di Alberto Areddu
Presa com’è dalla decretazione d’urgenza che focalizza tutta l’attenzione sui più efferati fatti di cronaca nera, la pubblica opinione come prevedibile, dopo l’intemerata di Bucarest, e le conseguenti pubblicità indottamente benevole, sta trasferendosi dal più generico slogan del “dagli al romeno/rumeno” al più specifico “dagli al rom”, che può andare bene anche a Bucarest da secoli coll’irrisolto problema dell’integrazione della poco duttile minoranza gitana.
Ma se andiamo a guardare bene i visi degli arrestati, in realtà ci accorgiamo che tra questi ci sono oltre a rom, autentici daco-misi (di filiazione tracia) e molti visi italici, perché la Romania, il cui nome non deriva dalla parola “rom” (in gitano ‘uomo, marito’) bensì da “Roma caput mundi”, quando si chiamava Dacia, fu letteralmente violentata dalle squadracce di Traiano nel 115 d.C. e ripopolata in parte da delinquenti e in parte da mercanti originari del centro Italia, proprio laddove più alto si leva oggi il grido che “se ne devono annà”.
La Romania è forse qui per presentare, a nemesi storica, un qualche conto delle passate efferatezze? Forse, ma fa tuttavia sapere il ministro degli Interni del paese balcanico, che il 40% dei pregiudicati e delinquenti dichiarati del suo paese, ha preso oggi residenza in Italia, e non riesce a spiegarsi il motivo. Ma vuoi vedere che qualcuno ha sparso la voce tra loro che magari esisteva sulla faccia della terra, un paese dove il 50 % del prodotto interno non viene dichiarato al fisco; dove i reati passano in giudicato, perché zeppo di Azzeccagarbugli e incartamenti polverosi; dove le carceri sono piene di vecchi delinquenti (italiani) e preferiscono tenerti fuori; dove c’è un ministroide che salta da una coalizione all’altra (e ora sta al posto giusto) per far uscire quanti più delinquenti dalle patrie galere (chiaro: è cattolico e ha il cuoricino buono); ma soprattutto -sia santificato il signore- dove risiede un loro lontano parente, tale Silviu Berulescu, che come Mitridate per cinque anni si è autoimmunizato da qualsiasi accusa e che veleggia ognor in Sardegna col suo Tigellio personale, votatissimo dai locali che ne apprezzano i comuni valori staturali ?
Sì è stato questo che ha riversato sulle sponde d’Italia migliaia di Rom, di daco-misi, e di oriundi de Roma, per il sapere del loro parente solidale nei principi. “Forse che lui non scopa tutte quelle che trova per strada? allora scopiamoci qualcuna di queste italiane "curve”. Si son detti sacrosantamente i nostri migranti balcanici. E poi benevolmente si son aggiunti: “Ma io cinque anni mica ci voglio stare in Italia, me ne faccio quattro e poi me ne torno”. Brave, sante persone: anche i saldi c’hanno fatto. Loro.
Gentile Areddu,
RispondiEliminasi ricorda di Nadia Comaneci?
Non era italiana, non era rom, ma solo una ragazzina romena di 14 anni che vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi.
Si ricorda cosa le accadde quando tornò in patria? Fu ricevuta a palazzo e, sul più bello, anzi sul più brutto per lei, il figlio del Presidente la violentò.
I dirigenti del partito godevano anche di queste "libertà".
Ora che sono entrati nella "Libera Europa" qualche romeno (e guardi che ho detto "qualche") avrà supposto di godere di tutte le "libertà", come usava il potente al suo paese.
Che bisogno c'è di rivangare la storia di venti secoli fa? Forse che gli stupri sono opera di eruditi in storia patria?
Forse che gli stupratori hanno un DNA diverso dal mio e dal suo?
Sono forse romeni gli autori degli ultimi episodi venuti alla luce a Napoli?
Ma dai! La violenza non è arrivata con Berlusconi, nè aumenterà con Cappellacci.
Scusi, ma il condono non l'aveva fatto il governo Prodi?
Certi ragionamenti offendono l'intelligenza. Sempre che non intendesse prenderci in giro.
Francu Pilloni