lunedì 13 settembre 2010

La polemica NUR.AT: marketing mitologico al vaglio dell'ideologia

di DedaloNur


La proposta NUR.AT non diventerà mai legge regionale; in essa, gli obiettivi seri sono annullati da pure velleità; ad essa, non fa seguito alcuna controproposta capace di condividerne almeno gli aspetti positivi, ma solo reazioni di scherno e di condanna, con un unico esito possibile: alzarsi dal tavolo e sbattere la porta; fin da adesso è sin troppo facile prevedere come tutto cadrà nel nulla.
Fatto salvo l'accenno ad un generico primato della pura ricerca, nulla di preciso vien detto sull'effettivo esercizio del potere di borsa del NUR.AT. Nella scelta dello scavo da finanziare prevarrà il valore turistico o quello scientifico e chi e come stabilisce l'uno e l'altro? Un ipotetico archeologo dovrebbe garantire prove indiziarie su Atlantide per poter scavare?
Come si possono sommare in un unico ente, competenze concorrenti ai vari assessorati in fatto di: turismo, marketing, archeologia, scuola e formazione?
Le eterogenee materie attribuite al NUR.AT determinerebbero talmente tanti conflitti di competenza da far quasi impallidire persino i problemi sorti dalla riforma dell'art. 117 Cost.
Qualcosa del genere non potrà mai funzionare, anche per questo se ne intravede il fallimento, a meno che, la volontà di creare un carrozzone inutile non risulti talmente tenace da risultare vittoriosa. Sarebbe stato più realistico e semplice una sede di coordinamento tra i vari assessorati, per gestire i finanziamenti destinati alle ricerche archeologiche, senza, oltretutto, nuove poltrone e prebende. Ma in questa vicenda è proprio il realismo a latitare.

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33 commenti:

  1. Ciao Dedalo, bello il tuo ragionamento che i popoli hanno bisogno di miti.
    Credo che i popoli contemporanei debbano fare della loro carta costituzionale un mito cioè proietarsi vero il futuro (stile USA, Francia, ecc.), quello di Atlantide bisognerebbe lasciarlo nei libri di filosofia.

    saluti

    Mauro Peppino

    PS ovviamente ritengo che sia giusto che la regione si doti di un organismo per valorizzare la sua storia, spero che a questo proposito Nurat sia un bel sasso lanciato nella palude in cui è precipitata la ricerca archeologica accademica in Sardegna

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  2. da Franco Laner

    Caro DedaloNur,
    condivido la tua articolata riflessione e la capacità di trovare fra due opposti le questioni per cui vale la pena impegnarsi.
    Mi dispiace solo che questa condivisione ti venga da uno che ha osato occuparsi, fuori dal normale e istituzionale ruolo, della civiltà nuragica.
    Franco

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  3. Una domanda, Dedalo, magari due o, meglio, un paio ‘a sa sarda’. Se il Mito si dà, nel senso che sia qualcosa di presente, dove più, dove meno, nel cammino di tutte le genti, deve avere una limitazione d’uso? una data di scadenza? oltre la quale diventi più salutare impacchettarlo fra i rifiuti speciali?
    Cerco di spiegarmi meglio: i miti, si sa, risalgono alla notte dei tempi; quando è finita questa ‘notte dei tempi’? Anche sapere quando è incominciata sarebbe interessante ma, forse è chiedere troppo. Indubbio che la nottata deve essere stata lunga. C’è qualcuno che possa assicurarci che sia passata?
    Ancora una domanda, Dedalo: pensi che di miti ne sarebbero sopravissuti se al loro affacciarsi fossero stati accolti con lo spirito critico e l’acuminata ragione che ha salutato il tentativo di equiparare la Sardegna alla ‘mitica’ Atlantide?
    Un’altra ancora e basta: quale ignominia si sono tirati dietro tutti coloro che hanno individuato in contrade diversissime e lontanissime l’una dall’altra, ciascuno la propria Atlantide? E quale danno ne è derivato a quelle contrade?
    A parte tutto questo, fai bene a diffidare dei carrozzoni che si profilano all’orizzonre.

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  4. Cara Aba,
    anch'io come te vorrei vedere un bel progetto Nur senza At, ma certamente il sasso lanciato dai Riformatori non sarà senza conseguenze se il tiro come prevede Dedalo mancherà il bersaglio, si potrà aggiustare la mira.
    Riguardo al mito non pensare che io sia contro il suo studio, la Sardegna è zeppa di leggende che nulla hanno da invidiare al mito di Atlantide.
    Non credo che ai sardi serva rivendicare passati da superpotenza che domina il Mediterraneo e che va all'assalto dell'Egitto, per me è pura fantascienza.

    I nuraghi sono patrimonio culturale dell'intera umanità in se e per sè senza bisogno di miti, mostrano d'essere meraviglie costruttive, che destano stupore ingegnaristico (che stolti che sono i vigliacchi codardi anonimi incappuciati, attorno ai quali sguazzano Giulio Angioni (che vi dicevo che sarebbe arrivato ...) e Alfonso Stiglitz, che accusano Laner di interferenza interdisciplinare!) e conservano, congelata nella pietra, una parte delle conoscenze astronomiche dei nostri antenati.

