "instrumenta regni", tipo il riveduto 'milazzismo' siciliano? solo che lì, il manico è in Sicilia. Il nostro manico è Ugo Cappellacci che a più riprese ha fatto professione di sardità? O sta ancora una volta al di là del Tirreno?
Per la verità, Soru lo ha fatto senza minacciarlo più di tanto. Da giovane comunista, sempre fedele alla linea, difesi il milazzismo, capendo solo che ogni mezzo era buono, anche accettando i voti missini, pur di liberarsi della odiata Dc. Da grande ho capito due cose, fra le pochissime: la prima è che la vecchia teoria dell'anti qualcosa o qualcuno che giustifica anche gli accordi contro natura sono una iattura; la seconda è che il povero e bistrattato Silvio Milazzo, e democristiano e fondatore dell'Unione siciliana, aveva visto bene: il governo di una Regione deve rispondere a caratteristiche peculiari di quella regione.
RispondiEliminaE' lo stesso che fa Lombardo, uomo di centro destra, cui non fa schifo ad allearsi con il Pd, anche se poi a Roma vota insieme al Partito, il Pdl, che ha estromesso dal governo siciliano. Gli idioti lo chiamano trasformismo ed è, invece, solo autonomia non proclamata ma esercitata. Non conosco la politica siciliana tanto da poter farmi un'opinione sulla congruità dell'operazione. Ma conosco abbastanza bene la politica sarda, tanto da rimpiangere il fatto che non siamo capaci di esercitare la nostra peculiare e speciale autonomia.
Non mi faccio illusioni, caro Elio, nessuna: ma se, nel fare la prossima giunta, Cappellacci si rileggesse gli atti del dibattito sullo Statuto? Scoprirebbe di andare più d'accordo con Soru, è solo un esempio, che con il capogruppo del suo partito che, avendo in mano un gioiellino di proposta istituzionale, neppure se ne accorge.
Dio mio, se avessi le entrature giuste per intervistare Norace.
Signor Elio e GFP,non ci capisco più nulla,mi confondete le ide.Parlate chiaro:questo Cappellaci è un furbo o agisce per il bene della Sardegna?Se non mi rispondete,in maniera chiara(perdonate la mia ignoranza)mi preparo una frase in limba e chiedo a Norace di attraversare il mare e venire in sogno a me.Adiosu
RispondiElimina@ Grazia
RispondiEliminaNon ho mai creduto che, a parte casi frequenti di gente che pensa di conoscere Machiavelli perché lo ha letto sul Bignami, i politici di spessore facciano i furbi. O, almeno, soltanto i furbi. Soru era convinto di dare una scossa alla politica politicante, Cappellacci lo stesso. Entrambi per il bene dei sardi.
Quel che contesto all'uno e all'altro - ma temo non ci siano rimedi - è l'astio che li anima e lo scarso coraggio di mettere insieme il meglio, piegandosi all'andazzo della politica come occupazione dei mediocri. Come dicevo a Elio, secondo me ci sono più affinità fra i due che fra ciascuno di essi e una parte - ma dominante - del loro rispettivo entrourage
@Zpf scrive:
RispondiElimina"E' lo stesso che fa Lombardo, uomo di centro destra, cui non fa schifo ad allearsi con il Pd, anche se poi a Roma vota insieme al Partito, il Pdl, che ha estromesso dal governo siciliano. Gli idioti lo chiamano trasformismo ed è, invece, solo autonomia non proclamata ma esercitata".
E tanti saluti al popolo votante.
Norace, per quanto ho letto, s'inc....bbe come un Eracle ubriaco.
ADG
Grazie,ora ho capito.Questa politca è troppo complicata per me.Vorei:onestà,altruismo ma credo sia un desiderio impossibile da realizzare.Lascio,il tutto, a voi esperti.
RispondiElimina@ Grazia Pintore, ADG.
RispondiEliminaPenso che Norace se la stia ridendo, sardonicamente 'ca va sans dire' (aritie', Aba, anche se mi manca la cedille), dal momento che 'nd'at ari biu fumu de macarronis, atru che-a i-custu', ma soprattutto perchè in via Roma, ancora una volta, si assiste allo spettacolo dei polli di Renzo, intenti a beccarsi fra di loro senza che si accorgano della mano che sta per tirargli il collo.
