Per carità, non è successo alcunchè di sconvolgente nelle elezioni sarde. Il centrodestra continua ad avanzare e il centrosinistra a perdere, nel disinteresse accigliato di quattro sardi su dieci. Eppure una scossa ai partiti c'è stata. Gli indipendentisti di Irs cominciano a far sentire la loro presenza anche nei consigli provinciali, il Partito sardo diventa il secondo partito nella provincia di Nuoro dopo il Pd e prima del Pdl, l'Unione dei sardi cresce un po' ovunque, i Rossomori restano punto di riferimento per i sardisti di sinistra, i Riformatori sardi hanno mostrato, ad Iglesias, che non si lasciano mangiare i maccheroni in testa, Fortza paris, che pareva specie in via di estinzione, si riprende. Insomma le multicolori tribù sardiste si sono ripresa la scena, per ora e chi sa per quanto divise.
Ma nel “caso Sardegna” c'è un altro segnale piuttosto forte per i partiti italiani: è, almeno provvisoriamente, andata a farsi benedire la prepotenza degli apparati di partito, punita sia da chi ha votato sia da chi si è astenuto. Facendo finta che contino ancora qualcosa le chiesuole autorefenziali, il Pd della Gallura aveva deciso di sbarazzarsi della presidente Murrighile, questa si è fatta una lista sua che non ha ottenuto grandi consensi ma ha fatto perdere la sinistra. Lo stesso è capitato, nel comune di Iglesias, sul fronte opposto dove il Pdl si è liberato dei Riformatori sardi e ha perso le elezioni già vinte. A Nuoro, da decenni roccaforte della sinistra, l'apparato del Pd ha fatto a meno della consultazione dei militanti, una loro parte si è ribellata e la vittoria data per certa è diventata incerta. Proprio come è successo a Cagliari, dove una corrente del Pdl ha imposto un suo candidato e dove un senatore ha deciso di non starci; anche qui la vittoria data per scontata non lo è più.
Sì, va bene. Ma è cambiato qualcosa? Forse sì, forse no. Le province di sinistra diminuisco e aumentano, di quanto si vedrà fra quindici giorni, quelle del centrodestra. Sembra una replica di quanto è successo in Italia qualche tempo fa e, probabilmente, i due grandi partiti italiani così la giudicheranno. Ma underground no, non ci sono fotocopie. E credo sarà interessante vedere quel che avverrà in futuro. Noi sardi siamo meno prevedibili di quanto si pensi.
Stamane su Videolina ho seguito un'intervista a Ornella Demuru, segretario dell'IRS. Una vera sorpresa, in positivo. A sessant'anni di età, senza mai una piccola soddisfazione politica, cominciava a vacillare anche la mia fede indipendentista.
RispondiEliminaOra i giovani fanno ben sperare. Perchè, va detto, l'attuale crescita dell'IRS é indubbiamente dovuta ai giovani. Fortzis bi cheret una generatzione, ma su benidore est pro batire novas bonas a sa Sardigna.
Caro Maimone, ancora non abbiamo i dati aggregati, ma quando li avremo vedremo come le sette liste di partiti e movimenti sardi abbiano raggiunto consensi davvero notevoli. Quel che in una politica normale in una nazione senza stato normale farebbe la differenza.
RispondiEliminaMa non la farà, perché benché sardi hanno orizzonti dettati dalla politica italiana: destra e sinistra. O come direbbe la bravissima Ornella conservatori e progressisti. Una divisione flou, che consente, non senza ragione, a Berlusconi di dire che i conservatori sono nel Pd e a questo partito, anche qui non senza ragione, di dire che la conservazione sta dall'altra parte. Le categorie autoctone, sardismo italianismo, nazionalismo statalismo etc non sono usate e dunque non aggregano, non dico i simili ma neppure gli uguali.
Anche io sono contento che iRS abbia avuto successo, ma temo che questo successo alimenti l'arroccamento e lo splendido isolamento in una nicchia di migliori.
Sapessi quanto vorrei sbagliarmi e che, invece, le sette sigle comprendano che ci sono più cose che li uniscono di quante le dividono.
L'iRS di Sale & Co. ha dimostrato con i fatti d'essere l'unica forza politica davvero rinnovatrice. Giovani a gogo e programmi del fare.
RispondiEliminaI candidati iRS si sono sbattuti per tutto il territorio, dibattendo e proponendo uno Stato alternativo all'ORDIGNO.