    Io vedo l'archeologia come luogo dell'intera umanità piuttosto che il luogo delle patrie virtù, che dovrebebro essere declinate al presente piuttosto che al passato.

    Ai sardi attuali e a quelli del futuro il compito di valorizzare e conservare gli evidenti segni che l'umanità preistorica ha inciso nelle pietre dell'Isola.

    Atlantide la lascerei agli storici della Filosofia Antica.

    Per Tartesso il discorso è diverso, ma non vorrei andare fuori tema.

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  5. Quello che colpisce negli "insardegnatori" (concedetemi questo casual linguistico) è che non si pongono altre domande, tutto ha avuto qui centro, guai a obiettargli altre sedi o distaccamenti, di questi loro ignorano perché non hanno mai mosso il sedere dalla loro consacrata terra.Trovo tutto questo loro agire invero molto sardo, un po' come quando andando fuori dell'isola, si legge dal giornale per gli emigrati (capita a chi ha parenti fuori dell'isola), che tal dei tali era il nipote di terzo grado di un sardo fuggito tre secoli prima dall'isola, e che scrisse, pensa te, una poesia citata da Andersen.Immagino lo sguardo inorgoglito del lettore "interramannito": "anche questo era uno di noi". Ma anche che Galeppini o Sironi o Materazzi, lo erano "sardi". Essendo poco il raccolto lo si espande a dismisura, Da piccolo sentivo dire che persino Gheddafi era sardo, poi è arrivato Peron/Piras. E di Silvio ? Non sarà che è piccolo perché la mamma passava qui allegre vacanze? Mi son più volte chiesto.Ecco il neo-mito serve a dare "lughentore" a un presente riarso. Un tempo i miti servivano a spiegare comportamenti umani e talora accadimenti storici, quello neosardo serve solo a coprirci le pudenda della pochezza che avvertiamo di essere.

    Vorrei dire a Dedalo, che non è vero che non è possibile ricostruire i miti nuragici; in alcune contrade della Sardegna si preservano nella fiaba, pensiamo ad es. al boe muliaghe, essenze che ci rimandano direttamente alle antichità nuragiche. E anche linguisticamente siamo aiutati, in questo incerto cammino a réverse, perché l'Ogliastra è ancora uno scrigno linguistico poco sondato. Insomma i miti sono presenti, non c'è bisogno di inventarsene altri spuri e immediatamente contrattaccabili.

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  6. Ancora una cosa,
    Franco Laner nel fare i complimenti all'ottimo post di Dedalo, ha detto che a lui: "dispiace solo che questa condivisione ti venga da uno che ha osato occuparsi, fuori dal normale e istituzionale ruolo, della civiltà nuragica.".

    Caro Franco spero che in questa frase ci sia tanta ironia nei confronti dei codardi vigliacchi archeologi sardi che criticano senza mostrare la propria faccia, che un architetto che opera in un dipartimento di scienza delle costruzioni si interessi di nuraghi, tombe di giganti e pozzi sacri non mi pare uno sconfinamento disciplinare.

    Gli anonimi vigliacchi del blog degli archeoasinis non capiscono che la scienza è una pratica aperta a tutti, e che il cul de sac in cui si è infilata, e da cui non riesce ad uscire, l'archeologia sarda da spazio a tanti "non addetti ai lavori".

    saluti

    mauro peppino

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  7. @ Mauro Peppino Zedda

    Attento Mauro Peppino, condivido il tuo pensiero quando dici:

    "Io vedo l'archeologia come luogo dell'intera umanità piuttosto che il luogo delle patrie virtù, che dovrebebro essere declinate al presente piuttosto che al passato.
    Ai sardi attuali e a quelli del futuro il compito di valorizzare e conservare gli evidenti segni che l'umanità preistorica ha inciso nelle pietre dell'Isola." ma, forse perché tutto preso ed im mezzo ad amici che la pensano come te sui miti, non ti sei reso conto di averne creato uno tutto tuo!
    Quando poi accetti il mito di Tartesso escludendo con tanta autorità quello su Atlantide sei un vero portento; guarda che rappresentano lo stesso luogo e sono localizzabili entrambi nell'isola di Sardegna!
    Stammi bene

    Giuseppe Mura

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  8. Caro Giuseppe ,

    Atlantide è localizzabile in qualsiasi luogo, dunque è meglio non pretendere di localizzarla in uno!

    Riguardo a Tartesso è ovvio che si tratti di uno di questi tre luoghi Iberia, Tharros o l'intera Isola, io propendo per l'Iberia!
    (cfr 19 cap. archeologia del paesaggio nuragico)

    L'ipotesi che si tratti dell'intera Isola (e che sia la Sardegna nuragica la considero remotissima, quasi improbabile, ma da non escludersi a priori).