@ ADG
RispondiEliminaIn teoria hai ragione a sconsolarti, come in teoria ha ragione Berlusconi a dire lo stesso. Ma si dà il caso che quello italiano è un regime parlamentare per cui uno stesso parlamento potrebbe eleggere governi diversi, con diversi primi ministri, pur rispettando la delega popolare.
In Sicilia (come nelle altre regioni), dove il presidente è eletto direttamente dai cittadini su un programma, basta che si rispetti il programma e il presidente può cambiare i governi che vuole, se ci sono i numeri. Tutto nella legalità e nel rispetto della Costituzione modificata dalla LC n 1 del 1999.
Per cui, caro ADG, è legittimo pensare che sia giusto anteporre gli interessi dell'autonomia (posto che così sia, naturalmente) ad un astratto rispetto della volontà popolare che non è comunque tutelata.
Zuannefranziscu,allora mi provochi!Berlusconi sconsolarsi? E di cosa? Si sconsola perchè uno di destra,come Fini,gli mette i bastoni fra le ruote cercando di bloccargli le sue leggi ad personam sulla giustizia?Fini sta facendo quello che la sinistra non ha mai pensato, di fare.Ti risulta che questa specie di uomo,amato dagli italiani,si sia mai occupato di risolvere i gravi problemi che hanno gli italiani,sopratutto i giovani riguardo al lavoro?Arriverà mai un giorno in cui il popolo italiano lo rimanderà a casa ad occuparsi solo delle sue aziende?Aspetto,con ansia,quel giorno.
RispondiEliminaSarò forse pessimista ma secondo me non ci saranno elezioni fino a quando i consiglieri non avranno maturato i due anni e mezzo di mandato che gli servono per avere la pensione. Sia a livello sardo e sia a livello italiano. Quindi per ora nessuno va a casa.
RispondiElimina@ Grazia Pintore
RispondiEliminaSennora Grazia chi mi ses amiga
Iscurta su chi como t’apo a narrer:
A bias piusu intro de sa vida
Giustu no’est su chi iat a parrer
O menzus piusu, mesu de pinniga
Zassu beridadosu mal’est a aparrer.
Su chi nos paret belle e nozente
A bias est isse su delincuente.
Signor Elio la ringrazio infinitamente per avermi risposto in limba,lei è un poeta et iscrieresas poesias in limba este meda bellu.Ata raione su cussu chi narata ma sa persona di cui parlo è tutto fuorchè innocente.Ma come mai,lei e GFP,sicuramente tanto delusi dalla sinistra(che ha personaggi non certo positivi ed onesti),continuate ad assolvere una persona così squallida,volgare etc.etc.Ma li ascoltate i discorsi che fa,le barzellette che dice?Io continuerò a disprezzarlo, voi fate quello che volete ma continui a deliziarci con le sue storie e poesie,che riescono a farmi vedere il sole anche in una giornata, fiorentina,così piovosa.Meda gratzie a bois con tottu su coru meu
RispondiEliminaSignor Elio mi permetta un'altra puntualizzazione:come mai Andreotti ha accettato il processo e invece il nostro bene amato presidente fa solo leggi per evitali?ricordiamoci la carica che ha. ma si è mai visto,da quando c'è la repubblica che un presidente si occupasse solo dei suoi problemi e che considerasse l'Italia come una delle tante sue aziende? vede, a questo punto, io ce l'ho più con i suoi peones che con lui. So anche che, molto spesso, la giustizia non è giusta(ne abbiamo tante di prove) ma che in galera vadano solo i disgraziati, questo non lo accetto. Personalmente, dovrei odiarli i giudici per motivi familiari ma non credo che tutti i giudici siano disonesti. Commo basta,le chiedo anche scusa per questa mia ossessione ed insistenza.
RispondiElimina@ Grazia Pintore
RispondiEliminaGrazia mia istimada, mirade ca in galera bi ndh'at intradu de onzi creze, poveros e irricos. Sas pius bortas sun poveritos, at a essere prite sun meda piusu , ma bi che sun finidos finas-e ricos meda e vi sun mortos puru, ca si sunu 'ochitos.
Su poderiu est bestia mala e chie lu giughet in manu, a bias paret anzone.
"Su poderiu est bestia mala e chie lu giughet in manu, a bias paret anzone." Signor Elio,saggio e pacato,con queste parole mi ha steso;io,però,poco saggiamente, sarò sempre agguerrita ed impulsiva.A nos biere
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