di Francu Pilloni
Caro ZFP,
appena archivierai le elezioni europee, ti chiedo, se possibile, di dare spazio al contributo su antiche scritture sarde che potrebbero venire da due oggetti che un lettore di Paraulas ha recapitato alla redazione, con richiesta di pubblicizzarli e di interpretarli.
Va da sé che la “lettura”, in tutti i sensi, è fuori dalla mia portata, mentre tramite tuo posso certamente pubblicizzarli in fretta. Ti assicuro che ne ho informato la Sopraintendenza, visto che sono in mio possesso, per l’evenienza non solo che i ciondoli siano reperti autentici, ma che rivestano un certo valore scientifico.
Che sia un ciondolino mi sento di dirlo per il primo oggetto, che ho fotografato su carta centimetrata così da rendere immediatamente significative le dimensioni reali. In effetti l’oggetto è di forma approssimativamente rettangolare, piuttosto piatto sulle due parti, angoli smussati, un foro che dovrebbe indicare la parte alta, se appunto era appeso con una cordicella. Vi si notano tre righe di segni che a prima vista mi sono sembrati simili ma che, a ben guardali, sono diversi quanto a collegamento fra di essi.
Segni che sono forse individuabili anche nello schema che hai presentato tu stesso qualche giorno fa, ma che io non m’arrischio a “leggere”, anche perché non so se devo andare da sn a ds, o al contrario, o magari dall’alto in basso, anche se mi sembrerebbe immotivato a prima vista, poiché i segni sembrano incolonnati in orizzontale, rispetto al foro.
Il ciondolino fu trovato una trentina d’anni or sono, in un terreno arato vicino a un fiume nel territorio di San Vero Milis.
Il secondo oggetto, che a me pare anche questo un ciondolo perché c’è traccia di un foro destra-sinistra nel collo di quella che sembra essere la testa di una vipera (foro che ha funzionato come punto di rottura della pietra), delle dimensioni approssimative che si ricavano dalla foto, presenta una parte bombata, sottilmente rigata a formare come delle scagliette che rimandano immediatamente alla testa di un rettile che, se appesa al collo, restava a testa in giù. Nella parte ventrale, che è piatta e levigata, presenta un incisione verticale che la divide in due parti e una serie di incisioni a destra e a sinistra, che fanno pensare a lettere di un qualche alfabeto antico, anche perché, almeno una di queste (quella specie di F con tre o quattro trattini orizzontali) è rappresentata nello schema di cui ho parlato prima. Superfluo dire che l’oggetto è intrigante, e per il simbolo rappresentato (la vipera) che non è mai stato neutro presso nessuna popolazione, e per le “lettere” incise, che non saprei se prenderle dall’alto in basso o in quale altra direzione possibile. Anzi, come per il sigillo di Su Pallosu, per quanto ne capisco, potrebbero essere anche in negativo.
L’oggettino fu acquistato per poche migliaia di lire svariati anni fa al mercatino del Bastione a Cagliari, presso un banchetto di anticaglie assortite, dallo stesso lettore che me lo ha consegnato.
Sono certo che tra i frequentatori del blog ci sono appassionati e studiosi che saranno incuriositi almeno quanto me, ma che sapranno dire qualcosa di più di quanto io non sia riuscito a fare. Anche per soddisfare la curiosità del lettore della nostra rivista, che ci ha messo a disposizione oggetti che custodiva da decenni.
Immagino che quando parli di schema, ti riferisca a quello compilato dal prof. Sanna per questo blog. [zfp]
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RispondiEliminaSopporta Franco, sopporta, è la legge brutta (e bella perchè umana, molto 'umana') del Blog. Non si possono avere solo dei vantaggi e pensare che tutti ti siano amici.Ma stai tranquillo perchè i tuoi documenti sono autentici e confermano le tue acute osservazioni. Questo, naturalmente, per me. Nel frattempo vediamo se mi sbaglio e qualcuno si farà avanti e argomenterà ... Almeno fosse! Io, sta sicuro, interverrò sul primo documento e lo farò e presto. Comunque,la partita sulla scrittura nuragica è stata chiusa da un pezzo. Lo si è capito bene, l'ho scritto più volte, e non ci sarebbe bisogno di ripeterlo, dopo tutti i documenti (ho perso proprio il conto: il tuo è il quarantaduesimo o il quarantacinquesimo?)che sono stati rinvenuti tra la fine dello scorso anno e la metà del presente. Documenti, tra l'altro, che io non presento più, date le montanti becere insinuazioni, a meno che non siano stati pubblicati da altri come quello di Feurreddu di Siapiccia. Ha ragione Gianfranco Pintore quando scrive che c'è una sconfitta secca(e terribile) di una certa scienza. Soprattutto di quella che nega ad oltranza e, piena di livore, sguinzaglia i cretini (che sono sempre i soliti, per loro ignominia , in tutti i forum e in tutti i blog). Oggi la sconfitta non la si vuole proprio ammettere? Lo si farà domani, dopodomani, un giorno che non sappiamo. Anche questo l'ho detto e l'ho scritto. Sopporta sopporta, soprattutto tu che hai voluto gli anonimi. Ben ti sta. Anche se ti riferivi, evidentemente, a ben altri anonimi...