    La possibilità che fosse Tharros, inteso come insediamento che gli shardana fondarono nel XIII secolo è possibile, ma tutto da dimostrare.

    Ovviamente l'ipotesi che fosse l'Iberia è assai più probabile.

    saluti

    mauro peppino


    PS: caro giuseppe hai mai letto la logica della scoperta scientifica di Popper? leggi il punto in cui Popper critica Freud, spiegando perchè gli assunti di Freud non sono scienza. Per Freud tutte le patologie hanno la medesima origine (il complesso di Edipo), per te (mi pare) tutti i luoghi portano alla tua Isola!

    Conosci la teoria di Eliade sul centro del mondo, insomma gli esseri umani (soprattutto quelli delle isole, che non viaggiano) si convincono di essre al centro del Mondo, anche i nuragici ne erano convintissimi, per loro ogni nuraghe era il centro del mondo.
    Tutti noi siamo ancora un po nuragici, tu più di me, penso.

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  9. da Giorgio Valdès

    @Illiricheddu
    Il fatto d'essere spurio o immediatamente contrattaccabile mi pare sia una caratteristica di qualsiasi mito per sua stessa definizione. Se fosse invece dimostrabile e blindato contro qualsiasi attacco, non sarebbe più un mito.
    Non credo inoltre che ci stiamo inventando niente, sia riguardo a Tartesso che riguardo alla terra di Atlante.
    Il primo era un luogo ripetutamente richiamato negli antichi testi e nella stessa Bibbia che lo cita 21 volte; della seconda forse infastidisce solo il nome, eccessivamente inflazionato, ma è anche vero che il ricordo di una terra insulare con caratteristiche simili a quella descritta da Platone è ben presente nella tradizione egizia, per cui la sua esistenza è quantomeno verosimile
    Che poi Tartesso ed Atlantide o come poteva chiamarsi realmente, fossero ubicate nello stesso luogo, cosa di cui erano convinti, in particolare, i ricercatori tedeschi Henning, Herman, Jessen e Schulten, è un'altra storia.
    Se tuttavia tanti indizi inducono ad ipotizzare una loro collocazione in Sardegna, mi volete spiegare perché dobbiamo farceli scippare dalla Spagna o da altre nazioni che se ne fregano dei nostri dibattiti e continuano a cercare, con spedizioni milionarie, quattro pietre vecchie, che possano dimostrare teorie indimostrabili ma con ritorni mediatici straordinari?
    Salvo a voler continuare con l’autolesionismo che pare sia la disciplina sportiva da noi più diffusa.
    Giorgio Valdès

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  10. Di ATLANTIDE eTATESSO si parlerà stasera alle 18.00 in quel di MONTECLARO, CAgliari.
    Leonardo Melis intervisterà l'autore del Libro
    ATLANTIDE: Sardegna la Nuova Atlantide...

    INTERVISTERà ponendo chiaramente DOMANDE piuttosto... stimolanti....
    Vedremo.
    Kum Salude
    leonardo

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  11. Io non posso fare altro che ribadire quanto già detto perchè l'argomento (per me) si è gia esaurito.

    non si può discutere ne sul merito ne sul metodo perchè manca la condizione di fondo per discuterne: un approccio corretto e maturo al mito, il quale, a sua volta, è composto da altri ingredienti (freddezza, logica stringente, visuale poliedrica, neutralità scevra di ideologismi) qualità che non si possono insegnare o apprendere dai libri:
    http://bolognesu.wordpress.com/2010/08/13/atlantide-o-cambogia-due-modi-di-mettere-larcheologia-al-servizio-della-politica/
    questo è l'esempio migliore di ciò che intendo. Si tratta di uno che evidentemente dal mito non si lascia ne infinocchiare e affascinare sino al coinvolgimento totale ne scandalizzare o terrorizzare sino all'abiura e all'esorcismo. senza questa maturità si possono leggere i libri che si vogliono ma non si va da nessuna parte.

    in Sardegna gli atteggiamenti e gli approcci laici alla Bolognesi mi sembrano una rarità. ideologia, politica, problemi culturali nelle varie posizioni pro o contro si rincorrono e inseguono in una concatenazione senza soluzione di continuità.

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  12. @ Elio

    Va riconosciuto, c'è l'eredità del 900.

    Il mito inteso come pericolo per la democrazia influenza molti. il mito infatti è stato sfruttato dagli stati totalitari (così rispondo ad Elio). Vidal Nequet è solo uno degli esempi. Fu perseguitato dai nazisti che oltre a Nietzsche e a tutta la mitologia nordica strumentalizzarono anche atlantide. il fascismo non fu da meno, creando liturgie e usando falsi miti per dominare le masse. Il comunismo aveva a sua volta i suoi eroi, le sue liturgie e i suoi miti.

