Il nostro amico Mauro Peppino Zedda ha, dunque, fatto centro con la sua teoria sull'orientamento astronomico dei monumenti nuragici e della zigurat di Monte d'Accoddi che sta lì, nei dintorni di Porto Torres da cinquemila anni. La bella notizia, pubblicata oggi su L'Unione sarda, è che a dargli ragione è una équipe di studiosi (fra cui Zedda) guidati da Guido Magli, fisico e ordinario di archeoastronomia al Politecnico di Milano. Magli e gli altri hanno pubblicato la loro scoperta sulla rivista “Mediterranean Archaeology and Archaeometry International Scientific Journal”, cui collabora una cinquantina di docenti e scienziati di tutto il mondo.
Mauro ha lungamente insistito, anche in questo blog, sulle sue scoperte, sollevando l'incredulità, quando non il sarcasmo e la contrarietà, di non pochi altri studiosi, più inclini alla sacralizzazione del conosciuto che alla curiosità e alla apertura mentale che sono o dovrebbero essere patrimonio della scienza che essi coltivano. Fra questi c'è anche lo scopritore di Monte d'Accoddi, l'archeologo Ercole Contu che con l'autrice dell'articolo dell'Unione liquida tutto con un lapidario: “Fantasie”. E ancora: “Non sono un astronomo, ma credo che sia un caso” l'orientamento scoperto da Zedda e dai suoi colleghi. Più prudente Giovanni Lilliu: “Non essendo un astronomo non posso dire nulla. Però quando si parla di simbolismo tutto è probabile e nulla è certo”.
La zigurat di Monte d'Accoddi è considerata, come è noto, un unicum, una sorta di misterioso incidente della storia. Pare che così non sia, visto che Leonardo Melis ne ha trovata un'altra nei dintorni di Pozzomaggiore e la ha illustrata qualche giorno fa ad Oristano presentando il suo nuovo lavoro. Anche questa scoperta, secondo le nostre migliori tradizioni, ha sollevato sarcasmo, incredulità e franche contrarietà. Recentemente, Melis ci ha dato, su questo blog, notizia della visita che alcuni archeologi avrebbero fatto alla zigurat di Pozzomaggiore. È una notizia di seconda mano, visto che a lui l'hanno raccontata altri. Ma non ci sarebbe niente di strano. Quel che continuerebbe a stupire, se la visita fosse reale, è il silenzio su quel monumento che “a priori” è stato definito un protonuraghe. Che la vicenda di Magli, Zedda e compagni insegni prudenza nel definire impossibile ciò che non è conosciuto? Speriamo.
La Zigurat di Monte d'Accodi appare come un caso isolato solo per un motivo, apparentemente banale ma logico: gli scavi in Sardegna sono limitati alle fasi romane, puniche e fenicie. Lo strato nuragico è poco indagato e gli strati precedenti lo sono ancora meno.
RispondiEliminaMonte d'Accodi è datata intorno al 2800 a.C., pertanto se si avessero più fondi a disposizione per le indagini archeologiche sugli strati più profondi della nostra isola, probabilmente si troverebbero altri siti simili a quello di Monte d'Accodi.
La Zigurat è orientata agli astri, come giustamente ha segnalato l'equipe (ma sono certo che tutte le Zigurat e molti altri edifici lo siano), e sarebbe interessante che Peppino ci segnalasse l'orientamento delle Zigurat Mesopotamiche per fare un confronto.
Mi associo ai complimenti di Pintore per l'amico Peppino e spero che anche per Leo si tratti di una scoperta supportata da metodi di indagine scientifici.
sinceri complimenti Mauro! ma di quali orientamenti si parla? è possibile accedere all'articolo di cui si parla?
RispondiEliminaComplimenti vivissimi a Mauro Peppino Zedda, ma non me la prenderei tanto con chi non gli ha dato credito all’inizio, Certo, si è trattato di giudizi sommari che lasciano il tempo che trovano, ma sono stati espressi da persone che ammettono di non essere esperti in materia. Giustissimo quindi lavorare con esperti del settore per suffragare la fondatezza delle proprie intuizioni con tanto di pubblicazione su rivista internazionale con tanto di peer-reviewing, il che assicura che altri esperti del settore siano stati convinti dai dati forniti.
