Ho visitato – e invito tutti a farlo – la miniera di Sos Enatos di Lula. Dal tempo dei nuragici fino a qualche anno fa, dalle sue viscere si è estratto piombo e zinco. Ora non produce più e i minatori rimasti, dopo aver messo in sicurezza due dei cinquanta chilometri di sue gallerie, si sono trasformati in guide per chi voglia visitare la miniera. Una esperienza straordinaria, se si chiude un occhio sul fatto che si va a vedere un luogo oggi gradevole e un tempo terribile posto di lavoro per una umanità che, per molte ore del giorno e della notte, in mezzo al fango e alle polveri di silicio, qui cercava un salario.
Ne ho ricavato un piccolo video che spero invogli molti a prenotare una visita di Sos Enatos, telefonando a uno di questi numeri: 0784416607 o 0784416614.
Nella foto (di Annedda Muscau): Una galleria della miniera
Nel confermare la bontà dell'invito di Zuanne a visitare la miniera di "Sos Enatos" di Lula (la conosco e ne vale davvero la pena), vorrei estenderlo ad altre miniere e in particolare a quelle di Buggerru, vero e proprio epicentro del bacino piombo-argentifero più esteso e ricco d'Europa.
RispondiEliminaColgo l'occasione per invitare anche, chi fosse nei paraggi, alla serata culturale in notturna, basata sulla presentazione del libro "Sardegna l'isola felice di Nausicaa", che si terrà nel Museo del Minatore di Buggerru venerdi 13 agosto 2010, alle 2145. Grazie
Giuseppe Mura
Le miniere! Secondo me noi sardi moderni non le conosciamo ancora abbastanza. Eppure sta nascosta nelle miniere una buona parte della nostra storia. Da ragazzo andavo per miniere abbandonate. Si può dire che le conosca tutte o quasi nel Sulcis Iglesiente e Guspinese. Poi ho ho conosciuto quelle dell'Argentiera, dove vivo tuttora. Ma "sos enatos" mi manca. Prima o poi dovrò andarci. Cosa vuol dire "sos enatos"? A me ricorda "Is benatzus" di Santadi.
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