    Tra quelli che si occuparono del rapporto tra mito e ideologia totalitaria ricordo kerenyi e Jesi. ma se si aprofondiscono proprio questi autori si riconosce che il mito che dominava le masse era falso mito, non quello genuino e che il presupposto del falso mito è un autorità totalitaria che lo sappia concepire e utilizzare.

    l'immaturità sta nei modi e nelle pretese del Nur-at gia descritti e su cui non vale la pena ripetersi ma sta pure nel brandire gli autori che polemizzarono con il "mito tecnicizzato" senza contestualizzare le loro asserzioni al periodo nel quale questi studiosi vissero.

    Semplicemente si travasa il tutto senza filtri, tanto che s parla di razzismo, sardoarianesimo ecc.

    Ecco perchè ho chiesto se sia (ancora) lecito ricollegare il mito al nuragico.

    troppi indizi mi portano a pensare che per un certo sentimento o modo di pensare diffuso non lo sia.

    Comunque visto che in questo blog non sono più presenti i sostenitori di queste posizioni non mi va di parlarne ulteriormente.

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  13. "Vorrei dire a Dedalo, che non è vero che non è possibile ricostruire i miti nuragici....;"

    infatti sono d'accordo. posso solo aggiungere che va fatto con metodo e che il risultato sarà un'ipotesi plausibile.

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  14. @ Valdes

    Il problema è che per giustificare un alcunché di meramente ipotizzabile si finirebbe per distogliere risorse da altre cose, e non solo questo: il fatto stesso che una cosa venga ipotizzata di per sé, a quel che leggo dai Suoi e altri interventi, sembra che sia necessariamente vera. Quel che non leggo negli interventi propugnatori di queste idee "eretiche" è proprio quel filtro che Lei raccomandava a me. Filtro significa tenere in considerazione tutte le possibili obiezioni per arrivare a una tesi che venga approvata o meno dai vari ambienti. In confidenza Le posso dire che vari argomenti linguistici da Lei apportati qualsiasi linguista serio glieli demolirebbe. Non lo faccio io, perché non so se mi consideri "serio" o comunque riconosciuto (direi che anch'io sono un eretico), però ,o Valdes, quando mi dice che mandrone 'poltrone' è parola prelatina, io le posso tranquillamente rispondere che non si ricollega al capo dei Bebryces (etnonimo frigio o celta che indica "i castori", ahinoi non presenti in Sardegna, diversamente dalle pecore/brebei che derivano dal latino BERBECE),ma al latino mandra 'mandria', e come mandrone ,mandruni nello stesso significato è diffusa nel Sud Italia. Ecco se Lei accetta queste cose consolidate della scienza linguistica si può ragionare altrimenti si esce dai binari e si lascia solo molto correre la fantasia.

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  15. Le motivazioni recondite per le quali sa gherra a istrumpas sia stato lo sport nazionale sardo le si comprendono benissimo leggendo il post e gli interventi che ne sono seguiti. Ed io non mi sottraggo al gioco.
    Ho percepito anch'io un certo sbilanciamento della proposta di legge verso il mito, ma non sono sicuro che questa inclinazione sia frutto di stoltezza o di acuta furbizia. Chi, altrimenti, avrebbe parlato tanto e con tanto ardore di una propostina di legge banaluccia, in tempi in cui la cronaca è piena di pastori e di contadini, di Tirrenia e e di mancate entrate?
    A proposito di soldi, l'ipotesi di spesa di 10 milioni per la ricerca NUR.AT è pari alla centosessantaduesima parte delle entrate che lo Stato italiano, perdurando la situazione, ha fregato ai Sardi in questo 2010.
    Dice Dedalo, anzi si scandalizza se domani nelle scuole fosse insegnata la storia sarda, specialmente se infarcita di miti, di Atlantide in particolare. Perché di tanto scandalo? solo perché il programma diventerebbe il doppio o il triplo di quello attuale? o perché andrebbero in soffitta altri miti, o verrebbero ridimensionati quelli tipo Romolo e Remo, Adamo ed Eva, Caino ed Abele, Noè, tutti miti che passano indisturbati dalla bocca dell'insegnante e dalle pagine dei libri alle menti dei bambini?
    E non sono d'accordo (e ti pareva!) con Mauro Peppino quando dice bellissime parole come "l'archeologia come luogo dell'intera umanità piuttosto che il luogo delle patrie virtù". Sarebbe bello che fosse così, ma tu stesso Mauro Peppino hai detto altre volte che Cicero resta sempre pro domo sua.
    Hai creato un mito che ha meno probabilità di esistenza di quelle che tu concedi ad Atlantide in terra sarda.

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  16. @ Francu

    Dice Dedalo, anzi si scandalizza se domani nelle scuole fosse insegnata la storia sarda, specialmente se infarcita di miti, di Atlantide in particolare.

    non è esattamente così. ho scritto che l'insegnamento della storia sarda sarebbe meritorio e chi riuscisse in tal risultato sarebbe eroico...

    Poi su Atlantide...scusa/scusi...io non mi scandalizzo se qualcuno propone l'identificazione sardegna atlantide e neppure se qualcuno volesse lucrarci sopra.

