di Massimo Pittau
Di certo i frequentatori di questo blog si saranno stupiti per la maniera irruente e offensiva con cui Gigi Sanna ha risposto ad alcune semplici domande che gli ho posto riguardo alle ormai famigerate tavolette di Tzricottu e si saranno chiesti quale sia la vera ragione di questo suo modo di fare, mentre fino all’altro ieri non faceva altro che lodarmi. La ragione è presto detta. È da premettere che il Sanna è solito presentare le sue vere o presunte scoperte epigrafiche in un modo logorroico e superspecialistico: sia nelle sue conferenze sia nei suoi scritti egli parla, parla e parla ancora, ottenendo il risultato di prendere per stanchezza, ma anche di stupire i suoi ascoltatori e lettori, i quali prendono i suoi discorsi, pieni di vocaboli difficilissimi - alcuni dei quali creati da lui stesso - come prove certe di una vastissima cultura e di una grande profondità. Ma questo avviene da parte dei lettori o ascoltatori che possono anche avere una vasta cultura generale, ma non si intendono affatto di linguistica e di epigrafia, che sono discipline molto specialistiche.
Ed io comincio con l’osservare che finora non c’è stato un solo vero cultore di linguistica e di epigrafia che abbia preso sul serio le strabilianti proposte epigrafiche del Sanna.
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Certo ti lodavo e ti stimavo, caro Pittau, ti lodavo e mi piange il cuore nel vederti così. Ti stimavo per le tue lotte e per la tua forza con cui difendevi il 'nuovo' contro lo stupido consolidato. Ti ho scritto su quel libro stupendo che è il breviario di poetica, di poesia e di letteratura. Te lo ricordi o no? Per me sempre stupendo.
RispondiEliminaReagisci così alla tua età! Ci pensi? Non fai proprio una bella figura. Non tela devi prendere con me che ti dico semplicemente le cose che, sul piano epigrafico e linguistico,non mi pare (mi pare) che vadano bene. Il nuragico non lo hai proprio capito e pian piano lo capirai. Capirai che capolavoro sono le tavolette di Tzricotu, La Stele di Nora, e tutti gli altri 54 documenti ( ieri ne hanno trovato un altro, bellissimo). Capita sai che anche una nullità come me,infimo professore liceale ( ma non è proprio così), possa scoprire qualcosa, aprire bocca e tener testa a chi presume di saperne di più e, soprattutto, di capire di più. Te la devi prendere con i tuoi detrattori universali, quei pochi del 'club dei punti e virgola'; con quelli a cui ora hai fatto un favore immenso, con chi non ti ha riservato, nè ti riserverà mai, neanche un cantuccio di vera e riconosciuta gloria accademica. Adesso qualcuno, con ipocrisia, in questo Blog, vedo che ti loda, con nausea e vomito universale. Non hai visto? Sono gli amici di quel tale che tu e Franco Laner avete dato di 'spranga ai denti'.
Il Tuo Sardus Pater e le tue seimila copie? Ebbè?Leonardo Melis, senza nessuna medaglia ne ha vendute in pochi mesi più di te! La traduzione del suo libro corre in Francia tradotta in francese. Ebbè? Cosa c'entra? Parlami delle recenzioni, piuttosto: son finite persino nel corriere della Sera! Io piccolo, piccolo,senza medaglie, occupo tutta la pagina dell'Unione Sarda. Si scomoda per me persino il vicedirettore del Giornale. Ebbè? Mi vengono a sentire in centinaia alla presentazione dei miei libri. Ebbe'? Tu ti rechi nel tuo Sodalizio non so dove e io nella Facoltà di Lettere di Aix en Provence.Ebbè? Io parlo alla Sorbona di Parigi, davanti a giormalisti e professori d'Università. Ebbè? Io insegno a trenta alunni dell'Università Teologica la religione nuragica su base documentaria e la novità della realtà di uno Yhwhe sardo che è parente cananeo di quello biblico. Faccio esami, boccio e promuovo. Ebbè? Ebbè? Che cosa gliene frega alla gente di tutto ciò. Alla gente interessa solo questo, credimi: chi vincerà alla lunga, la partita.Se in fatto di scrittura nuragica ho ragione io, piccolo o rognoso, oppure hanno ragione quelli che cercano,con ogni sforzo, giorno dopo giorno, blog dopo blog, di delegittimarmi. Te compreso, ora. Debbo continuare? Continuo? No, chè sono logorroico (e tu invece con la tua biografia scrivi solo ...due righe)
II)
RispondiEliminaIl Tuo Sardus Pater e le tue seimila copie? Ebbè? Leonardo Melis, senza nessuna medaglia ne ha vendute in pochi mesi più di te! Ebbè? Cosa c'entra? Parlami delle recenzioni, piuttosto: son finite persino nel Corriere della Sera! Io piccolo, piccolo,senza medaglie, ho occupato tutta la pagina dell'Unione Sarda. Si scomoda per me persino il vicedirettore del Giornale. Ebbè? Mi vengono a sentire in centinaia alla presentazione dei miei libri. Ebbe'? Tu ti rechi nel tuo Sodalizio non so dove e io nella Facoltà di Lettere di Aix en Provence.Ebbè? Io parlo alla Sorbona di Parigi, davanti a giormalisti e professori d'Università. Ebbè? Io insegno a trenta alunni (alcuni professori maturi) dell'Università Teologica la religione nuragica su base documentaria nonchè la novità della realtà di uno Yahwhé sardo che è parente cananeo di quello biblico. E faccio esami, boccio e promuovo. Ebbè? Ebbè? Che cosa gliene frega alla gente di internet di tutto ciò. Alla gente interessa, mio caro, solo questo: chi vincerà alla lunga, la partita.Se in fatto di scrittura nuragica ho ragione io, piccolo o rognoso, oppure hanno ragione quelli che cercano,con ogni sforzo, giorno dopo giorno, blog dopo blog, di delegittimarmi.Debbo continuare? Continuo? No, che sono logorroico e tu invece con la tua biografia scrivi solo due... righe. Tu che pubblichi, pubblichi, pubblichi. E di tutto,di tutto: di letteratura,di etrusco, di antropologia, di toponomastica,di onomastica, di linguistica,di greco, di romano, di lessici... Ma ti gaurdi la bisaccia che hai dietro? Porca miseria!
Continuiamo a darcele come le serve di un tempo? Vuoi? Vedi tu. Tanto ormai gli studiosi sono noti più per le botte che danno e prendono che per gli studi che fanno. Hai visto anche Turtas e Casula? Una meraviglia! e che spasso per gli studenti!