RispondiEliminaI tuoi documenti, soprattutto, il primo, faranno già meditare un po' gli assertori del decorativismo cosiddetto a zig-zag. Stanne sicuro, chè non sono fessi e anche se respingomo la posta di Gianfranco Pintore e fanno finta di nulla sono aggiornatissimi. I 'fregi' di Har Karkom sono troppo noti perchè qualcuno possa fare spallucce o tanto meno lo spiritoso. Soprattutto tra gli archeologi giovani che sanno che cosa è l'epigrafia semitica e sono in cuor loro incazzati come draghi per i dilettantismo (a dir poco) di chi la scienza archeologica pretende di rappresentare ad alti livelli.
Vuoi proprio che si risponda al buon tempone 'scimprottu' che frequenta i mercatini? Non sa proprio nulla della barchetta fittile nuragica scritta? Quella che lui, esperto com'è, direbbe comprata a 1 Euro al mercatino di Nuoro? Poverina, è dieci anni che piagnucola perchè la si tiene chiusa nel cassetto di un ben preciso museo. L'ho vista io e l'ho esaminata come l'hanno vista ed esaminata decine e decine di persone. Ho lasciato, per prudenza, anche la mia firma sulla presa visione. In tanti sono ad avere le fotografie anche dei più piccoli particolari. Se si facesse sparire sarebbe un bello scandalo. Ma ora non si può e lì deve restare la barchetta scritta, altrimenti interviene la Procura. Non è questa una mia minaccia, ma di tanti che sanno. Sai, tra l'altro, cosa ha detto un'archeologa autorevole quando è stata acquisita come reperto autentico del museo? Bisognerebbe farla vedere a un epigrafista perchè ci sono chiari segni di scrittura.
Mi chiederai, caro Franco:'perchè' allora non la pubblichi tu la barchetta del mercatino venduta ad 1 euro?' No. Proprio no, per ora. Mio caro io so anche attendere e sto a vedere solo quale limite di ipocrisia si toccherà con questo manufatto tenuto nascosto, quanto tempo ancora si aspetterà a dire quello che onestamente si deve dire. Io per ora mi limito a contare gli anni, mica i mesi, dello scandalo. Come conto gli anni ( 15 o venti?)da quando del coccio nuragico con segni cuneiformi di cui parlano Zucca e Pettinato non si sa proprio nulla.
Se la barchetta in questione è quella del museo di Villanovafranca la conosco bene. L'ho recentemente postata in un altro forum lasciando di stucco alcuni lettori.
RispondiEliminaSe volete posso tentare di cercare l'immagine e la invio al Dott. Pintore che se lo riterrà opportuno potrà inserirla nel blog.
No, caro Pierluigi, non sta a Villanovafranca. Qui è stato trovato il coccio fantasma con i caratteri cuneiformi di cui parla il prof. Pettinato. E' quest'ultimo che lo asserisce, lo ribadisce. Così come lo asserì e lo confermò, ormai un decennio fa, il prof.Zucca, allora dott. Zucca. La barchetta sta in un altro museo. Notissimo. Fatelo dire dallo pseudoaristotele al quale nulla sfugge sull'archeologia passata, presente e futura (forse lo ha persino confidato, per riconoscenza, al cavalier servente, precursore del 'criticismo' coproballico di questo blog). Ti puoi rivolgere se vuoi anche all'Usai così ti spiega bene cosa sono quei segni 'romani', sicuramente falsi, 'a priori' falsi, per famosa metodologia accademica pseudoaristotelica. Puoi essere informato da non pochi altri. Vedi tu, scegli chi vuoi.
RispondiEliminaIo comunque, che si pronuncino o non, ne parlerò in Oristano alla fine del mio Corso, forse con una lezione - per così dire - straordinaria o 'speciale'. Aperta a tutti, non solo ai corsisti.