    Nel mio post non ci sono i do di petto dell'indignazione antiatlantidea...

    consiodero questi dannosi, fastidiosi perchè trasformano tutto in caciara...

    però allo stesso tempo spero di poter sostenere che una cosa è il mito di romolo e remo che come tale ci vien trasmesso dalle fonti...antiche. un altra cosa ancora è l'ipotesi interpretativa che atlantide sia sardegna.

    siamo su due piani dfferenti

    uno è mito genuino perchè come tale i romani lo intendevano. un altro è l'intrepretazione di mito o racconto platonico..come noi lo ricostruiamo dalle fonti.

    il primo può stare in una lezione di storia romana perchè storicamente i romani, ringraziavano la lupa per aver allattato i due gemelli...

    Atlantide ..Sardegna in una lezione non ci sta a fare nulla. neppure come ipotesi storica perchè atlantide per adesso non è una realtà storica.

    infine, lo ripeto la scuola sarda deve pensare ad altre emergenze: purtroppo.

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  17. Caru Francu,

    i nuraghi, come le piramidi, il colosseo, le cattedrali, e qualsiasi altra opera le considerò figlie della creatività umana.

    Certo fa piacere avere dei monumenti nella propria terra e impegnarsi per la loro valorizzazione culturale, anche turistica e dunque ecconomica.

    Ma l'importanza che assegno ai nuraghi non è maggiore da quella che nutro verso Micene.

    Sui nuraghi ho forse un senso di responsabilità nel senso che spetta ai sardi impegnarsi per conservarli (il loro studio invece spetta a chiunque ne abbia piacere), ma culturalmente li metto sullo stesso piano degli altri monumenti che costellano il mondo.
    I nuraghi trasmettono un linguaggio universale, in cui qualsiasi essere umano ad ogni latitudine può provare a specchiarsi.
    Insomma i nurgahi non sono dei sardi ma dell'umanità intera.
    Speriamo che Nur.at si impegnerà per questo fine, sopperendo ai limiti in cui versano gli studi a causa degli ottusi archeologi sardi.

    saluti

    mauro peppino

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  18. @ Mauro

    Certo, sono d'accordo. Però non vorrei che i nuraghi siano patrimonio dell'umanità, patrimonio dello Stato e non anche patrimonio nostro. Perché non mi pare che gli egiziani considerino le loro "bator pedras betzas" in comproprietà universale.
    Sta a noi - ma su questo vedo con piacere che siamo d'accordo - valorizzarli anche per l'umanità, ma soprattutto per noi

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  19. @ Mauro

    Certo, sono d'accordo. Però non vorrei che i nuraghi siano patrimonio dell'umanità, patrimonio dello Stato e non anche patrimonio nostro. Perché non mi pare che gli egiziani considerino le loro "bator pedras betzas" in comproprietà universale.
    Sta a noi - ma su questo vedo con piacere che siamo d'accordo - valorizzarli anche per l'umanità, ma soprattutto per noi

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  20. @ Mauro Peppino Zedda

    Ti ringrazio di avermi inserito tra gli isolani che sognano e non viaggiano come i Nuragici. A mio parere il fatto che i nostri avi siano stati capaci di costruire quanto sappiamo in termini di qualità e quantità rafforza anche l'ipotesi sulle conoscenze astronomiche, peraltro comuni alle maggiori culture orientali del tempo. Quello che non capisco è il tuo concetto di insularità: guarda che rischi di cadere nello stesso errore di chi ci vedeva chiusi nel nostra cantuccio in attesa dello straniero di turno.
    A si biri

    Giuseppe Mura

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  21. @ Zuanne Franciscu

    noi abbiamo il dovere di proteggerli e di valorizzarli.

    All'intera umanità , noi sardi compresi, il diritto di studiarli.

    A noi sardi pure il diritto di farli diventare risorsa culturale ed economica del nostro presente e dei sardi del futuro.
    Ed è in questo che plaudo ai Riformatori Sardi

    sallude

    mauro peppino

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  22. @ DedaloNur

    I miti sono miti, non mi pare che si possano dividere in falsi e genuini. Possono essere pericolosi, questo sì, anche per le finanze. Tutto dipende da come li si vuole utilizzare e, soprattutto, da come si vuole utilizzare la gente che ci crede.