Quanto al resto io cerco di dirti solo quali sono i tuoi difetti e te le canto, con garbo ma con fermezza, solo in privato. Io non vado oltre le righe.. solo perchè ti firmi e sei infinitamente meno supponente rispetto a coloro che entrano nel Blog per fare casino da vigliacchi. Come dici anche tu sugli anonimi vigliacchi.E dal momento che vuoi sembrare furente sappi che non mi intimidisci per nulla. Anzi! E poi, dillo perchè sei furente. Te lo dico io: perchè non hai tollerato quello che avresti dovuto tollerare nell'ultima lettera che ti ho spedito. Dove ti dico quello che sei e soprattutto quello che sei purtroppo diventato. Dove ti dico che sei stato scorretto nel mandare ai soci di ASSNUR (tu bada e non Franco Laner), ad una associazione dove le cose circolano privatamente, il tuo post a commento su Aba Losi,su questa grandissima studiosa, senza che essa all'interno della stessa associazione potesse difendersi. Quale galanteria!...'bella donna' ecc., Sì…bella, ma vattene in cucina e ai fornelli! Che non capisci nulla. Tanto che l'hai irritata con la tua, a dir poco, infelice provocazione e ti ha risposto per le rime. Con la sua solita squisita calma ed eleganza. Ti sei irritato perchè ti ho detto (col cuore in mano) che alla tua età avresti potuto fare quasi il papà saggio e prudente tra tutti noi e invece.... Certo ti ho detto anche altro. Ma devi essere tu a pubblicarlo, devi pubblicarla tu quella mia grande sincerità
Quanto poi a questo tuo intervento 'articolo' di dispetto. Credi che io non avrei potuto godere dello stesso spazio di dispetto dedicato a te? Non lo faccio, mi prendo solo questo cantuccio, perchè anch'io so essere molto, ma molto velenoso. E non lo voglio. Faggio io il saggio.Del resto: adversus maiores reverentzia! Proscinesi però no, per nulla. Adiosu.
Ecco qua! Tipico del Sanna!
RispondiEliminaGetti zizzania Professore!Così ci dimenticheremo di quelle domande a cui non ha risposto!
PHOINIX
Mi scusi Sig Phoinix, ma se i documenti con scritte nuragiche sono (o dovrebbero essere) 54, anche se su quello di Tzricottu non c’è convergenza, sugli altri 53conviene oppure no? Mi spiego, secondo lei non esiste in assoluto nessuna scritta che si possa definire nuragica, ne tanto meno esisterebbe un alfabeto nuragico o qualcosa di simile che si possa indicare con tale nome? E che spiegazione da lei sulla pietra di Losa e sugli altri documenti da tanti definiti nuragici? Grazie Gavinu M
RispondiEliminaSignor Gavinu
RispondiEliminaHa letto il libro del Sanna Sardoa Grammata?
Se si,ne potremo riparlare,se no lo prenda(mamma mia,pure io gli faccio pubblicità adesso!),lo legga e poi mi dica.
PHOINIX
Mi scusi Sig. Phoinix, ma è lei che non sta dando una risposta alla mia cortese domanda. Non è tanto importante il mio di pensiero in quanto io non sono uno studioso nel settore dell’ epigrafia, ma è invece importante il suo perché lei, con cognizione di causa, argomenta alacremente contro la tesi del Sig Sanna definendolo anche come ''inventore della scrittura nuragica''. Mi sembra di capire che non sono uno o due (tra i 54) i documenti che lei contesta, ma sono piuttosto tutti, senza nessuno escluso, e che non esiste per lei una scrittura definibile nuragica. Senza recarle troppo noie, le sarei grato se lei confermasse quanto lascia intendere. Gavinu M
RispondiEliminaCaro Gavinu,
RispondiEliminapiù o meno è esattamente così!Nel senso che ancora non ho avuto modo di vederli tutti 54 e soprattutto di vedere cosa ne scrive il Sanna.Sa,sono quasi 600pp.se non erro.Ebbene,in mezzo ci sono certamente iscrizioni autentiche,nel senso che si tratta chiaramente di segni di scrittura,stele di Nora1,altra da Nora,Bosa,tutte chiaramente fenicie e non nuragiche.Mi spiego meglio,come dovrebbe procedere una seria ricerca epigrafica:i caratteri sono fenici,laddove tali caratteri non abbiano un significato comprensibile per gli studiosi,generalmente prima si prende atto,come realmente è,che non si conoscono tutti i vocaboli del fenicio e solo in seconda istanza si può ipotizzare che quelle scritte "esprimano" un vocabolo non fenicio,nello specifico nuragico.Ma questo non vuol dire assolutamente che la scrittura è nuragica!!Badi bene,stiamo ragionando per assurdo giacché prima bisogna ancora dimostrare che in fenicio o in punico non vogliano dire niente.Mi sono spiegato o no?Il mondo dell'archeologia è pieno di questi esempi,basterebbe conoscere un pochino di archeologia ed epigrafia.In Nord Africa tantissime iscrizioni puniche riportano nomi libici!Sopra le tombe di Kerkouane ci sono caratteri punici che riproducono certi nomi che si sono riconosciuti come di origine libica.ma nessuno si sognerebbe mai di dire che quell'iscrizione è in un nuovo alfabeto Libico.Capisce??Non sono concetti semplicissimi,per cui mischiare le carte e fare un minestrone è molto facile,soprattutto quando non si hanno,volenti o nolenti,tutte le conoscenze necessarie a riconoscere gli errori di ragionamento...cosa su cui il Sanna sa giocare molto bene.
Ma passiamo agli altri documenti...erano 54 no?O meglio,forse sarebbe più corretto dire che in 54 reperti il Sanna VI HA RICONOSCIUTO dei segnali di scrittura,ma non solo, di scrittura nuragica.
Ebbene questi reperri sono:
Navicelle nuragiche;
Attacchi d'ansa di calderoni in bronzo;
Statue menhirs più antiche dell'età nuragica;
Spade votive dai pozzi sacri nuragici;
Modellini di nuraghe;
Pietre e cocci incisi su alcuni dei quali,se permettete!,è lecito ancora sollevare dubbi(o ce lo volete proibire?);
Laminetta aurea della grotta Pirosu di Santadi;
Anello medievale da Su Pallosu(ok,obiettate che non è medievale,pazienza,i confronti ci sono,la cosa è agli occhi tutti gli studiosi lampante,ma vabbé,finché non si troverà l'artigiano rimasto incastrato sotto un muro medievale,meglio continuare a pensare che sia nuragico..);
Ansa configurata a figura umana da Sardara;
Tratti a zigzag della decorazione degli avambracci di Monte Prama....
.....e via discorrendo.....di inequivocabili segni di scrittura nuragica....
Quindi sarebbero questi tutti i 54 documenti??Ha visto soprattutto la "fanta-esegesi" delle barchette? Quindi lo ha letto il libro lei??
Ci faccia sapere cosa ne pensa!
PHOINIX
Ah già...dimenticavo il capitello medievale di Bosa...
RispondiEliminaQualcuno ha visto quell'uccello??Tipico esempio di arte nuragica...ma per carità...ma fatevi onore e ammettete le cose come stanno!
@ Aba
RispondiEliminaLa Dottoressa Aba Losi ha chiesto in un suo messaggio:«What? Che cosa ha fatto il professor Pittau? e perché?»
Se lo vuole sapere esattamente apra il mio sito www.pittau.it: vi troverà ciò che ho fatto e scritto e troverà pure che non sono entrato nel campo della Fotobiologia, lasciandolo a Lei, dato che è quello della Sua specializzazione scientifica
Massimo Pittau.
Gentile Aba Losi,
RispondiEliminaquindi anche Lei ha i paletti; li chiama referees, un modo un po’ più elegante di definirli, ma sempre paletti sono. Noi archeologi, ma anche gli epigrafisti, siamo un po’ meno inglesizzati e usiamo un po’ di più le lingue locali, per cui magari li chiamiamo valutatori o in altri modi.
E io concordo con Lei, in qualsiasi consesso scientifico esistono, sono lo spartiacque tra ciò che la comunità scientifica accoglie e ciò che non ritiene adeguato. Per cui se i suoi referees ritenessero, per mantenere il suo esempio, l’intervento di Pittau non adeguato, benché Pittau sia autorevole accademico, Lei lo rispedirebbe al mittente. O sbaglio? A quel punto il prof. Pittau potrebbe gridare alla censura? Potrebbe riempire di insulti (mi scusi professore, è un esempio per assurdo ovviamente) i referees? Penso di no.
