I Beni culturali sardi hanno un nuovo direttore generale in una manager di origine sarda, Maria Assunta Lorrai. Credo sia un buon modo di salutarla, rivolgendole un invito ad occuparsi di una questione, la scrittura in Sardegna prima dell'arrivo dei fenici, che ho trovato finora orecchie sorde in chi la ha preceduta. Ne propongo una bozza, la più anodina che mi riesce di concepire, per invitare lettori e collaboratori a discuterne, a emendarla e alla fine a sottoscriverla per poi inviarla alla nuova direttrice generale dei Beni culturali in Sardegna. Vedremo poi, diciamo fra una decina di giorni, come sottoscrivere l'appello che, va da sé, non può accogliere firme anonime.
Alla direttrice generale dei Beni culturali della Sardegna
Gentile signora Lorrai
è in atto da qualche anno un dibattito, che spesso assume toni accesi, intorno alle forme di scrittura che potrebbero esser state usate in Sardegna prima della comparsa sull'Isola dei fenici a cui, come è noto, si attribuisce l'importazione, appunto, della scrittura.
La discussione non è nuova, ma sempre ha prevalso la convinzione che, per tutto l'arco dell'età del bronzo, i sardi non abbiano sentito la necessità di avere forme complesse di scrittura e che, comunque, non se ne siano serviti. Nell'ultimo decennio, il ritrovamento di numerosi reperti che presentano segni di iscrizione o la riconsiderazione di reperti già conosciuti hanno riproposto all'attenzione il problema che, negli ultimi anni, ha riaperto la discussione con il coinvolgimento dei mass media e di quantità sempre crescenti di cittadini.
Gli ambienti competenti, dalla Soprintendenza all'Università, se pur attratti dalla questione, hanno ignorato la legittima volontà dei cittadini di avere da parte di essi segnali di interessamento e hanno limitato a discussioni interna corporis il loro dibattito con sporadici interventi pubblici. Eppure non le sfuggirà che si tratti di questioni di enorme portata per la conoscenza della storia della nostra Isola e, più generalmente, dell'intera area del Mediterraneo.
Se per alcuni reperti, quelli in pietra e in bronzo per esempio, non pare al momento possibile una datazione, ma sì una analisi epigrafica e paleografica, per altri, quelli di terracotta, la datazione è possibile e tale, comunque, da situarli con una approssimazione utile a sapere se appartengono all'età del bronzo o a quella del ferro o, anche, a periodi più recenti. Questa analisi, non difficile, insieme a quella di epigrafisti esperti in lingue antiche mediterranee sarebbero in grado di dare risposte alle domande che altrimenti non le avrebbero.
Chi sottoscrive questo appello ha differenti e spesso opposte idee circa la scrittura di parliamo, ma sono unanimi nel chiedere un pronunciamento scientifico certo sugli ormai numerosissimi reperti su cui la discussione è aperta. Siamo coscienti che i Beni culturali sardi di cui ella deve occuparsi non sono solo quelli archeologici, ma in una terra popolata da migliaia di nuraghi, pozzi sacri, tombe di giganti, domos de jana, i beni archeologici rappresentano il fulcro della sua storia. È per questo che, al di là delle singole convinzioni, tutti la sollecitiamo ad aprire un dossier sulla scrittura al tempo dei nuraghi. Definire se questa esista o se non esista dipende dagli studi che le chiediamo di promuovere.
Sottoscrivo senz'altro l'appello lanciato da Zuanne Franciscu.
RispondiEliminaMauro Peppino Zedda
PS: colgo l'occasione per far presente alla signora Lorrai che gli studi sul significato astronomico dei nuraghi sono stati confermati dai maggiori esperti mondiali di archeoastronomia. Spero che lei comprenda che la presa d'atto di questa valenza da perte degli "arrugginiti" archeologi sardi centuplicherà il valore culturale del patrimonio archeologico della nostra Isola.
...sottoscrivo anch'io.
RispondiEliminaovviamente sottoscrivo!
RispondiEliminaDico però di alcune perplessità.
Costei sentirà i suoi collaboratori, che le diranno che si tratta di una banda di outsider, che minano le istituzioni e così tirerà fuori una scusa, della serie che avvierà subito una indagine conoscitiva e che cercherà i fondi per approfondire la questione e dopo un pò si scuserà, ma i pochi fondi disponibili servono per l'emergenza.
Invece, visto che non costa molto, perché non organizza una conferenza pubblica, lei moderatrice, con qualche archeologo continentale a fianco,scelto dalle parti, dove le questioni da trattare sono la scrittura nuragica, l'archeoatronomia, la destinazione dei nuraghi...Ovvero i temi su cui l'Istituzione denuncia un ritardo inconcepibile e ostativo di ogni iniziativa culturale ed economica.
Una sorta di processo, con relazioni di parte sui vari temi. Oppure meno forte, chiamiamolo confronto. Stampa e quant'altro presente!
Un caro saluto a tutti
Franco Laner
Ascoltato pochi minuti fa nel notiziario di Videolina:
RispondiEliminaScavi al complesso archeologico di Capichera presso Arzachena - desta molto interesse la misteriosa iscrizione trovata in una capanna nuragica -
O anonimo, non illuderti perchè, anche se ci fosse e se fosse sospetta nuragica, è pronta la risposta per negare che sia nuragica. Ce ne vorranno di scritte ancora! Hanno già negato che quella del vaso di Arzachena sia una scrittura! Solo segni decorativi! Tzricotu docet!
RispondiEliminaPer questo assurdo comportamento come non appoggiare la proposta di Gianfranco? Bisogna convincere la dott. Maria Assunta Lorrai ad aprire 'un dossier sulla scrittura nuragica'. E possibilmente in tempi brevi.