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  23. La frase di Dedalo che mi ha colpito(vai pure col tu, niente problemi) è questa:
    "Ma introdurre storia sarda infarcita da affabulazioni su Atlantide sarebbe ridicolo." Segue un'analisi piuttosto precisa delle difficoltà della scuola sarda, ma non sono sicuro che l'introduzione di elementi di storia sarda nel programma di studio peggiori la situazione.
    In verità, per quanto riguarda Romolo e la lupa, fu un non romano, Ennio nel IV secolo a.C., a inventarsi una "storia" per un popolo senza "storia" di pastori e ladroni. Ci pensò poi Virgilio a nobilitarne le origini, con la "storia" del principe Enea.
    Ma il fatto che una leggenda sia stata scritta in graziosi versi senari non le dà certo la patente di storicità.
    Anche di Atlantide è stato scritto a più riprese e in questo stesso blog si è cercato di dare "consistenza" a descrizioni antiche, precise e ripetute, che corrispondono (corrisponderebbero) a siti sardi più che a qualsiasi altro posto al mondo.
    A scuola i miti ci sono già, come ho detto, e vi sono entrati alla grande allo scopo di celebrare Roma e altre idee associate, non certo per far strada a verità universali.
    Quanto all'apertura mentale di Mauro Peppino, be', t'invidio e anche molto, dato che io non riesco ad alzarmi in volo tanto da vedere i nuraghi e tutto l'altro in un contesto universale, come frutto di tutti gli uomini: a me danno un senso di appartenenza, li sento "cosa prettamente nostra", anche senza negare ad altri la possibilità di accedervi per studio o per curiosità.
    Riconosco i miei limiti e mi dispiace per gli altri, ma son fatto così.
    A me pare che l'"umanità" stessa non esista se non come pura astrazione: non vedi che neppure i popoli che credono in uno stesso Padre Celeste sono propensi a condividere una gioia, un dolore o anche solamente un tozzo di pane?
    Al patrimonio dell'umanità l'UNESCO ha associato castelli, templi, feste e manifestazioni religiose e non, persino paesaggi e montagne.
    Ci fosse stato pure il petrolio, magari ragioneremo in altro modo.

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  24. Caro Giuseppe,
    spero che converrai che Atlantide è stata collocata in migliaia di posti, tale fatto comporta (ma purtroppo non converrai)che non la si possa collocare (verosimilmnete e attendibilmente)in nessuno!

    mauro peppino

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  25. Il signor Pilloni dice" i nuraghi cosa prettamente nostra",ha ragione. E' triste che qualcuno affermi la non necessità dell'insegnamento della storia sarda nelle scuole sarde,che sono messe male,perchè le scuole italiane sono messe bene?Bisogna insegnare ai sardi ad amare veramente la loro terra,anche attraverso i propri miti."i miti sono miti ,non ci sono miti falsi o genuini"(Elio).E se a scuola si insegnasse ai sardi l'autostima?

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  26. @ Mauro Peppino Zedda

    Quando affermi: "spero che converrai che Atlantide è stata collocata in migliaia di posti, tale fatto comporta (ma purtroppo non converrai)che non la si possa collocare (verosimilmnete e attendibilmente)in nessuno!" fai, ancora una volta, un ragionamento tutto tuo.
    Se non dai almeno uno sguardo al mio lavoro che critichi a priori non possiamo ragionarci sopra, ma cerco di chiarirti un particolare aspetto:
    ammetti solo per un attimo che Atlantide sia esistita e che sia identificabile con la Sardegna, chi se non un sardo che conosce bene la propria isola è in grado di interpretare un racconto pieno di riferimenti geografici, di morfologia del territotio, di aspetti ambientali, di densità abitativa, di particolari ricchezze, di culti, di arte e di costumi?
    Guarda che le tue ipotesi sull'allineamento astronomico dei nostri antichi monumenti si basano proprio su conoscenze acquisite "giocando in casa".

    Giuseppe Mura

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  27. @ Giuseppe,
    uno studio archeoastronomico su una tipologia di monumenti (in quasiasi parte del mondo si trovi) è cosa ben diversa dal cercare il luogo a cui si riferiva Platone parlando di Atlantide.
    L'archeoastronomia è una scienza che in parte appartiene alle scienze fisiche, e dunque...

    Viceversa l'attendibilità delle ricerche su Atlantide è nulla ancor prima di cominciarle, come segnalò lo stesso Aristotole!

    Il fatto che Atlantide possa essere ipotizzata in migliaia di posti, determina il fatto che nessuna ipotesi possa essere considerata valida. Ovviamente ognuno di quei migliaia di personaggi che suppongono di averla localizzata è convinto di aver ragione! Qunado tutti questi 1000 personaggi seduti attorno ad un tavolo convergeranno su una sola ipotesi, beh allora si potrebbe dire che l'ipotesi è ragionevole.

    Fatta questa annotazione aggiungo, che ritengo legittimo che le autorità politiche di un dato luogo, segnalino ai turisti che vi sono degli studiosi che asseriscono che anche la loro Isola è tra le indiziate ad essere Atlantide.
    Insomma se è vero che vi sono migliaia di tesi è altrettanto vero che vi sono milioni di persone affasciante dalla questione, dunque ritengo legittimo che ognuno di quei migliaia di posti (Sardinia compresa), possa dire: Platone si riferiva alla nostra Isola!
    Contenti loro contenti tutti! Spero che alla libertà di ricerca di Atlantide non si neghi la possibilità di dire che Atlantide sia una metafora di Platone! E che le migliaia di tesi contrarie si annullano a vicenda!

    saluti
    mauro peppino

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  28. @ Francu

    scusa ma stai fraintendendo.