E allora perché quello che vale per la sua disciplina non dovrebbe valere per l’archeologia e l’epigrafia. Mi scusi, senza alcuna volontà polemica, ma il suo atteggiamento mi sembra dimostrare una scarsa considerazione delle scienze c.d. umanistiche.
Cordialmente
Alfonso Stiglitz
Eh già, i paletti!!Bisogna vedere però chi li sistema questi paletti. Perché sa, le cornici possono variare di molto, ....ma meda! Se a disporli è la Regione Autonoma Sardegna finanziando la sua Sovrintendenza a tutelare, scavare, studiare, ricercare e valorizzare la millenaria storia isolana dando priorità alla Cultura di Ozieri prima e alla Civiltà nuragica poi, allora avremo un certo perimetro. Se questi paletti invece li mette lo Stato italiano, allora vediamo e constatiamo che il perimetro è ben diverso e la Cultura di Ozieri gli italiani manco sanno cosa è, ed i sardi lo sanno a fatica. Di questi paletti è piena la storiografia, pure europea, quando vediamo come alcuni Stati trattano la storia moderna. Il popolo francese quando si parla delle vergognose ''marocchinate'' (gli stupri di massa in Ciociaria) pensa che siano degli sciroppi di frutta che vengono dal Marocco, ed il generale Juin si è pure preso una bella medaglia. Ai 70.000 italiani che combatterono per la liberazione della Corsica nella seconda guerra mondiale, antepongono i 5.000 coloniali francesi, ed il generale Magli manco sanno chi fosse. Oppure quando vogliono differenziare a tutti i costi i ''torreani'' dai ''nuragici'' perche gli uni stavano in Corsica - ora politicamente francese - e gli altri stavano in Sardegna - ora politicamente italiana, ....ed insieme non potevano stare di certo, sa.....non si sa mai.....prevenire è meglio che curare. Ma che belli questi paletti, un bell’esempio di come prendere il popolo per fondelli. E guardi che io mi tengo ben lontano dalla politica visto il disgusto che mi procura. Solo che una forza irrefrenabile mi spinge a cercare le mie radici, a vederci chiaro, a capire se quello che ha resistito all’incuria e all’oblio sia veramente ciò che quotidianamente la mia anima suggerisce alla mia mente di immaginare. Gavinu M
RispondiEliminaPremetto che non intendo rispondere – perché non ho tempo da perdere per fare lezioni di linguistica elementare - a chi ritiene di farmi obiezioni facendo riferimento “alla” LAPIS NIGER (femminile) invece che “al” LAPIS NIGER (maschile) (se fosse stato femminile si sarebbe chiamata LAPIS NIGRA) e – peggio ancora – confonde la «scrittura bustrofedica» con la «scrittura inversa», cioè quella che andrebbe da destra a sinistra e insieme da sinistra a destra.
RispondiEliminaIntendo invece proporre altre tre semplici domande a Gigi Sanna, anzi è ancora l’abbiccì della epigrafia che gliele impone.
Considerato che egli ha dimostrato vivo e anche ovvio cointeresse alla questione delle cosiddette iscrizioni etrusche del greto del fiume Tirso: I) Come spiega la presenza di quelle iscrizioni in semplici ciottoli fluviali, posto che, per il riconosciuto valore magico-sacrale della scrittura, gli antichi evitavano con la massima cura di usarla per semplice gioco o scherzo? II) Che cos’erano questi ciottoli scritti e quali fini si proponevano i loro supposti incisori? III) Come spiega il fatto che questi ciottoli siano stati trovati tutti assieme?
Con coloro che in questo blog hanno fatto a Gigi Sanna il pressante invito RISPONDA, RISPONDA, RISPONDA! sono pronto a scommettere che neppure questa volta egli risponderà. O meglio, farà finta di rispondere coi suoi soliti discorsi logorroici, cioè, come dicono pittorescamente i Toscani, “menando il can per l’aia”.
Caro Prof. Pittau,
RispondiEliminainfatti sarà esattamente così, anche questa volta non avremo risposte.
Credo comunque che non sarà inutile continuare a proporre altre domande, sempre legate a ciò che scrive Sanna. Così facendo sarà almeno chiaro che l'interessato non ha la benché minima risposta da opporre. A meno che la sua risposta non sia di andarci tutti a leggere il suo ultimo libro.
Guardi ho tra le mani Sardoa Grammata, sapesse quanti quesiti avrei, ma come si potrà facilmente evincere scorrendo i commenti di queste settimane, tutto si fa tranne che rispondere, mentre si ritiene più conveniente introdurre altre infinite digressioni, diluendo "terribili" quesiti nel calderone del "tutto è possibile". Con mio grande rammarico, giacché molti appassionati sostenitori del Sanna mostrano in certi casi un acume intellettuale, non mi spiego come si possano accettare le immani argomentazioni di cui è condito il libro. Credo che la finta questione della scrittura "riconosciuta" da Gigi Sanna sia al capolinea. Certo potrà scriverne altri 15 di libri, ma ormai le cose sono ben chiare. Finanche apprezzabile il tentativo di "valorizzazione estrema" della cultura nuragica (che in realtà non aveva bisogno del Sanna per emergere) ma da questo nobile intento alla fantasia sfrenata e politicizzata ce ne corre...
Seguo sempre con grande interesse le sue argomentazioni che, come sempre, vanno dritte dritte al nocciolo della questione, senza dare la possibilità di sviare come si vorrebbe. Quelli che non accettano la strada corretta del ragionamento sono gli stessi, con una metafora, che giocando una partita a calcio vorrebbero fare gol sparando la palla in tribuna...questo ovviamente perchè detestano i paletti. Così si potranno occupare di esoterismo e di tante altre "scienze" che non necessitano di paletti. La ricerca storico-epigrafico-archeologica è altra cosa. Eppure si pretende di parlarne!Con grande caparbietà e convinzione!
Ma, mi chiedo, è diventato un CREDO?Per essere fieri di essere sardi c'era bisogno di tutto questo?C'era bisogno di delegittimare quanto si fa di buono nel campo dell'archeologia sarda?C'era bisogno di creare una tale disinformazione tra ciò che è certo, ciò che è ipotetico, ciò che è impossibile, ciò che è probabile, ciò che è inventato?
Ah già...i paletti...come no...quegli stessi che esistono in tutte le sfaccettature della scienza umana, dalla fisica alla biologia, dalla matematica all'astronomia, dalla biomeccanica alla filologia latina...ovunque, tranne che in archeologia.Ma che dico?tranne che nell'archeologia SARDA!Ma non è qualcuno confonde i fenici, i punici e i romani per i Savoia???
Altro quesito per il Sanna, anzi un consiglio di cui farà tesoro: ha visto tutte le anse di brocche askoidi che recano incisi segmenti spezzati, zig-zag, cerchielli concentrici?Non sarà che anche in lì c'è nascosta qualche invocazione dei "gigantuli" a Yaveh?
Cordialmente
PHOINIX
Accidenti! Che lezione le ha dato la Losi caro Stiglitz! Pittika sa scuttuada!!! Eh...già... aiaiai!
