Lo spostamento del G8 da La Maddalena a L’Aquila (scippo è parola grossa, viste le motivazioni non banali, ma vada per scippo) ha suscitato in Sardegna una ondata di critiche e proteste bipartisan non consuete nel ceto politico sardo. Di regola, a sinistra si protesta contro il governo italiano di destra, la destra fa lo stesso, quando il governo è di sinistra. Pronti, l’uno e l’altro schieramento, a trovare una qualche giustificazione al “governo amico”.
Questa volta no. Basta leggere, possibilmente senza preconcetti, le prese di posizione da una parte e dall’altra, per rendersene conto. Si vedrà come il centro sinistra sardo ha dissentito dalla decisione di quello italiano di appoggiare la decisione del governo Berlusconi, come il Partito sardo (per altro contrario al G8) abbia contestato il senso colonialista dello spostamento, come il centro destra abbia criticato, anche con parole inconsuetamente dure, l’operato del governo. Purtroppo, nei commenti dei frequentatori di blog e di Facebook, hanno prevalso paradigmi ideologici (i politici sardi sono antropologicamente succubi) e stereotipi talmente radicati da non ammettere dimostrazioni del contrario.
Il problema è che per criticare con cognizione di causa, bisogna passare attraverso le noiose fatiche della conoscenza delle cose e, per esempio, attraverso la lettura dei documenti che, pare di capire, non sono comunque in grado di incrinare certezze più simili a verità rivelate che ad acquisizioni critiche. Ed è un peccato, perché così si perde la consapevolezza che qualcosa di importante è successo nella politica sarda, in cui un sentimento nazionale ha prevalso sull’appartenenza a schieramenti.
Dal centro sinistra al centro destra al sardismo non isterico e al nazionalismo le reazioni sono state diverse da quelle che normalmente ci si dovrebbe aspettare. Dal centro destra è venuta l’indicazione di denunciare la incostituzionalità del provvedimento governativo: quando nel consiglio dei ministri si discute di qualcosa che riguarda la Sardegna, deve essere presente il presidente della Regione e così non è stato. Dal centro sinistra è venuta una presa di distanza dall’apprezzamento venuto dal segretario del Pd e da quello della Cgil. Dal Psd’az, alleato del Pdl, è venuta prima una condanna del G8 in quanto tale e poi l’accusa di centralismo rivolta al governo di Roma. I no global sardi di Sardigna natzione hanno duramente polemizzato contro i no global italiani, pronti a fare della Sardegna un campo di Marte per battaglie che con la Sardegna e le nazioni senza stato hanno nulla a che fare.
Ciascuno secondo il proprio ruolo, dalla Sardegna è venuta una voce unica: va bene la solidarietà con l’Abruzzo, ma così com’è la decisione del governo non ci piace. Non so e credo non sapremo mai se un atteggiamento più remissivo dei ceti politici sardi avrebbe avuto lo stesso risultato che si è avuto, almeno negli impegni del governo italiano. I lavori in corso alla Maddalena continueranno, la strada Olbia-Sassari si farà, le strutture realizzate serviranno per futuri incontri internazionali.
Personalmente, se a qualcuno dovesse interessare, ho sempre considerato il G8 come un evento irrilevante, che si faccia sotto casa o nel corno grande della forca, con un occhio di riguardo se mai dovesse portare benefici alla Sardegna. Come alla fine dei conti forse succederà, indipendentemente dal fatto che Obama, Sarkosy e compagni alberghino alla Maddalena o all’Aquila. Resta l’insopportabile alterigia dello Stato nei confronti della Sardegna. Dico Stato e non Governo perché quasi tutto deriva dal non risolto rapporto fra l’Italia e la Sardegna.
Berlusconi ha spostato il G8, Prodi ha bocciato una legge sarda che parlava della sovranità del popolo sardo, Ciampi ha respinto una legge sulla lingua sarda, De Mita ha impedito la celebrazione del referendum popolare sulla base Usa di Santo Stefano. In questi ultimi casi, il ceto politico si è diviso fra i favorevoli al governo amico e gli oppositori al governo nemico. Questa volta, la protesta è stata corale. Forse è il segno che una campagna elettorale all’insegna della sardità ha lasciato qualche segno. Comunque sia, io preferisco vivere in una società in cui il cento politico se non amico non mi sia nemico, piuttosto che in una in cui so preconcettualmente come si comporterà lo schieramento tale e il suo opposto.
Piuttosto che irridere alle reazioni del nemico, preferisco capire se il mio avversario politico, per una volta, è in sintonia con me di fronte a scelte che tutti ci coinvolgono. Del resto, una società davvero autonoma e autogovernantesi, questi presupposti dovrebbe avere.