    Io ho scritto questo:
    Introdurre la storia sarda sarebbe lodevole e andrebbe annoverato tra i punti pregiati della proposta. In un isola nella quale persino un matrimonio in gallurese, logudorese, campidanese, destò le preoccupazioni dello stato potrebbe persino essere un atto coraggioso.
    Ma introdurre storia sarda infarcita da affabulazioni su Atlantide sarebbe ridicolo.


    come si vede io sono per l'insegnamento della storia sarda nelle aule. Non conoscere la storia del luogo nel quale si vive comporta che quel luogo ci sia alieno. La speranza è anche che tale storia infonda nei ragazzi la stima e l'amore per ilterritorio e i suoi beni, la volontà di difenderlo e farlo progredire. Insomma u ora di lezione settimanale di storia sarda non sarebbe un ora inutile ma sarebbe educazione civica.

    Se però in quell'ora ci mettiamo a discutere di Atlantide fissiamo il valore del territorio a qualcosa che per adesso non è neppure ipotesi storica, ad una ipotesi ricostruttiva mitologica per giunta controversa.

    Anzitutto questo somiglia ad un indottrinamento. nell'evenienza che tale ipotesi fosse "confutata" o comunque (visto che una confutazione è impossibile..) osteggiata violentemente il valore di cui ammantava la sardegna verrebbe meno facendo sì ch anche la sardegna in sè abbia meno valore.

    Questo risolve tale ipotesi d'insegnamento in un insegnamento potenzialemtne dannoso. Mentre, spero, non v'è bisogno di ribadire o sottolineare come in una scuola ridotta così male come quella sarda tale ipotesi d'insegnamento sia già ridicola.
    Perchè vorrebbero insegnare Atlantide quando:
    1) i giovani che escono dalla sardegna sono totalmente squalificati di fronte al mondo del lavoro
    2) quando si stanno perdendo le capacità di base scrivere, leggere e far di conto. caru Pilloni caso mai avessi un amico/amica insegnante in u liceo prova a farti prestare a caso, 2 o 3 temi per capie cosa intendo dire. Io li avevo chiesti ad un amica insegnante di greco in un liceo classico. Stavo per piangere e la mia amica per "rincuorarmi" mi disse che quelli nelle mie mani non eran tra i peggiori.
    4) la Sardegna dovrebbe dotarsi delle facoltà universitarie che contano, ad esempio, c'è una facoltà di informatica in Sardegna? no.

    ovviamente se i nazionalisti sfornano perle come nur-at meglio lo stato italiano...ma uno dei motivi che qualche volta mi inducono ad ascoltare le sirene indipendentiste è il fatto che in Sardegna lo stato italiano non investirà mai seriamente in università e ricerca (Tanto per dire, l'IIT ha sede in continente mica qui...) condannando i govani all'impreparazione e alla disoccupazione. perchè quand'anche escano fuori dalla Sardegna lotteranno contro gente più preparata di loro.


    mentre di contro, qui in sardegna, tranne qualche caso fortunato, l'università sarda non sforna manco una start-up, perchè non ha punte di ricerca avanzata in nessun settore.

    ecco perchè è ridicolo perder tempo durante un ora di preziosissima educazione civica sulla storia sarda infarcendola di Atlanide quando poi in aggiunta... il quadro è quello sopra delineato.

    ci concediamo il superfluo quando non abbiamo il necessario?

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  29. @ Elio..

    I miti sono miti, non mi pare che si possano dividere in falsi e genuini. Possono essere pericolosi, questo sì, anche per le finanze. Tutto dipende da come li si vuole utilizzare e, soprattutto, da come si vuole utilizzare la gente che ci crede.

    I "miti sono miti" non è una frase che mi faccia far salti di gioia. Quando parlo di miti falsi e genuini riporto una distinzione fatta da studiosi che per fortna ne sanno più di me.
    erenyi e Jesi parlano di mito tecnicizzato (cioè il mito falso) quando il mito viene strumentalizzato per dominare la psiche delle masse. ho gia fatto degli esempi. serve uno stato totatlitario per aver questo risultato.
    o almeno un movimento di opinione che tramite un mito voglia conquistare il potere politico.

    In Sardegna grazie al cielo non c'è nulla di tutto questo, ecco perchè la levata di scudi che si verifica ad ogni accenno su Altnatde è ridicola. Altrettanto ridicolo fu la scomunica di Frau...

    Ho trovato tre buoni motivi per scirvere il post di sopra:
    1) che la proposta nurat è risibile..
    2) che la reazione alla proposta nurat lo è, in buona parte, altrettanto...
    3) che in Sardegna... il mito è mito...non è cosa seria.

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  30. Caro Mauro Peppino, se tutti gli ideali di libertà, fraternità, uguaglianza (ti ricorda qualcosa?), fossero praticabili in questo momento e in questo mondo, sarei d'accordo con te e non ci sarebbe bisogno di partiti e di lotte indipendentiste per aver in mano le sorti della nostra terra.
    Tu vedi come gli ideali di égalité ecc. si coniugano là dove furono inventati, ognuno di questi giorni di fine estate, sulla pelle degli zingari?