RispondiEliminaIn effetti, avevo visto anch'io la cosa del lapis niger diventato "la" lapis niger: niente di male, salvo che sono cose che si studia(va)no anche al liceo, mi ricordo. La cultura ricavata da internet va senz'altro bene, ma forse per parlare del lapis niger - anche solo per azzeccarne il genere grammaticale - serve qualcosina in più. Sia detto senza cresta.
RispondiEliminaBatsumaru
Che bello spettacolo, complimenti.
RispondiEliminaGigi Sanna è una fiumana! Tutti vedono che in questo blog scrive più lui che non tutti gli altri assieme. Però non avverte che chi più scrive, più rischia di sbagliare e inoltre di offrire argomenti a favore dei suoi numerosi avversari.
RispondiEliminaEsempi: mette in forse la mia preparazione e la mia fama professionali e con ciò mi costringe e consente di esporre i miei titoli accademici e scientifici che sono di molto superiori ai suoi; esprime dubbi sul valore del mio libro «Il Sardus Pater e i Guerrieri di Monte Prama» e mi consente di pubblicizzare che esso ha avuto un successo editoriale enorme, essendosi esaurito in soli 6 mesi e circolando adesso in II edizione migliorata e ampliata con un nuovo capitolo su «Cornus e il suo porto»; mi oppone il libretto di Mauro Cristofani, «Introduzione allo studio dell’etrusco» e mi costringe e consente di affermare che questo è un libercolo scritto da un archeologo, mentre la mia opera «La Lingua Etrusca – Grammatica e Lessico» ha uno spessore doppio di quello e soprattutto è stata scritta da un linguista di professione.
E dico semplicemente e “brevemente” al Sanna: se egli avesse letto col minimo di attenzione, non dico la mia citata opera che pure gli avevo regalato, ma almeno il manualetto del Cristofani, non avrebbe commesso questi errori enormi, parlando delle scritte del nuraghe Rampinu di Orosei come costituenti – a suo dire - una iscrizione etrusca: 1) L’alfabeto etrusco si scriveva da destra alla sinistra, era cioè sinistrorso, mentre quelle scritte sono chiaramente destrorse; 2) L’etrusco non usava le lettere beta e delta, mentre una di quelle scritte contiene il beta; 3) L’alfabeto etrusco non prevedeva affatto la mancanza delle vocali, come avveniva in quello fenicio; 4) Quando per rispondere alle mie obiezioni, il Sanna ritiene di salvarsi dicendo che quella di Rampinu sarebbe una iscrizione etrusca scritta in alfabeto greco, afferma un truismo, cioè una banalità lapalissiana. Sicomme tutti – escluso il Sanna - sappiamo che l’alfabeto etrusco non era altro che quello greco rovesciato, quando egli dice che quella di Rampinu era una “iscrizione etrusca scritta in alfabeto greco”, in realtà dice che essa è una “iscrizione etrusca scritta in alfabeto etrusco”. Insomma è come se avesse detto che il triangolo è triangolare, il quadrato è quadrangolare, il cerchio è circolare….
Quasi certamente il Sanna non risponderà neppure a queste mie semplici e chiare considerazioni, oppure, se risponderà, sciorinerà una delle sue solite lunghissime e inconcludenti tiritere.
Francu Pilloni scrive:
RispondiEliminaE fu così che prof. Pittau entrò in guerra!
Guardi, prof., non mi lusinga il suo conto in banca (con tutte le vendite dei suoi libri, figuriamocelo pure cospicuo, non ostante la modestia del titolare), perché non riesco a spendere neppure il mio, che pure non è gratificato da molti proventi per i diritti d'autore, ma non sia temerario.
Ha visto che le hanno trovato scritte retrograde che lei escludeva tassativamente? E non vale che lei recrimini su una lapis al posto di un lapis (che vuole, lapis vuol dire anche matita, o no?) più o meno nero, o rosso e blu come forse preferirebbe, per evidenziare le altrui incongruenze e distrazioni.
Comunque, visto che ha imbracciato il fucile, spari prof! Spari a destra e spari a manca, spari dritto, spari a Losi e spari a Sanna... continui a sparare, lei spari e basta.
Qualcuno colpirà, almeno di striscio.
Con simpatia.
@ Aba Losi
RispondiEliminaGent. Dott.a Losi,
io purtroppo non maneggio bene questo diavolo di aggeggio che è l'internet e per questo Le assicuro che non ho affatto ricevuto i Suoi messaggi e le Sue richieste. Io rispondo sempre ed a tutti e molti, dopo, mi ringraziano.
Ed ho anche apprezzato che Lei abbia riconosciuto che Si è messa a fare "geometria, pur non essendo geometra". Però sarebbe stato meglio che Lei avesse detto non "geometria", bensì "enigmistica".
Con tanta cordialità e simpatia (se passa a Sassari, mi venga a trovare!)
@ Aba Loi
RispondiEliminaGentile Dott.a Losi,
no, Le assicuro che io maneggio male questo strumento diabolico che è l‘internet; il che però non significa che io non lo maneggi per nulla. Ad es., l’ultima mia lettera per Lei che ha pubblicato ieri il blog di Gianfranco, in realtà ritenevo di averla spedita quattro giorni prima…
Ho invece ricevuto subito la Prefazione in inglese che Lei ha fatto all’ultimo libro di G. Sanna. Oltre che l’ottima padronanza della lingua inglese, ho apprezzato moltissimo la grande cordialità che Lei ha dimostrato nell’aderire alle tesi di lui, un po’ meno ho apprezzato le motivazioni della Sua adesione.
Siccome Lei fa spesso riferimento alla “matematica” (compresa ovviamente la “geometria”) mi permetta di riferirLe un mio ricordo che purtroppo risale a circa 50 anni fa. Eravamo nel «Circolo Linguistico Fiorentino» (lo dico con timore perché temo la ironia che farà Gigi Sanna, come ha già fatto per la mia frequentazione del «Sodalizio Glottologico Milanese») e ricordo lo stupore, il disappunto e lo “sgomento” che manifestò Giacomo Devoto, quando ci riferì che fra breve si sarebbe svolto a Praga un convegno internazionale sul tema «Linguistica e matematica». E tutto questo egli manifestava, per il fatto del tutto certo che la “matematica” non ha proprio nulla da fare con la linguistica, soprattutto con la linguistica storica. Dopo la mia ormai lunga esperienza in fatto di linguistica storica, Le assicuro che a noi linguisti la matematica o, meglio, l’aritmetica ci serve solamente per contare il numero delle sillabe dei vocaboli studiati, uno, due, tre, quattro, cinque, sei e forse sette sillabe e niente più.
Ma Lei fa riferimento anche alla interpretazione – dirò così - misteriosofica delle lettere degli alfabeti, che ha incontrato in certi autori, sostanziata di un simbolismo onnicomprensivo, nel quale entra tutto e anche qualcosa di più di tutto. Senonché io Le confesso che sull’argomento non so nulla e non voglio sapere nulla. Io sono un essere razionale e voglio essere solamente razionale anche nelle mie ricerche, mentre non vado dietro agli svelatori dei misteri, che essi dicono di incontrare dappertutto e ad ogni piè sospinto.
Comunque, buono studio nella fotobiologia e cordiali saluti
E invece ti rispondo mio caro.
RispondiElimina1) L'etrusco aveva anche la scrittura che andava da sinistra a destra e anche la scrittura bustrofedica(l'odiato Cristofani et alii). Se neghi tu dimostri che non hai mai studiato bene l'etrusco. Hai capito?