Nella foto: l'ex ospedale militare della Maddalena
Bellissime considerazioni. Speriamo che questa tendenza continui e sfoci in un vero autogoverno della Sardegna, anche entro un quadro ri riforma costituzionale all'insegna del federalismo.
RispondiEliminaFortza Paris tribù di tori seduti dalla penne multicolori! C'è ormai una convergenza sul 'sardismo' o sulla 'sardità' come qualcuno, con penne più sbiadite, preferisce ancora chiamarla. Per quanto mi riguarda ho una ferrea tessera intertribale e guardo con occhio fraterno e di simpatia tutte le penne. Metterei però nel dovuto calcolo una certa ipocrisia e il diffuso ruffianesimo di alcuni dirigenti, presunti 'saggi' di alcuni nostri 'populos'. Bene Zuà, la tua analisi (che stempera, ma solo in parte, un certo mio sconforto)conferma quanto avevi intuito e detto dopo il voto delle ultime elezioni. Fosse che fosse la volta buona!
RispondiEliminaIl segreto, o Zizi, sta nel nutrire sempre una sardesca diffidenza e, contemporaneamente, non pretendere di giudicare gli uomini dal colore delle mutande.
RispondiEliminaAnch'io condivido l'analisi di Zua', che supera l'atteggiamento lamentoso per il torto subito e valuta freddamente la situazione e prepara la risposta politica. Non serve a nulla oggi parlare di colonialismo, se non a farci del male. Occorre invece pretendere i rispetto delle promesse, a iniziare dalla Sassari-Olbia a quattro corsie. Occorre poi dire all'Europa e al mondo che i governi italiani non ci garantiscono una rappresentanza europea, che il centralismo italiano ci limita e ci soffoca.
RispondiEliminaTra i vantaggi dello spostamento del G8 c'è che i noglobal possono andare a fc fuori dai nostri confini. Pur non aderendo a SNI, l'idea di veder SNI al loro fianco mi disturbava parecchio.
Francu Pilloni scrive:
RispondiEliminaCaro GFP,
come al solito l'analisi che hai fatto della situazione è lucidissima e, in fin dei conti, l'unanime protesta o risentimento dei politici sardi per il trasferimento del G8 è un passo in avanti verso qualcosa in cui anche Gigi Sanna crede.
Io non riesco però a convincermi dell'una e dell'altra cosa.
Mi spiego: se uno vuol fare una festa a casa mia per amici importanti e a sue spese, a) prepara la casa riparandola; b)pulisce strade e giardino; c)rinnova il mobilio; d)compra piatti e forchette... insomma, fa tutto per bene e poi il pranzo non si fa, che cosa rimane?
Tutto! E di sicuro non c'è bisogno di raccogliere l'immondezza che si sarebbe creata.
Qualcuno ha pensato a quanta immondezza evita la Sardegna, non evadendo più l'ordine acquisito? E non parlo solo di plastica, di bottiglie e lattine o di umido.
Chiedete ai Genovesi che cosa gli è rimasto del G8.
Però ci dobbiamo lamentare anche stavolta, perché ci hanno ferito nell'onore? Bene, facciamolo in coro, un bel ringhio come cani che s'attaccano all'osso e poi...
In bonora s'onori, se il bilancio è comunque positivo.
Così credo che ragionino nel mitico Nordest. Non sarebbe male imparare dagli altri, di tanto in tanto.
Lo so che sbaglio, ma la penso proprio così.
Saluti e buona primavera (senza G8).
Francu
A Francu, mi paret ca custa dda ses isbagliande. Si tue in logu de faeddare de onore faeddas de sovranidade, comente at fattu ZF, asa biére, ca su discursu cambia totu e filat 'eretu.
RispondiEliminaCari Amici,
RispondiEliminaPer comprendere bene cosa significa G8 per la Sardegna bisogna recarsi a La Maddalena. Da ormai 2 anni il termine G8 è entrato nel lessico dei maddalenini, nel loro vivere quotidiano, nelle loro case. Hanno respirato le polveri dei tanti cantieri aperti e sopportato il rumore dei mezzi meccanici in azione 24 su 24.
Condivido la tua analisi Gianfranco: il G8 non è di destra, nè di sinistra e tantomento di centro. E' solo un G8! Una vetrina importante per rilanciare il turismo in una splendida zona che ha già dato tanto in termini di Servitù Militare. E' (anzi era) un modo per riconvertire l'economia locale, di rivitalizzare il tessuto socio-economico della splendida località. Di questo continuo "spot" ne avrebbe chiaramente giovato tutta la Sardegna.