Veda Pintore,
RispondiEliminaintanto che la signora Lorrai avrà finito di leggere la richiesta sottofirmata, il nuovo libro di Sanna sarà ormai ben diffuso in giro. Sia ben chiaro impedirne la pubblicazione sarebbe oltremodo squallido, né si avrebbero i mezzi, ma il risentimento contro la superficialità dell'autore (e non tanto contro la persona)potrebbe credo sfociare in altre manifestazioni; ad esempio in una sottoscrizione che si voglia pubblicare(anche a pagamento su giornali, col nostro contributo) nel quale si metta in rilievo che le ipotesi del Sanna non hanno finora trovato dal punto scientifico alcun sostegno, e che esiste il sospetto più che fondato che siano destituite di fondamento. Chi vorrà lo sottolineerà. Lo facciamo un manifesto di questo tipo? Chi se ne prende la briga, Pittau, Zedda?
Bravo anonimo. Firmi per prima lei che è così balente e poi ci informi. Perchè qui siamo tutti spaventati per i futuri firmaioli. Perchè devono inziare gli altri? Coraggio ci dica chi è. Beeeh...beeh! ''Gli sciocchi, come le pecore, camminano dicendo beeh... beeh' ( verso di Cratino). Stia attento scrivo Cratino e non cretino. Lei capirà perche!
RispondiEliminaLa proposta di inviare un appello alla nuova direttrice dei Beni culturali in Sardegna perché sia detta una parola chiara sulla scrittura sarda antica ha raccolto fino ad ora 5 adesioni e un no. Delle 1.678 persone che hanno, a questo momento, letto o visto la proposta hanno dato la propria disponibilità, nell'ordine, Mauro Peppino Zedda, Alessio Tosti, Franco Laner, Gigi Sanna, Aba Losi. La grande maggioranza di essi è convinta che questa scrittura esista e sia nuragica. È pronta a sottoporre questa loro convinzione al vaglio di esperti di valore ed è, dunque, pronta a riconsiderarla. Vorrà dire qualcosa il fatto che nessuno di quanti la negano in assoluto, pensi opportuno il vaglio degli esperti, dopo averlo costantemente qui chiesto? O si tratta solo di un momento di riflessione?
RispondiEliminaE se i documenti fotografici fossero inviati,tanto per avere un parere,a Duran,discepolo di Garbini,o a Garbini stesso?
RispondiEliminaOppure ne sono a conoscenza?
Andrea Brundu
Io personalmente non sono molto d'accordo con la firma di questa lettera. Non per il contenuto in sé intendiamoci ma perché conoscendo l'ambiente sono sicuro al 1000x1000 che non si arriverà a nulla con questo metodo. E questo perché soldi veramente non ce ne sono da nessuna parte e non verrebbe sicuramente destinato un centesimo alla questione, cosa che peraltro approvo eticamente e in un post che sto scrivendo chiarirò perché.
RispondiEliminaCondivido però la proposta di organizzare una qualche nuova iniziativa pubblica di confronto, anche se una penso che non basterà, ma in cui siano rappresentati tutti i soggetti chiamati in causa, e dove compaiano anche i sostenitori - specialisti - della tesi di Sanna. Questo mi sembra più semplice e sarebbe molto interessante, e una associazione qualunque potrebbe occuparsene tranquillamente invece di aspettare la Direttrice dei Beni Culturali.
Il problema è la formulazione del testo che si presenterà, cioè se si dice "le iscrizioni" o se si dice "le incisioni". Se nella formulazione si metterà "al fine di risolvere il quesito riguardante le incisioni di..." , io personalmnente non ho problemi a sottoscrivere la proposta (e firmarmi quì); inoltre estenderei, visto che ci siamo, la richiesta di vidimazione a tutte le vere/presunte iscrizioni, anche quelle presentate da altri studiosi. Inoltre richiederei, nella formulazione, l'assolvimento dell'expertise in un giusto lasso di tempo (in questa Italia dove non sai mai quando un processo finisce), cioè tempo un anno/sei mesi dall'insediamento della commmissione.
RispondiElimina@ Anonimo
RispondiEliminaCapisco il senso delle sue obiezioni, ma scrivere "incisioni" escluderebbe ciò che incisione non è, come per esempio le iscrizioni sul coccio di Orani o i rilievi nella tavoletta di Tzricotu o, anche, quelli sulla pietra di Abbasanta.
Andrebbe bene mettere "i segni"?
non so se il termine "segni" risulterebbe il più conveniente dal punto di vista di una formulazione "neutra" e scientifica, mettiamo allora la duplice formulazione "incisioni/rilievi" ?
RispondiEliminaCari tutti,
RispondiEliminami piace assai la piega che ha preso questo post, secodo me Gigi dovrebbe fornirci un elenco di paleoepigrafisti di riconosciuta fama a cui inviare l'insieme degli scritti (che lui riterrà opportuno) e poi aspetteremo un loro parere.
Poi non ci resterà che prenderne atto.
Ovviamnete se la richiesta ai paleoepigrafisti partisse dalla Lorrai sarebbe meglio.
mauro peppino
PS : ovviamente spero che Gigi Sanna, nel caso di responso negativo, voglia insistere nelle sue ricerche , uno come lui , se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!!!
Sottoscrivo "logicamente" l'appello per provare ancora una volta a confidare in quelle Istituzioni o ambienti competenti, dimostratisi più volte pronti coi soldi nostri a scavare fuori dalla sardegna, piuttosto che a indagare(o almeno a farne cenno) i "Conci nuragici scritti" che si hanno in casa(ma proprio in casa!).
RispondiEliminaG.Piras