RispondiEliminaSe gli altri vorranno smentire questa tesi dovranno fare un lavoro altrettanto serio. È il metodo che al momento fornisce migliori garanzie e spesso mi domando perché molti appassionati o esperti sprechino tempo cercando di convincere della bontà delle proprie ipotesi non esperti su internet o in presentazioni al pubblico. Lo possono fare, certo, ma prima sarebbe opportuno agire con criteri scientifici di modo che la fondatezza delle proprie teorie sia esaminata da altri esperti.
Cara Aba, temo che non accadrà assolutamente nulla.
RispondiEliminaSolo una precisazione...il Professore di fisica si chiama Giulio Magli e non Guido!
RispondiEliminaLo conosco perchè l'ho avuto come insegnante di Archeoastronomia al Politecnico di Milano.
Saluti a tutti e complimenti per il blog, davvero interessante!
mi unisco inoltre alla rihiesta di dedalonur: è possibile accedere all' articolo?
Grazie
Francesco Cuozzo
L'articolo si riferisce all'orientamento alla CROCE DEL SUD? Ma non era uscito un libro dell'ARCHEOSUB Eugenio Muroni su questo? O si tratta di altro orientamento?
RispondiEliminaper le PRESENZE INQUIETANTI DI ARCHEOBUONI nella ZIQURAT di MELIS... notizie di prima mano informano che lunedi vi erano TRE ARCHEOBUONI, ma sopratutto la visita della sovrintendenza di Sassari nel mese scorso e del DIRETTORE (il capo dei capi credo) della sovr. intendenza di Cagliari con il COMANDANTE DEL NUCLEO SPECIALE dei CC. Questo è quanto giunge da Putumajore... ma allora non era un PROTONURAGHE PORCILAIA?!
Comunque queste scoperte non fanno che rafforzare le teorie dei vari studiosi e appassionati che stanno tentando di svegliare l'ARCHEOBUONERIA dal suo LETARGO ...
Kum Salude.
leonardo
Caro Shardanaleo,
RispondiEliminala propaganda che lei continua a strombazzare è così ben studiabile in tutti i suoi tasselli che diventa, per lei, quasi imbarazzante. Ci tengo a precisare che il sottoscritto, riferendo un preciso quanto empirico dato di fatto, ha sottolineato che qualsiasi sia la struttura architettonica del monumento di Pozzomaggiore e se nel frattempo qualcuno non li ha portati a scorrazzare altrove, tutta l'area dove insisteva il monumento era abbondantemente frequentata, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili, da una nutrita serie di mammiferi del tipo Sus-scrofa, ovvero maiali.
Per cui che si tratti di una porcilaia e non di una ziqqurat è un suo personalissimo pensiero che, evidentemente, sembra acquistare i contorni del lapsus freudiano, giacché spero di non sbagliarmi pensando che la vista dei maiali abbia fatto inorridire anche lei oltre che me. Poiché in effetti si tratta di un'area di valore archeologico, non di una porcilaia.
Ne conviene?
X phoinix: lei non mi crederà, ma io comincio a cambiare idea, da quella iniziale che mi ero fatto sul suo conto. No, non sto celiando affatto. e tanto meno ironizzando. L'avevo inizialmente preso per il solito provocatore. Invece dai suoi più recenti scritti mi pare lei sia più che altro uno che difende la sua appartenenza. Come me, niente altro.
RispondiEliminaHo piacere che lei NON pensi quanto si era invece dedotto dal suo vecchio scritto. E devo dire che sulla faccenda dell'inorridimento abbiamo la stessa identica opinione. Che poi io pensi che si tratta di ZIQURAT e lei No, mi pare pacifico. ne discuteremo da persone di... cultura.
però il mio STROMBAZZARE le opinioni personali fanno parte del dibattito... del resto, pure lei...
Volevo comunque rimarcarle che le VISITE di archeobuoni (scusi questo benevolo nomignolo che ho da tempo affibiato a COLORO) più o meno ARCHEOSOVRANINTENDENTI, scortati da militi adetti alle sorveglianze dei NOSTRI beni archeo e artistici, ponga il sospetto che NON trattasi nemmeno di PROTONURAGHE (visto che di porcilaia non parliamo più... è già un passo avanti nel dialogo).
Altrimenti, perchè tutto questo chiasso? Che facciamo, sorvegliamo tutti i 15.000 nuraghe più o meno PROTO?
NE CONVIENE?
