di Giorgio Valdes
L’on.le Vargiu mi ha recentemente indirizzato su questo sito, dove ho avuto modo di leggere diversi ed interessanti commenti sulla recente proposta di “Nurat” presentata dai Riformatori ed alla cui stesura ho fattivamente collaborato.
Analogamente ho letto i commenti riportati sul sito di Michela Murgia e le sue feroci critiche allo stesso disegno di legge, che certamente non mi sorprendono perché il mito, di cui la storia è infarcita, ha la prerogativa di scaldare gli animi ed alimentare polemiche.
Ma anche a voler momentaneamente accantonare la mitologia, considerato che la legge si rivolge anche alla valorizzazione del nostro patrimonio prenuragico e nuragico, ben vengano le polemiche se sono in grado di risvegliare l’interesse verso questo fondamentale periodo della nostra storia.
Tra i vari commenti ho letto qua e là termini come banalità, fiabe mediatiche e soprattutto mercificazione, una brutta parola riferita allo scopo di attrattore turistico palesemente assunto da questo disegno di legge.
Come se la diffusione della nostra cultura e la sua ampia condivisione fosse una iattura da esorcizzare.
Certamente, se la nostra fosse un’economia prospera, potremmo anche pensare di distrarci, magari dimenticando per trent’anni in uno scantinato le statue di Monti Prama; ma purtroppo questo è un lusso che non possiamo permetterci e pur consapevoli del primato della scienza non è pensabile che le testimonianze del periodo più rappresentativo ed identitario della nostra protostoria rimangano chiuse in una teca quasi fossero oggetti a disposizione di un collezionista che di tanto in tanto si diletta a dargli uno sguardo.
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Alla buonora! Finalmente si incomincia a dire pane al pane e vino al vino. È miele per le mie orecchie, sentire certi discorsi da un partito politico che siede fra i banchi della maggioranza in consiglio regionale e gioia per i miei occhi leggere quanto ha scritto l’ing. Giorgio Valdes.
RispondiEliminaL’ingegnere non è un visionario qualsiasi che si arrampica sulle ‘cancellate’ e si aggrappa alla barba di antichi filosofi. È un professionista che per trent’anni ha seguito il procedere zoppicante del turismo nella nostra Regione. Lo ha fatto da un osservatorio privilegiato: l’Assessorato al Turismo.
Leggendo il suo articolo mi è tornato in mente don Lisander Manzoni, cito a memoria: “Nel mezzo vil meccanico, ché con i tuoi pari la diritta è sempre la mia”. Questo a proposito dell’anatema : “Mercificazione” che viene scagliato contro chi si permette di pensare all’utilizzo dei beni culturali, in questo caso il patrimonio nuragico, senza preventivo assenso di ‘lor signori’.
Caro ingegnere, si sarà indubbiamente reso conto di quanto sia difficile sbarazzarsi di “quei signori tali, arroganti e soverchiatori di professione”; per uno che ne ‘infilzi’ ce n’è subito un altro che prende il suo posto, ancora più ignorante del primo.
C’è un solo modo per tagliare la mala pianta: tornare al consulto dei cittadini su un nuovo patto associativo.
CI VUOLE UN NUOVO STATUTO, UN NUOVO PATTO FRA I CITTADINI.
Caro Valdes
RispondiEliminaapparentemente, le critiche alla proposta di legge alla cui stesura ha collaborato muovono dall'idea di indagare sull'isola di Atlante. E vengono, lo avrà notato, dal mondo della Ragione raziocintante, quello che, adorando la Dea Ragione, ritiene eretico l'esercizio di qualsiasi altra facoltà della mente umana. Salvo chi ha firmato l'osceno appello contro Sergio Frau, avrà notato, gli altri salvano il lavoro di Frau ma definiscono follia la verifica scientifica che lo stesso giornalista implora. Non è possibile e dunque non è. Come la scrittura al tempo dei nuraghi, l'orientamento astronomico degli stessi e tutto ciò che la Dea Ragione non ha inglobato.