Mentre c'è chi dentro quel formidabile ingranaggio ci sguazza da decenni riempendosi la bocca di buoni propositi, puntualmente disattesi.
L'unione farebbe la forza certo, se l'intento fosse lo stesso.
Forse richiamarsi ad un'unica sigla ci darebbe più probabilità di ottenere lo scopo......raggiunto il quale ognuno per sé.
ADG
La Demuru faceva notare che il voto dato a IRS non era di protesta ma consapevole. Sono certo che ha ragione. A me per il momento basta che si allarghi la base di consenso. C'é ancora tempo per l'entrata in scena delle categorie autoctone. Ma quando questo succederà sarà come un'inarrestabile onda in piena, con cui tutti dovranno fare i conti.
RispondiElimina@ ADG
RispondiEliminaE chi lo mette in discussione? Ma iRS propone soluzioni che per essere attuate hanno bisogno di leggi e di consenso intorno ad esse. Oggi e chi sa per quanto tempo ancora, le leggi non le fanno le buone idee ma i parlamenti, dove è necessario coalizzare consensi. Consensi che, mi pare, si trovino più tra simili che tra dissimili. Tutto qui.
Io conosco due soli modi per smontare l'Ordigno: la rivoluzione che ne crea però un altro o il lento progressivo cambiamento di natura. Ho sentito un bel comizio di Sale fatto a Perfugas, pieno di dati e di proposte. Credo lo abbia fatto perché vorrebbe realizzarle. E torno alla domanda: con chi?
@ZFP
RispondiEliminaMeglio l'ORDIGNO nostrano, credo io.
Il consenso astratto già c'è, non si palesa per via di antichi ricatti che i giovani elettori tendono a dimenticare. A noi il compito di svincolarli. Come dire, l'ultima spallata.
Parlamentari e parlamento sono parte di quel gioco dalle regole stravaganti, non adatte allo scopo.
La Natura poi ha processi lunghi e dolorosi,e l'uomo tende a forzarli e piegarli a proprio piacimento.
E' inutile continuare a guardarsi la punta delle scarpe.
ADG
Ho votato iRS, con il quale comunque sono sempre stato molto critico...
RispondiEliminaQuando Sale è venuto ad alghero mi sarebbe piaciuto farmi una chiacchierata e spiegargli che va bene la coerenza che hanno,che è una qualità estinta ormai, ma devono smettere di pensare di avere il monopolio del corretto indipendentismo... è necessario che si apra un dialogo tra queste forze;
iRS naturalmente ha ormai una fetta importante dell'elettorato sardista indipendentista e deve far sentire la sua voce ben bene all'interno del dialogo politico, ma deve anche imparare a saper ascoltare i propri elettori i quali, evidentemente, non sono tutti iscritti ed anche perchè noi pensanti non vogliamo delegare a iRS la capacità di pensare e di proporre, deve essere iRS ad ascoltarci e rappresentare le nostre idee... un partito indipendnetista serio deve crescere assieme ai suoi elettori, non può pretendere di educarli soltanto...
La questione però si fa più ardente se passiamo a parlare di quello che vorrà fare iRS...
invece di allungarmi vi pongo una domanda...
fino a che punto serve l'indipendenza se si vuole comunque far parte della comunità europea, sotto quindi la BCE, succubi comunque del potere finanziario mondiale???
iRS, il sardismo in generale, devono fare questa riflessione, l'indipendenza non può essere solo un successo politico amministrativo e culturale, ma deve essere una scelta che sappia bogare a fora i sardi dalle grinfie della macchina del DEBITO...
Caro Davide, quando iRS parla di Sardegna Europea e Mediterranea intende soprattutto che fisicamente l’isola si trova nel Mediterraneo e che tra i due continenti (Africa e Europa) il modello scelto è quello di una democrazia di tipo europeo. Se lo stato sardo farà parte o meno dell’UE lo deciderà a maggioranza il popolo sardo (oltre che l’UE che la dovrebbe accettare).
RispondiEliminaIo personalmente opterei per rimanere nell’UE e non credo ai discorsi dei signoraggisti che parlano di complotto bancario, meccanismo del debito, proprietà popolare della moneta etc… personaggi come Pascucci o i vari Miclavez sparano balle su balle e ogni volta che pazientemente gli si dimostra che dicono cavolate fanno finta di niente e passano alla prossima balla. Da notare che uno è un fancazzista e l’altro è un dentista (Auriti era un avvocato), ossia nessuno ci capisce una mazza di economia monetaria. Non ho mai capito qual è la loro proposta. Spesso e volentieri poi amano mischiare i vari complotti, mettendo insieme NWO, signoraggio, scie comiche e, per non farsi mancare nulla, l’11 settembre.