2) Dire che l'etrusco e il greco abbiano un alfabeto uguale è una immensa cretineria in quanto i due sistemi sono differenti, tanto è vero che differenti li riportano i repertori.
3) Ripeto quello che ti ho detto in ASSNUR: la scrittura di Rampinu va da sinistra verso destra perchè è greca ed il greco procede da sinistra verso destra. Quanto alle vocali, sono i pregiudizi di uno come te che poco studia e poco pensa 'criticamente'. Non lo sai che certe lettere possono essere sillabiche e soprattutto la dentale sorda etrusca? Io l'ho capito perchè invece d'essere uno fermo e paralizzato intellettualmente come te, sono partito e sono andato a vedere i documenti di Glozel (con segni anche sillabici) che mi hanno illuminato proprio sull'etrusco, tanto da farmi capire perchè alcune parole dell'etrusco sono del tutto inpronunciabli. Mentre lo sono se si mettono anche le vocali. Guardati bene la scritta a raggiera del Fegato di piacenza, studia e traine le conseguenze. Parte da CITEN. Leggiti il mio libro dal titolo 'I segni del Lossia cacciatoire' edito da S'Alvure nel 2006). Imparerai a conoscere non solo un po' di scrittura nuragica ma anche quella greca dell'oracolo di Pito. E capiresti che cosa significa, tra l'altro la parola sarda 'lossia' (sa lossia). E capiresti ancora che i ciottoli di Allai sono gli stessi ciottoli fluviali (l'acqua come simbolo possibile che non ti dica nulla?) 'sacri' (con l'invocazione alla divinità perchè facesse presto e intervenisse in soccorso) che adoperavano i sacerdoti scribi di Pito (Delfi) Vedi che i tuoi titoli non servono a una mazza, ma serve il lavoro, il lavoro, il lavoro, esaminare e capire? E tu non ti puoi permettere di bacchettare nessuno, proprio nessuno, con il clima da paleolitico che respiri. Tanto meno Aba Losi. Ma non hai capito quale scienziata ti trovi di fronte? Ma è possibile che ti debba ricordare (leggi, leggi Pittau anche i libri altrui!)che soprattutto nella linguistica e nella decifrazione della scrittura talvolta i migliori apporti sono venuti da matematici, da medici, da ingegneri? Da matematici che hanno una legge ferrea nella testa: che 2 + 2 fa quattro).
Termino dicendoti: se appena appena leggessi, ti svecchiassi un po' e usassi l'intelligenza, ti renderesti conto che la scritta del Nuraghe Sanilo è in caratteri latini ma con lessico etrusco. E siccome il latino parte da sinistra la scritta, per quanto in lingua etrusca, è progressiva. Oppure non è così. Hai capito? O no?
Vedi. Ti ho risposto con tutta la mia e... la tua logorrea. Non potrai dirmi di no. Mi dirai: non credo a nulla di quello che dici? Pazienza. Fai come vuoi. Sbraita, strilla, salta: a me non interessa nulla. Perchè a me non interessa affatto la tua misera 'gara di un giorno'. Tu che sei studioso di Tucidide puoi completare la famosa espressione. Non insistere così da costringermi a dirti: ' e chi se ne frega'! (Murru). Ho un modesto uomo di fronte, anzi ora un bimbo dispettoso che fa le bizze, che ha perso il controllo, mica un dio. Quanto mi dispiace, caro Pittau, quanto mi dispiace!
Dimenticavo un ..piccolo particolare. Uno di questi giorni passo a prenderti il danaro del tuo conto in banca. Nell'anello di bronzo di Pallosu di San Vero Milis (esaminato dall'archeologo nonchè epigrafista Raimondo Zucca e da altri ancora), il cui castone risulta essere di 1 cm circa di circonferenza, i caratteri protocananei e protosinaitici che si trovano incisi sono esattamente 36 (mica due o tre). Che forti questi nuragici con i loro sigilli (comprese le tavolette cerimoniali)! Hai perso la scommessa, mio caro!
RispondiEliminaSe sei onesto non andarlo a prosciugare il tuo conto in banca. Però ti posso fare uno sconticino perchè la precipitazione e l'adrenalina giocano brutti scherzi. E rendono incoscienti. Quanto mi dispiace, caro Pittau!
Caro professor Sanna,
RispondiEliminalei ha il diritto di dire e scrivere ciò che vuole, ci mancherebbe altro. Adesso ci dice - magari lo aveva fatto anche prima, nel caso chiedo venia per la distrazione - che l'etrusco è sillabico, in particolare la dentale sorda. E' un'affermazione un tantino impegnativa, non crede?
Ci sono parecchie ragioni che sconsigliano di andare in questa direzione:
1) l'alfabeto etrusco deriva da quello greco. Per quel poco che so la scrittura alfabetica è un passo successivo rispetto a quella sillabica, rappresenta un passo ulteriore nella "scomposizione" della lingua. Per quale ragione gli Etruschi sarebbero dovuti ritornare a una scrittura in qualche misura sillabica?
2) in base a cosa dice che l'etrusco è impronunciabile? Ci sono lingue straniere che per noi sono molto difficili da pronunciare, hanno gruppi consonantici complessi (pensi alle lingue slave, per non andare troppo lontano; lei che ha cultura classica ricorderà anche il sanscrito): ma mica questo fatto ci autorizza a ipotizzare che impieghino scritture sillabiche.
3) in base a quale criterio lei inserisce le vocali? Voglio dire: in base a ragionamenti etimologici?
Per concludere: o lei è avanti centinaia di anni rispetto all'epigrafia e alla linguistica storico-comparativa attuale, oppure - mi perdoni l'ipotesi, ma devo farla - lascia correre troppo la fantasia.
Siccome non ho pregiudizi, la esorto: mandi i suoi lavori a "Studi etruschi", a "Mediterranean Language Review", dove vuole lei. Selezioni le maggiori riviste del settore, magari quelle internazionali, ma lo faccia e poi ci faccia sapere, renda tutto trasparente. Se troverà ascolto, tanto di cappello, lei è un genio! Ma se non troverà ascolto, saprà da solo cosa deve fare, io credo. E non sia timido.
Un saluto domenicale da un affezionato lettore.
B.
Caro B. (batsumaru? Benigni?, Barrakibu? Bin-Laden? Bai e castia? Barrosu e bastat?)lei ha posto delle domande interessanti. Molto interessanti. Al solito,però, male, molto male e con malcelata supponenza. Dal momento che è anonimo e lei potrebbe essere chiunque, compresa l'anima di Pallottino, non le concedo alcuna rendita di posizione. Capito? Proprio nessuna. Se è vero, com'è vero, che io posso fare figuracce (come vedo però con il protocananeo e con la scrittura nuragica non è andata proprio così) le può fare anche lei. Dobbiamo essere su di un giusto piano di parità. Non trova?
RispondiEliminaQuanto alle riviste io so d'essere piccolo piccolo e non le merito. E pertanto non le cerco affatto, come invece forse con affanno farà lei. A meno che...(si legga in proposito un mio post recentissimo). Se poi in qualcosa dovessi interessare...sono qui,ho un recapito, la posta elettronica, un nome e un cognome. Quanto alla timidezza, c'è da ridere veramente, balente e coraggioso anonimo B. Tira fuori le corna lumachina. Allora parleremo, naturalmente per quel pochissimo che so , di alfabeti greci, di sillabismo e di quant'altro. Ne ho parlato (soprattutto dopo il 2006 anno della pubblicazione del mio volume su Glozel) con tanti altri...e mica sprovveduti e tifosi da club di questa nullità.