Ma le cose non cambierebbero, se, putacaso, i Riformatori decidessero di togliere dalla loro proposta qualsiasi riferimento ad Atlandide. Resterebbe il fatto che si vogliono spendere dieci milioni l'anno per studiare e valorizzare il nuragismo e il prenuragismo, epoche dalle quali, se ben studiate e scavate a fondo, potrebbero venire notizie non inquadrabili nella vulgata. Chi ha fondato le proprie carriere solo marginalmente sullo studio di quelle epoche, teme sia dato minore appeal alla feniciomania, alla romanomania e a tutte le altre manie che portano i cultori a proclamare la reciproca acculturazione ma a praticare strade a senso unico.
Una sciocchezza, visto che lo Stato non mancherà, come ha fatto finora, a coltivare l'albero del classicismo e a finanziarne lo studio.
C'è poi, ma non vi entro se non per accenno, il fatto che la proposta, venendo dal Regno del Male (almeno fino a quando i Riformatori staranno nel centrodestra), non può portare del bene. Per la contraddizione che non lo consente.
@ elio
RispondiEliminaNon posso che condividere la tua seguente affermazione: "Alla buonora! Finalmente si incomincia a dire pane al pane e vino al vino. È miele per le mie orecchie".
Pensa cosa significa per me leggere un articolo come questo, visto che ho dedicato moltissimi anni proprio alla ricerca che intende provare l'esistenza in Sardegna del Giardino delle Esperidi, di Tartesso e di Atlantide.
Sappi che sarò uno dei primi ad iscrivermi al NUOVO PATTO TRA I CITTADINI.
Giuseppe Mura
@ Giorgio Valdes
RispondiEliminaper il momento mi limito a commentare quanto propone a proposito dei girogavi appassionati di storia antica:
"il turista non cerca la verità assoluta, ma vuole poter sognare ed i misteri e le leggende che accompagnano la nostra storia fanno sicuramente sognare e rivestono comunque un interesse mediatico straordinario."
Pensi cosa significherebbe "mercificare" il nostro Patrimonio Archeologico (la maiuscola è d'obbligo!) portando con mano i turisti nei luoghi che corrispondono esattamente alle descrizioni di Omero, di Stesicoro e di Platone!
I motivi di questa affermazione li trova nel mio messaggio precedente indirizzato ad Elio.
Riguardo alla relazione che accompagna la proposta di legge mi permetto di dare un consiglio: non toccate una virgola!
Chi sa leggere ha capito che l'intento è quello di fare luce sulla nostra preistoria e non vedo perchè si debbano escludere a priori le ricerche che tendono ad identificare l'isola felice dei Greci dell'EdB. Isola che va identificata nella Sardegna nuragica.
Giuseppe Mura
@Giuseppe
RispondiEliminaBene Giuseppe. Delenda Carthago. Sul nuovo patto tra i cittadini sara necessario tornarci.
Stai bene
Che ricordi io, i Greci di Omero avrebbero avuto un solo ricordo della Sardegna: un alcunché di velenoso (la mirabile oenanthe crocata)che si sarebbe tradotto in un riso spasmodico o... nero. Quindi Giuseppe che Lei/Tu abbia speso molti anni di vita (e immagino di vista, per leggerti tutte le fonti) per dimostrare la straordinaria grandeur della Sardegna Preistorica, è encomiabile, ma non è detto che ciò corrisponda al vero.Per quando riguarda Valdes, io non sono Valdez, quindi non sparerò alle sue rodomontate. Ci penserà lo sceriffo del villaggio, per ora non ha risposto a Ava.Per quanto riguarda Frau, già lo dissi: per la marea di soldi che ha guadagnato, non sarebbe male che pensasse a iniziare a spenderli per cercare di dimostrare da sé se i suoi sospetti sono traducibili in verità, altrimenti è solo mera lamentela per l'irrealizzabilità di uno scopo assolutamente fuori dalla portata della scienza e incredibilmente esoso. Oppure, chissà, potremmo fare una colletta globale. E se non ottenessimo nulla? Ci ripagherebbe lui dell'inutile spesa?
RispondiElimina@ illiricheddu
RispondiEliminaI tuoi (il tu va decisamente meglio) ricordi su Omero si riducono alla risata spasmodica? Pensa che per alcuni importanti commentatori delle opere omeriche neanche questo sarebbe un riferimento preciso alla Sardegna e ai Sardi.