In iRS (e non solo) si è già perso troppo tempo appresso a queste storie, non vorrei che si riiniziasse tutto da capo!
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Saluti,
Daniele Addis
Ormai anche il PSD'AZ nuorese, che con queste elezioni si conferma essere la testa di ponte del Partito, è sempre più orientato alla riduzione della frammentazione politica per la costituzione di un Partito Nazionale Sardo. Ieri ho sentito anche Scalas e conferma lo stesso ideale da una sigla che molti volevano morta (magari anche tra i cugini....). Lo stesso dicasi per elementi dell'UDS e dei Riformatori. Persino Malu Entu non si tirerà indietro, Doddore è un uomo di buonsenso. Il problema purtroppo penso arriverà proprio da IRS, è la cosa a cui tutti han pensato in queste ore. Adesso molti di loro si arroccheranno sul solito evangelismo e come al solito verrà disperso il potenziale di idee e programmi che non trova mai sbocco pratico. - Bomboi Adriano (SANATZIONE.EU)
RispondiEliminaIo credo che IRS debba andare avanti per la sua strada senza fare accordi con nessuno. Il futuro ci dirà se i sardi premieranno la sua coerenza. Dico questo perché altri movimenti politici indipendentisti, dal glorioso passato, si sono persi da tempo nel gioco delle poltrone. Mi riferisco in particolare al PSDA, che ha una base sinceramente indipendentista ma un vertice interessato soprattutto ai giochi di potere. Mi pare che anche Rossomori e Fortza Paris siano fatti della stessa pasta e potrebbero diventare delle palle al piede. Come diceva un terrammannese: non ti curar di loro ma guarda e passa.
RispondiEliminaSperiamo che IRS non caschi nella trappola del PSDA, come ci cascò a suo tempo SU POPOULU SARDU. Quando il PSDA propone fusioni più o meno mascherate da alleanze ha un solo scopo: fare una bella trasfusione di sangue che lo ringiovanisca e gli permetta di continuare a sopravvivere scivolando fra una poltrona e l'altra.
RispondiEliminala vera differenza tra IRS e gli altri mi pare la prassi politica. Il PSDA e gli altri "parlano" di indipendentismo ma poi non lo praticano. Ai tempi di Porto Torres (1981) Nino Piretta (e tanti altri) si compiaceva nel dire che "l'indipendentismo era l'obiettivo storico del PSDA". Come dire, l'obiettivo attuale é ben altro. Ed infatti lo abbiamo visto nella pratica come si é posato il famoso vento sardista. Il partito si spaccò per una poltrona di Presidente del Consiglio Regionale
RispondiEliminaMi dispiace Daniele che tu veda nelle mie analisi su iRS solamente un attacco, visto i toni da te usati, e non uno strumento per crescere... io già collaboro con iRS, e se oggi iRS ad ALGHERO ottiene più del 3 per cenro è perchè mi son fatto un culo grande così perchè la gente comprendesse, l'ho fatto gratis senza chiedere nulla in cambio...
RispondiEliminaNon parlo di complotti, si parla di matematiche finanziarie... poi se iRS, come dici tu non appoggia la permanenza in Europa, bè qua ci sono varie cose che dicono il contrario...
io non ho fede in nessuno, posso appoggiare...
quello che mi fa paura di iRS è solo una cosa: il fatto che gli iscritti non riescano mai a trovarsi in disaccordo con le direttive del partito...
salutde e trigu
Gli indipendentisti di IRS inoltre si ricordino che nel 1999 Sa Mesa indipendentista superava i 45.000 voti (e non ne faceva parte neppure il PSD'AZ). C'erano altri venti di protesta e leggi elettorali diverse, ma certamente meno riformismo interno rispetto alle sigle odierne. Faccio fatica dunque a leggere come vittorioso il risultato di IRS. La verità è che tra frammentazioni, evangelismi e personalismi abbiamo buttato al vento 10 anni. E tutto proprio per inseguire le "dirigenze illuminate"...- Bomboi Adriano (SANATZIONE.EU)
RispondiEliminaGuarda Davide, mi dispiace di aver usato quei toni, ma non dipende dal tuo commento su iRS. È l’argomento signoraggio, con complotto bancario e affini, che fa uscire la mia vena aggressiva :)
RispondiEliminaSu questo tema mi sono scontrato molto spesso con molti attivisti, sostenitori e simpatizzanti di iRS… ti dirò anzi, credo che nel movimento siano più quelli che la pensano come te che quelli che la pensano come me. Quello che chiedo è che, se proprio si vuole abbandonare il sistema bancario europeo (e anche un po’ mondiale) si dovrebbe avanzare una proposta organica, sottoporla al vaglio degli esperti (chi studia quelle materie) e iniziare ad applicarla almeno su piccola scala per dimostrarne la fattibilità.