NB: il mio non è un porgere il CALUMET DELLA PACE. ma so riconoscere il valore dei miei "nemici".
Kum Salude
leonardo
Ragionando da contadino, cari ZFP e Mauro Peppino, avevo pensato non solo che fosse possibile che i nuraghi, i pozzi sacri e quant'altro fossero orientati astronomicamente, ma che ciò fosse molto probabile, per non dire certo.
RispondiEliminaQuando vado in vigna, forse che non alzo lo sguardo al sole per posare il tascapane dove più serve esporlo o preservarlo dal caldo, secondo stagione?
Pensa se, avendo una campagna sterminata a disposizione, senza gli impedimenti delle leggi sui piani paesaggistici, ci predisponessimo a costruire una casa sulla collina: come ci comporteremo per decidere sul posizionamento dell'ingresso, ad esempio?
Io e voi non alzeremo gli occhi al cielo e poi ci metteremo a discutere se fare l'ingresso a mezzogiorno o verso il tramonto oppure all'alba?
Ma siccome Mauro Peppino è un piantagrane, ci porrebbe subito il problema del levante che non è sempre subito a destra di quel picco sulla cresta che si scorge in lontananza, perché in certi periodi se ne discosta e tanto, in altri si ritrova addirittura a sinistra.
E la discussione non andrebbe avanti con altre osservazioni, batti e ribatti perché anch'io, come ZFP, sono tosto, senza esitare per forza nella rissa o, ancor peggio, alla Romolo e Remo, ché fratelli non siamo?
Si può dar atto di una base di conoscenza dei fenomeni astronomici ai costruttori dei nuraghi?
Io credo di sì, non fosse altro perché, non avendo i mezzi per subire i telegiornali e gli approfondimenti relativi, godevano di un enormità di tempo a disposizione per farlo e, come il pastore errante dell'Asia, anche della grande curiosità per porre mille domande alla Luna e agli altri astri, per lenire l'ansia di sapere, per colmare il vuoto creato dal mistero che li pervadeva dentro.
Il contadino che ho dentro ragiona ancora così. Più o meno.
In primis è doveroso citare che gli autori dello studio su Monte d'accoddi sono:
RispondiEliminaPaolo Pili, Eugenio Realini, Daniele Sampietro, Mauro P. Zedda, Emanuela Franzoni, Giulio Magli.
Una quindicina di giorni fa , dopo avermi intervistato, la giornalista mi chiese a quale archeologo poteva chiedere cosa ne pensava del significato astronomico di monte d'accoddi? le risposi che poteva chiedere a chi voleva, e in particolare a Lilliu e Contu, così ha fatto.
Purtroppo la giornalista ha mischiato l'analisi archeoastronomica con le suggestioni dell'archeologa Lissia. Dunque nelle risposte che danno i due archeologi non è chiaro dove rispondono a Lissia (sulle sue suggestioni sulle pietre sferiche ) e dove rispondono a me.
Sintomantica la risposta di Lilliu : "non sono un astronomo e non posso dire nulla", Lilliu è un socio fondatore della SIA (Società Italiana di Archeoastronomia) di cui sono socio, dagli astronomi lilliu sa che Zedda ha ragione. Ci vorrebbe più coraggio, da un centenario non lo si può pretendere ma dagli altri si.
certamente monte d'accoddi è il monumento che presenta il più antico orientamento (al mondo) verso la levata di venere nel venustizio maggiore meridionale.
Le genti di Ozieri del 4000-3000 a.C. possono fondatamente e inequivocabilmente essere considerate le genti che mostrano la più antica attestazione della conoscenza dei cicli di venere.
Insomma i prenuragici sono entrati nel guinness dei primati, l'articolo è stato pubblicato in una autorevole rivista di archeologia e archeoametria , che faranno gli archeologi sardi? continueranno a mettere la testa sotto la sabbia o faranno in modo che Monte d'accoddi col suo sttraordinario significato astronomico diventi un luogo da 1 milione di presenze turistiche all'anno?
caro Franco, il tuo buon senso è altissimo come sempre.
RispondiEliminasul significato astronomico di Monte d'accoddi, per rendervi l'idea aggiungo immaginate, che il punto di levata del sole (alla lat di Monte d'accoddi) si sposta tra un azimut di 58° (alba solstizio estate) e uno di 122° (alba solstizio inverno). il punto di levata percorre dunque 64° in 6 mesi e 128° in un anno.
