Per ora sono solo delle stronzate giornalistiche (a proposito, dovremmo difendere la libertà di stampa anche sotto specie di libertà di offendere popoli interi?), ma temo che ai tuoni seguirà presto la pioggia. L'ultimo a scendere in campo per sentenziare che “neppure friulano e sardo sono lingue” è un docente di linguistica generale all'università Roma Tre, tale Raffaele Simone. In una intervista con Venerdì di La Repubblica dice, fra altre sciocchezze: "Lo status di lingua concesso ad alcuni dialetti come il sardo o il friulano è di natura puramente strategica. Per evitare attriti, è stato conferito a comunità fortemente consapevoli di sè, autonome e dotate di dialetti diversi quanto basta a convincerle che le loro siano lingue. Ma in Italia c'è una sola lingua, l'italiano. Diverso è il caso dell'albanese e del tedesco: sono due lingue minoritarie".
Della stupidata è responsabile il solo glottofago? Certo, ma la sua scienza ha contagiato anche il settimanale di La Repubblica la cui redazione scrive in una didascalia: “Scritta murale in dialetto in un paese della Sardegna”. Simone non è nuovo alle baggianate. A un esterrefatto Corrado Augias, anche egli di La Repubblica, che non vuol credere si possano impiegare anche fondi comunitari per la difesa “dei dialetti”, il Nostro disse che: “un dialettofono è penalizzato, avrà bisogno di un terzo passaggio mentale prima d' arrivare a una lingua straniera”. E sempre sullo stesso quotidiano, il 25 agosto, scrisse: “Il dialetto "stretto" lo usa solo la gente su cui la scuola è passata senza fare né caldo e né freddo: analfabeti o semianalfabeti, emarginati, incorreggibili somari e isolati di varia natura”. Verrebbe da dire che non è con Simone che bisogna prendersela, ma con chi gli paga lo stipendio di docente universitario.
Che fai? Ti metti a polemizzare con uno così? Dirgli per esempio che il sardo fu per cinque secoli lingua di stato e che fu poi coufficiale con lo spagnolo? Che nell'elenco delle “lingue minoritarie”, secondo la balzana idea che ne ha, ha dimenticato il francese della Valle d'Aosta e il catalano di Alghero? Che sta sfiorando una eversiva (e incolta) delegittimazione della Costituzione italiana e una separatista pulsione antieuropea? E perché poi, per sprecare ranno e sapone?
Il problema è, tuttavia, più serio di quanto possano raccontare le facezie del nostro glottofago. L'attacco sferrato contro i “dialetti” (destinati ad essere spazzati via dalla storia come pronosticava Engels e dopo di lui giù giù fino a Mussolini ed oltre) parte dal contrasto all'idea della Lega in cui si trovano unito tutto il giacobinismo politico di destra e di sinistra e di centro. Di questo si è fatta portavoce una parte importante della stampa, anche qui di destra e di sinistra. Ha cominciato L'Espresso, ha continuato Il Corriere della Sera, poi Libero ed adesso La Repubblica. Articoli in cui non si indaga sulle cose, ma si scagliano incolti e spesso stupidi anatema per dimostrare un teorema precostituito e funzionale alla politica di riferimento.
Sono semplicemente dei ragli, rimproverano alcuni amici che preferirebbero lasciar correre. Non sono d'accordo: milioni di lettori, non tenuti a sapere di linguistica e glottologia, sono influenzati senza poter conoscere altre campane se non queste. E non bastano i richiami di Tullio De Mauro a non cadere nella trappola di una ideologia paranazista. Anche perché mentre le articolesse dei giornali sono in grado di rivolgersi alla pancia dei lettori, De Mauro tende a far ragionare. Il giornalismo scandalistico ha più successo di quello informativo, è risaputo.
Adesso sta anche a noi, a chi stima la lingua sarda (e quindi tutte le lingue sempre più minorizzate), muoverci per far in modo che la campagna mediatica e l'insensibilità della politica non si saldino per fare disastri. Anche scrivendo su questo blog e non dando per scontato che la cultura e la ragione abbiano la vittoria in tasca. Per dire: quanto della campagna contraria alle diversità linguistiche sta inducendo alla tiepidezza il governo sardo nei confronti degli impegni presi in campagna elettorale? E quanto sta condizionando lo stesso Partito sardo che sulle questioni della lingua sarda tace e non agisce?
Portu ananti su "cenàbara" venerdì de Rupubblica, cun is sciollòrius de cussu pseudo-linguista de Raffaele Simone. Pensu chi una lìtera che cussa chi at scritu fostei iat a tocai a dda mandai a sa redatzioni de su giornali (email segreteria_venerdi@repubblica.it). Candu unu no ndi scit est meda mellus chi si citat. Potzu sceti provai a immaginai cantu studentis at ai arruinau unu diaici. Iat a tocai a ddu denuntziai.