Non è poi vero che gli iscritti non si trovino in disaccordo con le direttive del movimento, visto che io ho spesso fatto domande e manifestato dubbi (anche quando non avevo alcuna tessera, ora ce l’ho da sostenitore, non credere che sia chissà cosa all’interno). Mi hanno sempre risposto e cercato di spiegare il loro punto di vista. Non si obbliga nessuno a rimanere se non si è d’accordo con la strategia del movimento che viene decisa dal direttivo eletto dagli attivisti (ogni anno, quindi se la maggioranza non è d’accordo può votare altri).
Scusa ancora per i toni di prima,
Daniele
Daniele, guarda che ti ripeto che non parlo affatto di complotto...
RispondiEliminasai benissimo che in tutta europa si stanno pignorando beni e attività...
da qua ne devono venir fuori considerazioni importanti, sia sulle basi del nostro sistema finanziario, salvato con i nostri soldi pubblici, sia sulla gestione del debito del privato nei confronti dell'entità bancaria...
Mi viene perciò in mente la domanda:
che europa stiamo vivendo, e la nostra indipendenza sul lato finanziario e dei rapporti istituzione-finanza che senso può avere all'interno di un sistema finanziario che vuole persistere tale nonostante abbia mostrato tutte le sue fragilità fondamentali...
il Sardismo e iRS, hanno il dovere, non di dare ragione a me, ma di prendere in esame la situazione e discuterla con gli elettori...
mi pare poi che tutto quanto ho detto prima, ovvero che il partito non è una delega della capacità di pensare e proporre, ma bensì la rappresentanza di queste capacità che evidentemente devono risiedere nel popolo (è indubbio inoltre che l'elettorato indipendentista sardo è un elettorato mediocolto); bene tutto quanto ho detto è la base della democrazia e della dinamicità di un partito...
iRS ha il diritto di avere una linea ma deve avere il dovere di crescere e ascoltare le altre voci,
ciò non vuiol dire scendere ad un compromesso, assolutamente (questa è una delle cose che adoro di iRS), bensì vuol dire aprire uan stagione in cui il dialogo possa dare all'indipendentismo una crescita identitaria forte...
per i toni bisogna essere attenti...
RispondiEliminail fatto che io abbia scelto di non iscrivermi a nessun partito, ciò non descrive il mio impegno per la causa...
non hai idea della quantità di cose alle quali ho rinunciato per dedicarmi alla sardegna...
cun praghere mannu
ama gran praiè
Non concordo sul signoraggio ma Davide ha ragione quando parla della necessità di aprire al dialogo. Purtroppo è un discorso che va avanti da 15 anni, da quando le componenti settariste di SNI si staccarono per fondare IRS. In queste ore stanno già cominciando le bufale di IRS tipo "Primo sindaco indipendentista della Sardegna a Perfugas!"...Ello vintzas Bussu de Sardigna Natzione in Lodine...itte itti? Come prevedibile ora distruggeranno tutto. Come la vecchia SNI distrusse quel poco di consenso che stava nascendo. Dopo un po questi neo-indipendentisti si stuferanno di non veder cambiare nulla e voteranno il nuovo Soru di turno...- Bomboi Adriano
RispondiEliminaIn parte Adriano posso concordare con te, pero neanche posso condividere una visione così negativa di iRS...
RispondiEliminainnanzitutto è interessante la componente giovanile di iRS, segue poi una considerazione degna di nota... quando mai un partito che si presenta esplicitamente indipendentista era stato capace di prendere addirittura un 3 per cento ad ALGHERO... le cose sono da vedere anche da parte tua in maniera diversa, se anche tu inizi con queste considerazioni su iRS sei tu per primo a compromettere la possibilità di un Dialogo.