Tuttavia, il fatto che il grande poeta non citi direttamente la Sardegna quando narra dell'isola dei Feaci ha poca importanza: tutta la geografia dell'Odissea (ammesso che sia stata scritta da Omero) è infarcita di nomi altisonanti: forse ha chiamato col loro vero nome la terra dei Lotofagi, dei Ciclopi e dei Lestrigoni, le isole Eolia, Eea, Ogigia e Trinacria e l'Ade-Tartaro? In realtà le opere omeriche riportano i fatti raccontati da antichissimi marinai, risalenti all'EdB e a quella dei grandi eroi greci, che conobbero di persona questi luoghi.
La letteratuta di riferimento, ma lo sai bene, che tenta di fare luce su questi luoghi é pressochè infinita, perchè, guarda caso, molti studiosi sono convinti che dietro questi miti si nascondano vere realtà storiche e geografiche. Ricorda un pò la mole di letteratura esistente su Atlantide, tanto é vero che molti studiosi convergono nell'identificare Scheria nella terra di Atlante.
Personalmente le colloco entrambe in Sardegna e, credimi, non mi sono certo pentito di averci dedicato molti anni di studio. Per fortuna la vista mi è rimasta intatta e, pensa, mi ha consentito di leggere anche il tuo libro, quindi, ti prego, prima di condannarmi del tutto, dai almeno uno sguardo a "Sardegna l'isola felice di Nausicaa", così mi aiuti a vendere la prima copia della seconda edizione! (come vedi mi sto ... mercificando)
Con simpatia
Giuseppe Mura
P.S. Colgo l'occasione: sabato 18 settembre, invitato dall'Associazione d'iniziativa culturale Archistoria, presento il volume a Sinnai, alle 1830, presso il Civico Museo Archeologico, via colletta 20. Grazie Zuanne.
Ho letto con attenzione la proposta di legge. Cosa che non hanno fatto i feroci critici italioti.
RispondiEliminaLa sostanza è nella prima parte che in sintesi mira a un intervento deciso sull'archeologia, storia e riflessi scientifici, economici e di marketing del periodo nuragico e prenuragico, sempre tenuto sotto il tallone dei nazionalisti italiani.
La seconda parte, accessoria ma non meno importante si occupa dell'intreccio della storia con il mito, riferendosi anche al mito di Atlantide.
Si leggono molti concetti che recuperano il mito o ne creano di nuovo all'impatto dei media e della promozione turistica.
Eppure la Nuova si è scatenata in una campagna di stampa relativa al Atlantide chiamando a raccolta la legione straniera degli intellettuali organici che sono a corto di programmi, proposte concrete ma anche di miti.
L'obiettivo è sempre lo stesso, contrastare qualsiasi proposta che si muova nella direzione dell'Identità sarda. Sia che si basi su dati concreti che su miti e fantasie.
Per metterla in politica si vuole come fanno da cento anni contrastare il sardismo diffuso , comunque e in qualunque forma sia espresso.
Mi fanno sorridere ed anche un po' pena. Quei fondi, quegli articoli, quei richiami alla "linea" corretta non li legge nessuno.
Sono invece migliaia e migliaia gli acquirenti dei libri di fantasy sardista, che saranno imprecisi, a volte inventati e grossolani. Ma alimentano l'anima della rivendicazione nazionale e i lettori ed operatori culturali, magari con scarpe grosse, al momento opportuno sanno ben fare le scelte e notare le differenze fra scienza e fantasia.
Sono comunque un dito accusatore per quegli uomini e donne di cultura che hanno venduto la storia e l'archeologia sarda..come diceva il buon Cicitto Masala, parlando di Sardegna e mangiando in italiano.
Condivido le sue osservazioni quando afferma che un “non addetto ai lavori” gode di una posizione privilegiata anche perché non deve rendere conto a nessuno delle sue opinioni, se non alla sua coscienza. Per altro verso ritengo che il rigore sia doveroso, ed in ugual misura, per entrambe le categorie di persone da lei menzionate, salvo che un “dilettante” deve impegnarsi a fondo per rintuzzare gli eventuali attacchi di chi, professionalmente, dovrebbe saperne più di lui. Ma il fatto stesso che un’attività si svolga per “diletto” e non per obbligo lavorativo, credo garantisca quanto meno la passione per quanto si fa.