    Caro Dedalo, le parole fra noi mi hanno fatto tornare alla mente gli "scavalcamenti a sinistra" nella politica italiana della seconda metà del secolo scorso. Solo che qui si tratta di scavalcamenti in pessimismo e a me tocca il ruolo di ottimista, anche se diciamo le stesse cose: tu dici che la proposta del nur.at è risibile?, io ho detto che è banaluccia; tu dici che le risposte lo sono state altrettanto?, e io chiedo che cosa ti aspettavi.
    Quanto alla scuola sarda, hai ragione ma solo in parte, perché la salvano, appunto in parte, i ragazzi che la frequentano che sono sardi e, nel mio pensiero e nella mia esperienza, non sono inferiori agli altri italiani o europei. Ho avuto fra i miei alunni dei portenti che si sono fermati al liceo, altri che hanno conseguito la laurea in ingegneria nei tempi canonici e, non ancora trentenne, qualcuno guida lo staff tecnico di una compagnia aerea. E ci sono stati pure quelli che, a leggerne gli scritti, mettevano di malumore anche se facevano ridere, come quel bambino che scrisse una volta che "la mamma glielo voleva toccare ma babbo non glielo ha fatto neanche vedere". Naturalmente stava ancora parlando del dito pestato del padre di cui aveva già scritto il giorno prima.
    Questo mondo è terribilmente difficile, ma è semplice capire cosa fare: ogni giorno il proprio dovere, senza scuotere la testa, perché è il solo modo di andare avanti. Quanti più siamo, tanto più avanti andremo. Senza dimenticare di dare di gomito al vicino che si è distratto.
    Lo diceva mio nonno ed è più di una religione, anche se pare un mito.

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  31. Ciao Francu,
    deo biu sa tassa sempri mesu prena, purtroppu s'Occidenti non podiri ospitai tottu cussus chianta a bolli benni.

    sa chistioni de is zingarus esti una de is chistionis prus leggias de is urtimus cinquanta annus, prima s'opera (in sensu de traballu) insoru fiada uno elementu chi s'integrada cun tuttu is atrus immoi cummenti in arramonaius de Isili non seprinti prus a nisciunus!
    Su casu de is zingarus esti una casinu mannu.... centumilla miliardus de milliardus de miliardus... de ortas prsu mannu de sa possibili estensioni de su sardu fueddau !

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  32. Caro Francu

    se un pessimista ed un "ottimista" hanno i medesimi pensieri vuol dire che che si sta dicendo qualcosa di realistico.

    nessun scavalmento sul pessimismo e nessuna rincorsa a pensarla nel modo peggiore possibile perchè magari è più figo....fa più da intellettuale...ecc.

    ai ragazzi che non han voglia di studiare non si può chiedere nulla, tranne che condurre una vita lavorativa onesta;
    ai ragazzi dotati e con molta voglia di studiare non si può chiedere di più che tentar di raddrizzare il "sistema" sapendo che coi loro sforzi individuali non potranno mai venire a capo dei problemi ma soltanto attutirli con il loro impegno individuale. cioè non possono fare altro che arrangiarsi.

    ciò che rende "pessimisti" non è la qualità antropologica del sardo in sè. Questo sì che sarebbe razzista.

    è la scadenza del sistema politico, culturale, sardo che non riesce a trovare soluzioni, risposte, a passo coi tempi mentre invece trova sempre occasione per manifestare la sua inconsistenza in vicende come questa.

    mancano risorse, idee, e gli uomini e le donne migliori (quelli di cui tu parli) non vengono selezionati o perchè vanno via dalla sardegna, o perchè si fermano o perchè il sistema delle clientele e delle parentele gli sbarra la strada.

    se il sistema fosse diverso, senza alcun dubbio, sarei ottimista sui sardi.

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  33. @ DedaloNur

    Ahi, ahi, ahi, Dedalo. Ancora una volta ci consola il fatto che a farci del male sia ‘the other man’, una entità malvagia che, se non ci fosse stata, ne avresti visto di meraviglie. Però scrivi di, in grassetto, “sistema politico, culturale, sardo”; non sono marziani, dunque, di Sardi si tratta. Ci sono stati, indubbiamente, cattive educazioni, malversazioni, prevaricazioni, sfruttamenti, assoggettamenti, e aggiungici tutto quello che mi sfugge, nella nostra storia ma il tuo discorso è specularmente identico a quello di Davide Marras. Li vedi e li senti, i Sardi, intervistati dalle nostre T.V, cosa dicono e a che cosa aspirano? Troppi cattivi maestri hanno imperversato, per troppo tempo e intendo parlare dei nostri, di quelli sardi.
    Il tuo discorso non è quello di Francu Pilloni che si rifaceva al nonno. Il tuo è “other”.

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