Grazie per l'invito, cercherò di esserci. Mi spiace non aver partecipato alle altre lezioni, me ne hanno parlato molto bene gli amici del GRS con i quali collaboro. Purtroppo uso l'auto mal volentieri e sobbarcarmi la tratta Cagliari-Oristano sotto il sole non fa più parte delle mie risorse fisiche. Vorrei comunque sottoporti un quesito che non mi fa dormire tranquillo ultimamente: ho scoperto che i cananei utilizzarono per secoli la scrittura cuneiforme. Di punto in bianco intorno al 1150 a.C. utilizzano il fenicio arcaico! Cosa è successo?
RispondiEliminaPotremo parlare di una nuova etnia forte che si è mescolata con questo popolo condizionandone usi e costumi?
Perché, pur se le testimonianze archeologiche fanno supporre un'altra storia, nella Bibbia si parla di Giosuè in armi che sconfigge i cananei e si insedia in quelle terre?
La mia idea è che un popolo alla ricerca di nuove terre (non quello di Giosuè) si insediò nelle terre fra le città Stato nei dintorni di Dor, o sul Monte Carmelo o ancora più su (per evitare conflitti con gli Tzekker o con i Peleset) e prese il posto dei poveri cananei ormai ridotti alla fame dal brutto secolo che trascorsero. Da quel popolo fiorì la civiltà fenicia...ed ecco spiegato il cambio di scrittura. Troppo ardito?
Caro Pierluigi, devo deluderti. Tu sai bene cosa vuol dire parlare, in territorio siriano, libanese e palestinese (per usare la geografia moderna) di assetto politico in un periodo come quello degli ultimi secoli che precedono l'anno Mille a.C. Tutto è intricatissimo e le fonti (compresa la Bibbia) tendono ancor più a incasinare quel tutto. Non ci capiscono una mazza gli storici di professione ( e qui non sto, come lo pseudoaristotele, a snocciolarti la bibliografia, anche perchè suppongo che molto di essa conosci), quelli grandissimi, figurati il sottoscritto che non ne sa un accidente se non che Ugarit venne distrutta dai cosiddetti 'Popoli del Mare' all'incirca nel 1200 a.C. Io mi interesso di paleografia e compulso ogni tanto il Baldacci o Fronzaroli e qualche altro, per i motivi che sai, come posso e quando posso; e posso solo dirti, anche per via della illuminante documentazione nuragica, che il fenicio arcaico o protocananeo, erede diretto del protosinaitico, è precedente oppure contemporaneo al sistema consonantico (ma anche vocalico)cuneiforme ugaritico. Del resto anche Garbini fa notare la difficoltà di capire bene come sono andate le cose. Anche il super-esperto Florian Coulmas, recentemente nella sua Enciclopedia sui 'Sistemi di scrittura'(2006) non va oltre quello che si sa dal 1949 (pensa un po'!). Potresti avere anche ragione tu ad opporti alla 'storia' biblica. Del resto non è la prima volta che mente perchè anche allora tra scribi, profeti e sacerdoti di El- Baal - Yhwh ci si sbudellava per qualche cosciotto in più. Ma come fai a dimostrarlo? Ma, ripeto, io non so niente di storia, come non so niente di archeologia. Me ne servo per quel tanto che mi è sufficiente per cercare di capire i nostri 'fenomeni' storici che, derivati come sono in gran parte dai forestieri, rendono la comprensione ancora più difficile. Quello che pare certo è che qui in Sardegna molto prima dell'anno Mille si affaccia la figura di un Dio potentissimo ed 'internazionale' ( qui sta forse lo scandalo)come IAHW o Yahweh come preferisci chiamarlo. Guardati la coppa di Lachish e confronta quei segni pittografici di arieti, di alberelli e quelli lineari. Guardati ora quelli dello Yahw sardo. Per ora prendiamo atto di queste perfette corrispondenze, prendiamo atto della presenza della divinità unica, gelosa e oggetto di culto in tutta l'Isola a partire dalla costruzione dei nuraghi solari. Vai a Iloi a Sedilo il giorno 21: chè Mauro Zedda non è un chiacchierone. Anche la coincidenza architettonica -astronomica è un 'documento' oggettivo, affidabilissimo. Sai perchè? Perchè invece che a Iloi potresti andare al Nuraghe Maringianu di Uras o dove tu vuoi per tale documentazione.
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RispondiEliminaC'è uno scioccherello che fingendosi il professore Sauren, in un italo-tedesco semidemenziale, si diverte a scrivere imbecillità. Altri anonimi non sono da meno, ma almeno non coinvolgono alcuno. Dice che la mia censura è simil nazista. Pazienza.
RispondiEliminaNeppure le sue scempiaggini faranno modificare il carattere libero di questo blog. Solo mi farà lavorare di più per cancellarle
Era ora, non se ne può più. Soprattutto quei due cretini che fingono di essere un epigrafista e uno storico. Dovrebbero smetterla di dire tutte quelle michiate.