RispondiEliminaPer quanto si riferisce alla “verità assoluta”, premesso che in campo storico/archeologico, specie per periodi così lontani nel tempo, la verità assoluta non si scoprirà mai, mi permetto di chiederle: lei può affermare con certezza che il circolo megalitico di Stonehenge rappresenta un calendario solare o che esiste il mostro di Loch Ness? Credo proprio di no, sia perché le pietre di Stonehenge sono state rimesse nell’attuale posizione in tempi relativamente recenti e perché il mostro di Loch Ness è probabilmente un’anguilla ripresa con il teleobiettivo. Eppure ci arrivano più turisti che da noi, proprio perché in quei luoghi non particolarmente ameni, hanno saputo dosare il mistero. La mia lunghissima esperienza in campo turistico mi insegna che la rappresentazione della nostra terra deve essere come un bel romanzo, con tanti indizi credibili ma che non si sa mai come debba andare a finire. Se avrà modo di dare uno sguardo al breve filmato “Sardegna….un mito nel Mediterraneo”, alla cui ideazione ho fattivamente collaborato (ha conseguito più riconoscimenti ufficiali di qualsiasi altro spot promozionale ma ha anche scatenato le critiche di Michela Murgia e ne siamo orgogliosi) credo che si renderà conto di cosa voglio dire. In merito alla genetica, mi riferisco agli studi del prof. Francesco Cucca, la cui sintesi è pubblicata sul sito “Sardegna Ricerche”.
Per quanto si riferisce infine al termine Horo Harakhty ha certamente pensato bene. Credo proprio che quando Sir Wallis Budge parlava dei “compagni di Horo” si riferisse all’appellativo di questa divinità nel momento in cui traversava la volta liquida del cielo per tuffarsi alla fine di ogni giorno nel mare di Occidente, dove si trasformava in Khepri, il sole al tramonto. A proposito di Khepri, o Kheper, lo scarabeo stercorario che faceva rotolare davanti a sè la pallina di sterco dentro la quale covava la sua progenie (anch’essa simbolo del sole), penso che lei sappia che in lingua sarda il suo nome è “carrabusu”. Una parola che contiene i termini geroglifici ka= spirito, ra= solare e bus che potrebbe avere il significato di bes, una divinità egizia che comunque troviamo spesso rappresentata in Sardegna, anch’essa legata al ciclo solare. Che ne dice, sarà un caso?
DALLE FALSE IDENTITA’ UFFICIALI ALLA VERA ATLANTIDE RITROVATA finalmente la Scienza spazzerà la follia del “MITO” fenicio-punico-cipriota in Sardegna
RispondiEliminaCome ben sa, chi mi conosce da 40 anni, e questo lo comprovano le cronache giornalistiche, Studio con serietà e iconografie comparate le antiche Civiltà Mediterranee fin dalle origini peslagico-megalitiche. Fatto ciò presente, vengo al vero problema di Atlantide, essendone Io il Padre in riferimento alla Sardegna.
Tutti gli antichi: eruditi, storici, geografi, scienziati -o padri della conoscenza- scegliete Voi come chiamarli, dichiararono nei Loro scritti (o citazioni) fino a Plinio ed oltre che l’oceano Atlantico era il Mare Sardo e che quel mare prendeva tale Nomea dall’Isola più grande di tutte “LA SARDEGNA”… appunto!
Sostenevano ciò poiché qualunque naviglio a vela nel circumnavigarla impiegava due giorni e mezzo di navigazione in più rispetto alla Sicilia! Sei giorni e mezzo, invece di quattro! Perché a scuola non hanno mai insegnato che per ERODOTO la Sardegna ERA L’ISOLA PIU’ GRANDE DEL MONDO? E che il mare Sardo – od Atlantico – che bagnava anche Roma SI ESTENDEVA DA CAPO LILLIBEO di Sicilia fino alle opposte bocche della Spagna e del Marocco?
Inoltre, perché non insegnano (invece di dimostrarci la loro crassa ignoranza, questi Signori) che il nome SARDO’ ha lo stesso significato di ATLANTE essendo epiteti dello stesso nome di ERACLE, come Elì o Adonai di Geova! Fin dalla notte dei tempi? Se tutto questo ce l’ avessero insegnato oggi non saremo qui a disquisire se la Sardegna fosse o non fosse l’antica eppur conosciuta Civiltà di Atlantide.
