L'utilizzo nella toponomastica di Nuoro come una sorta di stravaganza folclorica (caratteri minuscoli per il sardo messo, di più fra virgolette, come si può vedere nella foto) ha suscitato e continua a suscitare irritazione su blog, siti e anche in Facebook, dove è in corso l'adesione ad un apposito gruppo. Chiuso nel fortino in cui si è rinchiuso, l'assessore responsabile del dileggio del sardo o non se ne è accorto o fa finta che tutto vada bene.
Non è dato sapere se per portare a termine l'operazione, il Comune di Nuoro si sia servito solo dei propri mezzi finanziari o se abbia attinto a una quota parte di finanziamenti che al Comune potrebbero essere arrivati con la legge 482 di di tutela delle minoranze linguistiche storiche. E tutto sommato ha poca importanza, visto che o i soli nuoresi o l'insieme dei cittadini della Repubblica italiana hanno messo loro soldi per andare contro ogni principio di pari dignità delle lingue tutelate dalla Regione e dallo Stato, oltre che dal Consiglio europeo.
A quel che si dice, l'assessore responsabile ha fatto a meno dell'Ufìtziu de sa limba sarda della Provincia e, quel che è più grave, di quella "armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali" in materia di tutela delle lingue di minoranza garantita dalla legge 482. Ha fatto, come si dice, di testa sua. Per capire quanto protervamente folcloristica sia la visione di "lingua tutelata" che al Comune di Nuoro si ha, pubblico nel mio sito una collezione di cartelli posti qua e là in Europa.
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