Risponda al dispettoso Pittau, per ora, per le sciocchezze che dice a profusione. Ma credo che non avrà fortuna dal momento che lui odia gli anonimi perchè dice che sono dei vigliacchi.Mica lumachine.
B. = Bruno Arca. Se tanto basta per avere una risposta...
RispondiEliminaNo, non basta affatto. Non mi basta un nome. Di Bruno Arca ce ne possono essere molti e nessuno. Incontriamoci, quando vuole lei e dove vuole lei, così acclariamo chi è davvero lei. Lì prenderemo l'impegno di dialogare, in maniera garbata, rispondendo pubblicamente a quello che l'uno o l'altro chiederà. Nel frattempo si potrà, a quattr'occhi, cominciare a dire qualcosa. Per quello che potrò naturalmente, perchè, ripeto, lei ha fatto domande davvero interessanti.
RispondiEliminaCaro Bruno Arca e caro prof. Sanna all'incontro gradirei esserci anch'io. Posso? Potrei essere uno dei garanti.
RispondiEliminaGiorgio Cannas
Guardi, scrivo giusto per la precisione, professor Sanna. Credo di essere stato educato, e anche cortese, nel mio primo post. Mi sono beccato, come risposta, che sono malcelatamente supponente + formichina cornuta.
RispondiEliminaPoi, quando le ho chiesto di non essere timido, mi sono sentito dare del vigliacco: ma non si è accorto che la citavo, è lei che ha detto di essere timido in un post precedente, rivolto a Brundu (se ricordo bene).
Vuole partire da un piano di parità? A me sta bene, sta bene anche che ci incontriamo (ma i garanti mi fanno un po' ridere, mica si fa a pugni, o no?): nel frattempo, però, le chiedo lo stesso rispetto che lei pretende, soprattutto quando me lo guadagno con toni urbani e non offensivi. Toni che mi impegno a mantenere, anche quando riterrò di essere stato ingiustamente attaccato sul piano personale.
Per il resto, se lei ambisce - come ambisce - a rivoluzionare le nostre conoscenze in certi settori (e, badi, io le auguro di farlo: il progresso negli studi è un frutto per tutti), allora le riviste internazionali sono l'unica via.
Saluti, B.
Basta con questa storia dell'anonimato! (vi siete accorti del sondaggio?). Incontratevi pure e discorrete! Mi sorge una domanda (mi autorispondo almeno a domanda seguirà risposta) però...ma che ci sta a fare il blog se si rifiuta di rispondere e se per avere risposte bisogna incontrarsi privatamente? Non si vogliono dare le risposte! Si parte poi dal pretesto dell'anonimato per attaccare anche chi fa domande non tendenziose. Io le ho posto, a più riprese, domande su Tzricotu: senza supponenza o maleducazione, sottolineando il fatto di essere un suo lettore...non meritavo risposta nemmeno io? Ma certo gli anonimi, i Bruno Arca, i Mario Rossi, i John Smith, non possono fare domande! Se solo avessi un nome più altisonante, non un canale Marco Carta qualunque, forse...
RispondiEliminaCaro Anonimo disilluso,
RispondiEliminaNon si preoccupi guardi, le risposte di Sanna se le può scordare. Sostiene che B. dice cose interessanti...ma nel frattempo non risponde. Qui sul blog parla e straparla e poi vorrebbe un incontro a quattr'occhi?Con pure il garante che, mi par di capire, è chiaramente dalla parte di Sanna? Ma qual'è il vero problema della mancanza di risposte? Ha bisogno di andare a ripassare prof. Sanna?Per questo ci ha messo un pò prima di rispondere a Pittau? Ora chiede un altro pò di tempo? Le domande erano -e rimangono!- non chiare, chiarissime. Su Tziricotu idem!
Guardi, per rispetto suo evito, come avrei voluto fare, di postare qualche citazione tratta dal suo Sardoa Grammata... tipo "Le 'leggi' delle tavolette"(pp.177-179)... Credo sia dovere di chiunque ama la Sardegna andarsele a leggere in prima persona, e magari capire perché Sanna non "anela" a riviste specializzate, internazionali.
Zucca? Cioè? Zucca le dà ragione sulla presenza di 36 segni protocananei e protosinaitici dell'anello di Pallosu??????????????????????????????????????????
Ci spiega un attimo? O c'è bisogno di un meeting al bar? Guardi che se non è così dovrà fare pubblica marcia indietro non crede? Mi pare quantomeno strano che uno studioso del calibro di Zucca abbia potuto accettare questa sua tesi. Ma se non è così che ci fa il suo nome, lì, tra parentesi?
Dai ci spieghi, magari è stata una svista, come dice lei " perchè la precipitazione e l'adrenalina giocano brutti scherzi".
Attendiamo (poco) fiduciosi
PHOINIX
ALL’EPIGRAFISTA PASSE-PARTOUT
RispondiEliminaossia a Gigi Sanna che affronta tutte le iscrizioni di tutte le lingue del mondo antico e tutte le apre o traduce. Senonché:
1) Egli è tanto sprovveduto in fatto di epigrafia, che confonde la “scritta” con l’”iscrizione”. Il latino ARA, inciso in un antico altare, si può leggere da sinistra a destra e viceversa, ma è propriamente una “scritta”, non una ”iscrizione”.
2) Dice che in etrusco esistono gruppi consonantici che non si potrebbero pronunziare senza l’inserzione di vocali, per la ragione evidente che egli ignora l’esistenza anche in etrusco delle “sonanti”, che – glielo spiego – sono consonanti che fungono da vocali. E per questo si spiega la geniale scoperta che egli ha fatto sulle scritte del nuraghe Rampinu di Orosei: «E’ un’iscrizione etrusca scritta in etrusco», ossia «è un triangolo triangolare»…
3) Dice che i “suoi ciottoli fluviali con scritte etrusche” erano là, presso un nuraghe vicino al fiume Tirso, come oggetti votivi di invocazione dell’acqua agli Dèi. E ciò implica e significa che i Nuragici, assieme coi loro amici Etruschi, sapevano già che 3 mila anni dopo il nuraghe coi suoi ciottoli iscritti sarebbe stato sommerso dalle acque del fiume; oppure che il livello delle acque si sarebbe sollevato per effetto, non di una diga, bensì di quei ciottoli votivi. Del resto non lo ha ancora fatto: a quando la loro traduzione? Eppure egli ha dimostrato di conoscerli molto bene.
3) E’ falso che io abbia nutrito odio per Mauro Cristofani, dato che non ho mai avuto alcuno scontro con lui. Io mi sono limitato a dire che il suo superficiale libretto «Introduzione allo studio dell’etrusco» dimostra chiaramente che egli era un archeologo, non un linguista.
4) I numerosi epiteti negativi che G. Sanna mi ha buttato addosso mostrano chiaramente quanto lo abbiano scombussolato le domande che gli ho posto e alle quali egli non ha dato alcuna risposta. E ciò, nonostante i pressanti inviti che gli hanno mosso alcuni frequentatori di questo blog: RISPONDA, RISPONDA, RISPONDA! Risponda almeno alla unica e semplice domanda che gli facciamo da tempo: «Ma in quale alfabeto sarebbero scritte le sue tavolette di Tzricottu?».
Un invito, anzi un consiglio: perché non fa intervenire in suo aiuto i luminari, specialisti in lingue antiche, che condividerebbero le sue tesi? Sarebbe però opportuno che essi presentassero i loro titoli accademici e scientifici (anche se in effetti potremmo andare a trovarli in internet; se esistono, ovviamente!).