Seconda cosa che volevo dire, a parte che penso che iRS maturerà, che farà questo regalo alla sardegna, ma sopratutto penso che il Dialogo debba iniziare tra i votanti dei vari schieramenti indipendentisti e di seguito interpellare i partiti per definire i punti chiave su cui costruire non dico un partito unico ma un alleanza che escluda in maniera definitiva i partiti di terra manna, ed anche3, di conseguenza che si evitino cancri come la candidatura della Lega, chi li ha votati non si rende conto che stanno essendo utilizzati i loro voti per fare più pressioni a roma non per la sardegna maper i loro interessi e basta...
Infine Adriano, a parte una stima anonima, in quanto non ci conosciamo, penso che si debbano ridimensionare i toni anche dalla vostra parte al fine di superare le pulsioni messianiche dell'indipendentismo e dare infine un valore vero al voto espresso in queste provinciali...
a me sembra arrivato il momento che nascano dei grandissimi incontri che coinvolgano l'intero elettorato sardista-indipendentista, penso che nel giro di qualche anno si possa arrivare a qualcosa di realmente importante...
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RispondiEliminaAnchio penso ne verrà fuori qualcosa di importante, ma vedi Davide, il responso uscito dalle urne è proprio quello che dicevo: che se il bipartitismo è in crisi il bipolarismo nò affatto. Escluso il caso Arbau nel Nuorese, le liste Campidanesi con il loro strapotere lo dimostrano. La replica del "metodo Vendola" è sostanzialmente fallita. Massidda purtroppo ne ha pagato le conseguenze ma anzi, è stato un miracolo anche quel poco ottenuto. Questo significa che se si vuole contare di più nel bipolarismo non ci servono 1000 partiti che dicono più o meno le stesse cose ma al massimo due o 3, purché uniti su alcune grandi tematiche. Pensa che altrove mi hanno già censurato alcuni interventi solo perché ho ricordato i 45.000 voti indipendentisti del '99 (senza contare PSD'AZ). La serenità del dialogo non è semplice quando dall'altra parte ci si vuole solo contemplare ed eliminare le voci contrarie al dogma...L'elettorato prevalentemente giovane è insidioso, molto instabile e veramente poco attento al confronto. Il passato di SNI l'ha dimostrato. E poi sembrerà strano, ma se oggi molti parlano di PNS e la stessa IRS è diversa da quella del 2006, posso affermare che si deve in parte anche alla costanza di U.R.N. Sardinnya ed alla lingua senza peli...le pacche sulle spalle in un ambiente conservatore come questo non sono mai servite, casomai sono servite solo a perpetuare i soliti errori alimentando le testardaggini di pochi. - B. Adriano
RispondiEliminaOk Davide, ma è proprio al coinvolgimento e alla collaborazione della società sarda che iRS punta. Non si chiede nessuna delega in bianco. Si fanno delle proposte e si è ben felici di discuterne e di ascoltarne altre.
RispondiElimina@ Bomboi: "Primo sindaco indipendentista della Sardegna a Perfugas!" da dove l'hai presa questa? L'hai citata testuale (gradirei una fonte o un link) o sei andato a braccio? Io ho solo visto un album fotografico su facebook che è titolato "IRS conquista Perfugas con il primo sindaco indipendentista!!!". A parte che è un cacchio di album fotografico che gira su facebook, solo tu potevi bollarlo come "bufala di iRS", come se il movimento fosse responsabile del titolo di quell'album... e poi, siccome manca dalla frase originaria la parte "della Sardegna",si può leggere benissimo (e molto più onestamente di quanto abbia fatto tu) come "primo sindaco indipendentista di Perfugas". Mi pare che a poche ore dalla chiusura delle urne siano già iniziate le prime bufale di Bomboi.
Guarda Daniele...io spero che in IRS oggi come oggi prevalga una linea come quella di Sale, che mi pare più aperta rispetto a quella che aveva nel 2002...(e ci mancherebbe)...Le "Seddaggini" stile Demuru non mi pare siano così state premiate mentre Bobore nel Nuorese mi pare una persona responsabile. Mi auguro che Sedda ci ripensi su alcune questioni perché il breve momento di crescita di movimenti così settaristi hanno già una sua casistica in Sardegna che è tutt'altro che rosea nelle successive elezioni...Sulla "società che dialoga" faccio fatica a concepirlo come concetto dalle gambe solide: visto che nessuno ha mai fatto uno straccio di riforma per far capire ai Sardi che non sono solo italiani. Anche questo è il classico dogma ereditato dalla vecchia SNI...Campa cavallo...- B. Adriano
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