L’analisi con cui il Pd sta spiegando a se stesso e ai sardi la sua pesante sconfitta è, per così dire, un luogo pubblico, dal momento che i giornali ne danno resoconto. Non ostante ciò, soprattutto chi non lo ha votato, non può non entrarvi in punta di piedi, cercando di capire in che cosa il maggior partito di opposizione è diverso da quel che era, quando governava.
Nella assemblea che si è svolta a Sassari e di cui dà conto La Nuova Sardegna, in mezzo a ragionamenti che riguardano quel partito ce ne sono tre che ci riguardano tutti come cittadini sardi. Cito tra virgolette quanto è scritto: “Quello di Soru viene definito come un “riformismo illuminato, dove il cambiamento viene spiegato e offerto al popolo da una sola persona”; “Agli occhi dei sardi è arrivata una trasformazione dal volto deformato, con tratti eccessivamente identitari: il vellutino come simbolo di appartenenza”; “Il messaggio che arrivava dallo schermo era un “Ci penso io”. Questa è la grande forza del Berlusconismo. Perché la Sardegna doveva essere refrattaria? Perché la ventata di centrodestra qui doveva arrivare meno impetuosa che altrove?”.
Leggi tutto
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.