La verità è –che una menzogna diventa verità- se ripetuta sette volte (così scriveva Goebbels) e di menzogne, di falsità, di follie, di identità fasulle, proprio la Scuola che dovrebbe farci crescere, a noi Sardi ne ha gettata addosso a valanga, prendendoci, con le stesse Sopraintendenze e con gli “esperti Archeologi” di Stato, PER I FONDELLI…da sempre!!!
Io che sò, resto inorridito e sgomento di fronte agli schiaccianti abusi archeologici storiografici ed intellettuali perpetrati ancora a danno della Sardegna, e non della fantasticata Isola di Platone ( che però purtroppo è la Sardegna stessa ) visto che Lui quando fu liberato a Porto Siracusano ebbe modo di vedere e così “ apprenderla”… Che l’abbia descritta IO LO TROVO NORMALE! Non è normale invece per restare dentro –LA FOLLIA DEGLI ALTRI- che un popolo della Età del bronzo si vesta di bronzo NELLA ETA’ DEL FERRO! E ‘ follia credere e pensare che Nuraghi come quelli di Barumini e di Orroli siano stati edificati SENZA PROGETTO UNITARIO e senza SCRITTURA!
E’ da ricovero, di fronte alle rilevanze archeologiche, CREDERE ED INSEGNARE che TARROS sia stata edificata nell’ VIII° o VII° secolo a.c.!!! in tutto questo non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. PAOLO VALENTE PODDIGHE
@ Mario Carboni
RispondiEliminaGli articoli "provocatori" sortiscono sempre il loro effetto e contengono degli aspetti positivi. quando lei dice: "L'obiettivo è sempre lo stesso, contrastare qualsiasi proposta che si muova nella direzione dell'Identità sarda. Sia che si basi su dati concreti che su miti e fantasie." ha pienamente ragione, eppure, come vede, servono almeno a fare uscire allo scoperto gli avversori del buon senso. Infatti, in questo caso, a prescindere dal credo politico, la proposta di legge in questione rappresenta esattamente le aspirazioni della maggioranza dei Sardi che vorrebbero fare luce sul loro passato, ad esclusione di quelli che "parlano di Sardegna e mangiano in italiano".
Giuseppe Mura
@ hanebu
RispondiEliminaScusi se intervengo in un messaggio diretto ad altri, ma vorrei precisare qualcosa a proposito della sua:
"Per altro verso ritengo che il rigore sia doveroso, ed in ugual misura, per entrambe le categorie di persone da lei menzionate, salvo che un “dilettante” deve impegnarsi a fondo per rintuzzare gli eventuali attacchi di chi, professionalmente, dovrebbe saperne più di lui."
Si tratta di un ragionamento che non fa una grinza e che riguarda anche il sottoscritto: un perfetto dilettante.
Tuttavia ciò che lei auspica non accade proprio: magari ci fossero attacchi da rintuzzare, ma non esistono proprio! La tattica regolarmente utilizzata é quella di ignorare a priori qualsiasi novità.
Giuseppe Mura
da Giorgio Valdès
RispondiElimina@Illiricheddu
Ti ringrazio per avermi risparmiato la fucilazione e questo ti fa onore perché non ti metti alla stregua degli altri esecutori, pronti a freddare chiunque non appartenga al circolo degli illuminati.
In merito alle rodomontate ed allo sparo, mi limito semplicemente ad osservare che il problema che non consente alla nostra cultura prenuragica nuragica di crescere, sta proprio in queste due parole, antitetiche ad un qualsiasi concetto di dialogo e di democrazia. Se leggo un libro o uno scritto che può essere tuo o del più grande storico vivente o ascolto un commento, da qualunque parte esso venga, il mio esercizio mentale è quello di filtrare le informazioni che contiene, perchè comunque potrebbero accrescere le mie conoscenze. E se anche penso che ci siano spacconate o come dici tu rodomontate, se non ho elementi che mi consentano di asserire la verità contraria, non le considero mai tali e certamente non mi passa neanche per la mente di impallinare l’autore, ancorché mentalmente, ma al massimo mi limito a sorridere (la vicenda di Schielmann che cercava Troia sotto il fuoco incrociato dei suoi detrattori, docet).
A parte il fatto che non mi metterei mai alla stregua dei saggi detentori del verbo….. unti dal Signore.
Ascolta il consiglio di uno con i capelli bianchi: riponi le armi ed usa il filtro; ne gioverà la ricerca ed anche la tua serenità.