La luna fa il percorso in 28 gg , am i suoi punti di arresto per 9 anni sono più ampii del sole e per altri 9 sono meno ampii.
nella massima ampiezza il punto di levata va da 50° a 130°.
Anche Venere ha dei punti di arresto che oscillano in 251 anni! , i punti di arresto maggiori sono collocati a 53° e a 127°, queli minori a 61° e a 119°.
I due menhir collocati a (220 metri) sud est del altare coincidono con le direzioni 119° e 127°, cioè con i punti di arresto dei venustizi meridionali.
dunque i prenuragici conoscevano il cislo di 251 anni del ciclo di Venere, pensare ad una coincidenza è una possibilita remotissima utilizzabile solo da ci vuole negare l'evidenza.
Grazie, Mauro Peppino, per le ulteriori informazioni.
RispondiEliminaRicordo che, a detta di Nicolino De Pasquale, qualcuna delle pintadere ritrovate sono perfettamente compatibili per il calcolo delle fasi di Venere, ecc. ecc.
Ma tu hai mai sentito parlare di Biddepedra?
Nou, caru Francu non nd'apu intendiu nudda. Po cantu pertocada a Nicolinu De Pasquale, mi parit ca at esagerau unu pagheddu!
RispondiEliminaConosco bene le teorie di Mauro, vorrei chiedere a Leonardo come viene indicato il sito in cui si trova il monumento da lui ritenuto una zigurat nel territorio di Pozzomaggiore.
RispondiEliminaTotu, Mauru Peppinu, parrit esagerau candu est nou.
RispondiEliminaMa certamente è più agevole credere che la pintadera fosse una "macchina del tempo", per misurare il tempo, che pensare ad oggetti per timbrare piadine o addirittura il viso delle donne nei giorni di festa, come avevo letto sul sito del museo di Nuoro a proposito di quel masso dove sono disegnate pintadere, trovato nel tempio-nuraghe Nurdule.
Biddepedra è un sito archeologico delle nostre parti dove, a mio modesto parere, è riportata una mappa del cielo su una facciata di roccia, dove le stelle sono segnate con buche, più larghe e più profonde a seconda della luminosità relativa. Insieme ad un amico abbiamo individuato l'Orsa Maggiore e quella Minore, oltre ad altre costellazioni che spesso sono ricavate con un unico scavo, tipo barca, nella posizione relativa che uno si aspetta guardando il cielo stellato.
Vicino c'è un nuraghe monotorre e altri insediamenti, anche di epoca romana.
Tu dici che sarebbe vantaggioso andare a vederlo?
Caro Francu il discorso delle pintadere è un discorso lungo, essendo diverse le une dalle altre è verosimile che rappresentino cose diverse su quella di torralba (4 rielievi con 5 fori e uhn rilievo con 6) scrissi (1992) che poteva funzionare con un abaco o un pallotoliere, di un sistema di numerazione duodecimale-sessagesimale con basi ausilarie 5 e 6.
RispondiEliminaIl disorso di De Pasquale (che conosco bene ti segnalo che assiema alla sua pubblicazione vi è anche un mio articolo sul cubito nuragico) è invece strutturato secondo un ragionamento circolare!Nel suo modo di ragionare (figlio solo di erudizione matematica, ma ignorante e ingenuo scintificamente) le pintadere diventano modi di computare il tempo in cicli di centinaia di migliaia d'anni.
Seguendo de Pasquale una pintadera di 26 fori riesce a trovare l'esatta durata dell'anno tropico in un tempo di 1 milione d'anni, con una di 24 ne trova uno di 1 milione e cento, ecc. ecc.
insomma quelli di de pasquale sono giocchetti matematici da minimo cumune multiplo , dove è assente uno corretto approccio scientifico.
Sulle pintadere sta pubblicando Franco Laner, sicuramente alcune di esse hanno un chiaro significato simbolico, altre hanno anche a fare con il computo del tempo o dei numeri , ma certamente in modo più semplice di quanto fatto da de Pasquale.
Sulla visita al sito che proponi ben volentieri quando vuoi! sono a tua disposizione diamoci un appuntamento e andiamo!