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RispondiEliminaAnonimo, ridanciano e incomprensibile, ma non coinvolge incolpevoli collaboratori di questo blog. Solo per questo, trova pubblicato il post che, immagino, avrà fatto sghignazzare gli amici del suo club.
RispondiEliminaCaro Gianfranco, ti devi decidere. Una merdata attira l'altra, all'infinito, e naturalmente chi ci rimette è chi veramente vuol collaborare. Anzi sospetto che il ping -pong (ovvero merda -merda) sia non poche volte azionato da uno solo.O si risponde in maniera urbana e si entra in argomento oppure il post è cassato. Non lo capisci che ora sei tu e solo tu il bersaglio? E' la libertà del tuo 'giornalismo' in internet. Che ha un limite naturale. Qui non ti si chiede di capitolare (su che cosa poi!) ma di fare una cosa che qualsiasi fesso farebbe. D'altronde avevi già minacciato gli anonimi: quelli che potrebbero anche restare anonimi ( e quale norma lo impedisce?) ma con un minimo di rispetto di regole universalmente accettate. Invece non sei stato di parola. Un' ultima merdata e io me ne vado. E non credere che io sia il solo.
RispondiEliminaIl fatto è che io non sono un "fesso qualunque", ma al massimo un "fesso volteiriano". Ma nella sostanza hai ragione. Pur con scontri anche molto aspri (a volte inutilmente aspri), in questo blog c'è sempre stata una qualche autorevolezza che da qualche mese a questa parte è messa in gioco da chi lo ha scambiato per una gaddaromachia (grazie per il prestito).
RispondiEliminaIn fondo, l'ultimo anonimo, mi chiede davvero di capitolare. Su che cosa? Ma è chiaro: sull'idea che un blog potesse essere un libero campo di discussione, a cui accedere senza passare attraverso il meccanismo della mia approvazione di un commento per la sua pubblicazione. La guerra per merde lanciate, però, non può continuare. E, assicuro te e i lanciatori di parole e concetti, non continuerà. Anche se vivrò questo come una sconfitta.
La storia dei sardi passa attraverso la civiltà nuragica e qualche personaggio che perde tempo a disturbare non sarà certo un ostacolo al confronto fra lettori interessati all'argomento. Per esperienza personale consiglio di non rispondere alle provocazioni e quanto prima bannarle. I disturbatori dei forum sono sempre gli stessi: non hanno argomenti validi e si appoggiano agli scritti degli altri solo per polemizzare. lasciamoli perdere e "tiriamo avanti". Si avvitano su se stessi e, privi di appigli, si appassionano ad altri lidi nei quali ricominciano con le provocazioni e gli insulti.
RispondiEliminaCaro Pierluigi, due pecisazioni.La prima (la mia): forse ti è sfuggito che io non tengo le lezioni d'Estate. Dopo le prime tre, iniziate e concluse im Maggio, si riprenderà il primo di Ottobre (giovedì)con altre nove lezioni che si terranno sempre di giovedì. Quindi ci sarà più fresco (almeno speriamo), nel caso avessi intenzione di venire qualche volta ad Oristano (così potremmo conoscerci meglio).
RispondiEliminaLa seconda (la tua): mi potresti parlare della barchetta di Villanovafranca scendendo nei particolari? Perchè hai 'lasciato di stucco' coloro che l'anno vista postata?
Per due motivi: il primo riguarda il materiale di fabbricazione, nel senso che ricordavano le navicelle in bronzo e non conoscevano le circa 2000 in terracotta scavate da Ugas a Su Mulinu; il secondo perché pensavano fossero completamente lisce, ignorando il gusto dei nuragici per le decorazioni.
RispondiEliminaI disegni sono a zig-zag e cerchietti, incisi ovviamente. La datazione di Ugas le pone intorno al XI a.C. quindi almeno due secoli più antiche delle bronzee.
Francu Pilloni scrive:
RispondiEliminaDevo una precisazione, per quanto riguarda il luogo del ritrovamento del ciondolino: non è San Vero Milis, ma Solarussa.
Chiedo scusa.
Francu
Propongo una mia interpretazione. Per la prima,
RispondiEliminadirei con assoluta certezza con alfabetari runici. Testo: a.gli.e.gli.e a.gli.e.gli.es sunr. Traduzione: Aglieglie figlio di Aglieglie.
Una traducibilità di questo tipo, naturalmente, implica un orizzonte culturale molto più recente di quello ipotizzato in questo blog.
Giovannangelo Biancardi