L'averlo scippato (perchè di scippo si deve parlare!) è un fatto grave se visto in questa ottica e non mi sembra che ci siano grosse recriminazioni da parte di Ugu Cappellaciu e amighixeddusu vari, anzi! Parlano di solidarietà, rinfacciando i non lontani rifiuti napoletani accolti da Renato Soru. Si dimenticano però di quell'assalto dal sapore squadrista e fascista, perpetrato a danno dello stesso Soru e dei suoi familiari. Personalmente non dimenticherò mai i volti di chi quell'assalto guidava. A confronto quella dei "Black Block" sembra quasi una barzelletta! Il raffronto tra Genova e La Maddalena non regge. E non regge proprio perchè siamo un'isola e perchè questi manifestanti non sanno ancora volare o attraversare a nuoto il tirreno. Ricordo i tanti temuti holigans durante i mondiali del '90 al Sant'Elia di Cagliari! Tralascio tutte le altre considerazioni per evidenziare quello che interessa ai Sardi del G8: finanziamenti, opere e prenotazioni alberghiere! Quelle iniziate verranno sicuramente completate, dato che trattasi di soldi FAS e coopartecipati dalla Regione Sardegna. Altri finanziamenti verranno dirottati in Abruzzo, vedi la costruzione di oltre 1000 alloggi per gli agenti destinati alla sicurezza. Quello che non si dice è che tanti, ma tantissimi soldini veri, non verranno utilizzati in Sardegna e che la stagione turistica viene messa a dura prova. Per avere la controprova chiedete a tutti gli albergatori ed operatori turistici del luogo! Nei loro discorsi, per certi versi condivisibili, ben poco Sardismo traspare.
Rimane la sensazione che il Popolo Sardo ha preso coscienza (finalmente?) delle grandi prese in giro che a turno ci propinano! Ma nessuno era arrivato in meno di un anno a promettere per poi subito disattendere, 2 seggi per l'Europee, l'Euroallumina, la Olbia-Sassari ed ora il G8. Altro che solidarietà, solo incomprensibili parole gettate al vento! Peccato...per una volta che volevamo inzuppare il biscottino e tenerci tazzina e cucchiaino...
Solo una questione di Economia, anzi in questo caso meglio dire Econo-sua, Econo-loro! Su corpu de aundi...
Saludi e trigu a tottus
Carissimi amici che contestate, insisto. Un conto è lo Stato e i suoi amministratori pro tempore, altro conto è la politica in Sardegna. A Carlo consiglio vivamente la lettura dei documenti di protesta: il suo giudizio sul centro destra non è in discussione, figurarsi, ma senza pregiudizi non potrebbe non apprezzare l'inedita fermezza delle reazioni.
RispondiEliminaE' un bene per il sardismo dalle penne multicolori, se si riesce a vedere, superenado i paraocchi.
Circa l'atteggiamento dello Stato nei confronti della Sardegna, il mio cuore di vecchio nazionalista come sempre sanguina. Lo ha fatto anche quando Prodi ha bocciato sei leggi sarde in 30 mesi (un record), alcune delle quali secondo me infelici, ma nostre. E quando il governo De Mita Craxi ha sbertucciato l'autonomia impedendo il referendum sulla base Usa di Santo Stefano.
Questa volta ha sanguinato un po' di meno perché, contrariamente alle altre volte, la reazione è stata corale. Ricordate, per esempio, che quando bocciarono il referendum sulla base americana protestò solo il Psd'az, il comunista Pier Sandro Scano, il democristiano Ariuccio Carta?
Tutto il resto, con a capofila, Antonello Cabras plaudì dicendo che il governo aveva ragione.
Francu Pilloni scrit:
RispondiEliminaEst seguru, o Atzori, chi deu sballi fueddendi de onori (chi forzis teneus) e no de sovranidadi (chi no teneus de seguru).
Aundi est sa sovranidadi de sa politica sarda candu is listas de is elezionis regionalis ddas hanti cumpiladas a Roma e a Arcore?
Tui chistionas de luxi noba, de mangianu, ma seus ancora a puntu de mesunottis: prus che biri su soli, ddu bisaus.
E in puntu de mesunottis, comenti scis de is contus antigus, donnia pantasima pigat forma. Ma funti vetti pantasimas, illusionis e mancu pias meda.
Custu est su chi mi parrit, mancai sballiendu.
Tenidì a contu.
Francu
spero ti faccia piacere che abbia linkato il tuo post, come spunto al mio ultimo.
RispondiEliminasaluti,
angelo d'amore - napoli -