RispondiEliminaPàulu Pisu
Si sin permetûts di doprâ un toc dal so intervent intal nestri blog.
RispondiEliminaCi siamo permessi di utilizzare una parte del suo intervento nel nostro blog.
com482.blogspot.com/2009/10/in-italie-al-e-puest-dome-pal-talian.html
Grazie.
Zente metzana non de mancat. At prenu fintzas sas universidades.
RispondiEliminaDia esser bellu a nd'ischire de prus de custu Simone Raffaele e poite narat custas cosas. A mimi no ispantat po nudda chi giornales diasi si dda pighent cun su friulanu e su sardu. Difattis non ddos comporo, ddos lezo solu si capitat. Como mi tocat de consizzare a sos giovanos chi cherent istudiare fora de si allonghiare meda de sos campiones che i custu. Si essint de Sardigna dia esser menzus a sicch'andare fora de s'Italia a istudiare sos fizos nostros, o a su massimu a Trieste o a Treviso, o a Trento, in domo de friulanos, venetos, altoatesinos e ladinos, inue isco chi s'imparant bene sas limbas e non solu. Costa de prus istudiare a Roma chi non a Parigi e su viaggiu no est caru che a prima. In Franza sos istudiantes, fintzas sos de fora, ddos azuant. In donnia modu chie este custu linguista e poite si presentat in custa manera? Sos parlamentares nostros e sos de sos friulanos e atteros puru non podent intervennere in cracchi modu?
Ognuno è libero di dissentire, ci mancherebbe altro. Ma insomma, Raffaele Simone meriterebbe un po' più di rispetto, specie da parte di chi di linguistica non capisce un granché. Guardare qui:
RispondiEliminahttp://host.uniroma3.it/DIPARTIMENTI/LINGUISTICA/doc_simone.html
Batsumaru
p.s.: SImone è allievo di De Mauro.
p.s.2: glottologia e linguistica sono sinonimi.
Il link non si vedeva:
RispondiEliminahttp://host.uniroma3.it/DIPARTIMENTI/LINGUISTICA/
doc_simone.html
@ Batsumaru
RispondiEliminaSimone ha tutto il mio rispetto come essere umano. Le sue tesi strampalate no. Si rilegga quanto dice dei dialetti come linguaggi degli analfabeti e degli incolti e mi dica se questa è scienza.
Simone sarà anche stato allievo di De Mauro, ma penso che De Mauro non vorrebbe che qualcuno glielo ricordasse. Come diceva il mio professore di greco ad una mia compagna di classe: "Per favore non vada in giro dicendo che ha studiato con me".
Glottologia e linguistica non sono sinonimi. Le lascio il piacere di scoprire da solo di che cosa si occupa l'una e di che cosa si occupa l'altra, a parte il fatto, naturalmente, che entrambe si interessano di lingua.
Secondo me questa è chiaramente una manovra che ha tre obiettivi. 1) Contrastare i progetti della Lega Nord 2) Minare la legge 482 3) Togliere autonomia a quelle regioni a statuto speciale, che basano questa loro autonomia sulla presenza nel proprio territorio di minoranze linguistiche.
RispondiEliminaQuesta manovra che lei bene definisce giacobina, fonda le sue speranze di successo nell'ignoranza e nell'incompetenza dei giornalisti, degli intellettuali, e dei politici. Esistono però dei documenti che possono contrastare tale manovra, ed è nostro dovere farli circolare e conoscere. Io so che il parlamento della Repubblica,nell'accingersi alla discussione della legge 482, comissionò ai linguisti Tullio De Mauro, G.B.Pellegrini e al giurista Pizzorusso uno studio per sapere quali parlate, oltre a quelle già tutelate, meritassero la qualifica di minoranze linguistiche storiche. Ed è proprio in base a questo studio che venne redatta la lista delle minoranze linguistiche storiche nominate dalla 482. A dire il vero si era proposto di tutelare anche le popolazioni Rom e Sinti, ma la tutela non venne loro concessa per l'opposizione delle destre, in quanto popolazioni non stanziali. Questo documento potrebbe essere una valida risposta ai tagliatori di lingue. Io so anche che recentemente erano stati presi degli accordi tra i dirigenti delle nostre due regioni per chiedere un aumento dei fondi a disposizione della 482. Lei ne sa qualcosa?
Mandi
Sarebbe ora che i sardi decidessero finalmente di far fronte contro insulti come questo. Potrebbero rifiutarsi di contribuire al finanziamento pubblico di certi giornalacci che li insultano. La libertà di stampa non si deve tradurre in licenza di insultare il popolo sardo.
