martedì 27 gennaio 2009

Il lato nascosto di Max Leolpold Wagner

di Alberto Areddu

In un’epoca nella quale l’aspetto privato dei personaggi in vista, acquista sempre più spessore, vuoi per la mediocrità del quotidiano vivere delle gente comune vuoi perché non si verificano più grandi eventi che tengano le persone maggiormente attaccate al proprio reale contingente che non a quello altrui, e anzi sia diventato di moda il frugare voyeuristicamente con telecamere piazzate ormai in ogni dove, non farà più di tanto scalpore indagare o almeno cercare di indagare per un attimo sulla privacy del grande studioso tedesco Max Leopold Wagner, che sardo ad honorem potremmo definire, visto che gli dedichiamo tante vie e strade, in ragione del fatto che consacrò buona parte dei suoi studi alla ricerca sui locali dialetti, o come da lui fu decretato: “sulla lingua sarda”. Forse non si sarebbe aspettato tanto onore postumo, giacché tempo in Sardegna ne passò poco; ci giunse giovanissimo insieme al suo giovane amante, che faceva il fotografo, e ci ritornò più volte stazionando a Cagliari da dove faceva poi sortite verso l'interno, soprattutto fra gli anni venti, in una Sardegna ancora estremamente arretrata e povera.
In alto: una delle foto scattate a Cagliari da ML Wagner



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3 commenti:

  1. Perché non scrive una storia della linguistica secondo gli orientamenti sessuali dei suoi protagonisti? Vedrà che anche le sue tesi sugli Illiri e la Sardegna risulteranno più credibili.
    Andrea

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  2. E' davvero inqualificabile che questo tale accademico-cerbero non abbia ancora scritto un trattato sull'omosessualità del wagner, dato che le notizie-bomba contenute nei plichi segreti che egli nasconde alla comunità scientifica rivoluzioneranno senz'altro la storia degli studi sardi.
    GianGiuliano

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  3. Bene, Areddu son d'accordo! Chissà che non esca fuori che il Wagner non fosse un pedofilo e magari un nazista contemporaneamente. Perché dunque non si possono compulsare i documenti a lui relativi?

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