Haunebu
Concordo con l'ing. Valdes e con Mario Carboni. Più volte ho sottolineato su questo blog, da non addetto ai lavori,la discrepanza che si osserva nell'utilizzo dei miti. Questi vanno più che bene se si riferiscono all'Italia (e a Roma in particolare), ma non vanno bene quando si riferiscono alla Sardegna. In questo secondo caso interviene l'autorità della SCIENZA ARCHEOLOGICA per dirci che sono tutte fantasie, non provate scientificamente. Forse che la vicenda dei due gemelli abbandonati alla corrente, l'uccisione di Remo da parte di Romolo, l'ustione di Muzio Scevola, gli Orazi e i Curiazi etc etc, sono scientificamente provati?
RispondiEliminaIn verità il problema é esclusivamente politico: per noi i miti non vanno bene perché disturbano e confliggono con la grandezza dell'Italia (o almeno loro pensano). E se la motivazione é politica a nulla servirebbe togliere la parola Atlantide dalla proposta di legge incriminata. Darebbe fastidio esatamente come prima.
A pensare che oggi su queste "fantasie" si costruiscono delle vere imprese economiche. Stonehenge ad esempio...., ricostruita non si sa bene come, ha milioni di turisti all'anno.
Dipendesse da me farei una legge per collocare due grandi, moderni, menhir all'ingresso di ogni centro abitato. Ma no, lasciamo stare, sono solo fantasie.
DALLE FALSE IDENTITA’ UFFICIALI ALLA VERA ATLANTIDE RITROVATA finalmente la Scienza spazzerà la follia del “MITO” fenicio-punico-cipriota in Sardegna
RispondiEliminaPertanto la vera Università della Confusione Storica è quella ove gli incauti e gli indifferenti finiscono col consolarsi e cadere nella trappola dei “bricolage” epigrafici e statuari in “RESTAURI COMPLOTTISTICI” come quelli delle statue di “MONTI PRAMA” ove si sono spesi e si spenderanno centinaia di migliaia di Euro per quegli ORRIBILI PINOCCHI! che proprio per restauro hanno PERDUTO LA LORO PRIMIEVA BELLEZZA STATUARIA ORIGINARIA legata a canone Egizio sia nelle forme che nella postura. I “pesci della paranza” non potranno mai immaginare proprio per la loro indifferenza quel che quelle statue fossero. Così nacque il permesso alla sommersione di Atlantide TANTO CARA ALLA FALSA RIGA DELLA IDOLATRIA MODERNA. Ecco così la macellazione di PORTOVESME, l’ipermercato non lungi dal pozzo sacro di SA TESTA, la superstrada a scorrimento veloce sopra il complesso Nuragico di BELVEGHILLE e la città EGIZIA, risepolta sotto quella dei GIUDICATI a SANTA GILLA!!!
E’ pertanto ovvio che questo elenco ci porti alla riesumazione di Atlantide, se si vogliono fermare gli scempi che hanno portato al risprofondarla anche dentro i capaci ed impenetrabili ventri dei PRINCIPALI MUSEI ARCHEOLOGICI DELLA SARDEGNA… ove stanno i materiali tratti dallo scempio di Monte d’Akkoddi ( non citando le centinaia di collezioni private… gli Autorevoli Musei Italiani nonchè quelli ancora più prestigiosi Forieri ) ben vengano proposte Culturali serie e atte al recupero della Sardegna, come queste ardite innovazioni fatte da alcuni politici “coraggiosi”.
Paolo valente poddighe
In conclusione, rileverete quindi, che la vera fiaba mediatica ce la stanno già raccontando non i Riformatori, ma gli interpreti principali delle attività di scavo e degli studi di parte… pardon! di SUPERPARTE che desiderano solamente, per farci finire di esistere come Sardi, un golfo dei Fenici in luogo del Golfo di Oristano… e così ARIS (TEO) andrà a farsi benedire definitivamente, ed il restituitoci Tempio di Antas resterà per sempre dedicato a PADRESARDO in luogo di quello originale che TOLOMEO ci dava, vicino a Capo Frasca, posto in alto, di fronte all’antico oceano Atlantico di ATLANTE: il SARDO’.
RispondiEliminaPAOLO VALENTE PODDIGHE