RispondiEliminaSono io che non tolgo a lei, signor Pintore, il piacere di leggersi la definizione che di "glottologia" dà lo Zingarelli o uno studioso glorioso come Carlo Tagliavini nella sua "Introduzione alla glottologia", a p. 1.
RispondiEliminaIn ogni caso, il punto è che lei dice agli altri di non lanciare invettive, ma lei che fa? Parla di "stronzate", "stupidate", "ideologie paranaziste" e se la prende con chi paga lo stipendio al prof. Simone. Non le sorge il dubbio che rivolte a lei queste cose non piacerebbero? Che ne dice se giro questo post alla mail del prof. Simone, così magari chiede un risarcimento danni per l'offesa alla sua immagine di studioso di fama internazionale?
Piano con le parole, a freno la lingua verso che non la pensa come lei.
Batsumaru
Non cascate nella provocazione di Raffaele Simone!
RispondiEliminaCosa ha detto? Tra lingue e dialetti non ci sono differenze, ma SOLO L'ITALIANO è una lingua-oltre alle altre lingue statali: tedesco e albanese.
Il suo è soltanto un rozzo attacco politico alla democrazia linguistica.
In nome dell'idolatria dello stato, unico ente supremo da adorare anche attraverso la sua lingua: quella che lui chiama "lingua nazionale".
Il suo è il discorso di un uomo di potere che nega la dignità dei deboli in nome della sua forza.
Come ha già fatto notarwe ZF l'unica risposta possibile a questa violenza è una risposta politica.
Tutte le altre menate sulla dignità del sardo come lingua, DERIVANTE DALLA SUA STORIA, non servono a niente.
Il punto è poprio dove lo mette Roberto Bolognesi: quella della lingua è una questione maledettamente politica. E politicamente va risposto a chi utilizza la forza della stampa, comunque dispoata, per disinformare e misinformare.
RispondiEliminaL'invettiva, quindi non è contro tesi contrarie (benvenute se arricchiscono) ma contro chi offende i sardo-friulani parlanti e, perché no?, i lombardo parlanti dicendo che sono analfabeti e incolti. Questa non è una tesi, è una stronzata.
E se qualcuno vuol girare all'autore queste o altre considerazioni non fa che bene: se non altro segnaleranno che fra Tullio De Mauro (che usa la "metafora" del nazista pazzoide per descrivere certi comportamenti) e un suo allievo, c'è chi continua a scegliere De Mauro.
il venerdi di republicca foglio radical chic giacobbino del gruppo debenedetti che a fatto soldi con copertine e publicita sexy in prima pagina vuole fare la morale ai sardi e friulanni ma cuesti qua che proibiscano 5 minuti di lingue minoritarie a la rai perche si deveono ocupare di gossip del premier sono indietro di 40 anni della catalunya fcsisti rossi glamour
RispondiEliminaci vuole una manifestazione bi- partizaan a cagliari sassari e udine per denunciare l emarginazione delle lingue minoritarie in italia danno soldi solo ai paesi vicini che anno minorita in italia vedi val d aosta trentino e provincia di bolzano tutte con telegiornali inlingua di gran ascolto 2 come mai i media stranieri amici di sexpublicca e sexpresso non se ne ocuppano piu che liberta di stampa ci manca la liberta linguistica
RispondiEliminanon ne posso piu di questa intellingnzia i sardi e i friulanni sonno dei burrini per loro , ma gli portiamo in citta la loro alimentazione BIO a cuei fighetti con la repubblicca sotto il braccio un po piu di rispetto per i contadini travaglini da strapazzo
RispondiEliminaCreo deo puru chi s'arrespusta a custu Simone e a sos che a issu depet esse politica. Po custa zente Limba est solu cussa chi jughet in dasegus unu Istadu, una Burocrazia e unu Esercito. Nois Sardos tenimos de atuare in duas maneras:
RispondiElimina1. Elezire unu Sardu istandard e lu battire pius a prestu in sas iscolas e in sos ofizios.
2. Gherrare tot'impare pro s'Indipendentzia Natzionale de Sardigna e pro sa Repubrica Sarda. Pro custu servit unu Partidu Natzionale Sardu a parte de sos partidos italianos.
dunque per la stampa sinistroide giacobina se pasolini scrive un libro in friulanno e superculturale e meritevole se lo fa uno qualunque che non e stato sdoganato da loro e un poveraccio retrogrado un occitano a proposito la manifestazione pro de le lingue minoritarie anche Cuneo e Torino dovrebero partecipare
RispondiEliminaaahahahahah veraamente cuessta e bella loro i specialisti in animali estinti per la salvezza del ultimo inuit eskimo o sioux sul pianetta terra li fa scchiffo le minoranze --bianche-- a l interno de la republica italianna
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