X EFISIO LOI: kalkinarja (CALCINACCIA) per il colore delle pietre della zona. La classificazione invece è quella di PROTONURAGHE... ma pare che stiano cambiando idea sul termine... :-)
RispondiEliminahttp://www.nuraghediana.it/nuovofile72.html
RispondiEliminaBidd'e pedra
Granitu.
Di quelle tipologie di vasche e tutto quello che concerne " il coppellismo " ...abbiamo un vasto database fotografico, video corredate anche dalle schede tecnihe.
RispondiEliminaAhoo!!
Granitu
Il sito è estremamente interessante. Ma si trova alla periferia nord-est del paese su un piccolo pianoro?
RispondiElimina@ Aba
RispondiEliminaLa misura media delle " Doppie vasche comunicanti " sono
Vasca principale è Lunga metri 2 per un metro di Larghezza.Profonda 25 / 35 Cm
Foro di Barrira diametro 9/13 cm.
Vasca secondaria Lunga 95 cm Larga 85 cm.Profonda 35/40 cm corredata da una sacca ( nel basamento ) sferoidale intorno ai 30 cm profonda 8/ 10 cm.
Ahooooo!!
Le vasche :
RispondiEliminaNella parte occidentale del sito in prossimità della seconda ansa del fiume siamo di fronte ad uno dei più antichi Frantoi del Mediterraneo. Si presume fosse un insediamento del Bronzo Antico e Medio,nato verso la fine del periodo Calcolitico. Un rarissimo punto focale organizzato per la produzione dell’olio d’oliva. Ma non si esclude che in questo sito si esercitasse anche la lavorazione e la produzione del vino,Tinture per tessili,trattamento delle pelli, Rame e ceramiche.
Conosciamo attraverso la letteratura antica, che nell’antichità con l’olio d’oliva si creavano medicinali e profumi,era un sorta di combustibile per alimentare le lampade, impiegato come ungente sacro nella adorazione degli Dei. Il suo utilizzo si espandeva poi sul tessile soprattutto per l’intero processo di lavorazione della lana. Anche Omero testimoniava l’uso dell’olio d’oliva nella fase di Filatura nella Reggia di Alcinoo. Difatti l’olio d’oliva aveva il potere di celare l’odore caprino della lana stessa.
E forse era anche conosciuto (raccogliendo la Sansa per rifornire di combustibile le piccole fornaci ) il suo potere calorico che poteva mantenere il punto di Fusione nella lavorazione dei Metalli e nella cottura della Ceramica.
Questo dimostrerebbe che gli antichi Sardi avevano sorprendenti conoscenze tecnologiche.
La scoperta di diversi Frantoi del periodo Calcolitico intagliato direttamente nella roccia Basaltica dell’Altopiano di Biddaepedra, esalta eccezionalmente, l’ impianto di produzione descritto e citato anche dal Plinio il Vecchio ritenendolo il più antico.
Il primo frantoio è costituito da una prima vasca praticamente rettangolare con gli angoli sapientemente arrotondati profonda intorno ai 25 cm lunga due metri e larga uno. Qui si dava cura all’opera di schiacciamento delle olive attraverso pestaggio con zoccoli o rulli di pietra. Il liquido ottenuto, scendeva attraverso il fondo della vasca in modo naturale a causa della sua inclinazione. Dirigendosi verso il centro della barriera corredata di un foro 9/13 cm per confluire nella attinente seconda vasca anch’essa quadrangolare con le pareti arrotondate profonda da i 35/40 cm lunga 95 larga 85 cm. Questa vasca di contenimento era munita al centro di un più profondo incavo all’incirca sferoidale come sacca di deposito dei detriti.
Poco distante esiste un secondo frantoio più o meno uguale a questo descritto. Si diversifica per misure più ridotte e per la seconda vasca di contenimento che si presenta sferoidale con le misure di 70/50 cm profonda 20 mentre la prima vasca quella di schiacciamento registra le misure di 1.50/90 cm profonda 14. Oltre a queste esistono sparse nel territorio altre vasche di diversa forma per diversi utilizzi.
Questa è una mia personale ricerca ...fammi delle domande e nel mio possibile rispondero
Ahooo!! ( questo è un mio personale saluto )
Granitu .
Ultim'ora: pare che Eugenio Muroni, autore degli studi dell'orientamento di Monte d'akkodi sulla croce del sud, non abbia preso bene l'articolo dell'Unione... :-)
RispondiElimina