E rimango sempre in attesa di altre amenità.
Professor Pittau, sia più sportivo e mantenga la parola data: versi i suoi risparmi sul conto di Sanna come aveva promesso di fare. Il Sanna ha ragione a pretenderli, quei soldi gli sono utili anche perchè difficilmente in futuro riuscirà ancora a propinare a qualcuno le sue farneticazioni al costo di 80 euro e altrettanto difficilmente troverà altri allocchi disposti a versargli una profumata quota per partecipare ai suoi ridicoli e fasulli corsi di scrittura nuragica.
RispondiEliminapeppino nurchis
Al Sig. Peppino Nurchis,
RispondiEliminano! non ho l’obbligo di versare i miei risparmi sul conto di Gigi Sanna, dato che fino ad oggi, nel numero di 300 mila iscrizioni (non “scritte”) del “Corpus inscriptionum latinarum” e delle 11 mila del “Corpus inscriptionum etruscarum”, egli non ne ha indicato una sola che si possa leggere da sinistra a destra e da destra a sinistra.
Il caso dei silenzi di G. Sanna mi ha ricordato una storiella che correva quando ero adolescente: un maresciallo, nella sua relazione relativa al ritrovamento di un uomo ucciso, avrebbe anche scritto: «Interrogato il morto, non rispose».
Siccome G. Sanna ha avuto l’imp(r)udenza di chiamare in causa il prof. Raimondo Zucca – questo sì, valentissimo collega epigrafista greco-latino - perché non gli chiede il favore di intervenire lui a rispondere, ad esempio, alla domanda: «Dato che le tavolette di Tzricottu sarebbero costituite di “logogrammi”, “logopittogrammi” e sarebbero scritte con “segni alfabetici protosinaitici, protocananei, gublitici, fenici arcaici e ugaritici” (vocaboli testuali di G. Sanna), come è possibile che un tale cumulo di segni e di lettere possa entrare nello spazio di pochi centimetri quadrati di superficie delle tavolette stesse»?
Resto sempre in attesa di altre amenità
Per il 'barrosissimus'. Anch'io, ne aspetto tante. Parla, chiacchierone che sei, con Raimondo Zucca. L'ha esaminato o non l'anello? Ne abbiamo discusso ( e tanto) o non, quando G.Atzori era con noi?E poi dimmi. Parla al vento se ti fa piacere e, nel frattempo, pagami il conto che mi devi, scommettitore incosciente. Vediti, veditelo ben bene, l'anello di Pallosu, esaminalo, studialo.Lì ci sono tante risposte,comprese quelle sulla 'microscrittura' di cui parlo nel 2004; quelle risposte che ti fanno male.Quei 36 segni: bellissimi.Protosinaitici e protocananei con quella scrittura numerica e con gli audaci agglutinamenti che lasciano stupiti tanto sono piccoli.
RispondiEliminaComunque. Non hai letto il mio ultimo post? Basta bisticci. Io non ho più intenzione di spendere un grammo di energie, soprattutto con te, se non per dirti che persino di ciottoli fluviali non capisci una mazza. Ma non avevi detto che ...'dal momento che è in corso un' inchiesta giudiziaria non intendo entrare nel merito...'? Ora invece, nella furia dissennata, ci entri e come! Guarda, guarda! Leggiti, leggiti 'I segni del Lossia cacciatore' e poi dimmi.Ma attento a non insozzarlo, perchè tutto ora intendi insozzare. Sbava, sbava', ormai del tutto fuori di te.
All'anonimo Arca + l'altro anonimo + l'altro anonimo ancora, ecc..
Resto coerente ( da due anni a questa parte faccio così: non rispondo agli anonimi perchè sono vigliacchi;lo dicono e lo pensano in tanti, compreso il Pittau). Attendo di sapere il giorno,il posto e l'ora per incontrarci caro 'Bruno Arca'. E se lei è veramente quello che dice di essere, cioè una brava persona, le chiederò scusa.Mi rimangerò volentieri la 'lumachina' e il 'vigliacco'. Eccome! Ma senza farmene una colpa. Poi dialogheremo in pubblico, tutti con una bella, sicura e precisa identità. Senza rendite di posizione. Non si svicoli però. Il Cannas non basta? Portatevi chi volete, l'interessante è che non siano altri anonimi, 'fenici' o cormorani o aquile che possano essere.
E quindi Sanna? Il Prof. Massimo Pittau non è un anonimo come me....epuure a lui non risponde lo stesso!!!
RispondiEliminaMa non si rende conto che tutte le sue argomentazioni sono assolutamente scriteriate? obietta al Pittau che avrebbe detto che non sarebbe entrato nel merito. Anziché sottolineare questo fatto, provi a rispondergli, che con quel che ha scritto ha dimostrato davvero che è tutta una barzelletta...
Su Zucca idem. Non ha risposto, da furbetto solito. Quindi Zucca ha discusso con lei e altri che si porta sempre appresso O le ha dato ragione su Tziricotu??? C'è una bella differenza sa!
Quindi?
PHOINIX
Chi vorrebbe scrivere libri sui 33 giri e numeri vari è proprio lei cara Aba!
RispondiEliminaE poi Aba non lo sa che Pintore non vuole essere tirato per la giacchetta? la informo io nel caso, è proprio così!
RispondiEliminaPHOINIX
@ Aba
RispondiEliminaCara Aba, ho nutrito la speranza che il 33 giri si sarebbe ridigitalizzato. Ma ormai mi accorgo che anche il ranno si sta esaurendo.
Lo confesso mio malgrado: i miei quattro figli sono arrabbiati con me, per il fatto che intervengo in questo blog per farmi svillaneggiare in malo modo e di continuo. Ma io ho risposto loro: I) Sono in buona compagnia perché Gigi Sanna svillaneggia tutti coloro – e ormai siamo in molti – che dicono di non accettare le sue geniali scoperte epigrafiche. II) Siccome in queste settimane sto sostenendo una fatica improba per correggere le bozze di una mia nuova vasta opera che contiene i risultati del mio studio di tutti i toponimi della Sardegna centrale, da Desulo a Ozieri, da Orosei a Bosa, ho pure il diritto di svagarmi alquanto. E dico pure che nutro buone speranze, in questo senso, anche col prossimo libro che G. Sanna ci ha minacciato, nel quale ha detto che dimostrerà l’esistenza in Sardegna di molti toponimi di origine fenicia (io invece su 21 mila toponimi studiati ne ho trovati di origine fenicia solamente quattro: Macomer, Magomadas, Mara, Villamar) (Oristano non è affatto un toponimo fenicio, ma quasi sicuramente trae la sua origine dal gentilizio lat. Aristius (RNG), quello di uno o più latifondisti romani che, documentati in Sardegna anche da alcune iscrizioni (CIL X 7645, 7845, 7958; ANRW pagg. 685, 706; ILSard 226, Tharros; Rowland 117; ANRW A 340, Cagliari), avranno avuto nella zona del delta del fiume Tirso possedimenti terrieri. Pertanto la forma bizantina Aristianē presupporrà una locuzione lat. (villa) Aristiana «(tenuta di) Aristio». Cfr. M. Pittau, Dizionario della Lingua Sarda - fraseologico ed etimologico, II vol. Cagliari 2003, pag. 862).
