di Gigi Sanna
Caro prof, Sauren, Lei dice che del dischetto di Crocores (a destra) non si sa proprio niente e invece del dischetto si sa tutto. Ne hanno parlato (insieme ad altri nove reperti) i maggiori giornali sardi d’Informazione. Il sottoscritto inoltre ha tenuto una relazione per incarico del Comune di Allai che è stata, sia pure per sintesi pubblicata nella rivista Paraulas (anno X, n.30, pp. 3 -11).
Lei dice che la tipologia del manufatto con lettura a spirale non è riscontrabile in alcun oggetto antico. No. Proprio l’epigrafia etrusca mette al secondo o al terzo posto (dopo le bende della Mummia di Zagabria e la Tabula Cortonensis), per importanza assoluta, il disco in piombo di Magliano con scritta a spirale (a sinistra), di cui l’oggetto sardo riporta la forma quasi precisa, le stesse lettere e metà circa del contenuto.
Lei dice che la lettura è orientata in senso destrorso mentre è chiaramente in senso sinistrorso (come, del resto, quasi in tutta la produzione epigrafica etrusca, compreso il ‘modello’ di Magliano).
Lei dice che c’è del semitico (del ‘Nord e del Sud’) e invece c’è solo l’etrusco (a mio parere con presenza di lessico indoeuropeo) del IV –III secolo a.C. Ancora Lei dice....
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Caro Gigi, va da sé che non entro nel merito (non ne ho la competenza né gli strumenti culturali), ma la tua risposta segnala quanto pesante e insopportabile sia il silenzio che la Soprintendenza ha fatto calare sui reperti di Crocores. Un anno è passato dal loro sequestro e nulla è uscito fuori delle pagine provinciali dei quotidiani sardi, della rivista di Franco Pilloni, di questo blog. E' una regola della società della comunicazione: ciò che non è comunicato non esiste. [gfp]
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