RispondiEliminaA proposito dei ciottoli del greto del Tirso, io non sono affatto entrato nel merito della loro “autentiticà” o meno, appunto perché so che c’è in proposito un procedimento giudiziario in corso. Io mi sono limitato ad invitare Gigi Sanna a tradure le loro scritte, dato che egli conosce molto bene la lingua etrusca e conosce molto bene i ciottoli stessi. La traduzione che egli sicuramente effettuerà, contribuirà a chiarire se si tratta di reperti autentici oppure di reperti falsi.
Caro Zf, ha proprio ragione avete finito il ranno, non sapete più cosa rispondere (quelle volte che rispondete); avrei preferito di più un suo ruolo da moderatore "puro", invece è andato in un'unica direzione! S'è sottolineata l'aggressività di Phoinix, ma non s'è rilevata quella del Dott. Sanna e quella del Sig. Brundu. Il primo continua a non rispondere nemmeno alle domande gentilmente poste dai suoi lettori. Gli oltre 1500 contatti...si son fatti un'idea precisa della questione. Cordiali saluti
RispondiElimina@ Ultimo anonimo
RispondiEliminaAvete, chi? Io parlo per me. "Voi", piuttosto, si può sapere che cosa volete? Non posso rispondere alle ombre che sono troppe. Lei sa chi sono (e se non lo sa, consulti google), io non so chi siano tutte le ombre anonime. Una, nessuna, mille? Forse lei non c'entra, ma ne ho le scatole piene di chi lancia sassi anonimi.
Prof. Pittau,
RispondiEliminagrazie per averci indicato la corretta etimologia di Oristano, una formazione prediale dunque: la forza di questa etimologia, mi sento di dire, è che è semplice, non inutilmente arzigogolata, supportata dai dati storici (= l'intensità della romanizzazione).
Per converso mi viene in mente quello che il professore di glottologia ci diceva del canonico Spano: per lui anche Cabras, non lo dimenticherò mai, sarebbe una formazione semitica...
Se poi posso permettermi, dia retta ai suoi figli (anche io ne ho, e li ascolto troppo poco): lei ha dato il suo contributo alla ricerca della verità, e lo ha fatto da par suo. Un blog, però, non ha le stesse regole di un convegno, la capacità di convincere chi legge non è data solo dal rigore nell'uso della sintassi scientifica.
Chiudo dicendo che il suo esempio di ricercatore è fulgido: chi fa finta di non comprenderlo, fa finta, per l'appunto.
Bruno Arca
@ Arba
RispondiEliminaNessuno la obbliga a servirsi di uno strumento, come questo blog, che lei ritiene inadeguato. Trovo di pessimo gusto l'invito ad allontanarsene rivolto a un prezioso collaboratore e caro amico come Massimo Pittau. Sa? Chi di "sabotaggio" ferisce...
Io credo, invece, che sarebbe un grande passo in avanti per la cultura e per la diffusione di essa se si smettesse di pensare che partecipare a discussioni sulla rete sia squalificante. Ognuno è responsabile soltanto dei propri scritti e delle proprie idee. O no? Il mondo sta cambiando, la rete è una grande opportunità. Non è più il tempo di tenere chiusa la cultura dentro le accademie. Sanna e Pittau, Casula, Laner, Losi, Pintore (il quale, oltre che essere un grande giornalista e un intellettuale di primissimo livello, è anche un eccellente padrone di casa e deve volerci una gran pazienza), per citare solo alcuni ma l’elenco è molto lungo, scrivendo su questo blog arricchiscono la cultura, perché il confronto è crescita, fermento, vitalità, e quindi nuove idee. E allora alle persone come me basta fare un clic per leggere roba di qualità, per avere nuovi stimoli ad approfondire e capire, e allora compreremo più libri di qualità, andremo di più nelle biblioteche, e poi di nuovo sulla rete più ricchi di prima: è come una reazione nucleare, una deflagrazione culturale! Nessuno può sentirsi squalificato se è il confronto e la crescita intellettuale ad avere a cuore.
RispondiEliminaNon dia retta ai suoi figli prof. Pittau, e non dia retta al sig. Arca, è lei che sta più avanti!
Saluti
Pietro Murru
Non ce li ha, ma forse li vorrebbe i miei 31 anni ;-)
RispondiEliminaPHOINIX
Gent. Dott.a Losi,
RispondiEliminanon Le dò torto per quanto mi ha scritto nel Suo ultimo messaggio, ma io ritengo di salvarmi “in corner”.
Io avevo distinto – forse in maniera non sufficiente – la linguistica generale, dalla linguistica storica o glottologia. E almeno per quest’ultima insisto nel dire che in essa la matematica entra solamente per consentirci di contare le poche unità di sillabe dei vocaboli.
Per quanto riguarda invece la linguistica generale Le dirò che alcuni decenni fa ero informato a sufficienza, come dimostrano i miei libri «Il Linguagio – i fondamenti filosofici» (del 1957), «Filosofia e Linguaggio» (del 1962, entrambi segnalati in due concorsi nazionali per opere di filosofia) e «Problemi di filosofia del linguaggio» (del 1967). In quel periodo certamente ero fra i più informati in Italia su quelle problematiche, favorito in ciò dal fatto che posseggo anche la laurea in filosofia.
Sa perché ho dovuto abbandonare quella direzione di studio? Lei non lo immaginerà per nulla.
Lei sa quanto me che nel mondo universitario la «interdisciplinarietà» è una parola del tutto priva di senso. Nell’Università ogni cattedra è uno “scompartimento stagno”. I miei citati libri non mi sono serviti niente nella mia carriera universitaria (quando pure non mi hanno danneggiato), perché i filofofi li trovavano troppo “linguistici” ed i linguisti li trovavano troppo “filosofici”!!!
E da allora ho abbandonato del tutto quella direzione di studi e mi sono buttato completamente alla linguistica storica.
Però ho tratto anche qualche vantaggio da quella mia esperienza “filosofica” e precisamente: I) Ritengo di essere attentissimo ai problemi di “metodo” della mia ricerca linguistica (se ha tempo e voglia legga nel mio sito la lunga Introduzione che premetto alla mia prossima opera «I toponimi della Sardegna – significato e origine - II Sardegna centrale» (che dovrebbe uscire nei primi mesi del 2010; analizza 21 mila toponimi sardi). II) Mi sono accorto e ne resto tuttora convinto che troppi cultori di linguistica generale usano il vocabolo “linguaggio” in senso metaforico, cioè in senso non proprio: quando essi parlano di «linguaggio matematico», di «linguaggio della logica», di «linguaggio dei computer», ecc., essi non parlano affatto di quello che per noi linguisti è il vero e proprio “linguaggio”, cioè quello orale, quello fonico, quello che si esprime con l’apparato fonatorio e si capta con l’apparato acustico. E tutti questi “linguaggi metaforici” a noi linguisti storici o glottologi non enteressano proprio nulla.
Guarderò di nuovo il Suo sito per trovarvi il Suo indirizzo, dato che intendo mandarLe in omaggio una delle poche copie che mi restanto ancora del mio libro «Problemi di filosofia del linguaggio».
Cordiali saluti e buone feste
Gentilissima Losi,
RispondiEliminami onora dell'invito e la ringrazio. Potessi essere presente sarebbe una bella occasione sentirla parlare "nel suo campo". Certamente più interessante che sentirla parlare di archeologia.
Grazie dell'invito
PHOINIX
Bello The Purple mi piace!
RispondiEliminaCompliments ;-)
PHOINIX